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Varie : Le Manifestazioni Gemelle
Le Manifestazioni
Gemelle
Istituto Ruhi
Quarto libro
Le Manifestazioni gemelle
Istituto Ruhi
Libri della serie:
Primo libro: Riflessioni sulla vita dello spirito
«Comprendere gli Scritti bahá’í»
«La preghiera»
«La vita e la morte»
Secondo libro: Levarsi a servire
«La gioia dell’insegnamento»
«Temi di approfondimento»
«Introduzione ai principi bahá’í»
Terzo libro: Insegnare nelle classi per bambini
«Principi di educazione bahá’í»
«Lezioni per le classi per bambini»
«Insegnare in una classe per bambini»
Quarto libro: Le Manifestazioni gemelle
«La grandezza di questo Giorno»
«La vita del Báb»
«La vita di Bahá’u’lláh»
@ Copyright 2002
Titolo orginale: The Twin Manifestations
1a edizione italiana 2004
Indice
Ai collaboratori
La grandezza di questo Giorno
La vita del Báb
La vita di Bahá’u’lláh
Ai collaboratori

Il 23 maggio 1844 ha segnato l’inizio di una nuova era nella storia dell’umanità. Per secoli, tutti i popoli del mondo hanno atteso il Giorno promesso di Dio, il Giorno in cui la pace e l’armonia sarebbero state instaurate sulla terra. L’alba di questo nuovo Giorno è stata testimone dell’apparizione non di una, ma di due Manifestazioni di Dio, il Báb e Bahá’u’lláh, le Cui Rivelazioni hanno liberato le forze spirituali destinate a trasformare la società secondo la Volontà di Dio.

La Manifestazione di Dio vive una vita completamente diversa da quella degli altri esseri umani ed è impossibile comprendere la Sua grandezza se ci si limita a studiarne gli eventi. Negli anni in cui vive sulla Terra, i Suoi straordinari poteri si riversano sull’intero pianeta, producendo un profondo cambiamento della realtà di tutte le cose create e preparando l’umanità a un nuovo stadio del suo progresso. Anche se agli occhi esteriori la sua vita può sembrare piena di afflizioni, gli occhi spirituali discernono in ogni avvenimento i segni della Sua gloria e della Sua maestà.

Nel programma dell’Istituto Ruhi, i tre capitoli del quarto libro intendono aiutare gli studenti ad acquisire una conoscenza profonda e metodica della vita del Báb e di Bahá’u’lláh. Se ne presenta un resoconto cronologico separato – nel secondo e nel terzo capitolo rispettivamente – e ci si aspetta che gli studenti imparino a raccontarle abbastanza dettagliatamente. I resoconti cronologici, soprattutto nel capitolo sulla vita di Bahá’u’lláh, sono accompagnati da passi tratti dagli Scritti che chiariscono alcuni temi spirituali collegati alla persona della Manifestazione. Molti passi sono seguiti da esercizi, mentre per altri si chiede semplicemente che li si legga ripetutamente e che si rifletta individualmente.

Il primo capitolo del libro intende preparare i partecipanti al corso allo studio dei resoconti storici. È composto di alcuni passi tratti dagli Scritti che parlano della grandezza di questo Giorno e di qualche semplice esercizio.

Si richiede che i facilitatori, lavorando con i gruppi di studenti, diano pari importanza a entrambi gli aspetti della documentazione presentata nel libro: sia alle riflessioni sui temi spirituali sia alle conoscenze della storia della Fede. Un importante tema trattato nel terzo capitolo è il concetto di crisi e vittoria. La comprensione di questo concetto è essenziale perché ogni bahá’í possa comprendere la storia della Fede e contribuire alla sua espansione e al suo consolidamento, due processi che comportano inevitabilmente una serie di crisi e vittorie.

Inoltre si deve dare importanza alla capacità di raccontare la storia del Báb e di Bahá’u’lláh in modo da toccare il cuore degli ascoltatori. Le competenze necessarie possono essere sviluppate solo studiando ripetutamente il materiale e avvalendosi dell’assistenza di un amorevole facilitatore. Per aiutare i partecipanti a fare una prima, semplicissima presentazione, ciascuno dei due capitoli di storia comprende un libretto con disegni e brevi didascalie. All’occorrenza li si possono fotocopiare e usare separatamente, insieme con altro materiale, nelle campagne di espansione e consolidamento su larga scala.

La grandezza di
questo Giorno
Scopo
Acquisire una visione spirituale
del significato di questo Giorno
e delle sue promesse per l’umanità
Sezione 1

Noi bahá’í abbiamo la fortuna di sapere che viviamo in un Giorno molto speciale, un Giorno in cui sono apparse due Manifestazioni di Dio che hanno rigenerato tutte le cose create. Vediamo le forze liberate da queste Manifestazioni trasformare, sotto i nostri occhi, la società umana, mentre il vecchio mondo scompare e se ne forma uno nuovo al suo posto. È certamente vero che la morte di un mondo comporta inaudite sofferenze. Siamo profondamente toccati da queste sofferenze e rattristati dalla distruzione che ci circonda, ma non ne siamo sopraffatti, perché riconosciamo che il mondo sta muovendo rapidamente verso ciò che Bahá’u’lláh gli ha destinato.

Vivere in questo Giorno, il Giorno di Dio, è un incomparabile dono, ma comporta gravi responsabilità. Per comprendere questo dono e fare il nostro dovere, dobbiamo riflettere spesso sul significato e sulla grandezza di questo Giorno. ‘Abdu’l-Bahá ha detto che l’uomo si può opporre a tutto fuorché a ciò che Dio ha disposto per quest’epoca. Pertanto, è fondamentale che ogni bahá’í diventi sempre più consapevole dello scopo di Dio per l’umanità di oggi, uno scopo la cui realizzazione le forze della terra non possono impedire. Questo primo capitolo, che è relativamente breve, si propone di farvi conoscere alcuni brani tratti dagli Scritti, che si riferiscono alla grandezza del Giorno in cui viviamo. Prima di studiarli e di riflettere sul loro significato sarà utile consultarsi con il gruppo su quanto segue:

1. L’unificazione della razza umana è una delle mete da conseguire in questa era, secondo la volontà di Dio. Quale altre realizzazioni Dio ha stabilito per l’umanità di oggi? _________________________________________

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2. ‘Abdu’l-Bahá ha detto che l’uomo non si può opporre a ciò che Dio ha disposto per l’umanità di oggi. Fate alcuni esempi di quelle «forze della terra» che tentano di ostacolare il raggiungimento dello scopo di Dio. ______

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3. In quale modo queste «forze della terra» tentano di impedire all’umanità di raggiungere ciò che Dio le ha destinato? ___________________________

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4. Potete fare qualche esempio tratto dalla storia della Fede per illustrare come i tentativi di queste «forze» finiscano sempre nell’insuccesso? _______

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Sezione 2
Bahá’u’lláh ha detto:

«In verità Io dico: Questo è il Giorno in cui l’umanità può contemplare il Volto del Promesso e udire la Sua voce. L’Appello di Dio si è fatto udire e la luce del Suo sembiante è sorta sugli uomini. Incombe a ognuno di cancellare impronte di parole fatue dalla tavola del cuore e di mirare con mente aperta e imparziale i segni della Sua Rivelazione, le prove della Sua Missione e i pegni della Sua Gloria».1

Esercizi:
1. Completare le seguenti frasi:

a. In questo Giorno possiamo contemplare il ___________________ e udire la ________________ del Promesso.

b. _______________________________ si è fatto udire, e la ____________ del Suo __________________ è sorta sugli uomini.

c. È nostro dovere cancellare dal nostro ____________________________ di _______________________ e mirare con mente __________________ e __________________ i __________________ della Sua Rivelazione, le ______________ della Sua Missione e i ______________ della Sua gloria.

2. Quali fra le seguenti sono parole fatue che impediscono alle persone di riconoscere Bahá’u’lláh?

______ A me basta la religione dei miei genitori.

______ L’umanità ha bisogno di una primavera spirituale.

______ La religione va bene per chi ne ha bisogno.

______ La religione è solo motivo di conflitto, perciò dev’essere eliminata.

______ A quanto ne capisco, le religioni sono tutte più o meno uguali, quindi non fa alcuna differenza a quale appartieni.

______ Dio ha abbandonato l’umanità.

______ Bisogna rinnovare tutte le cose, compresa la religione.

______ La scienza dimostra che Dio non esiste. Possiamo risolvere tutti i nostri problemi usando il potere della ragione.

______ Non voglio impegnarmi con nessuna religione.

______ Ogni essere umano deve poter riconoscere Dio a proprio modo. Perché abbiamo bisogno di una Manifestazione?

______ Abbiamo le sacre Scritture della nostra religione. Non occorre una nuova Manifestazione.

3. Quali dei seguenti sono, tra i segni della Rivelazione di Bahá’u’lláh, tra le prove della Sua Missione e tra i pegni della Sua gloria?

______ Il potere del Suo Patto.
______ Il potere penetrante delle Sue Parole.

______ La trasformazione del cuore di coloro che vengono in contatto con i Suoi Scritti.

______ L’influenza che i Suoi Insegnamenti esercitano sui pensieri e sulle azioni delle persone.

______ L’influenza che i Suoi Insegnamenti hanno sul corso della storia.

______ L’eloquenza dei Suoi discorsi.

______ La validità delle affermazioni che ha fatto sul futuro.

______ La Sua sopportazione, le Sue tribolazioni e la Sua pena.

______ La Sua sovranità, malgrado fosse vittima dell’oppressione di forze terrene.

______ La Sua capacità di unire persone di ogni razza e credo.

______ La continua crescita della comunità dei Suoi credenti.

______ Il coraggio e le nobili qualità di coloro che hanno dato con gioia la vita per la Sua Causa.

______ La magnificenza del Suo Ordine amministrativo.

______ Il modo in cui il mondo sta andando verso ciò che Egli ha designato.

______ Il modo in cui i principi della Fede stanno diventando universalmente riconosciuti.

4. Quando si pensa a un’anima che riconosce Bahá’u’lláh, vengono alla mente molte immagini. Riempite gli spazi con parole adatte: vigilanza, certezza, luce, consapevolezza, fiducia, forza.

a. Passare dall’oscurità a ______________________________________

b. Passare dal sopore a ________________________________________

c. Passare dalla negligenza a ___________________________________

d. Passare dalla debolezza a ____________________________________

e. Passare dalla diffidenza a ____________________________________

f. Passare dal dubbio a ________________________________________

Sezione 3
Bahá’u’lláh dice:

«Questo è il Giorno in cui i più eccellenti favori di Dio sono stati riversati sugli uomini, il Giorno in cui la Sua più potente grazia è stata infusa in tutte le cose create. Incombe l’obbligo a tutti i popoli del mondo di conciliare i dissensi e dimorare in perfetta unione e in pace all’ombra dell’Albero delle Sue cure e della Sua amorosa premura. Essi hanno l’obbligo di attenersi a qualunque cosa in questo Giorno conduca all’esaltazione del loro stadio e ne promuova i migliori interessi».2

Esercizi:
1. Completate le seguenti frasi:

a. In questo Giorno i più eccellenti _______________________________ sono stati ____________________ sugli uomini.

b. In questo Giorno la più potente ___________________________ di Dio è stata ____________________ in tutte le cose create.

c. Tutti i popoli del mondo devono _______________________ i dissensi e dimorare ____________________ e __________________ all’ombra dell’Albero delle Sue ___________________________ e _______________________________ .

d. I popoli del mondo devono attenersi a qualunque cosa conduca all’

________________________ del loro ___________________ e ne ____________________ i __________________________

2. Quali sono i «più eccellenti favori» che Dio ha conferito all’umanità in questo Giorno? _______________________________________________

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3. Che cosa significa «conduca»? ___________________________________

4. Fate un elenco delle cose che potete fare per promuovere i migliori interessi dell’umanità. _______________________________________________

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Sezione 4
Bahá’u’lláh dice:

«Questo è il Giorno in cui l’Oceano della misericordia di Dio è stato manifestato agli uomini, il Giorno in cui l’Astro della Sua amorosa premura ha sfolgorato su di loro, il Giorno in cui le nubi dei Suoi munifici favori hanno preso sotto la loro ombra l’umanità intera. Ora è il momento di rallegrare e rincuorare gli oppressi con la corroborante brezza dell’amore e della fraternità e con le acque vivificanti dell’amicizia e della carità».3

Esercizi:
1. Completate le seguenti frasi:

a. In questo Giorno, l’Oceano della ______________________ di Dio è stato __________________________________________ .

b. In questo Giorno l’Astro della Sua __________________________ ha _____________________ su di _______________ .

c. In questo Giorno le nubi dei Suoi ___________________________ hanno _________________________________ l’umanità intera.

d. _________________ è il momento di _______________________ e _____________________ gli oppressi con la corroborante brezza dell’ ____________________ e della _______________ .

2. Quali delle seguenti azioni rallegrano e fortificano gli oppressi?

______ Aiutarli ad avere accesso all’educazione.

______ Aiutarli a migliorare la loro capacità di consultarsi.

______ Raccogliere per loro cibo e vestiti.

______ Fare in modo che i risultati della scienza influenzino la loro vita.

______ Coinvolgerli in un partito politico.
______ Fargli conoscere la Parola di Dio.

______ Convincerli a comprare a credito qualcosa di cui non hanno bisogno.

______ Fargli comprendere meglio l’importanza della preghiera.

______ Incoraggiarli nei loro impegni che meritano considerazione.

______ Aiutarli a presentare chiaramente le loro lagnanze alle autorità, per via legale.

______ Organizzare per loro incontri di protesta.

______ Vendere loro bevande alcoliche perché possano dimenticare i loro problemi.

______ Portare loro i benefici dell’assistenza sanitaria.

______ Organizzare per loro una discoteca perché si divertano.

______ Insegnare loro, in modo che possano riconoscere la Manifestazione di Dio per oggi.

______ Aiutarli ad apprezzare il potere dell’assistenza divina.

Sezione 5
Bahá’u’lláh dice:

«Grande è, invero, questo Giorno! Le allusioni che ne fanno tutte le Scritture sacre come Giorno di Dio attestano la sua grandezza. L’anima di ogni Profeta di Dio, di ogni Messaggero Divino ha agognato questo meraviglioso Giorno. Tutti i popoli della terra hanno egualmente desiderato ardentemente pervenirvi. E tuttavia, non appena l’Astro della Sua Rivelazione è apparso nel cielo della Volontà di Dio, tutti sono restati interdetti e indifferenti, tranne coloro che all’Onnipotente è piaciuto guidare».4

Esercizi:
1. Completate le seguenti frasi:

a. ____________ è, invero questo Giorno! Le allusioni che ne fanno tutte le __________________________ come _________________ ____________ attestano la Sua ________________ .

b. L’anima di ogni __________________________________ di Dio, di ogni ________________________ , ha ____________________ questo ______________________________ Giorno.

c. Tutti ____________________________________ della terra hanno egualmente ____________________________________________ di _______________________ .

d. E tuttavia, non appena l’Astro della Sua Rivelazione è __________

_________________ nel _______________________________ , tutti sono restati ____________________ e __________________ , __________________ che all’Onnipotente è _________________ .

2. Dal passo citato appare chiaro che questo è il giorno dell’adempimento. Tutti i Profeti e i Messaggeri di Dio hanno predetto l’avvento di un Giorno in cui la Più Grande Pace sarà instaurata sulla terra. E tuttavia, quando il Promesso di tutte le Ere è apparso, solo pochi hanno risposto al Suo appello. La maggior parte è rimasta in uno stato di sopore, mentre altri si sono alzati a perseguitarLo con fanatismo e odio. È importante, quindi, soffermarsi a pensare che cosa abbia impedito a queste anime di riconoscere il Promesso, anche se Ne avevano ansiosamente atteso la venuta. Discutetene in gruppo e provate a trovare alcune delle ragioni. Scrivete le vostre conclusioni nello spazio qui sotto.

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3. Ora meditate in cuor vostro sulle seguenti domande: Perché pensate di essere riusciti a riconoscere Bahá’u’lláh? Che cosa potete fare per dimostrare la vostra gratitudine per aver ricevuto questa grazia?

Sezione 6
Bahá’u’lláh dice:

«L’equilibrio del mondo è stato sconvolto dalla vibrante influenza di questo grandioso, di questo nuovo Ordine Mondiale. La vita ordinata dell’umanità è stata rivoluzionata dall’azione di questo Sistema unico e meraviglioso, di cui occhio mortale non ha mai visto l’eguale».

«Immergetevi nell’oceano della mie Parole per districarne i segreti e scoprire le perle di saggezza celate nelle sue profondità. Attenti a non esitare nella vostra determinazione di accettare la verità di questa Causa, una Causa per la quale le potenzialità della possanza di Dio sono state rivelate e la Sua sovranità stabilita».5

Esercizi.
1. Completate le seguenti frasi:

a. L’ _______________ del mondo è stato _____________________ dalla vibrante ________________________ di questo grandioso, di questo ______________________________ .

b. La ________________ dell’umanità è stata ___________________ dall’azione di questo ____________________ e meraviglioso.

c. Dobbiamo ____________________ nell’ ____________________ delle Sue parole, per _________________ i __________________ e ______________________ le perle di _____________________ celate nelle sue profondità.

d. Non dobbiamo ________________ nella nostra _______________ di accettare la ________________________ questa Causa.

e. Questa è una Causa per la quale le __________________ della ___________________________________ di Dio sono state __________________ e la Sua ____________________ stabilita.

2. Che cosa significa la parola «equilibrio»? __________________________

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3. Che cosa ha sconvolto l’equilibrio del mondo? ______________________

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4 Quali segni indicano che il mondo ha perso l’equilibrio? ______________

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5. Quali segni indicano che la vita dell’umanità è stata rivoluzionata? ______

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6. Qual è il «meraviglioso Sistema» al quale Bahá’u’lláh fa riferimento? ____

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7. Come possiamo immergerci nell’oceano delle Parole di Bahá’u’lláh? ____

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8. Come sono influenzati i nostri pensieri quando ci immergiamo nell’oceano delle Sue Parole? _____________________________________________

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9. Come sono influenzate le nostre azioni quando ci immergiamo nell’oceano delle Sue Parole? _____________________________________________

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10. Da dove riceviamo l’energia spirituale necessaria per lavorare per instaurare l’Ordine Mondiale di Bahá’u’lláh? _____________________________

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11. Che cosa significa la parola «esitare»? _____________________________

12. Come è influenzata la nostra energia spirituale se esitiamo ad accettare totalmente la Verità della Sua Causa? _______________________________

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Sezione 7
Abdu’l-Báhá dice:

«O amati del Signore! Questo giorno è il giorno del ricongiungimento, il giorno della raccolta di tutto il genere umano. “In verità Iddio ama quelli che combattono sulla Sua via in ranghi serrati, compatti come edifizio solido”. Notate che Egli dice “in ranghi serrati” – significando assembrati e abbracciati stretti, allacciati l’un l’altro, ciascuno a soccorrere gli altri. Combattere, come si afferma nel sacro versetto, non significa, in questa che è la più grande fra tutte le dispensazioni, avanzare con aste e spade, con lance e aguzzi strali – sibbene armati di intenzioni pure, giusti intendimenti, consigli giovevoli ed efficaci, attributi spirituali, azioni gradite all’Onnipotente, qualità celestiali; significa educazione per tutto il genere umano, guida per tutti gli uomini, larga diffusione delle dolci fragranze dello spirito, promulgazione delle prove di Dio, esposizione di argomenti decisivi e divini, compimento di opere di carità».6

Esercizi
1. Completate le seguenti frasi:

a. ‘Abdu’l-Báhá ci dice che questo giorno è il giorno del ______________________ , il giorno della ___________________ di tutto il _________________________________ .

b. Ci spiega che Dio ___________________ quelli che, compatti come ____________________________ , __________________ per la Sua Causa in __________________________ .

c. «In ranghi serrati», spiega ‘Abdu’l-Báhá, significa essere ________

______________ e _______________ , _____________________ l’un l’altro, ciascuno a ___________________ gli altri.

d. Combattere in questa che è la più grande di tutte le _____________

_____________________ , Egli ci dice, non significa avanzare con ___________ e ____________ , con _________ e ___________ , sibbene _________________ di ___________________________ , di ________________________ , di ________________________ di ________________________ di _________________________ di _______________________________ .

e. Combattere in questa Dispensazione significa _________________

_________________________________ per tutto il genere umano, ________________ per tutti gli uomini, larga _________________ delle dolci _____________ dello spirito, _____________________ delle ____________________ di Dio, _______________________ di __________________________ e _______________________ , _____________________ di _____________________________ .

2. Questo è il giorno dell’unificazione della razza umana. Per apprezzare quanto sia grande questo compito, pensate alle innumerevoli divisioni che gli esseri umani hanno creato e che li hanno separati. Scrivetene un elenco più lungo che potete.

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3. Quale forza può unire tutti questi popoli contendenti? ________________

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4. Di quale natura è la battaglia nella quale siamo coinvolti? _____________

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5. Come dobbiamo combattere questa battaglia? _______________________

6. Fate un segno accanto alle armi da usare in questa battaglia.

______ Intenzioni pure ______ Rabbia

______ Attributi divini ______ Generosità

______ Guerra batteriologica ______ Il potere della preghiera

______ Giusti motivi ______ Azioni lodevoli

______ Desiderio di primeggiare ______ Amore di Dio

______ Arroganza e orgoglio ______ Amore per l’umanità

______ Passione per la giustizia ______ Fiducia in Dio

______ Onestà ______ Desiderio di profitto
______ Guerra chimica ______ Incoraggiamento

______ Cannoni ______ Consigli utili ed efficaci

______ Coltelli ______ Armi nucleari

______ Il potere della Parola di Dio ______ Denaro

______ Autocompiacimento ______ Fede

______ Desiderio di manipolare gli altri ______ Desiderio di dominare

per migliorare il loro carattere gli altri per fare giustizia

7. Quali delle seguenti cose facciamo quando siamo coinvolti in questa battaglia?

______ Compiere azioni caritatevoli.
______ Educare gli altri.

______ Costringere gli altri a fare quello che vogliamo.

______ Insegnare la Causa di Dio.
______ Proclamare la Causa di Dio.

______ Dividerci in fazioni a seconda degli interessi.

______ Combattere per gli interessi del gruppo al quale apparteniamo.

______ Esporre argomenti decisivi sulla Verità della Rivelazione di Bahá’u’lláh.

______ Immergerci nell’oceano delle Sue Parole.
______ Opprimere i poveri e gli oppressi.
______ Pregare con fervore.

______ Appropriarsi indebitamente dei possedimenti altrui.

______ Accumulare beni rubandoli agli altri.
Sezione 8

La vostra consapevolezza della grandezza di Questo Giorno è senz’altro cresciuta studiando i passi precedenti. Questa approfondita consapevolezza crea in tutti noi il desiderio di muoverci, di insegnare, di servire e di impegnarci in azioni di sacrificio. Per non dimenticare quanto sia urgente impegnarsi in atti di servizio alla Causa, imparate a memoria il seguente brano tratto da una lettera scritta dal Custode il 28 gennaio 1939:

«Non c’è tempo da perdere. Non c’è posto per indecisioni. Le moltitudini bramano il Pane della Vita. La scena è pronta. La sicura e irrevocabile Promessa è stata data. Il Piano di Dio è stato messo in moto. Aumenta di velocità ogni giorno che passa. Le forze del cielo e della terra misteriosamente collaborano alla sua esecuzione. L’occasione è irripetibile. Sorga il dubbioso e verifichi da sé la verità di queste affermazioni. Sforzarsi, perseverare significa garantire la completa vittoria finale».7

Riferimenti

1. Bahá’u’lláh, Spigolature dagli Scritti di Bahá’u’lláh, 3a ed. riv. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 2003), VII, 1, p. 9.

2. Bahá’u’lláh, Spigolature, IV, 1, p. 4-5.
3. Bahá’u’lláh, Spigolature, V, 1, p. 5.
4. Bahá’u’lláh, Spigolature, VII, 2, p. 9.
5. Bahá’u’lláh, Spigolature, LXX, 1-2, p. 132.

6. ‘Abdu’l-Bahá, Antologia (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1987), n. 207, p. 245.

7. Shoghi Effendi, Messages to America: Selected Letters and Cablegrams Addressed to the Bahá’í of North America, 1932-1946 (Bahá’í Publishing Committee, Wilmette, Illinois, 1947), p. 17.

La vita del Báb
Scopo
Imparare a raccontare la storia
della vita del Báb e a capire la potenza
del Suo breve e drammatico ministero.
Pratica
Far visita a qualche famiglia e offrirle una

semplice presentazione illustrata della vita del Báb.

Sezione 1

La Dispensazione del Báb ebbe inizio nel 1844 e durò solo nove anni. Il suo scopo principale era quello di preparare la via per la venuta di Bahá’u’lláh. Anche se fu breve, la Dispensazione del Báb fu di una tale intensità spirituale che centinaia di generazioni future ne sentiranno gli effetti.

Il Báb, il Cui nome era Siyyid ‘Alí-Mu?ammad, nacque il 20 ottobre 1819 a Shíráz, una città nel sud dell’Iran, o Persia. In Iran la maggior parte delle persone appartengono a una setta dell’Islam che aspetta la venuta di un Promesso di Dio che essi chiamano Qá’im. La parola Qá’im significa Colui che sorge.

Il Báb discendeva da una illustre e nobile famiglia, la cui stirpe risaliva a Mu?ammad, il Profeta dell’Islam. Perse il padre quando era bambino e fu allevato dallo zio materno che lo mandò a scuola molto presto. Il Báb, sebbene fosse dotato di un sapere innato e non avesse alcun bisogno di essere istruito da qualcuno, seguì la volontà dello zio. Ma il Suo maestro riconobbe subito le Sue grandi capacità e capì di non avere nulla da insegnare a quello straordinario bambino. Egli ha raccontato la seguente storia sul periodo scolastico del Báb:

«Un giorno chiesi al Báb di recitare le parole iniziali del Corano. Egli esitò, e Si giustificò, dicendo che se non Gli fosse stato spiegato ciò che quelle parole significavano, mai avrebbe osato pronunziarle. Finsi di non conoscerne il significato. “Io so che cosa significano queste parole” osservò il mio allievo “e, con il tuo permesso, le spiegherò”. Parlò con una tale sapienza ed eloquenza che fui colto da grande meraviglia... Ho ancora nella mente la dolcezza delle Sue parole. Mi sentii spinto a riportarLo a Suo zio e a riporre nelle mani di questi il Pegno che aveva affidato alle mie cure. Decisi di dirgli quanto indegno mi sentissi ad insegnare a un bambino così straordinario. Trovai lo zio solo nel suo ufficio. “Te l’ho riportato indietro” dissi “e Lo affido alla tua vigile protezione. Non va trattato come un fanciullo qualsiasi, poiché in Lui posso già riconoscere i segni di quella potenza misteriosa che solo il Qá’im può rivelare. È tuo dovere circondarLo delle più amorevoli cure. TieniLo a casa, perché, in verità, non ha alcun bisogno di maestri come me”. Lo zio rimproverò severamente il Báb. “Hai dimenticato i miei avvertimenti?” disse. “Non Ti ho già esortato a seguire l’esempio dei Tuoi compagni di scuola, a osservare il silenzio e ad ascoltare attentamente ogni parola detta dal Tuo maestro?” Avuta dal Báb la promessa che Si sarebbe attenuto fedelmente alle sue istruzioni, Lo invitò a ritornare a scuola. Ma l’anima del Fanciullo non poteva essere frenata dai severi ammonimenti dello zio. Nessuna disciplina poteva arrestare il fiume della Sua innata sapienza Giorno dopo giorno Egli continuò a palesare segni di sovrumana saggezza tali da non potersi descrivere».1

Alla fine il Báb ebbe dallo zio il permesso di lasciare la scuola. Incominciò quindi a lavorare con lo zio come mercante a Búshihr, una città a sud ovest di Shíráz. Fu in quel periodo della Sua vita che il Báb si sposò. Egli e la moglie ebbero un figlio di nome A?mad, che morì nella prima infanzia, l’anno prima che il Báb dichiarasse di essere il promesso Qá’im

Durante la giovinezza, il Báb mostrò i segni di un potere e di una magnanimità che nessuno poteva eguagliare. Erano già evidenti le straordinarie qualità che Lo avrebbero distinto nel corso del suo rapido e tragico Ministero. Il Custode si riferisce a Lui come «la gentile, giovane, irresistibile figura del Báb, incomparabile nella Sua mitezza, imperturbabile nella Sua serenità, magnetico nel Suo linguaggio».2 Le sezioni che seguono descrivono, sia pur inadeguatamente, gli eventi della Sua vita. E tuttavia, anche questo breve racconto può accendere nel nostro cuore una scintilla del fuoco dell’amore che Egli ha acceso nel cuore di migliaia di seguaci.

Esercizi:

1. Come si chiamava il Báb? ______________________________________

2. Dove e quando nacque? ________________________________________

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3. Che cosa significa la parola «Qá’im»? _____________________________

4. Da chi discendeva la famiglia del Báb? ____________________________

5. Chi Lo educò dopo la morte del padre? ____________________________

6. Che cosa s’intende quando si afferma che il Báb era dotato da Dio di un sapere innato? ________________________________________________

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7. Che cosa pensò il maestro del Báb quando scoprì le Sue grandi capacità? _

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8. Che cos’è il Corano? __________________________________________

9. Che cosa significa la frase «sovrumana saggezza»? __________________

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10. Che cosa fece il Báb dopo aver lasciato la scuola? ___________________

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11. Scrivete con le vostre parole la storia dei giorni di scuola del Báb, secondo il racconto del Suo maestro. _____________________________________

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Sezione 2

Prima della dichiarazione della Missione del Báb, molte persone nel mondo sentivano in fondo al cuore che il Promesso sarebbe presto apparso. Uno di quei santi personaggi fu Siyyid Ká?im, che viveva nella città di Karbilá in Iraq. Siyyid Ká?im aveva molti discepoli e dedicò tutta la vita a prepararli alla lungamente attesa venuta del Qá’im. Ripeteva spesso che, dopo la sua morte, essi avrebbero dovuto lasciare le loro case e, con il cuore libero da ogni desiderio terreno, disperdersi alla ricerca dell’amato Promesso.

Dopo la morte di Siyyid Ká?im uno dei suoi più illustri discepoli, Mullá ?usayn, si recò in una moschea e trascorse quaranta giorni in preghiera e meditazione, aprendo completamente il cuore all’ispirazione di Dio. Alla fine dei quaranta giorni lasciò l’Iraq con due compagni e partì alla ricerca del Promesso. Dapprima si recò a Búshihr. Ma non vi rimase a lungo, perché qualcosa sembrava spingerlo irresistibilmente verso nord e partì subito per Shíráz. Arrivato alle porte della città, disse ai suoi due compagni di andare direttamente alla moschea e di rimanervi fino al suo arrivo.

Lo stesso giorno, qualche ora prima del tramonto, mentre stava camminando fuori dalle porte della città, incontrò un giovane Personaggio, Che gli diede il benvenuto e lo invitò nella Sua casa perché si ristorasse dopo il lungo, faticoso viaggio. Mullá ?usayn, profondamente colpito dal modo di parlare, gentile, ma deciso, di quello straordinario Giovane, Lo seguì. Ben presto arrivarono al portone di una casa modesta. Vi entrarono e si sedettero nella camera al piano superiore. Il gentile Ospite ordinò che fosse portata una brocca d’acqua, perché il Suo ospite si pulisse dalla polvere del viaggio. Poi preparò Lui stesso il tè e lo offrì a Mullá ?usayn. Dopo questi gesti d’ospitalità, incominciò a parlare con il Suo ospite. I particolari di quella storica conversazione sono stati poi raccontati da Mullá ?usayn.

«Era trascorsa circa un’ora dal tramonto quando il mio giovane Ospite incominciò a conversare con me. “Chi, dopo Siyyid Ka?im”, mi chiese, “consideri suo successore e tua guida?” “Al momento della sua morte”, risposi, “il nostro defunto maestro ci ha insistentemente esortati ad abbandonare le nostro case, a spargerci dappertutto alla ricerca del Promesso diletto. Per questo mi sono messo in viaggio per la Persia, mi sono mosso per esaudire la sua volontà e sono ancora impegnato nella mia ricerca”. “Ti ha dato il tuo maestro”, chiese ancora, “qualche indicazione dettagliata sui caratteri che distinguono il Promesso?”. “Sì”, risposi, “Egli è di puro lignaggio, di ascendenza illustre e della stirpe di Fá?imih. In quanto alla Sua età, ha più di vent’anni e meno di trenta. È di media statura, non fuma e non ha imperfezioni fisiche”. Egli tacque un momento e poi, con voce vibrante, dichiarò: “Guarda, tutti questi segni sono palesi in me!”. Considerò poi, uno per uno, ciascuno dei segni summenzionati e dimostrò in modo convincente che tutti si addicevano alla Sua persona».3

Quella notte il Báb dimostrò a Mullá ?usayn, con prove chiare ed inequivocabili, di essere il Promesso Qá’im. Con rapidità straordinaria, rivelò la prima parte del Suo commento della Sura di Giuseppe, un importante capitolo del Corano. Poi rivolse a Mullá ?usayn queste parole:

«O tu, che sei il primo a credere in Me! In verità ti dico, Io sono il Báb, la Porta di Dio, e tu sei il Bábu’l- Báb, la porta di quella Porta. Diciotto persone devono, all’inizio, spontaneamente e di propria iniziativa, accettarMi e riconoscere la Verità della Mia Rivelazione. Senza avvertimenti o inviti, ciascuno di loro deve liberamente cercare di trovarMi. E quando il loro numero sarà completo, uno di essi dovrà essere scelto per accompagnarMi in pellegrinaggio alla Mecca e a Medina. Là presenterò il Messaggio di Dio allo Sceriffo della Mecca. Tornerò poi a Kúfih, dove, nel Masjid di quella santa città, annunzierò ancora la Sua Causa. Tu hai il dovere di non rivelare, né ai tuoi compagni, né ad altre persone, ciò che hai visto e sentito».4

Questa gloriosa Rivelazione riempì l’anima di Mullá ?usayn di eccitazione e di gioia, di sgomento e meraviglia. «Quanto debole e impotente, quanto timido e abbattuto, mi ero sentito prima!» ha poi raccontato. «Allora non potevo né scrivere, né camminare, tanto tremanti erano le mie mani e i miei piedi. Ora, invece, la conoscenza della Sua Rivelazione aveva galvanizzato tutto il mio essere. Mi sentivo di possedere tale coraggio e tale potenza, che se il mondo intero, tutte le sue genti e i suoi potenti, si fossero sollevati contro di me, io, solo e indomito, avrei resistito al loro assalto. L’universo mi sembrava non più di un pugno di polvere entro la mia mano. Mi sembrava di essere la voce di Gabriele personificata, che invitava l’umanità intera: “Ridestatevi perché, ecco: la luce del mattino è sorta. Sorgete, che la Sua Causa si è manifestata! Il portale della Sua grazia è spalancato: entratevi, o popoli del mondo. Perché colui che è il vostro Promesso è venuto!”».5

La Dichiarazione del Báb ebbe luogo nella notte del 23 maggio 1844. Il Báb aveva venticinque anni. Molti anni dopo, in occasione dell’anniversario della Dichiarazione del Báb, ‘Abdu’l-Bahá rivolse a un gruppo di credenti le seguenti parole:

«Oggi è il 23 maggio, l’anniversario del messaggio e della Dichiarazione del Báb. È un giorno benedetto, l’alba della manifestazione, perché l’apparizione del Báb è stata la prima luce del vero mattino... è un giorno benedetto, il principio della Grazia divina, l’inizio dell’effusione divina. In questo giorno, nel 1844, il Báb fu mandato per precorrere e proclamare il Regno di Dio, annunciare la buona novella della venuta di Bahá’u’lláh e resistere all’opposizione di tutta la nazione persiana».6

Esercizi:

1. Citate il nome della santa persona che preparò la strada alla venuta del Báb, poco prima della Sua Dichiarazione __________________________

2. Siyyid Ká?im ripeteva spesso ai suoi discepoli che, dopo la sua morte avrebbero dovuto _____________________ le loro __________________ e con il cuore __________________ da desideri ____________________ , ______________________ alla ricerca del ________________________ .

3. Uno dei più illustri discepoli di Siyyid Ká?im fu _____________________

4. Che cosa fece Mullá ?usayn dopo la morte di Siyyid Ká?im? __________

____________________________________________________________

5. Scrivete quattro frasi, utilizzando per ognuna almeno due delle seguenti parole: Islam, musulmano, Corano, moschea, Mecca, Medina.

a. __________________________________________________________

b. __________________________________________________________

c. __________________________________________________________

d. __________________________________________________________

6. Come faceva il Báb a sapere che Mullá ?usayn era arrivato a Shíráz? ____

____________________________________________________________

7. Che cosa chiese il Báb a Mullá ?usayn dopo che furono arrivati a casa?

a. __________________________________________________________

____________________________________________________________

b. __________________________________________________________

____________________________________________________________

8. Quale descrizione aveva fatto Siyyid Ká?im ai suoi discepoli per aiutarli a riconoscere il Qá’im?

«Egli è di ________________________ , di ________________________ e della __________ di ___________________________________ . In quanto alla Sua età, ha ____________ di __________________________ e ______________ di __________________ . È di ___________________ ______________ , non __________________ e non ha _______________ ____________________________ .

9. Chi è Fá?imih? _______________________________________________

10. Il Báb aveva o no le qualità che Mullá ?usayn stava cercando? _________

11. Che cosa significa l’appellativo «il Báb»? __________________________

12. Quale appellativo diede il Báb a Mullá ?usayn? _____________________

13. Che cosa significa questo appellativo? _____________________________

14. Il Báb disse a Mullá ?usayn che prima che Lui proclamasse apertamente la Sua Missione avrebbe dovuto succedere qualcosa. Che cosa? ________

____________________________________________________________

15. Mullá ?usayn descrisse con le seguenti parole il suo stato d’animo dopo avere ricevuto la Rivelazione del Báb: «Quanto ____________________ e _______________________ , quanto ____________________ e _________________________ , mi ero sentito prima. Allora non potevo né _________________________________ , né _________________________ , tanto _____________________ erano le mie mani e i miei piedi. Ora, invece, la __________________________ della Sua ______________________ aveva ________________________ tutto il mio essere. Mi sentivo di possedere tale ______________________ e tale _______________________ , che se ________________________ , tutte le sue _____________________ e i suoi _________________ si fossero levati ___________________ di me, io ___________________ e ___________________ avrei _______________________ al loro assalto.

16. Quando avvenne la Dichiarazione del Báb? ________________________

17. Quanti anni aveva il Báb quando dichiarò la Sua Missione? ____________

Sezione 3

Dopo Mullá ?usayn, altre diciassette persone cercarono e trovarono da sole il Desiderio del loro Cuore, il Báb. Ognuno di loro fu guidato da Dio a riconoscere la verità della neonata Rivelazione, alcuni tramite visioni o sogni, alcuni attraverso la preghiera, altri in momenti di meditazione. Tutte queste anime benedette giunsero alla presenza del Báb a Shíráz tranne una. La persona che non Lo incontrò mai era una donna incomparabile e ricca di talenti che si chiamava ?áhirih. Ella venne a sapere del Báb in sogno. Riconobbe in Lui il promesso Amato e divenne una grande promotrice della Sua Causa. La diciottesima persona che si unì alla schiera dei seguaci del Báb fu un giovane ventiduenne, conosciuto come Quddús. Pur essendo giovane, Quddús aveva un carattere esemplare e un coraggio e una fede che pochi potevano eguagliare. Questi primi credenti, insieme con Mullá ?usayn, furono dichiarati dal Báb le diciotto «Lettere del Vivente». Essi erano in Suoi apostoli eletti.

Non appena il numero delle Lettere del Vivente fu completato, il Báb chiamò Mullá ?usayn alla Sua presenza e gli diede le seguenti istruzioni:

«I giorni della nostra vicinanza stanno per concludersi. Il Mio Patto con te è ora compiuto. Apprestati ad agire e levati per diffondere la Mia Causa. Non lasciarti deludere dalla degenerazione e dalla perversità di questa gente, poiché il Signore del Patto sicuramente ti assisterà. In verità, Egli ti concederà la Sua amorevole protezione e ti guiderà di vittoria in vittoria. A simiglianza della nube, la quale sparge i suoi doni sulla terra, attraversa il paese da un capo all’altro e riversa sul suo popolo le Benedizioni che l’Onnipotente, nella Sua Misericordia, si è degnato di concederti... Per questo pellegrinaggio, al quale ci accingeremo, abbiamo scelto come Nostro compagno Quddús. Ti abbiamo lasciato indietro a fronteggiare l’assalto di un nemico feroce e implacabile. Ma sii certo che ti sarà concessa una grazia ineffabilmente gloriosa. Prosegui il tuo viaggio verso il nord e visita, strada facendo, I?fáhán, Káshán, Qum e ?ihrán. Implora che l’onnipossente Provvidenza ti permetta benignamente di pervenire, nella capitale, al seggio della vera sovranità e di accedere alla magione del Diletto. Nascosto in quella città giace un segreto. Quando sarà palesato tramuterà la terra in Paradiso. È mia speranza che tu possa ricevere una porzione della sua grazia e riconoscerne lo splendore».7

Dopo aver detto a Mullá ?usayn di andare a Teheran, il Báb convocò alla Sua presenza le altre Lettere del Vivente e assegnò a ognuna di loro una missione speciale. Nelle Sue parole di commiato li invitò a mettere da parte tutti i desideri terreni e a disperdersi per proclamare la Sua Causa. «O amici amatissimi!» così Si rivolse loro. «Siete gli araldi del nome di Dio in questo giorno... Ciascuno di voi ha l’obbligo di manifestare gli attributi di Dio e di esemplificare con le proprie azioni e le proprie parole i segni della Sua rettitudine, del Suo potere e della Sua Gloria». «Non curatevi della vostre debolezze e della vostra fragilità», li rassicurò. «Fissate lo sguardo sull’invincibile potere del Signore Iddio vostro, l’Onnipotente... Alzatevi in Suo nome, riponete la vostra fiducia interamente in Lui e siate certi della vittoria finale».8

Nell’ottobre del 1844 il Báb partì per andare in pellegrinaggio alla Mecca e a Medina, accompagnato da Quddús. Queste due città, che si trovano in Arabia, sono città sacre per i credenti dell’Islam. Giunto alla Mecca, il Báb scrisse una lettera allo Sceriffo della città. Nella Sua lettera diede una chiara spiegazione della Sua Missione e invitò lo Sceriffo ad accettare la Sua Causa. Ma lo Sceriffo, impegnato nei suoi affari, non rispose al Messaggero divino. Dalla Mecca il Báb andò con il Suo compagno a Medina, dove sono custoditi i resti mortali del Profeta Mu?ammad. Visitata la santa città, si rimisero in cammino per la Persia. Arrivati a Búshihr, il Báb chiamò Quddús alla Sua presenza e con queste parole gli diede istruzione di proseguire per Shíráz:

«I giorni del nostro sodalizio stanno volgendo alla fine. L’ora della separazione è scoccata, separazione a cui non seguirà riunione alcuna, se non nel Regno di Dio... Per le strade di Shíráz sarai coperto d’insulti e le ferite più gravi affliggeranno il tuo corpo. Ma sopravvivrai all’ignominioso comportamento dei tuoi nemici e giungerai in presenza di Colui che è l’unico oggetto della nostra adorazione e del nostro amore. In sua presenza dimenticherai tutti i mali e le disgrazie che ti hanno colpito. Gli eserciti dell’Invisibile accoreranno in tuo aiuto e proclameranno a tutto il mondo il tuo eroismo e la tua gloria. Ti sarà concessa la gloria ineffabile di vuotare la coppa del martirio per amor Suo. Anch’io percorrerò il sentiero del sacrificio e ti raggiungerò nel reame dell’eternità».9

Esercizi:

1. Quale appellativo diede il Báb ai primi credenti che lo riconobbero come il Promesso? ___________________________________________________

2. Quanti erano? ________________________________________________

3. Chi fu il primo a riconoscere il Báb? ______________________________

4. Chi fu l’ultima Lettera del Vivente? ______________________________

5 In che modo le Lettere del Vivente furono guidate a riconoscere la verità della Rivelazione del Báb? ______________________________________

____________________________________________________________

6. Chi tra le Lettere del Vivente non giunse alla presenza del Báb? ________

7. Il Báb chi scelse per accompagnarLo in pellegrinaggio? _______________

8. Non appena il numero delle Lettere del Vivente fu completo il Báb chiamò Mullá ?usayn alla Sua presenza e gli diede le seguenti istruzioni:

«I giorni della nostra ______________ stanno _____________________ . Il Mio ____________ con te è ora ________ . Apprestati ad _____________ e __________________ per ____________________ la Mia _________________ . Non lasciarti ___________________ dalla _______________________ e dalla ________________________ di questa ___________________________ , poiché il _________________________ del _______________________ sicuramente ti _____________________ . In verità, Egli ti concederà la Sua amorevole _____________________ , e ti guiderà di ___________________ in __________________ . A simiglianza della ____________________ la quale ________________ i suoi doni sulla terra, ____________________________ il paese da un capo all’altro e ______________________ sul suo popolo le _____________________ che __________________ , nella Sua misericordia, Si è degnato di concederti».

9. Quale itinerario il Báb indicò a Mullá ?usayn di seguire nel suo viaggio?

____________________________________________________________

10. Imparate a memoria la seguente citazione:

«Implora che l’onnipossente Provvidenza ti permetta benignamente di pervenire, nella capitale, al seggio della vera sovranità e di accedere alla magione del Diletto. Nascosto in quella città giace un segreto. Quando sarà palesato tramuterà la terra in Paradiso. È mia speranza che tu possa ricevere una porzione della sua grazia e riconoscerne lo splendore».7

11. Quale segreto si nascondeva a Teheran? ___________________________

12. Dopo aver mandato Mullá ?usayn a Teheran, quali indicazioni diede il Báb alle altre Lettere del Vivente? ________________________________

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13. Il Báb quando partì per il Suo pellegrinaggio? ______________________

14. In quali città andò in pellegrinaggio il Báb? ________________________

15. A chi scrisse quando era alla Mecca? _____________________________

16. Perché Medina è una città sacra per i musulmani? ___________________

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17. Che cosa significa la parola «custoditi»? ___________________________

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18. Nello spazio sottostante scrivi quello che il Báb disse a Quddús quando arrivarono a Búshihr. ____________________________________________

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19. Il Báb promise a Quddús che avrebbe incontrato qualcuno. Chi? ________

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Sezione 4

A Shíráz, Quddús incominciò a insegnare il nuovo Messaggio con grande fervore. Ma ben presto incontrò l’opposizione del clero islamico e del governatore della provincia. Il governatore, un uomo malvagio e crudele, ordinò di arrestare Quddús e uno dei suoi compagni. Ordinò di bruciar loro la barba e di praticare loro un buco nel naso, di farci passare una corda e di trascinarli per la corda per le strade della città perché tutti potessero vedere. «Sarà una lezione per il popolo di Shíráz», affermò il governatore, «che saprà qual’è la punizione degli eretici».10 Dopo aver subito questi oltraggi, Quddús e il suo compagno furono espulsi dalla città e avvertiti che se avessero cercato di ritornare sarebbero stati condannati a morte. Con le loro sofferenze, queste due eroiche anime si guadagnarono l’onore di essere i primi a subire una persecuzione per la nuova Fede in Persia. ‘Abdu’l-Bahá disse queste parole riguardo alle migliaia di persone che vennero poi perseguitate sulla via del loro Benamato, il Báb:

«...furono esposti alle difficoltà più dure e alle più gravi ordalie. Sopportarono queste prove con forza meravigliosa e sublime eroismo. A migliaia furono gettati in prigione, puniti, perseguitati e martirizzati. Le loro case furono saccheggiate e distrutte, i loro possedimenti confiscati. Furono pronti a sacrificare la vita e rimasero incrollabili nella loro fede fino alla fine. Quelle meravigliose anime sono i fari di Dio, stelle di santità che risplendono gloriose dall’eterno orizzonte della volontà di Dio».11

Dopo aver ordinato di infliggere a Quddús e al suo compagno una punizione così iniqua, il governatore rivolse la sua rabbia contro il Báb. Mandò le sue guardie a cavallo a Búshihr, con l’ordine di arrestarLo e di condurLo in catene a Shíráz. Nel frattempo il Báb era partito da Búshihr per Shíráz. Il drappello Lo incontrò nel deserto fra le due città. Molti anni dopo il loro capo raccontò la storia di quell’incontro:

«...Quando Gli fummo vicini ci saluto e ci chiese dove fossimo diretti. Pensai che fosse meglio nascondergli la verità e risposi che avevamo avuto dal Governatore del Fars l’ordine di compiere una certa inchiesta nelle vicinanze. Sorridendo, Egli osservò: “Il Governatore vi ha mandati ad arrestare Me. Eccomi, fate di me quel che volete. Venendovi incontro, ho abbreviato la vostra marcia e vi ho aiutati a trovarMi più facilmente”. Fui stupito dalle sue osservazioni e mi meravigliai del suo candore e della sua franchezza. Ma non riuscii a spiegarmi come mai fosse pronto ad assoggettarsi spontaneamente alla severa disciplina dei funzionari governativi e a mettere così a repentaglio la propria vita e la propria incolumità. Cercai d’ignorarlo e stavo accingendomi a partire, quando Egli mi si avvicinò e disse: “Giuro, in nome della giustizia di Colui che ha creato l’uomo, l’ha distinto dal resto della creature e ha fatto del suo cuore il seggio della Sua sovranità e della Sua sapienza, che in tutta la vita non ho detto altro che la verità e non ho avuto altro desiderio che il benessere e la prosperità dei miei simili. Ho disdegnato il Mio proprio vantaggio e ho evitato di essere causa di pena o dolore per gli altri. So che tu stai cercando Me. Preferisco consegnarMi nelle tue mani, piuttosto che esporre te e i tuoi compagni ad un’inutile molestia per causa Mia”. Queste parole mi commossero profondamente. Istintivamente scesi da cavallo e, baciando le Sue staffe, gli rivolsi queste parole: “O luce degli occhi del Profeta di Dio! Ti scongiuro, per Colui che t’ha creato e t’ha donato tale nobiltà e forza, di esaudire la mia richiesta e di rispondere alla mia preghiera. Ti imploro: fuggi da qui; evita ?usayn Khan, lo spietato e spregevole governatore di questa provincia. Temo le sue macchinazioni contro di Te; mi ribello all’idea di divenire lo strumento dei suoi malvagi disegni contro un così innocente e nobile discendente del Profeta di Dio…”. Alla mia ardente implorazione, Egli così rispose: “Possa il Signore Iddio tuo ricompensarti per la tua magnanimità e la tua nobile intenzione. Nessuno conosce il mistero della Mia Causa; nessuno può penetrarne i segreti. Mai volgerò le spalle al decreto di Dio. Egli solo è la Mia Roccaforte sicura, la Mia Dimora e il Mio Rifugio. Finché non sarà giunta la Mia ultima ora, nessuno oserà assalirMi, nessuno può frustrare il piano dell’Onnipotente. E quando sarà giunta la Mia ora grande sarà la gioia nel vuotare la coppa del martirio in Suo nome! EccoMi; consegnami nelle mani del tuo padrone. Non temere; nessuno ti biasimerà”. Chinai il capo in segno d’assenso ed esaudii il Suo desiderio».12

Il Báb Si rimise immediatamente in viaggio per Shíráz. Libero e senza catene, cavalcò davanti alle guardie, che Lo seguivano rispettosamente. Con l’incanto delle Sue parole ne aveva disarmato l’ostilità e trasformato l’orgoglio e l’arroganza in umiltà e amore.

Giunto a Shíráz, il Báb fu condotto alla presenza del governatore che Lo trattò con vergognosa crudeltà. Lo ammonì e Lo criticò pubblicamente. Poi Lo affidò alla custodia di Suo zio. Sebbene Lo avessero lasciato ritornare a casa, la libertà del Báb era limitata. Solo ai membri della famiglia e a poche altre persone era concesso di vederLo. Tuttavia, nei mesi seguenti, malgrado gli sforzi compiuti dal governatore e dal clero per mettere fine alla Sua influenza, il numero dei Suoi seguaci aumentò rapidamente.

Col crescere del potere e della fama del Báb crebbe anche la rabbia del governatore, che Ne ordinò nuovamente l’arresto. Questa volta il governatore aveva tutte le intenzioni di condannarLo a morte. Ma, nella notte in cui Lo fece arrestare, a Shíráz scoppiò un’epidemia e tutta la città precipitò nel panico. In poche ore oltre cento persone morirono colpite da quel terribile morbo. Un ufficiale di polizia, il cui figlio era stato miracolosamente guarito dal Báb, riconobbe la Mano di Dio nello scoppio dell’epidemia e implorò il governatore di liberare il Báb. Il governatore, temendo per la vita dei suoi familiari e degli abitanti della città, accettò a patto che il Báb lasciasse Shíráz.

Nell’autunno del 1846 il Báb partì per I?fáhán, una città a nord di Shíráz. CongedandoSi dallo zio, il Báb gli disse: «Ti incontrerò ancora tra le montagne dell’Adhirbayjan e quindi ti manderò a conquistare la corona del martirio. Anch’Io ti seguirò, insieme ad uno dei Miei leali discepoli, e ti raggiungerò nel reame dell’eternità».13

Esercizi:

1. Che cosa fece Quddús quando arrivò a Shíráz? ______________________

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2. Chi si oppose a Quddús quando incominciò ad insegnare la nuova Fede a Shíráz? _____________________________________________________

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3. Che cosa significa la parola «clero»? ______________________________

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4. Con quali parole si può descrivere il carattere del governatore? _________

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5. Il governatore ordinò di ________________________ di Quddús e del suo compagno, di _______________________ loro un ___________________ nel ________________ , di farci _________________________________ e di ___________ per la corda lungo le ____________________________ in modo che tutti potessero vedere.

6. Poi il governatore ordinò alle guardie di ______________________ il Báb e di ______________________ in ________________________ a Shíráz.

7. Che cosa significa la parola «eresia»? _____________________________

8. Che cosa stava facendo il Báb quando le guardie Lo incontrarono? ______

____________________________________________________________

9. Quando le guardie si avvicinarono al Báb, Egli le ____________________ e __________________ dove __________________ . Il capo delle guardie pensò che fosse meglio nascondergli la verità, ma Egli osservò sorridente: «Il ____________________ vi ha ad _______________________ Me. __________________________ ; fate di ___________________ quel che _________________________ . Venendovi ______________________ ho ________________________ la vostra _______________________ e vi ho aiutati a ______________________ più _______________________ ». Il capo delle guardie cercò di ignorare il Báb e si stava accingendo a partire quando il Báb disse: «Ho ___________________________ il Mio proprio ______________ e ho ______________ di essere ___________________ di __________________ o __________________ per gli altri. So che tu stavi __________________ Me. Preferisco ____________________ nelle tue __________________ , piuttosto che ______________________ te e i tuoi __________________ ad ___________________________________ per causa Mia».

10. Come riuscì il Báb a disarmare l’ostilità delle guardie? _______________

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11. Come arrivò a Shíráz il Báb? ____________________________________

____________________________________________________________

12. Il governatore come trattò il Báb? ________________________________

13. Cosa fece il governatore contro il Báb? ____________________________

____________________________________________________________

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14. Nonostante gli ________________ del governatore e del clero per mettere fine all’ _______________________________ del Báb il numero dei Suoi _____________________________ rapidamente.

15. Che cosa, alla fine, convinse il Governatore a rilasciare il Báb e permetterGli di lasciare Shíráz? _______________________________________

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16 Dove andò il Báb quando lasciò Shíráz? ___________________________

17 Quando fece questo viaggio? ____________________________________

18. Cosa disse il Báb a Suo zio quando si congedò da lui? ________________

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19. Immaginate di essere il capo del drappello a cavallo e, con l’aiuto del facilitatore, raccontate agli altri membri del gruppo la storia del vostro incontro con il Báb. Cercate di esprimervi con la necessaria drammaticità ed emozione.

Sezione 5

AvvicinandoSi alla città di I?fáhán, il Báb scrisse una lettera al governatore della provincia, chiedendogli di decidere dove avrebbe dovuto risiedere. A differenza del governatore di Shíráz, costui era un uomo giusto e puro di cuore. Fu così commosso dalla cortesia e dallo stile della lettera del Báb che ordinò al più alto prelato della provincia di ricevere il Báb nella sua casa, accogliendoLo con generosa cordialità.

Durante il soggiorno del Báb a Isfahan, la Sua fama si diffuse a poco a poco in tutto il paese. Folle di persone venivano, ogni giorno, a visitarLo e ad ascoltare le Sue parole di saggezza. Ma la crescente fama del Báb suscitò la gelosia del clero della città, preoccupato di perdere posizione e potere. Incominciarono a far circolare dicerie sul Báb, sperando di far nascere sospetti su di Lui. Fallito questo tentativo, escogitarono un piano per sbarazzarsi di Lui. Informato dei piani del clero contro il Báb, il governatore decise che sarebbe stato meglio che Egli venisse ad abitare nella sua casa. Qui, conversando per ore e ore con il Báb, il governatore arrivò gradatamente a comprendere la grandezza della Sua Rivelazione. Un giorno, mentre si trovava in giardino con il Báb, il governatore disse al Báb queste parole:

«L’Onnipotente Donatore mi ha concesso grandi ricchezze. Non conosco il modo migliore per usarle. Ora che, con l’aiuto di Dio, sono pervenuto a riconoscere questa Rivelazione, ho un ardente desiderio di consacrare tutti i miei beni alla promozione dei suoi interessi ed alla diffusione della sua fama. Ho intenzione di andare, col Tuo permesso, a ?ihrán e di fare il possibile per convertire a questa Causa Mu?ammad Sháh, che ha in me una fiducia ferma e incrollabile».14

A questa effusione di amore e devozione il Báb rispose:

«Un’intenzione così nobile è per Me ancor più preziosa dell’atto stesso. Ma i tuoi e i Miei giorni sono contati; sono troppo brevi per permettere a Me di vedere e a te di realizzare le tue speranze. Non con i mezzi che tu vanamente immagini la Provvidenza Onnipotente attuerà il Trionfo della Sua Fede. Per mezzo dei poveri e degli umili di questa terra, col sangue che essi verseranno sul Suo sentiero, l’onnipotente Sovrano garantirà la conservazione e consoliderà le fondamenta della Sua Causa. Quello stesso Dio, nel mondo avvenire, porrà sul tuo capo una corona di gloria immortale e riverserà su di te le Sue inestimabili benedizioni. Della tua breve vita terrena rimangono solo tre mesi e nove giorni, dopo di che ti avvierai, con fede e certezza, verso la tua eterna dimora».15

Tre mesi e nove giorni dopo il governatore morì, esattamente come il Báb aveva predetto. Pochi mesi dopo la sua morte, il suo successore mandò un messaggio al re, a Teheran, chiedendogli che cosa dovesse fare del Báb. Il re ordinò di mandarLo travestito nella capitale, dove il re voleva incontrarLo. Così, accompagnato da una scorta a cavallo, il Báb Si mise in viaggio verso Teheran.

Esercizi:

1. A chi scrisse il Báb mentre si avvicinava alla città di I?fáhán? __________

2. Il governatore di I?fáhán era un uomo ___________________________ e _____________________ .

3. Quali istruzioni diede il governatore al più alto prelato della provincia? __

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4. Durante il soggiorno del Báb a ____________________________ , la Sua ___________________________________ a poco a poco in tutto il paese. ________________________ di ______________________ venivano, ogni giorno, per ______________________ e per ____________________ le Sue ________________________ di _______________________ .

5. Che cosa fece ingelosire gli esponenti del clero di I?fáhán? ____________

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6. Che cosa fece il governatore per proteggere il Báb dalle macchinazioni del clero? ______________________________________________________

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7. Un giorno, mentre si trovava in giardino con il Báb il governatore disse al Báb queste parole: «L’ _________________________________________ mi ha _________________________________________________ . Non conosco il ________________________ per _______________________ . Ora che, con ___________________ di ______________ , sono pervenuto a _______________________ questa ____________________________ , ho un _________________________ di ___________________________ tutti i miei _____________________ alla _______________________ dei suoi ________________________ ed alla ______________________ della sua ________________________ .

8. Come rispose il Báb all’offerta del governatore? ____________________

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9. Con quale mezzo il Báb dice che si sarebbe diffusa la Sua Fede? ________

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10. Quali ordini diede lo scià al successore del governatore? ______________

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Sezione 6

Il primo ministro persiano di quel tempo era un uomo egoista e incompetente. Temeva che se il Báb fosse andato a Teheran e avesse incontrato il re, avrebbe perso posizione e potere. Perciò convinse il re a cambiare gli ordini e a mandare il Báb nella provincia dell’Azerbaigian, a nord-ovest del Paese.

Giunto a Tabríz, la capitale della provincia, il Báb fu condotto in una delle più importanti case della città, nella quale doveva essere confinato. Un distaccamento di soldati sorvegliava l’entrata della casa. A nessuno era permesso vederLo, fuorché a due dei Suoi seguaci. La popolazione della città fu avvisata che chiunque avesse tentato di incontrare il Báb sarebbe stato messo in prigione e gli sarebbero stati confiscati tutti i suoi possedimenti.

Il Báb rimase a Tabríz per un breve periodo e poi fu trasferito nel castello di Máh-Kú, nelle montagne dell’Azerbaigian, lontano dalle grandi città e dalla metropoli. La popolazione di questa regione appartiene a un’altra setta dell’Islam, molto diversa dalla setta alla quale appartiene la maggior parte della popolazione. Mandando il Báb in questo remoto e inospitale angolo del paese, il primo ministro pensava che la Sua influenza sarebbe diminuita e la Sua Fede sarebbe stata a poco a poco dimenticata. Ma non sapeva che la lampada della Religione di Dio era stata accesa e che nessuna mano umana avrebbe potuto spegnerne la fiamma. Il Báb, con la Sua maestà e la Sua amorevole bontà, Si guadagnò rapidamente il rispetto e l’ammirazione sia dell’ufficiale responsabile della fortezza, sia della popolazione della regione.

La severa disciplina imposta al Báb fu gradualmente mitigata e le porte della fortezza si aprirono ai Suoi seguaci, che vennero sempre più numerosi a farGli visita da diversi luoghi della Persia. Nel periodo della prigionia a Máh-Kú il Báb rivelò il Bayán persiano, la più importante fra tutte le Sue Opere. In quel Libro, Egli stabilì le leggi della Sua Dispensazione, annunciando chiaramente e direttamente la venuta di un’altra Rivelazione più grande della Sua, ed esortò i Suoi seguaci a cercare e trovare «Colui Che Dio manifesterà». Uno dei Suoi seguaci, che si trovava in quel tempo a Máh-Kú, descrisse la rivelazione del Bayán persiano con queste parole:

«La voce del Báb, mentre dettava gli insegnamenti e i principi della Sua Fede, poteva essere chiaramente udita da coloro che abitavano ai piedi del monte. La melodia del Suo canto, il ritmico fluire dei versetti dalle Sue labbra avvincevano la nostra attenzione e ci penetravano in fondo all’anima. La montagna e la valle riecheggiavano la maestà della Sua voce. L’appello della Sua parola ci faceva vibrare fino in fondo al cuore».16

Quando il primo ministro venne a sapere che il Báb Si era conquistato l’ammirazione della popolazione di Máh-Kú e che la Sua Fede continuava a diffondersi nel paese, ordinò di trasferirLo nella fortezza di Chihríq. Ma, anche lì, la popolazione delle città vicine e l’ufficiale della fortezza furono attratti dalla Sua magnetica personalità. Successe persino alcuni dei più illustri rappresentanti del clero della regione accettarono la nuova Fede e abbandonarono la loro posizione privilegiata per unirsi ai Suoi seguaci.

Non appena il primo ministro sentì della crescente popolarità del Báb a Chihríq, diede ordine che fosse immediatamente mandato a Tabríz. Lì il governo convocò una riunione delle autorità religiose perché esaminassero il Báb e trovassero la maniera più efficace per mettere fine alla Sua influenza. In quell’incontro il clero e i funzionari governativi tentarono di umiliare il Báb, ma furono sopraffatti dalla Sua maestà e grandezza. Quando chiesero: «Chi sostieni di essere e qual è il messaggio che rechi?», Egli dichiarò:

«Io sono, Io sono, Io sono il Promesso! Io sono Colui il cui nome avete invocato per mille anni, alla cui menzione vi siete alzati, il cui avvento avete desiderato di vedere e l’ora della cui Rivelazione avete pregato Iddio di affrettare. In verità vi dico, i popoli d’oriente e d’occidente devono obbedire alla Mia parola e promettere fedeltà alla Mia persona”17

Pochi giorni dopo l’incontro, il Báb fu ricondotto a Chihríq. I Suoi nemici avevano sperato che riportandoLo a Tabríz Lo avrebbero spinto a rinunciare alla Sua Missione. Ma alla fine si convinsero che, finché il Báb fosse rimasto in vita, sarebbe stato impossibile fermare la Sua crescente influenza.

Esercizi:

1. Quali parole descrivono il carattere del primo ministro di Persia che esiliò il Báb nell’Azerbaigian? ________________________________________

2. Perché il primo ministro temeva che il re incontrasse il Báb? ___________

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3. Che cosa fece il primo ministro per evitare che il Báb incontrasse il re? __

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4. Il Báb era prigioniero quando partì da Shíráz? _______________________

5. Il Báb era prigioniero quando partì da I?fáhán? ______________________

6. Il Báb era prigioniero quando arrivò a Tabríz? ______________________

7. Perché i soldati sorvegliavano l’entrata della casa in cui il Báb soggiornava a Tabríz? _________________________________________________

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8. La popolazione della città fu avvisata che _____________________ avesse tentato di incontrare il Báb sarebbe stato _____________________ in ________________ e gli sarebbero stati _________________________ tutti i suoi _________________________ .

9. Da Tabríz il Báb fu trasferito al ____________________ di ___________ .

10. Il primo ministro aveva pensato che _________________ il Báb in questo ________________________ ed __________________________ angolo del paese, la Sua __________________ sarebbe _____________________ e la Sua _________________ sarebbe stata ________________________ .

11. In quale pensiero sbagliò il primo ministro? ________________________

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12. Come successe che le porte della prigione del Báb a Máh-Kú furono aperte ai Suoi seguaci? ______________________________________________

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13. Quale importante Libro rivelò il Báb nel periodo in cui fu confinato nella fortezza di Máh-Kú? ___________________________________________

14. Quali sono i principali temi del Bayán persiano? ____________________

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15. Nel Bayán, il Báb spinse i Suoi seguaci a _________________________ e a _________________ « _________ che _______________________ ».

16. Che cosa fece il primo ministro quando venne a sapere che la Fede del Báb continuava a diffondersi? _______________________________________

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17. Come fu influenzata la Causa del Báb dal Suo trasferimento a Chihríq? __

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18. Perché il Báb fu trasferito da Chihríq a Tabríz? _____________________

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19. Che cosa pensavano di ottenere i nemici del Báb portandoLo a Tabríz? __

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20. Quali domande fecero al Báb le autorità nel corso dell’interrogatorio? ___

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21. Che cosa dichiarò il Báb in risposta alle loro domande? _______________

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Sezione 7
Riferendosi al Báb ‘Abdu’l-Bahá ha detto:

«Riguardo al Báb – possa la mia vita essere a Lui sacrificata – nella Sua giovinezza, cioè quando raggiunse il venticinquesimo anno della Sua vita benedetta, Egli si levò a proclamare la Sua Causa... Tutto solo, in un modo che è al di là di qualsiasi immaginazione, Egli sostenne la Causa fra i persiani, di cui è noto il fanatismo religioso. Questa Anima nobile si levò con tale forza da scuotere le basi della religione, della morale, le condizioni, le abitudini e le usanze della Persia, istituendo nuove norme, nuove leggi e una nuova religione. Benché le maggiori autorità dello Stato, pressoché tutto il clero e i pubblici amministratori si levassero per distruggerLo e annientarLo, Egli da solo resistette loro e sconvolse l’intera Persia.

«Molti ‘ulamá e uomini politici, come pure altre persone, sacrificarono gioiosamente la vita alla Sua Causa affrettandosi al martirio.

«Il governo, la nazione, i teologi e i più alti personaggi volevano spegnere la Sua luce, ma non vi riuscirono. Infine il Suo astro si levò, la Sua stella brillò, le Sue fondamenta furono poste saldamente e la luce della Sua alba splendé. Egli impartì un’educazione eletta ad una moltitudine cieca ottenendo risultati meravigliosi nel campo del pensiero e della morale, nelle abitudini e nelle condizioni di vita dei Persiani. Egli annunziò le liete novelle della manifestazione del Sole di Bahá ai Suoi seguaci e li preparò a credere in Lui.

«La visione di tali segni meravigliosi e i grandi risultati ottenuti, gli effetti prodotti sulla mentalità popolare e sulle idee prevalenti, lo stabilirsi delle fondamenta del progresso e l’organizzazione dei principi fondamentali della prosperità a opera di un giovane mercante, costituiscono la più grande prova che Egli fu un educatore perfetto. Una persona equa non può esitare a crederlo».18

Esercizi:

1. Preparate e pronunciate un breve discorso sulla nascita della Fede Bábí, basato sulle parole di ‘Abdu’l-Bahá sopra citate e sulla storia che avete studiato.

Sezione 8

Nel 1850 un nuovo primo ministro della Persia, assetato di sangue quanto il suo predecessore, ordinò che il Báb fosse messo a morte. Il Báb fu riportato da Chihríq a Tabríz e confinato in una cella vicino a un cortile, dove fu poi martirizzato.

Mentre il Báb era condotto nella sua cella, un giovane si fece strada tra la folla e si gettò ai Suoi piedi. «Non allontanarmi da Te, o Maestro!» supplicò il giovane, pregandoLo di permettergli di seguirLo ovunque fosse andato. «Alzati», rispose il Báb, «e sii certo che sarai con Me. Domani vedrai ciò che Dio ha decretato».19 Il giovane fu immediatamente arrestato, insieme con due suoi compagni, e messo nella stessa cella in cui erano confinati il Báb e il Suo segretario. Quel giovane divenne noto come Anís.

Anís aveva conosciuto il nuovo Messaggio dal Báb, quando Egli Si trovava a Tabríz e aveva deciso di seguirLo a Chihríq. Il fuoco dell’amore di Dio bruciava così forte nel suo cuore che il suo solo desiderio era quello di sacrificarsi per la nuova Fede. Ma, allarmato dallo strano comportamento del figlio, il suo patrigno lo confinò in casa, tenendolo sotto stretta sorveglianza. Per settimane e settimane Anís pregò e meditò, implorando Dio di permettergli di giungere alla presenza del suo Amato. Poi, un giorno, mentre era assorto nella preghiera, ebbe una visione straordinaria. Vide il Báb, in piedi davanti a lui che lo chiamava. Anís si gettò ai Suoi piedi. «Rallegrati», gli disse il Báb, «si avvicina l’ora in cui, in questa stessa città, sarò appeso davanti agli occhi della moltitudine e cadrò vittima del fuoco del nemico. Sceglierò proprio te per dividere con Me la coppa del martirio. Sii certo che questa promessa che ti faccio sarà mantenuta».20 Così Anís incominciò ad aspettare pazientemente, sapendo che sarebbe presto arrivato il giorno in cui si sarebbe ricongiunto con il suo Amato. Ora, aveva finalmente ottenuto ciò che desiderava.

Quella sera il Báb irradiava gioia. Conversò lietamente con Anís e gli altri tre leali seguaci confinati con Lui nella cella della prigione. «Domani», disse «sarà il giorno del Mio martirio. Oh! Se uno di voi potesse ora levarsi e, con le sue stesse mani, mettere fine alla mia vita! Preferisco essere ucciso dalla mano di un amico, piuttosto che da quella del nemico». Nessuno di loro poteva pensare di mettere fine a una vita così preziosa e perciò tacquero, mentre le lacrime scorrevano dai loro occhi. Poi, improvvisamente, Anís balzò in piedi e annunciò di essere pronto a obbedire a tutto ciò che il Báb desiderasse. «Questo giovane che si è levato per esaudire il Mio desiderio», dichiarò il Báb, «subirà il martirio insieme con Me. Sceglierò lui perché divida con me la sua corona».21

L’indomani, 9 luglio 1850, la mattina presto il Báb stava lavorando con il Suo segretario, quando un ufficiale interruppe bruscamente la loro conversazione. «Finché non gli avrò detto tutte le cose che devo dirgli», disse il Báb all’ufficiale «nessuna forza terrena può farMi tacere. Se tutto il mondo si armasse contro di Me, ancora non riuscirebbe ad impedirMi di mettere in atto, fino all’ultima parola, la mia intenzione».22 Ma l’ufficiale non comprese il significato delle parole del Báb. Non rispose e diede istruzioni al segretario di seguirlo. Il Báb fu quindi portato dalla cella nelle case dei più eminenti uomini del clero della città di Tabríz che firmarono senza esitazioni il decreto della Sua esecuzione.

Il Báb fu poi ricondotto nel cortile, dove una folla di circa diecimila persone si era riunita per assistere alla Sua esecuzione. Il Báb fu affidato a Sam Khán, il comandante del reggimento di soldati che aveva avuto l’ordine di giustiziarLo. Ma Sam Khán, profondamente impressionato dal comportamento del Báb, fu colto dal timore che la sua azione potesse attrarre su di lui la collera di Dio. «Professo la Fede Cristiana», spiegò al Báb, «e non nutro alcun malanimo contro di te. Se la Tua Causa è la Causa della verità, fa che io mi possa liberare dall’obbligo di versare il tuo sangue«. «Segui le istruzioni che hai ricevuto», rispose il Báb, «se la tua intenzione è sincera, l’Onnipotente può sicuramente liberarti dalla tua perplessità».23

Sam Khán ordinò ai suoi uomini di piantare un chiodo nella parete e di legarvi due corde. A queste corde furono appesi il Báb e Anís. Il reggimento si dispose poi su tre file, ognuna di duecentocinquanta uomini. Una dopo l’altra ogni fila aprì il fuoco. Quando il fumo dei settecento cinquanta fucili si dissolse, la folla stupita vide una scena alla quale stentò a credere. Anís era in piedi davanti a loro, vivo e illeso, e il Báb era sparito. Le pallottole avevano solo spezzato le corde alle quali erano stati appesi. Incominciò quindi una frenetica ricerca del Báb. Alla fine Lo trovarono seduto nella Sua cella: stava completando la conversazione con il Suo segretario che era stata interrotta. «Ho finito la Mia conversazione», disse il Báb. «Ora puoi procedere a mettere in atto le tue intenzione».24

Sbalordito da ciò che era successo, Sam Khán si rifiutò di permettere che i suoi uomini sparassero di nuovo e ordinò loro di lasciare il cortile. Per eseguire la condanna si dovette far venire un altro reggimento. Il Báb e Anís furono nuovamente appesi nel cortile e i soldati aprirono il fuoco. Questa volta le pallottole colpirono il bersaglio. I corpi del Báb e di Anís furono completamente sfigurati, ma i visi rimasero praticamente intatti. Mentre il reggimento si preparava ad aprire il fuoco il Báb rivolse queste parole alla moltitudine che guardava:

«Se aveste creduto in me, o generazione perversa, tutti voi avreste seguito l’esempio di questo giovane, che era di rango superiore a molti di voi e vi sareste sacrificati di buon grado sul Mio sentiero. Verrà il Giorno in cui Mi riconoscerete, ma quel giorno non sarò più con voi».25

Esercizi:

1. In quale città fu martirizzato il Báb? ______________________________

2. Chi ordinò l’esecuzione del Báb? _________________________________

3. Raccontate con le vostre parole la storia di come il giovane Anís condivise il martirio del Báb? ____________________________________________

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4. Perché Anís fu scelto dal Báb per condividere con Lui la corona del martirio?

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5. Quando l’ufficiale interruppe il Báb e il Suo segretario la mattina della Sua esecuzione, il Báb gli disse: «Finché non gli avrò detto _______________ _________________________ che _________________ dirgli, nessuna forza _______________________________________ .

6. Come si chiamava il comandante del reggimento che aveva avuto l’ordine di eseguire la condanna capitale del Báb? __________________________

7. Che cosa chiese Sam Khán al Báb? _______________________________

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8. Il Báb che cosa disse a Sam Khán di fare? __________________________

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9. Quanti soldati aprirono il fuoco sul Báb e il Suo compagno Anís? _______

10. Che cosa vide la folla stupefatta quando il fumo dei fucili si dissolse? ____

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11. Che cosa stava facendo il Báb quando Lo trovarono? _________________

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12. Quando Lo trovarono, il Báb disse: «Ho ___________________________ la mia ______________________________________ Ora puoi procedere a _________________________ le tue ___________________________.

13. Nello spazio sottostante scrivi le ultime parole che il Báb disse alla folla riunita per assistere alla Sua esecuzione: ___________________________

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14. In che giorno ebbe luogo il martirio del Báb? _______________________

15. Quanti anni aveva il Báb al momento del martirio? ___________________

Sezione 9

Per imprimervi nella mente e nel cuore gli eventi della vita del Báb, vi suggeriamo di tracciare nella cartina sottostante l’itinerario dei Suoi viaggi e dei Suoi esili. Mentre lo fate, cercate di ricordare che cosa accadde in ciascun luogo e meditate sul significato di quegli avvenimenti.

Sezione 10

In queste lezioni avete studiato gli eventi della vita di una delle Manifestazioni gemelle di Dio per questo Giorno. Durante la Sua breve vita il Báb suscitò in Persia una rivoluzione spirituale: migliaia e migliaia di anime sante accettarono il Suo Messaggio e incominciarono a prepararsi all’avvento della Manifestazione di Dio alla Quale il Báb Si era riferito come «Colui Che Dio manifesterà». Sapete che quando una Manifestazione di Dio appare sulla terra, tutte le forze dell’oppressione e dell’oscurità si scagliano contro di Lui e tentano di spegnere la luce dalla Sua Rivelazione. Anche in questo caso, gli ignoranti capi della Persia non martirizzarono solo il Báb, ma misero a morte anche migliaia dei Suoi seguaci. Le eroiche vite di quei primi Bábí, che irrorarono con il loro sangue l’albero della neonata Rivelazione, saranno oggetto del vostro studio nei prossimi anni. Personaggi come Mullá ?usayn, ?áhirih, Quddús e Vahid saranno per voi fonte di ispirazione e di coraggio per tutta la vita, man mano che continuerete a imparare la straordinaria storia dei primi anni dell’Era Bahá’í. Per ora dobbiamo completare questo corso riflettendo su una domanda fondamentale: com’è possibile che in un così breve periodo di tempo la vita di tante migliaia di persone sia stata trasformata e che, da un popolo immerso nelle superstizioni e assoggettato a capi corrotti, si siano levate anime così sante, capaci di compiere atti così eroici? La chiave della risposta si trova soltanto nella persona di ‘Alí-Mu?ammad, il Báb. Studiamo e meditiamo, quindi, alcuni passi dagli Scritti di Bahá’u’lláh, ‘Abdu’l-Bahá e Shoghi Effendi che si riferiscono alla sua Santa Persona.

‘Abdu’l-Bahá dice nel Suo Testamento:

«Il fondamento del credo delle genti di Bahá (possa la mia vita essere data per esse) è questo: il Santissimo Eccelso (il Báb) è la Manifestazione dell’Unità e dell’Unicità di Dio ed è il precursore dell’Antica Bellezza (Bahá’u’lláh). La Santissima Bellezza di Abhá (possa la mia vita essere offerta in olocausto per i Suoi amici fedeli) è la Suprema Manifestazione di Dio, l’Alba della Sua più Divina Essenza, Tutti gli altri sono Suoi servi e operano per Suo comando».26

In Dio passa nel mondo, leggiamo il seguente brano scritto dal Custode:

«Acclamato da Bahá’u’lláh “Essenza delle Essenze”, “Mare dei Mari”, “Punto attorno al Quale ruotano le realtà dei Profeti e dei Messaggeri”, “dal Quale Dio ha fatto sì che procedesse la conoscenza di tutto ciò che fu e sarà”, il Cui “rango eccelle su quello di tutti i Profeti”, la Cui “Rivelazione trascende la comprensione e l’intelletto di tutti i loro prescelti”, il Báb aveva portato il Suo Messaggio e compiuta la Sua Missione. Egli Che, nelle parole di ‘Abdu’l-Bahá, era il “Mattino di Verità” e l’“Annunziatore della Più Grande Luce”, il Cui avvento aveva segnato la fine del “Ciclo Profetico” e l’inizio del “Ciclo dell’Adempimento”, aveva, con la Sua Rivelazione, fugato le ombre della notte calate sulla terra e contemporaneamente proclamato l’imminente aurora di quell’incomparabile Astro il cui splendore avrebbe avvolto l’intera umanità».27

Bahá’u’lláh spiega:

«Che un tempo così breve abbia separato questa potentissima Rivelazione dalla Mia precedente Rivelazione, è un segreto che nessun uomo può capire, un mistero tale che nessuna mente può scandagliare».28

Riferendosi al carattere del Báb, il Custode dice:

«Le Sue qualità erano così rare nella loro nobiltà e bellezza, la Sua personalità così gentile eppure così vigorosa e il Suo fascino naturale era combinato con tanto tatto e giudizio, che dopo la Sua Dichiarazione Egli divenne rapidamente un personaggio molto popolare in Persia. Conquistava quasi tutti coloro con cui veniva in contatto di persona, spesso convertendo i carcerieri alla Sua Fede e tramutando i malevoli in amici e ammiratori».29

‘Abdu’l-Bahá dice:

«L’apparizione del Báb assomiglia all’alba, perché l’alba porta la promessa del sole. L’alba del Báb promise che sarebbe sorto il Sole della Verità ad avvolgere tutta la terra».30

Sezione 11

Durante la Sua breve vita di Manifestazione di Dio sulla terra, il Báb rivelò un gran numero di Libri e Tavole. Ora che avete finito di studiare la Sua vita, vi raccomandiamo di imparare a memoria due delle Sue preghiere e almeno una parte del Commiato del Báb dalle Lettere del Vivente:

«Chi può rimuovere le difficoltà eccetto Dio? Dio : Lodato sia Dio! Egli è Dio! Tutti sono i Suoi servi e tutti stanno al Suo comando!»31

«Dite: Dio provvede ad ogni cosa e al di là di ogni cosa, e nulla nei cieli e sulla terra è provveduto da altri che da Dio. In verità, Egli è in sè stesso il Sapiente, il Sostenitore, l’Onnipotente».32

«O amici amatissimi! Siete gli araldi del nome di Dio in questo giorno e siete stati scelti come depositari del Suo mistero. Ciascuno di voi ha l’obbligo di manifestare gli attributi di Dio e di esemplificare, con le proprie azioni e le proprie parole i segni della Sua rettitudine, del Suo potere e della Sua gloria. Perfino le membra del vostro corpo devono attestare l’elevatezza del vostro scopo, l’integrità della vostra vita, la realtà della vostra Fede e la sublimità della vostra devozione. Poiché, in verità, vi dico: questo è il Giorno di cui Dio parlò nel Suo Libro. “Quel Giorno porremo un suggello sulle loro bocche; eppure Ci parleranno le loro mani e i loro piedi attesteranno ciò che essi hanno fatto”. Ponderate le parole che Gesù rivolse ai discepoli quando li inviò a propagare la causa di Dio. Con parole simili a queste li esortò a sorgere per adempiere la loro missione: “Siete come il falò che è stato acceso nell’oscurità della notte sulla cima della montagna. Fate che la vostra luce brilli davanti agli occhi degli uomini. Tale dev’essere la purezza del vostro carattere e il grado della vostra rinuncia, che i popoli della terra possano, per mezzo vostro riconoscere il Padre Celeste che è la sorgente della purezza e della grazia, e a Lui avvicinarsi. Poiché nessuno ha visto il Padre che è nei cieli. Voi, che siete i Suoi figlioli spirituali, dovete, con le vostre azioni, esemplificare le Sue virtù ed attestare la Sua gloria. Siete il sale della terra, ma se il sale diviene insipido, con che cosa lo si salerà? Tale dev’essere il grado del vostro distacco, che in qualsiasi città entriate per proclamare e insegnare la Causa di Dio non dovrete aspettarvi in alcun modo cibo o ricompensa dalla gente. Anzi, quando lascerete quella città, dovrete scuotervi la polvere dai piedi. Dovrete partirne puri e incontaminati come vi entraste. Poiché, in verità vi dico, il Padre Celeste è sempre con voi e vigila su di voi. Se Gli sarete fedeli, Egli sicuramente porrà nelle vostre mani tutti i tesori della terra e vi esalterà al di sopra di tutti i sovrani e re del mondo”. O Mie Lettere! In verità vi dico, sublime è questo Giorno in paragone con i Giorni degli apostoli di un tempo. Anzi, incommensurabile è la differenza. Siete i testimoni dell’Alba del promesso Giorno di Dio e bevete al calice mistico della Sua Rivelazione. Preparatevi ad agire, e rammentate le parole che Dio ha rivelato nel Suo Libro: “Ecco, è venuto il Signore Iddio tuo, e con Lui v’è la compagnia dei Suoi angeli schierata davanti a Lui!”. Purificate i vostri cuori da ogni desiderio mondano e fate che virtù angeliche siano il vostro ornamento. Sforzatevi di attestare con le vostre azioni la verità di queste parole di Dio e badate che, voltandovi indietro, Egli non vi cambi con un altro popolo che non sarà a vostra somiglianza e che vi priverà del Regno di Dio. I giorni in cui il solo culto era ritenuto sufficiente sono finiti. È venuto il tempo in cui niente, tranne le intenzioni più pure, sostenute da azioni di immacolata integrità, può ascendere al trono dell’Altissimo ed essere a Lui ben accetto. La buona parola ascende fino a Lui e la retta azione farà sì che essa sia esaltata al Suo cospetto. Siete gli umili di cui Dio ha così parlato nel Suo Libro: “E desideriamo concedere il Nostro favore a coloro che furono umiliati sulla terra e farne guide spirituali fra gli uomini e farne i Nostri eredi”. A questo alto stadio siete stati chiamati; ma vi perverrete soltanto se calpesterete ogni desiderio terreno e cercherete di divenire quei “Suoi servi onorati che non parlano finché Egli non ha parlato e che eseguono i Suoi ordini”. Siete le prime lettere generate dal Punto Primo e i primi rivoli scaturiti dalla Sorgente di questa Rivelazione. Implorate il Signore Iddio vostro di concedervi che nè pastoie terrene, né affezioni mondane, nè effimere occupazioni possano macchiare la purezza o amareggiare la dolcezza di quella grazia che fluisce attraverso di voi. Vi preparo per l’avvento di un Giorno possente. fate il massimo sforzo perché, nel mondo avvenire, Io, che ora vi istruisco, possa, innanzi al seggio della misericordia di Dio, gioire delle vostre azioni e gloriarMi di ciò che avete realizzato. Il segreto di quel Giorno che deve venire è ancora nascosto. Non può essere né divulgato né stimato. Il neonato di quel Giorno sarà superiore ai più saggi e ai più venerabili uomini di quest’epoca, e la più umile ed ignorante creatura di quel periodo sorpasserà per comprensione i più eruditi e perfetti teologi di quest’era. Disperdetevi dappertutto su questa terra e, con piedi saldi e cuori purificati, preparate la via per la Sua venuta. Non curatevi delle vostre debolezze e della vostra fragilità; fissate lo sguardo sull’invincibile potere del Signore Iddio vostro, l’Onnipotente. Non fece Egli in giorni passati trionfare Abramo, malgrado la sua apparente impotenza, sulle forze di Nimrod? Non ha Egli permesso a Mosè, la Cui verga era il Suo solo alleato, di sconfiggere Faraone e le sue schiere? Non ha Egli fatto trionfare Gesù, povero e umile quale appariva agli occhi degli uomini, sulle forze unite del popolo ebraico? Non ha Egli assoggettato le barbare e bellicose tribù d’Arabia alla santa e riformatrice disciplina di Mu?ammad, il suo Profeta? Alzatevi in Suo nome, riponete la vostra fiducia interamente in Lui e siate certi della vittoria finale».33

Sezione 12

Il racconto della vita del Báb che avete appena studiato vi aaiuterà nei vostri sforzi di approfondire i nuovi dichiarati. Anche se all’inizio non occorre che imparino la storia nei dettagli, è importante che conoscano i maggiori eventi della Sua vita e che riconoscano che fu il Precursore di Bahá’u’lláh e Araldo di una nuova Era. Le pagine che seguono potranno esservi utili in alcune occasioni.

La vita di Bahá’u’lláh
Scopo

Imparare a raccontare la storia della vita di Bahá’u’lláh

e a comprendere la forza spirituale da Lui sprigionata.

Pratica
Visitare qualche famiglia e presentare loro

un semplice racconto illustrato della vita di Bahá’u’llah

Sezione 1

Bahá’u’lláh, il Cui nome era Mirza ?usayn-‘Alí, nacque il 12 novembre 1817 a Teheran, capitale della Persia. Suo padre, Mirza Buzurg, era un eminente nobiluomo con una posizione di alto rango alla corte del re persiano. Sin da piccolo Bahá’u’lláh mostrò segni di grandezza e rivelò un sapere e una saggezza straordinari. Non frequentò una scuola regolare, ma ricevette soltanto un’istruzione domestica. ‘Abdu’l-Bahá dice della Sua fanciullezza:

«La Perfezione Benedetta, Bahá’u’lláh, apparteneva all’aristocrazia persiana. Sin dalla prima infanzia Si distinse tra i parenti e gli amici. Dicevano: “Questo bambino ha poteri straordinari”. Per la saggezza e l’intelligenza e come fonte di nuovo sapere, era più avanti della Sua età e superiore ai Suoi pari. Tutti coloro che lo conoscevano erano stupiti dalla Sua precocità. La gente diceva: “Questo bambino non vivrà”, poiché è diffusa la credenza che i bambini precoci non raggiungano la maturità».1

Bahá’u’lláh racconta in una Tavola una storia della Sua infanzia, quando a Teheran partecipò alla cerimonia nuziale di uno dei Suoi fratelli. Com’era usanza a quell’epoca a Teheran, fu organizzata una grande festa che durò sette giorni e sette notti. L’ultimo giorno, per intrattenere gli ospiti, fu messo in scena uno spettacolo di marionette su un famoso sovrano. Bahá’u’lláh era seduto in una stanza al piano superiore sovrastante il cortile nel quale era stata allestita una tenda per lo spettacolo.

Egli racconta che la recita incominciò con l’ingresso di alcune marionette, in forma umana, che annunciavano che il re si stava avvicinando. Poi apparvero altri personaggi. Chi spazzava, chi spargeva acqua per prepararsi all’arrivo del re. Subito dopo, entrò in scena il banditore della città e disse alla gente di riunirsi per un’udienza con il re. Poi entrarono altri gruppi di personaggi che si sistemarono ciascuno al proprio posto. Alla fine il re fece la sua grandiosa entrata. Portando in capo una corona, avanzò lentamente e maestosamente e si sedette sul trono. Fu sparata una scarica di colpi, le trombe squillarono e la tenda si riempì di fumo.

Quando la nuvola si dissipò, si vide il re, assiso sul trono, circondato da uno stuolo di ministri, principi e dignitari di stato che, preso posto, stavano sull’attenti alla sua presenza. In quel momento un ladro fu portato al cospetto del re, che diede ordine di decapitarlo. Senza un attimo di indugio, il capo carnefice eseguì il suo ordine. Dopo l’esecuzione il re incominciò a parlare con i ministri e con gli ufficiali. Improvvisamente arrivò la notizia che era scoppiata una ribellione in una zona di confine. Fu immediatamente spedito un contingente di truppe per domare l’insurrezione. Pochi minuti dopo si udirono in lontananza dei colpi di cannone e fu annunciato che le truppe del re avevano ingaggiato battaglia contro i ribelli.

Così proseguì lo spettacolo. Bahá’u’lláh fu molto impressionato dalla natura della rappresentazione. Alla fine, quando fu abbassato il sipario, Egli vide un uomo uscire da dietro la tenda con una scatola sotto il braccio. «Che cos’è questa scatola?», gli chiese Bahá’u’lláh, «e che cos’è questa rappresentazione?» Egli rispose: « Tutta questa sfarzosa rappresentazione e questi elaborati dispositivi, il re, i principi e i ministri, la loro pompa e la loro gloria, la loro possanza e il loro potere, tutto ciò che hai visto, si trova ora in questa scatola».2 Questa affermazione ebbe grande effetto su Bahá’u’lláh. Egli ha dichiarato che:

«…Dopo quel giorno, tutti gli ornamenti del mondo sono apparsi agli occhi di questo Giovane molto simili a quello spettacolo. Non hanno mai avuto, né avranno mai, alcun peso e alcuna importanza, neppure nella misura di un granello di seme di senape… In breve, questi ornamenti esteriori, questi tesori visibili, queste vanità terrene, questi eserciti schierati, questi abiti adorni, queste anime orgogliose ed arroganti, tutto passerà oltre i confini della tomba, come in quella scatola. Agli occhi di coloro che sono dotati d’intuito, tutti questi conflitti, queste contese e questa vanagloria sono sempre stati e sempre saranno come giochi e trastulli da ragazzi».3

Un’altra storia associata all’infanzia di Bahá’u’lláh riguarda un sogno di Suo padre nel quale Bahá’u’lláh

«nuotava in un oceano vasto e sconfinato. Il Suo corpo risplendeva sulle acque con tale radiosità da illuminare il mare. Intorno al Suo capo, che egli poteva vedere distintamente sopra l’acqua, si spargevano dappertutto le Sue lunghe ciocche corvine, fluttuanti in grande profusione sulle onde. Nel sogno una moltitudine di pesci si affollava attorno a Lui, e ciascuno di essi si teneva saldamente all’estremità di uno dei Suoi capelli. Affascinati dallo splendore del Suo volto, essi lo seguivano, in qualsiasi direzione nuotasse. Per quanto grande fosse il loro numero, e per quanto saldamente si afferrassero alle Sue ciocche, dal Suo capo non si staccò nemmeno un capello, né la Sua persona subì il minimo danno. Libero e indipendente, si muoveva sulle acque e tutti Lo seguivano».4

Impressionato dal suo sogno, il padre di Bahá’u’lláh chiamò un indovino, noto per il suo intuito, e gli chiese di interpretarlo. Come ispirato da una fugace visione della futura gloria di Bahá’u’lláh, l’indovino disse:

«L’oceano illimitato che hai visto in sogno, o Visir, non è altro che il mondo dell’esistenza. Da solo e senza aiuto, tuo figlio conseguirà il sommo potere su di esso. Tutto ciò che Gli piacerà fare potrà farlo senza intralci. Nessuno sarà in grado di opporsi al Suo cammino, nessuno potrà impedire il Suo progresso. La moltitudine dei pesci significa il trambusto che susciterà in mezzo ai popoli ed alle tribù della terra. Attorno a Lui si riuniranno, e a Lui si aggrapperanno. Questo tumulto non potrà mai danneggiare la Sua persona, tutelata dall’immancabile protezione dell’Onnipotente, ne la Sua solitudine sul mare della vita potrà mai mettere in pericolo la Sua salvezza».5

Esercizi:

1. Come si chiamava Bahá’u’lláh? __________________________________

2. In che giorno nacque? _________________________________________

3. Dove nacque? ________________________________________________

4. Con quale altro nome è conosciuta la Persia oggi? ___________________

5. Come si chiamava il padre di Bahá’u’lláh? _________________________

6. Qual’era la posizione del padre di Bahá’u’lláh? _____________________

7. Quali segni rivelò Bahá’u’lláh da bambino? ________________________

8. Che tipo di educazione ricevette Bahá’u’lláh? _______________________

____________________________________________________________

9. Descrivete lo spettacolo di marionette al quale Bahá’u’lláh assistette nella Sua infanzia. _________________________________________________

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10. Che cosa pensò Bahá’u’lláh quando venne a sapere che la commedia con il re, i ministri, i soldati e il trono era stata riposta in una scatola? _________

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11. Bahá’u’lláh dichiarò che dal giorno in cui aveva visto il re, i suoi ministri, i soldati e il trono riposti in una scatola «...tutti gli ___________________ del _____________________ sono apparsi agli _____________________ di questo _____________________ molto simili a quello ________________________ . Non hanno _____________ avuto, né avranno mai, __________________ e ____________________ , neppure nella misura di un ________________ di __________________ . In breve questi ______________________________ , questi ___________ _______________ , queste _____________________________________ , questi _______________ ________________ , questi _______________ ____________________ , queste _______________ _______________ ed ________________________________ , tutto passerà oltre i confini della ___________________ , come in quella scatola. Agli occhi di coloro che sono dotati di __________________________ , tutti questi ___________ , _____________________________ e ____________________________ sono sempre stati e sempre saranno come _________________________ e ______________ da __________________________ ».

12. Raccontate con le vostre parole il sogno di Mirza Buzurg. _____________

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13. Che cosa significava l’oceano nel sogno? __________________________

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14. Che cosa significavano i pesci? __________________________________

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15. Che cosa significa che Bahá’u’lláh Si muoveva libero e indipendente nell’acqua? __________________________________________________

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Sezione 2

Le Manifestazioni divine sono dotate di un sapere innato e non hanno bisogno di acquisire il sapere nelle scuole e nelle università. Non sono educandi, ma educatori. Bahá’u’lláh dice:

«Questo vilipeso non ha frequentato alcuna scuola, né partecipato alle discussioni dei sapienti. Per la mia vita! Non Mi sono rivelato per Mia Propria volontà, ma Dio, di Sua scelta, Mi ha manifestato».6

RiferendoSi al sapere innato di Bahá’u’lláh, ‘Abdu’l-Bahá dice:

«Nessuno accedeva alla Sua presenza senza essere soggiogato dalla Sua possanza. I dotti che Lo avvicinavano restavano sbalorditi dal Suo sapere. Ma Egli non ha mai frequentato scuole né mai imparato alcunché dagli uomini: lo affermano tutti i Suoi amici e i Suoi familiari. Eppure i Suoi Insegnamenti sono l’anima di questa età.

«Il sole irradia da se stesso e non trae luce da altre fonti. I Maestri divini hanno una luce innata: conoscono e comprendono tutto nell’universo, il resto del mondo riceve luce da Loro e grazie a loro le arti e le scienze si rinnovano in tutte le età».7

Esercizi:
1. Completate le seguenti frasi:

a. Il sole irradia da _________________ e non trae ______________ da ________________________ .

b. I Maestri divini hanno una _______________________________ .

c. I Maestri divini ___________ e ____________ tutto nell’universo.

d. Il resto del mondo ___________ _________ da Loro.

e. Grazie ai Maestri divini le arti e le scienze si _________________ in _________________________ .

2. Discutete in gruppo il significato di sapere innato e sapere acquisito.

3. Imparate a memoria la citazione sopra riportata dagli Scritti di Bahá’u’lláh.

Sezione 3

Man mano che Bahá’u’lláh cresceva, i segni della Sua grandezza diventarono sempre più evidenti. Da giovane, Egli era rinomato per la grande intelligenza, il carattere eccellente, la generosità e la compassione. Sapeva risolvere i problemi più difficili e rispondere alle domande più complesse e profonde. Ma nonostante lo straordinario potere, non cercò mai di farSi una posizione o una reputazione. Quando Suo padre morì, Gli chiesero di seguire i suoi passi e di sostituirlo alla corte del re. Ma Egli rifiutò. Non era interessato ai titoli e agli onori di questo mondo. Si interessava di difendere i poveri e proteggere i bisognosi. A diciott’anni, sposò Ásíyih Khánum e la loro casa divenne un rifugio per tutti. Non negavano la loro ospitalità a nessuno.

Quando, il 23 maggio 1844, il Báb dichiarò a Shíráz la Sua missione a Mullá ?usayn, Bahá’u’lláh aveva ventisette anni. Appena tre mesi dopo lo storico evento Bahá’u’lláh ricevette dal Báb un rotolo contenente alcuni dei Suoi Scritti. Egli accettò senza esitazioni la verità della Rivelazione del Báb e incominciò subito a promuovere i Suoi insegnamenti. Ecco la storia di come venne in possesso di quel rotolo.

Poco dopo aver nominato i Suoi discepoli prescelti, le diciotto Lettere del Vivente, il Báb li chiamò alla Sua presenza e diede loro istruzioni di disperdersi e insegnare la Sua Fede. Affidò a ciascuno un compito speciale, assegnando ad alcuni come teatro delle loro imprese le province nelle quali erano nati. Di queste diciotto anime benedette Quddús fu scelto per accompagnarLo nel pellegrinaggio alla Mecca, dove doveva proclamare la Sua Missione. A Mullá ?usayn, il primo a credere in Lui, rivolse queste parole: «Non dolerti di non essere stato scelto per accompagnarMi nel Mio pellegrinaggio in ?ijáz. Voglio, invece, dirigere i tuoi passi verso la città che racchiude un Mistero così straordinario che né l’?ijáz, né Shíráz possono sperare di rivaleggiare».8 Gli consegnò poi un rotolo e gli disse di andare a Teheran. Gli disse di supplicare Dio di permettergli di riconoscere lo splendore di un segreto nascosto nella città e di pervenire alla presenza dell’Amato.

Mullá ?usayn partì per la sua missione e, dopo aver attraversato varie città, giunse a Teheran. Prese una stanza in una scuola per studi religiosi. Per prima cosa proclamò il Messaggio del Báb al capo della scuola, il quale lo rifiutò con disdegno. Ma un giovane studente della scuola, che aveva sentito per caso la loro conversazione, fu profondamente colpito dalle parole di Mullá ?usayn. Decise di fargli visita a mezzanotte per sapere di più del Messaggio che aveva proclamato con tanto entusiasmo. Mullá ?usayn lo accolse e gli parlò con grande cortesia e benevolenza. Gli disse che ora capiva perché si era recato in quel luogo. Il capo della scuola aveva sdegnosamente rifiutato il Messaggio che aveva portato. «Spero», disse Mullá ?usayn, «che il discepolo possa, a differenza del maestro, riconoscerne la verità».9

Nel corso della conversazione, Mullá ?usayn chiese allo studente da dove venisse. Egli rispose che veniva dal distretto di Núr, nella provincia del Mázindarán. «Dimmi», chiese Mullá ?usayn, «c’è qualcuno oggi nella famiglia del defunto Mirza Buzurg-i-Núrí, che era così rinomato per il suo carattere, il suo fascino e la sua preparazione artistica e intellettuale, che si sia mostrato capace di perpetrare le alte tradizioni di quell’illustre stirpe?».10

«Sì», rispose il giovane, «tra i suoi figli viventi, uno si è distinto per gli stessi tratti che caratterizzavano il padre. Con la Sua vita virtuosa, le Sue alte doti, la Sua bontà e generosità, Egli ha dato prova di essere il nobile discendente di un nobile genitore». «Di che cosa si occupa?», chiese Mullá ?usayn. «Dà consolazione agli afflitti e cibo agli affamati». «Che cosa mi dici del Suo rango e della Sua posizione sociale?» «Non ne ha affatto, è solo amico dei poveri e degli stranieri». «Qual è il Suo nome?» «?usayn-‘Alí».11

Ad ogni risposta la gioia di Mullá ?usayn cresceva. «Come passa il tempo?», chiese ancora. «Vaga tra i boschi e gode delle bellezze della campagna». «Quanti anni ha?» «Ventotto». Il volto di Mullá ?usayn brillava di gioia e di soddisfazione quando chiese al giovane: «Suppongo che tu Lo incontri spesso?» «Faccio spesso visita alla Sua casa», rispose. «Consegneresti nelle Sue mani un plico da parte mia?». «Certamente», fu la sua risposta. Mullá ?usayn consegnò nelle sue mani il rotolo avvolto in un pezzo di stoffa e gli chiese di consegnarlo a Bahá’u’lláh il giorno successivo, all’alba. «Se Egli si degnerà di rispondermi», aggiunse Mullá ?usayn, «sarai così gentile da informarmi della Sua risposta?».12 Il giovane prese il rotolo e, sul far del giorno, parti per esaudire la richiesta di Mullá ?usayn.

Quando fu nei pressi della casa di Bahá’u’lláh, il giovane vide Suo fratello, Mirza Músá, in piedi sulla soglia e gli spiegò il motivo della sua visita. Mirza Músá condusse il giovane alla presenza di Bahá’u’lláh e il rotolo fu posto di fronte a Lui. Bahá’u’lláh li invitò a sedersi. Spiegato il rotolo, incominciò a leggere qualche brano ad alta voce. Dopo aver letto una pagina soltanto si rivolse al fratello e disse: «Músá, cos’hai da dire? In verità ti dico, chi crede nel Corano e ne riconosce l’origine divina e tuttavia esita, anche per un solo momento, ad ammettere che queste toccanti parole siano dotate della stessa forza rigeneratrice, ha senz’altro errato nel suo giudizio nel modo più assurdo e si è allontanato dal sentiero della giustizia».13 Nel congedare il giovane dalla Sua presenza, Bahá’u’lláh gli chiese di portare a Mullá ?usayn, come regalo da parte Sua, un pezzo di zucchero e un pacco di tè e di porgerli i segni del Suo apprezzamento e del Suo amore. Tutto felice, il giovane si alzò e corse da Mullá ?usayn. Gli consegnò il dono e il messaggio di Bahá’u’lláh. Non ci sono parole per descrivere la gioia con cui Mullá ?usayn li ricevette. A capo chino prese il regalo e lo baciò con fervore. Abbracciò poi il giovane, lo baciò sugli occhi e disse: «Mio amato amico! Prego che, come tu hai rallegrato il mio cuore, così Iddio possa concederti felicità eterna e colmarti il cuore di allegrezza imperitura».14 Il giovane fu profondamente stupito dal comportamento di Mullá ?usayn. Quale poteva essere, si chiese, la natura del vincolo che legava queste due anime? Quale poteva essere la causa di una tale amicizia tra loro? Perché Mullá ?usayn aveva mostrato tale gioia nel ricevere quel dono così insignificante da Bahá’u’lláh? Il giovane si trovava di fronte a un mistero che non poteva districare.

Dopo qualche giorno, Mullá ?usayn partì per il Khurásán, una provincia nel nord-est dell’Iran. Congedandosi dal giovane studente di Núr, gli disse: «Non parlare a nessuno di ciò che hai udito e visto. Lascia che rimanga un segreto celato nel tuo petto. Non divulgare il Suo nome, poiché coloro che invidiano la Sua posizione insorgeranno per farGli del male. Nei tuoi momenti di meditazione, prega che l’Onnipotente Lo protegga e che, per mezzo Suo, Egli possa innalzare l’umiliato, arricchire il povero e redimere il reprobo. Il segreto delle cose è nascosto ai nostri occhi. Noi abbiamo il dovere di lanciare l’appello del Nuovo Giorno e di proclamare questo Messaggio Divino a tutti i popoli. Molte persone in questa città verseranno il loro sangue su questo sentiero. Questo sangue bagnerà l’Albero di Dio e lo farà prosperare, finché esso coprirà con la sua ombra tutta l’umanità».15

Esercizi:

1. Che cosa fece il Báb dopo aver nominato le diciotto Lettere del Vivente? _

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2. Chi scelse il Báb per accompagnarLo in pellegrinaggio alla Mecca? _____

3. A quale paese si riferisce il nome ?ijáz? ___________________________

4. A Mullá ?usayn, il primo a credere in Lui, il Báb rivolse queste parole: « __________________________________ di non essere stato scelto per accompagnarMi nel Mio ____________________ in ________________ . Voglio, invece, dirigere i tuoi passi verso la città che racchiude un ________________________ così __________________________ che né lo ________________________ , né _______________________ possono sperare di ______________________ ».

5. Che cosa diede il Báb a Mullá ?usayn? ____________________________

6. Giunto a Teheran, Mullá ?usayn prese una stanza in una scuola per studi religiosi. Come rispose al messaggio del Báb il capo di quella scuola? ___

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7. Perché Dio aveva condotto Mullá ?usayn alla scuola? ________________

____________________________________________________________

8. Da dove veniva lo studente che rispose al Messaggio del Báb? _________

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9. Dove si trovava l’abitazione degli antenati di Bahá’u’lláh? ____________

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10. Per che cosa era noto Suo padre? _________________________________

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11. Qual’era l’occupazione di Bahá’u’lláh? ____________________________

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12. Quali erano il Suo rango e la Sua posizione? ________________________

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13. Come passava il tempo? ________________________________________

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14. Quanti anni aveva a quell’epoca? _________________________________

15. Che cosa chiese di fare Mullá ?usayn allo studente di Núr? ____________

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16. Dopo aver letto una pagina del rotolo mandato dal Báb, Bahá’u’lláh disse: «In verità ti dico, chi crede nel _____________________ e ne riconosce l’ ____________ _______________ e tuttavia _______________ , anche per un solo momento, ad ammettere che queste toccanti __________________ sono dotate della stessa _______________________ , ha senz’altro _____________________ nel suo __________________________ e si è _____________________ dal sentiero della ______________________ ».

17. Come ricevette Mullá ?usayn il dono di Bahá’u’lláh? ________________

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18. Riferite con le vostre parole ciò che Mullá ?usayn disse allo studente di Núr quando si congedò da lui. ___________________________________

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19. Dividetevi in coppie e preparate una breve scenetta sulla storia sopra citata, da presentare al resto del gruppo. La scenetta deve consistere in due episodi: 1. lo studente fa visita a Mullá ?usayn a mezzanotte. 2. Lo studente porta il regalo e il messaggio di Bahá’u’lláh il giorno successivo. Ricordate che la scenetta deve prevedere solo questi due episodi nei quali appaiono Mullá ?usayn e lo studente. La visita dello studente a Bahá’u’lláh non deve essere rappresentata. Non dobbiamo mai rappresentare sulla scena una Manifestazione di Dio, perché farlo sarebbe irriguardoso e irriverente.

Sezione 4

Il Báb Si riferisce a Bahá’u’lláh come «Colui Che Dio manifesterà». Gli Scritti del Báb, compreso il Suo Libro più santo, il Bayán, contengono numerose allusioni in lode di Colui Che Dio manifesterà. Riportiamo solo qualche citazione dagli Scritti del Báb per darvi una vaga idea del rango di Bahá’u’lláh e della relazione tra le Manifestazioni gemelle.

«E sappi per certo che Paradiso significa riconoscere Colui Che Dio manifesterà e sottomettersi a Lui e fuoco [vuol dire] la compagnia di quelle anime che non si sottopongono a Lui né si arrendono al Suo compiacimento».16

«... forbisci le orecchie, che non odano altra menzione che Dio, e purifica gli occhi, che non vedano altri che Dio, e la coscienza, che non percepisca altri che Dio, e la lingua, che non proclami altri che Dio, e la mano, che non scriva altro che le parole di Dio, e il sapere, che non comprenda altri che Dio, e il cuore, che non aneli ad altri che a Dio; del pari purifica ogni tuo atto e occupazione, acché tu possa essere nutrito nel paradiso del puro amore e ti sia dato pervenire al cospetto di Colui Che Dio manifesterà, adorno di una purezza che di molto Gli aggrada e santificato da coloro che se Ne sono allontanati e non Lo sostengono».17

«Dite, in verità il compiacimento di Colui Che Dio manifesterà è il compiacimento di Dio, mentre il disappunto di Colui Che Dio manifesterà altro non è che il disappunto di Dio».18

Esercizi:

1. A Chi ci si riferisce con il termine «Colui Che Dio manifesterà»? _______

2. Il Báb esorta i Suoi seguaci a prepararsi ad accedere alla presenza di Colui Che Dio manifesterà. Che cosa dice loro di fare? ____________________

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3. Scegliete uno dei brani citati e imparatelo a memoria.

Sezione 5

Dal momento in cui testimoniò la verità della Rivelazione del Báb, Bahá’u’lláh incominciò a proclamarla. Il primo viaggio che intraprese per insegnare la nuova Fede fu nella terra dei Suoi antenati, a Núr, nella provincia del Mázindarán. Lì Si recò nella casa della Sua famiglia, nel villaggio di Tákur.

La notizia dell’arrivo di Bahá’u’lláh a Tákur si sparse velocemente in tutta la regione. Molti funzionari e molti dignitari locali vennero a salutarLo e, contemporaneamente, ad apprendere da Lui le novità sul re, sulla corte e sugli affari di stato. Ma Egli rispose alle loro richieste con scarso interesse. Cambiava subito argomento e incominciava a esporre, con le parole più eloquenti, il Messaggio proclamato dal Báb. Le Sue parole erano così convincenti e le Sue argomentazioni così valide che tutti si stupirono. Coloro che Lo ascoltarono furono sorpresi che una persona del Suo rango Si interessasse tanto di cose che di solito riguardavano il clero e i capi religiosi. Ben presto il Suo entusiasmo e la profondità del Suo sapere attrassero molti alla nuova Fede, compresi molti personaggi eminenti e membri della Sua famiglia. Nessuno di coloro che ebbero accesso alla Sua presenza poté sottrarsi al flusso delle Sue dolci parole o osare di opporsi alla verità delle Sue affermazioni, nessuno eccetto uno dei Suoi zii.

Questo zio fece tutto il possibile per screditare Bahá’u’lláh e la verità del Messaggio che aveva portato. Ma quando si rese conto di non esserne capace, andò da un noto esponente del clero musulmano e gli chiese aiuto. Deplorò che Bahá’u’lláh fosse venuto a Núr e, pur non essendo parte del clero, discutesse di questioni religiose. Avvertì il teologo che chiunque entrasse alla presenza di Bahá’u’lláh Ne subiva il fascino ed era sopraffatto dalla potenza delle Sue parole. «Non so se sia un mago», disse, «o se mescoli al tè qualche sostanza misteriosa, che fa cadere vittime del Suo fascino tutti coloro che ne devono».19

Sapendo che non sarebbe mai riuscito a sfidare Bahá’u’lláh, il teologo ignorò le richieste dello zio. Il messaggio del Báb continuò a diffondersi rapidamente nel distretto. Allarmati, i seguaci del teologo incominciarono a far pressione su di lui affinché facesse qualcosa. Alla fine egli decise di mandare due dei suoi più eminenti discepoli a visitare Bahá’u’lláh e a indagare sulla natura del Messaggio che Egli stava diffondendo. Ecco che cosa avvenne quando i due rappresentanti furono ammessi alla presenza di Bahá’u’lláh.

Arrivati a Tákur, avendo appreso che Bahá’u’lláh era partito per la Sua residenza invernale, i rappresentanti del teologo decisero di raggiungerLo. Quando arrivarono, Lo trovarono intento a rivelare un commento di un capitolo del Corano. Presero posto e Lo ascoltarono e furono subito profondamente colpiti dall’eloquenza della Sua presentazione e dal modo straordinario in cui parlava. Uno di loro, incapace di controllarsi, si alzò dal suo posto, andò in fondo alla stanza e rimase immobile dietro la porta in atteggiamento di reverente sottomissione. Tremante e con le lacrime agli occhi disse al compagno: «Non posso interrogare Bahá’u’lláh. Le domande che avevo progettato di rivolgerGli mi sono improvvisamente svanite dalla mente. Tu sei libero tanto di procedere nella tua inchiesta quanto di ritornare da solo dal nostro maestro e di informalo della stato in cui mi trovo. Digli da parte mia che Abbás non potrà mai tornare da lui. Egli non può più abbandonare questa soglia». Ma anche l’altro rappresentante fu altrettanto colpito dalle parole di Bahá’u’lláh e seguì l’esempio dell’amico. «Ho cessato di riconoscere il mio maestro», fu la sua risposta. «In questo momento ho fatto voto a Dio di dedicare i giorni che mi restano da vivere al servizio di Bahá’u’lláh, mio vero ed unico Maestro».20

La notizia della conversione dei discepoli del teologo si sparse rapidamente tra la popolazione di Núr. Dignitari, ufficiali di stato, capi religiosi, commercianti e contadini fecero ressa alla presenza di Bahá’u’lláh. A centinaia si arruolarono sotto le insegne della nuova Fede. Ma tranne Bahá’u’lláh nessuno sapeva che ci sarebbe stata ben presto una terribile persecuzione, che avrebbe estirpato molte di quelle tenere piante appena germogliate.

Esercizi:

1. Che cosa fece Bahá’u’lláh dopo aver testimoniato la verità della Rivelazione del Báb? _______________________________________________

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2. Come fu ricevuto Bahá’u’lláh dagli abitanti di Núr? __________________

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3. Perché taluni furono sorpresi dal modo in cui Bahá’u’lláh rispondeva alle loro domande? _______________________________________________

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4. Quando Bahá’u’lláh incominciò a proclamare la Causa del Báb Che cosa fece Suo zio? ________________________________________________

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5. Perché il teologo ignorò le richieste dello zio di Bahá’u’lláh? __________

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6. Che cosa decise di fare alla fine il teologo, davanti alla pressione dei suoi seguaci? ____________________________________________________

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7. Riferite con le vostre parole la storia dei due rappresentanti del teologo che arrivarono alla presenza di Bahá’u’lláh. ________________________

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8. Quale fu l’effetto della conversione di questi due rappresentanti sul progresso della Fede del Báb nel Mázindarán? _________________________

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Sezione 6

Quello che Bahá’u’lláh fece nel distretto di Núr è la stessa cosa che Egli chiede a noi di fare: incominciare a insegnare la Causa di Dio. Studiamo, quindi, e meditiamo sulle seguenti parole di Bahá’u’lláh, ricordandoci che dopo aver accettato la dichiarazione del Báb, la Sua prima azione fu di incominciare a insegnare a centinaia e centinaia di anime.

«O viandante sul sentiero di Dio! Prendi la tua parte dell’oceano della Sua grazia e non privarti di ciò che è celato nelle sue profondità. Sii di coloro che hanno avuto parte dei suoi tesori. Una sola goccia di questo oceano, versata su coloro che sono nei cieli e sulla terra, basterebbe a colmarli della generosità di Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Sapientissimo. Attingi con le mani della rinunzia alle sue acque vivificatrici e aspergine tutte le cose create, sì che esse si purifichino da tutte le limitazioni, opera d’uomo, e si avvicinino al potente seggio di Dio, questo Luogo sacro e splendente.

«Non addolorarti se devi farlo da solo. Ti basti dunque Iddio. Entra in intima comunione col Suo Spirito e sii di coloro che son grati. Proclama la Causa del tuo Signore a tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra. Se qualcuno risponde al tuo appello, esponi davanti a lui le perle della saggezza del Signore Dio tuo, che il Suo Spirito ti ha inviato, e sii di coloro che sinceramente credono. E se qualcuno rifiuta la tua offerta, allontanati da lui e poni la tua fiducia e la tua fede nel Signore Dio tuo, il Signore di tutti i mondi».21

Esercizi:

1. Bahá’u’lláh ci chiede di prendere la nostra parte _____________________

__________________________________ .

2. Non dobbiamo privarci di ______________________________________

__________________________________ .

3. Una sola goccia dell’Oceano della Sua Grazia, versata su coloro che sono nei cieli e sulla terra, basterebbe a _______________________________ .

4. Ci è chiesto di attingere alle ___________________________________ e di aspergerne _______________________________________________ .

5. Non dobbiamo addolorarci se ___________________________________

__________________________________ .

6. Dobbiamo entrare in intima comunione col _________________________ ed essere ___________________________________________________ .

7. Dobbiamo proclamare _________________________________________

___________________________________________________________ .

8. Se qualcuno risponde al nostro appello Bahá’u’lláh ci dice di __________

____________________________________________________________

___________________________________________________________ .

9. Se qualcuno rifiuta la nostra offerta dobbiamo ______________________

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Sezione 7

La Rivelazione divina è progressiva. Dio rivela la Sua volontà progressivamente tramite le Sue Manifestazioni che vengono di tanto in tanto, man mano che l’umanità avanza da uno stadio all’altro. Altrettanto avviene nella Rivelazione di ciascuna Manifestazione. I Suoi insegnamenti sono rivelati gradualmente, man mano che la comprensione dei Suoi seguaci aumenta. Spesso anche i Suoi discepoli più vicini sono inizialmente incapaci di comprendere il pieno significato della Sua Rivelazione. Continuano a seguire le leggi e gli Insegnamenti della religione precedente. Solo con l’andar del tempo arrivano a comprendere che la nuova Manifestazione cambia alcune delle leggi di Colui Che Lo aveva preceduto. Il Suo scopo è di introdurre nuove leggi per il successivo stadio dell’evoluzione dell’umanità.

Questo avvenne anche nella Rivelazione del Báb. I musulmani, fra i quali il Báb Si manifestò, credevano che non si dovesse cambiare nemmeno una «lettera» degli Insegnamenti del Profeta Mu?ammad fino alla fine del mondo. Quindi il Báb fece in modo che il Suo Messaggio fosse fatto conoscere solo gradualmente. All’inizio, il Suo sublime Stadio di Promesso non fu svelato apertamente. I Suoi discepoli ebbero istruzione di spargere la buona novella che si era aperta la Porta che conduceva al Promesso. A poco a poco, la gente imparò a conoscere la persona del Báb, ma la maggior parte di loro non sapeva ancora quale fosse il Suo vero Stadio.

Nel primo anno del Suo Ministero le leggi dell’Islam non furono modificate. La cosa era impensabile, perfino per i più vicini tra i Suoi seguaci. Ma, come sapete, verso la fine del Suo Ministero, mentre era imprigionato nella fortezza di Máh-Kú, il Báb rivelò nel Bayán persiano una nuova serie di leggi. Era giunta per i Suoi seguaci l’ora di rompere definitivamente con il passato e di proclamare il Suo vero Stadio. Questo avvenne durante la Conferenza di Badasht.

Badasht è un villaggio non molto distante da Teheran nella parte nord orientale del paese. La Conferenza di Badasht ebbe luogo nel luglio del 1848. Vi si riunirono ottantuno dei più eminenti seguaci del Báb. I principali partecipanti furono Bahá’u’lláh, Quddús e ?áhirih.

Sebbene all’inizio Bahá’u’lláh non avesse apparentemente alcun rango tra i discepoli del Báb, il Suo ruolo nella Conferenza fu decisivo. Fu Lui Che prese in affitto i giardini in cui la Conferenza si svolse e tutti i convenuti godettero della Sua generosa ospitalità per ventidue giorni. Ogni giorno Bahá’u’lláh rivelò una Tavola da leggere ai credenti riuniti. A ciascuno di loro diede un nome. A ?áhirih e Quddús diede gli appellativi con i quali sarebbero poi passati alla storia. L’appellativo ?áhirih significa «la Pura» e Quddús significa «il Santo». Quanto a Lui, da quel momento in poi fu conosciuto con il nome di Bahá. In seguito il Báb avrebbe rivelato una speciale Tavola per ciascuno dei partecipanti alla Conferenza, chiamandoli con il nome che avevano ricevuto da Bahá’u’lláh.

Un giorno Bahá’u’lláh Si trovava costretto a letto da una malattia e gli amici erano riuniti alla Sua presenza. All’improvviso ?áhirih, che era considerata l’essenza della purezza e della castità, si presentò fra loro senza il velo che, secondo il credo dei musulmani in Iran, tutte le donne devono indossare in pubblico. Alcuni dei Bábí presenti pensarono che ella avesse disonorato se stessa e la nuova Fede. Quddús era visibilmente incollerito. Ma ?áhirih, imperturbata e luminosa di gioia, parlò ai compagni con eloquenza. Li esortò a rompere con il passato, con i dogmi religiosi, con le tradizioni e le cerimonie. La tensione tra Quddús e ?áhirih fu allentata dall’intervento di Bahá’u’lláh. Mentre questa proclamazione indusse alcuni dei seguaci del Báb a lasciare la Fede, la maggioranza non vacillò e concepì un rinnovato entusiasmo. Bahá’u’lláh aveva magistralmente usato l’occasione per celebrare l’alba del nuovo Giorno. ?áhirih, con la sua audacia, aveva lanciato lo squillo di tromba che annunciava la fine della vecchia Fede e l’inizio della nuova.

La Conferenza di Badasht segnò anche l’inizio di una delle più turbolente fasi nello sviluppo della Fede Bábí. Le persecuzioni dei suoi seguaci avrebbero ben presto toccato un nuovo livello di intensità e molti sarebbero stati chiamati al martirio. La Conferenza fu una sorta di una riunione di commiato, dalla quale i seguaci del Báb sarebbero partiti per compiere atti di grande eroismo e ritrovarsi soltanto nel Regno di Abhá.

I partecipanti alla Conferenza partirono tutti assieme per il Mázindarán, ma, durante il cammino, furono aggrediti dagli ignoranti abitanti di un villaggio vicino nel quale si erano fermati per riposare e perciò dovettero fuggire separandosi. Bahá’u’lláh proseguì verso Núr, nel Mázindarán.

La notizia della Conferenza di Badasht giunse rapidamente a Teheran e il re e i suoi ministri vennero a conoscenza degli eventi che vi si erano verificati e del ruolo che Bahá’u’lláh vi aveva svolto. Il re, indebolito da una malattia che avrebbe ben presto messo fine alla sua vita, fu consigliato dal primo ministro di ordinare che Bahá’u’lláh fosse arrestato. Fu dunque mandato un dispaccio a uno degli ufficiali del Mázindarán, con l’ordine di arrestare Bahá’u’lláh e di condurLo nella capitale. L’ordine arrivò il giorno prima di un ricevimento che quell’ufficiale aveva deciso di dare per Bahá’u’lláh, al Quale era devotamente affezionato. L’ufficiale ne fu profondamente addolorato e decise di non dir niente a nessuno. L’indomani giunse nel Mázindarán la notizia che il re era morto. L’ordine di arresto non era più valido.

Esercizi:

1. Qual era lo scopo della Conferenza di Badasht? _____________________

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2. Quando si svolse la Conferenza di Badasht? ________________________

3. Quanti giorni durò? ___________________________________________

4. Quanti seguaci del Báb presero parte alla Conferenza? ________________

5. Chi furono i principali partecipanti? ______________________________

6. Che cosa fu proclamato durante la Conferenza? _____________________

7. Chi era il Personaggio più importante tra i presenti? __________________

8. Che cosa significa l’appellativo «?áhirih»? _________________________

9. Che cosa significa l’appellativo «Quddús»? ________________________

10. Raccontate, con le vostre parole, ciò che successe il giorno della Conferenza in cui ?áhirih apparve senza veli. ____________________________

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11. A che cosa dette inizio l’audace atto di ?áhirih alla Conferenza? ________

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12. Che cosa fece il governo quando ricevette la notizia dell’incontro a Badasht?

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13. Spiegate che cosa accadde dopo che il governo ebbe emanato l’ordine di arrestare Bahá’u’lláh? _________________________________________

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Sezione 8

La Conferenza di Badasht segnò la caduta del vecchio e la nascita del nuovo. Il seguente brano dagli Scritti di ‘Abdu’l-Bahá descrive come, di tanto in tanto, nelle varie età, la religione di Dio deve essere rinnovata. Riflettete sul significato di questo brano alla luce di ciò che avete studiato sulla Conferenza di Badasht.

«Dal seme della realtà, la religione si è trasformata in un albero che ha prodotto foglie e rami, fiori e frutti. Dopo qualche tempo l’albero è andato in declino. Le foglie e i fiori si sono appassiti e sono morti, l’albero si è avvizzito ed è seccato. Non è ragionevole aggrapparsi al vecchio albero, affermando che le sue forze vitali sono rimaste invariate, che i suoi frutti sono incomparabili e che la sua esistenza è eterna. Il seme della realtà deve essere ripiantato nel cuore degli uomini, in modo che ne nasca un nuovo albero e nuovi frutti divini rigenerino il mondo. Ne deriva che le nazioni e i popoli, ora divisi a causa della religione, saranno ricondotti all’unità, che l’imitazione sarà abbandonata e che si instaurerà una vera fratellanza universale. Cesseranno le guerre e le lotte tra l’umanità, tutti si riconcilieranno in quanto servi di Dio. Tutti si rifugeranno sotto l’albero della Sua provvidenza e della Sua misericordia. Dio è buono con tutti, dispensa la Sua misericordia a tutti nello stesso modo. Come ha detto Gesù Cristo, Dio “manda la pioggia sui giusti e sugli ingiusti”, vale a dire, la misericordia di Dio è universale. Tutta l’umanità è sotto la protezione del Suo amore e del Suo favore, Egli ha indicato a tutti la via della guida e del progresso».22

Sezione 9

Ná?iri’d-Dín Sháh, il re che salì al trono nel 1848, era molto più spietato del padre, il sovrano precedente. Con l’inizio del suo regno le persecuzioni contro i Bábí aumentarono drammaticamente. Il Báb fu martirizzato a Tabríz nel luglio del 1850. I Suoi oppressi seguaci, che avevano assistito alla tragica morte di centinaia di loro correligionari, avevano ora perso l’Amato dei loro cuori. Nei loro pensieri, molti rimproveravano il re per le crudeltà che aveva inflitto loro nel corso degli anni. Ma a parte questi sentimenti, continuarono a essere amici del governo e del popolo. Le loro energie erano impegnate a diffondere la nuova Fede mediante il potere delle buone azioni e di argomenti convincenti. C’era, però, un piccolo gruppo che, spinto da una cieca rabbia, stava giocando con idee pericolose. Presi dalla disperazione, quei pochi pazzi credettero di poter modificare il destino della comunità attaccando la tirannide alle radici. Incominciarono a tramare l’assassinio del re.

Uno dei capi del gruppo comunicò a Bahá’u’lláh quello che intendevano fare. Bahá’u’lláh Si raccomandò con lui, in termini chiarissimi, di rinunciare a quel piano. Li avvertì che un atto del genere avrebbe comportato nuove calamità per i già afflitti seguaci del Báb. Ma l’amarezza dei cospiratori era tale e il fuoco della vendetta bruciava così violentemente nei loro cuori, che nemmeno i consigli di Bahá’u’lláh riuscirono a fermarli. Commisero un atto che sarà per sempre considerato una macchia nelle pagine della storia Bábí, altrimenti adorna solo di azioni pure, altruistiche ed eroiche.

Il 15 agosto 1852, il re uscì a cavallo dalla sua residenza estiva nei pressi di Teheran, per fare la solita cavalcata mattutina. Le sue guardie personali lo precedevano di pochi passi. Era tutto calmo, anche sua maestà. Poi, cogliendo tutti di sorpresa, un giovane che aspettava ai margini della strada, fingendo di essere un passante con una petizione da sottoporre al re, gli sparò una scarica di colpi di pistola. Quel presunto assassino fu tanto sciocco da usare una pistola caricata con proiettili del tutto inadeguati allo scopo che si era prefisso. Il re fu ferito solo lievemente, ma la collera provocata dall’attentato alla sua vita diede ai nemici della Fede la possibilità di incitare il popolo a inimmaginabili atti di crudeltà contro i Bábí.

Il giovane che aveva sparato al re fu immediatamente ucciso, il suo corpo fu legato alla coda di un mulo e trascinato fino a Teheran, dove fu squartato in due e appeso perché il pubblico lo vedesse. Piombo fuso fu versato nella gola del suo compagno, il quale, spietatamente torturato, si era rifiutato di fornire i nomi dei suoi amici. Un terzo compagno fu denudato, gli furono introdotte alcune candele accese in fori aperti nella sua carne e fu poi fatto sfilare davanti alla folla urlante e imprecante.

Non ci sono parole per descrivere ciò che accadde in seguito. Il governo, il clero e i loro ignoranti sostenitori si scagliarono contro i Bábí per sterminarli. Le porte della città furono chiuse e nessuno poteva uscirne senza essere interrogato. I Bábí furono cercati casa per casa, arrestati e messi a morte con inenarrabile crudeltà. Le seguenti frasi di una lettera scritta da un ufficiale austriaco al servizio del re ci dà una vaga idea degli orrori di quei giorni. Anche se la lettura delle sue parole ci rattrista, lo facciamo per preservare la memoria dei sacrifici di quelle eroiche anime, che hanno irrorato con il loro sangue l’albero della Causa.

«Seguimi, amico mio, tu che asserisci di avere un cuore e una etica europea, seguimi presso quegli infelici che, con gli occhi cavati, devono mangiare sulla scena della nefanda impresa, senza alcuna salsa, le loro orecchie amputate; o i cui denti sono strappati via, con inumana violenza, dalla mano del carnefice; o i cui crani nudi sono semplicemente schiacciati a colpi di martello; o dove il bazar è illuminato con infelici vittime, poiché a sinistra e a destra il popolo pratica profondi fori nei loro petti e nelle loro spalle ed infila stoppini accesi nelle ferite. Io ho visto alcuni trascinati in catene attraverso il bazar, preceduti da una banda militare, nei quali questi stoppini erano bruciati così profondamente che ora il grasso friggeva convulsamente nella ferita come in una lampada spenta di recente. Non raramente accade che l’instancabile ingegnosità dell’Orientale inventi nuove torture. Essi spellano le piante dei piedi dei Bábí, immergono le ferite in olio bollente, ferrano i piedi come lo zoccolo di un cavallo e costringono la vittima a correre. Nessun grido sfugge dal petto della vittima; il tormento è sopportato in profondo silenzio dai sensi intorpiditi del fanatico; ora egli deve correre: il corpo non può sopportare ciò che ha sopportato l’anima, egli cade. Dategli il colpo di grazia! Liberatelo dal suo dolore! No! L’aguzzino fa oscillare la frusta e – a me stesso capitò di assistervi - l’infelice vittima di centuplicate torture, corre! Questo è il principi della fine; poiché, per la fine vera e propria, essi appendono i corpi, bruciacchiati e perforati, per le mani e per i piedi ad un albero, con la testa in giù, ed ora ogni persiano può saggiare a piacimento la sua abilità nel tiro, da una distanza fissata ma non troppo prossima, sulla nobile preda posta a sua disposizione. Ho visto corpi dilaniati da circa centocinquanta pallottole... Quando leggo di nuovo ciò che ho scritto sono sopraffatto dal pensiero che quelli che sono con te nella nostra tanto amata Austria possano dubitare della completa verità della narrazione ed accusarmi di avere esagerato. Piacesse a Dio che io non fossi mai vissuto per vedere questo! Ma in dipendenza dei doveri della mia professione fui spesso, anche troppo spesso, testimone di queste atrocità. Al momento attuale non lascio mai la mia casa per non imbattermi in nuove scene di orrore... Poiché tutta la mia anima si ribella contro una tale infamia... non manterrò più a lungo il legame che ho con il teatro di questi delitti».23

Il giorno in cui ebbe luogo l’attentato alla vita dello scià, Bahá’u’lláh era ospite del fratello del primo ministro, in un villaggio nei pressi di Teheran. Gli arrivò ben presto la notizia del disastro e Gli fu consigliato di nasconderSi finché non fosse passata la tempesta. La madre dello scià incolpò Bahá’u’lláh dell’attentato alla vita del figlio e chiese che fosse arrestato. Ma Bahá’u’lláh Si rifiutò di nasconderSi. Al contrario, l’indomani, montò a cavallo e Si diresse verso il quartier generale del re. Quando seppero dell’arrivo di Bahá’u’lláh, il re e la corte furono stupefatti. Com’era possibile che una persona accusata di un crimine così terribile, invece di fuggire, andasse così fiduciosamente incontro al pericolo? Il re Ne ordinò immediatamente l’arresto. Gli sforzi di alcuni Suoi amici, che avevano cercato di trovare un rifugio per Lui nella casa del primo ministro, fallirono. Bahá’u’lláh fu arrestato nel villaggio di Shimírán, a circa trenta chilometri dalla capitale, e messo in catene.

A piedi, sotto i dardeggianti raggi del sole di mezz’estate, Bahá’u’lláh fu condotto da Shimírán a Teheran. La folla, cui era stato detto che Egli era nemico del re, Lo ingiuriò per tutto il tragitto. La storia di una vecchia che voleva colpirLo con una pietra mentre stava avvicinandoSi alla segreta dove sarebbe stato relegato, rende l’idea della frenesia della folla quel giorno e dimostra l’amore presente nel Suo cuore, mentre affrontava la più crudele delle calamità.

Mentre Si stava avvicinando a quella segreta, una donna anziana e tremante si fece strada tra la folla con una pietra in mano, desiderosa di scagliarla contro Bahá’u’lláh. Aveva un piglio così determinato nel suo fanatismo che è ben difficile riscontare in donne di quell’età. Tutto il suo corpo era scosso dalla rabbia mentre si faceva avanti e alzava la mano per prepararsi a scagliare la pietra. «Vi scongiuro», pregava correndo verso coloro che stavano conducendo Bahá’u’lláh nella segreta, «datemi la possibilità di gettarGli in faccia la mia pietra!». «Non permettete che questa donna sia delusa», furono le parole di Bahá’u’lláh alle guardie quando la vide correre verso di Lui. «Non negatele quello che ella considera un atto meritevole davanti a Dio».24

Esercizi:

1. Come si chiamava il re che salì al trono in Persia nel 1848? ____________

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2. Dall’inizio del regno di Ná?iri’d-Dín Sháh, le persecuzioni dei Bábí _____

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3. Come si sentivano, in generale, i Bábí dopo il martirio del Báb? ________

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4. Quel era la condizione mentale dei Bábí che decisero di assassinare il re? _

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5. Che cosa disse Bahá’u’lláh al capo del gruppo quando venne a sapere quello che intendevano fare? ____________________________________

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6. In che giorno ebbe luogo l’attentato alla vita del re? __________________

7. Quale fu la sorte di coloro che tentarono di assassinare il re? ___________

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8. Quali conseguenze ebbe sulla comunità Bábí il tentato assassinio? _______

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9. Dov’era Bahá’u’lláh quando venne a sapere dell’attentato alla vita del re?

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10. Che cosa fece Bahá’u’lláh quando ricevette la notizia del tentato assassinio?

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11. In quale villaggio fu arrestato Bahá’u’lláh? _________________________

12. Dal momento che Bahá’u’lláh non era privo di potere nei confronti dei Suoi nemici, perché pensate che Si lasciò arrestare, sapendo in quale pericolo sarebbe incorso? __________________________________________

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13. In quali condizioni Bahá’u’lláh fu portato da Shimírán a Teheran? ______

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14. Raccontate, con vostre parole, la storia della vecchia che voleva scagliare una pietra contro Bahá’u’lláh mentre le guardie Lo conducevano nella segreta. Che cosa dimostra questa storia? ____________________________

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Sezione 10

Per tutta la vita, Bahá’u’lláh fu circondato da nemici che cercarono di farGli del male. Ma Egli non cercò mai di nasconderSi o proteggerSi. Al contrario, Si tenne sempre ben visibile agli occhi della gente e resisté con calma e serenità agli attacchi degli oppositori. Sebbene avessero deciso di spegnere la Sua luce, non ci riuscirono. Anzi, giorno dopo giorno, il Suo splendore divenne più radioso.

«Mai Questo Vilipeso Si è nascosto, sia pure per un solo istante. Anzi, è rimasto sempre fermo e ben in vista sotto gli occhi di tutti. Mai Siamo indietreggiati, mai cercheremo di fuggire. In verità sono gli stolti che sfuggono la presenza Nostra... Sia lodato Iddio! La Causa di cui Questo Vilipeso è portatore si erge alta quanto il cielo e risplende luminosa come il sole. L’elusione non ha accesso in questo stadio, n’é vi sono occasioni per tacere o paventare».25

«Questo Vilipeso ha sempre proclamato, senza veli e occultamenti, al cospetto di tutti i popoli del mondo, ciò che servirà da chiave per aprire le porte delle scienze, delle arti, del sapere, del benessere, della prosperità e della ricchezza. Non sono riusciti i torti inflitti dagli oppressori a far tacere la squillante voce del Calamo Più Eccelso, né han potuto i dubbi dei perversi e dei sediziosi, impedirGli di rivelare la Parola Più Sublime».26

Esercizi:

1. Descrivete con le vostre parole come noi bahá’í dobbiamo comportarci di fronte alle difficoltà. ___________________________________________

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Sezione 11

Síyáh-Chál, il nome della prigione nella quale Bahá’u’lláh fu portato in quel tragico giorno, significa «Buco nero». Originariamente cisterna d’acqua per i bagni pubblici, era, a quell’epoca, una prigione sotterranea in cui si rinchiudevano criminali della peggior specie.

Per entrare nella prigione, si doveva attraversare un passaggio buio pesto e scendere tre ripide rampe di scale. La prigione era avvolta in una fitta oscurità. Non c’erano finestre o altre aperture tranne il passaggio attraverso il quale si entrava. Circa centocinquanta prigionieri – ladri, assassini e banditi – erano ammassati in quel buio e gelido spazio. Il pavimento era coperto di sporcizia e sudiciume e brulicava di insetti. Molti prigionieri non avevano né abiti né coperte sulle quali sdraiarsi. L’odore era incredibilmente disgustoso.

In queste crudeli condizioni Bahá’u’lláh e alcuni Bábí furono tenuti prigionieri dal re. Bahá’u’lláh fu messo ai ceppi e una catena, pesante circa cinquanta chili, Gli fu legata al collo. Per i primi tre giorni e tre notti non ricevettero né cibi né bevande. La famiglia di Bahá’u’lláh Gli preparò del cibo e chiese alle guardie il permesso di portarGlielo. All’inizio, il permesso fu rifiutato, ma poi a poco a poco le loro richieste furono accolte. Tuttavia, anche allora, nessuno poteva sapere se il cibo Gli arrivava veramente, o se accettava di mangiarlo mentre i Suoi compagni non avevano di che sfamarsi.

Bahá’u’lláh e i Suoi compagni, anche loro in ceppi e incatenati, erano accalcati tutti assieme in una cella. Erano stati disposti su due file, una di fronte all’altra. Bahá’u’lláh insegnò loro a ripetere alcuni versi che, ogni notte, essi cantavano con grande fervore. «Mi basta Iddio; Egli in verità è Colui Che basta a tutto!», intonava una fila, mentre l’altra rispondeva: «In Lui confidino i fidenti». Il coro di quelle voci gioiose continuava a risuonare fino alle prime ore del mattino. La melodia era così forte che giungeva fino alle orecchie del sovrano, la cui reggia si trovava non lontano dal Síyáh-Chál. «Cos’è questo suono?» si dice che abbia esclamato. «È l’inno che i Bábí cantano nella loro prigione».27 fu la risposta. Il re tacque.

Ogni giorno i carcerieri entravano nella cella e pronunciavano il nome di uno dei Bábí, ordinandogli di alzarsi e di seguirli sulla via del patibolo. Il possessore di quel nome rispondeva con slancio alla chiamata. Gli toglievano le catene, egli balzava in piedi, si avvicinava a Bahá’u’lláh in uno stato di gioia incontrollabile e Lo abbracciava. Abbracciava poi ciascuno dei compagni di prigione e andava incontro alla morte che lo attendeva, col cuore colmo di speranza e di gioia. Subito dopo il martirio di quelle anime eroiche, il carnefice, che aveva concepito una grande ammirazione verso Bahá’u’lláh, andava da Lui e Lo informava sui particolari della morte del martire e della gioia con cui aveva sopportato fino alla fine i dolori inflittigli.

Esercizi:

1. Come si chiamava la prigione in cui fu confinato Bahá’u’lláh? _________

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2. Che cosa significa «Síyáh-Chál»? ________________________________

3. Per che cosa era usato in origine il Síyáh-Chál? _____________________

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4. Descrivete le condizioni nel Síyáh-Chál. ___________________________

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5. Che cosa fu legato al collo di Bahá’u’lláh quando giunse nel Síyáh-Chál?

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6. Che cosa Gli fu messo piedi? ____________________________________

7. Come erano sistemati nella cella Bahá’u’lláh e i Suoi compagni? _______

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8. Che cosa insegnò Bahá’u’lláh ai Suoi compagni? ____________________

9. Che cosa doveva cantare una fila di Bábí durante la notte? _____________

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10. Come doveva rispondere l’altra? _________________________________

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11. Che effetto ebbero sul re quei canti? ______________________________

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12. Ogni giorno i carcerieri venivano nella cella in cui Bahá’u’lláh e i Suoi compagni erano rinchiusi e chiamavano il nome di uno dei Bábí. Raccontate con le vostre parole che cosa succedeva. _________________________

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13. Perché, secondo voi, i Bábí erano così pieni di gioia nonostante le terribili condizioni della prigione? ______________________________________

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Sezione 12

Bahá’u’lláh Stesso ha descritto le terribili condizioni in cui Egli e i Suoi compagni furono imprigionati nel Síyáh-Chál. È importante, quindi, che riflettiate su quello che Egli scrisse dei giorni trascorsi nell’oscura prigione. In un passo Egli dice:

«Quando entrammo nell’edificio della prigione, fummo condotti attraverso un corridoio buio come pece e discendemmo tre fughe di ripide scale, giungendo alla prigione sotterranea che Ci era stata destinata. Il luogo era tenebroso e gli occupanti erano circa centocinquanta: ladri, assassini e briganti. Sebbene fosse gremito, non aveva altra apertura al di fuori del passaggio attraverso il quale eravamo entrati. La penna è impotente a descrivere un simile luogo e il suo putrido lezzo. La maggior parte di questi uomini non aveva abiti, ne giacigli per sdraiarsi. Dio solo sa quel che soffrimmo in quel tetro e ripugnante luogo».28

Nabíl, l’immortale storico della Fede Bahá’í, riporta le parole che ha udito personalmente da Bahá’u’lláh:

«Tutti coloro che furono abbattuti dalla tempesta che infuriò in quel memorabile anno a Teheran erano Nostri compagni di prigionia nel Síyáh-Chál, dove fummo confinati. Eravamo ammassati tutti insieme in una sola cella, i ceppi ai piedi e fissate al collo le più pesanti catene. L’aria che respiravamo era greve per la più disgustosa sporcizia, mentre il suolo su cui eravamo seduti era coperto d’immondizia e infestato dai vermi. Neppure un raggio di luce poteva penetrare in quella pestilenziale prigione o riscaldarne il freddo glaciale; eravamo disposti in due file, l’una di fronte all’altra. Avevamo insegnato ai compagni a ripetere certi versetti che, ogni notte, cantavano con grande fervore. “Mi basta Iddio; Egli, in verità, è Colui che basta a tutto!” intonava una fila, mentre l’altra rispondeva: “In Lui confidino i fidenti”. Il coro di quelle gaie voci continuava a risuonare fino alle prime ore del mattino...

«Ogni giorno i Nostri carcerieri entravano nella cella, chiamavano il nome di uno dei compagni e gli ordinavano di alzarsi e di seguirli ai piedi del patibolo. Con quanto ardore il chiamato rispondeva al solenne appello! Liberato dalle catene, balzava in piedi e, in uno stato di gioia incontrollabile, Ci avvicinava e Ci abbracciava. Cercavamo di confortarlo, con l’assicurazione di una vita eterna nell’aldilà e, colmandogli il cuore di speranza e di allegrezza, lo mandavamo a conquistare la corona della gloria. Egli abbracciava uno per uno gli altri compagni di prigione e poi andava a morire, intrepidamente com’era vissuto. Subito dopo il martirio di ciascun compagno, il carnefice, che Ci era divenuto amico, Ci riferiva i particolari della morte della sua vittima e ci parlava della gioia con cui essa aveva sopportato le sofferenze fino alla fine».29

Esercizi:
1. Completate le seguenti frasi:

a. Bahá’u’lláh ci dice che, quando giunse nel Síyáh-Chál, fu condotto

_____________________________________________________ .

b. Dal corridoio, Bahá’u’lláh scese ___________________________

fino alla prigione che Gli era stato assegnata.

c. La prigione era avvolta in una ____________________________ .

d. Oltre a Bahá’u’lláh e ai Suoi compagni, erano imprigionate nel Síyáh-Chal altre centocinquanta anime circa: __________________ , ________________________ e ___________________________ .

e. Sebbene la prigione fosse gremita non aveva altra uscita che _____

_____________________________________________________ .

f. Bahá’u’lláh ci dice che nessuna penna può ___________________

___________________________________________________ .

g. La maggior parte degli uomini non avevano né ________________ né __________________________ .

2. Completate le seguenti frasi:

a. Bahá’u’lláh ci dice che tutti coloro che furono abbattuti __________________________ ___________________________ in quel memorabile anno a Teheran erano Nostri ______________

_____________________________________________________ .

b. Bahá’u’lláh e i Suoi compagni furono ammassati tutti assieme in _______________________ , _______________________ ai piedi e fissate al collo _________________________________ .

c. L’aria che respiravano era greve __________________________ .

d. Il suolo su cui erano seduti era coperto _____________________ e infestato dai __________________________ .

e. Neppure un raggio di luce poteva ___________________________ _________ o __________________________________________ .

f. Bahá’u’lláh e i Suoi compagni erano disposti in due file, ________

__________________________________________________ .

g. Bahá’u’lláh aveva insegnato ai compagni a ripetere certi versetti che, ogni notte, ________________________________________ .

h. Una fila diceva: « _______________________________________

___________________________________________________ ».

i. L’altra fila rispondeva: « _________________________________

___________________________________________________ ».

l. Il coro di quelle gaie voci continuava a risuonare fino __________

_____________________________________________________ .

m. Bahá’u’lláh ci dice che ogni giorno i carcerieri entravano nella cella e chiamavano ___________________________ e gli ordinavano di alzarsi e di ______________________________________

_______________________________________ .

n. Con _______________________________ il chiamato rispondeva al solenne appello!

o. Liberato dalle catene, ____________________________________ e, __________________ _________________________________ abbracciava Bahá’u’lláh.

p. Bahá’u’lláh cercava di confortarlo, con ______________________ e, colmandogli il cuore di speranza e di allegrezza, lo mandava ___________________ _________________________________ .

q. Egli abbracciava ________________________________________ e poi andava __________________________________________ .

r. Subito dopo il martirio di ciascun compagno, il carnefice informava Bahá’u’lláh dei ______________________________________ e ___________________________________________________ .

Sezione 13

C’è un concetto che chiunque studi la storia bahá’í deve conoscere e cioè che la Causa di Dio procede attraverso una serie di crisi e vittorie. Le forze dell’ignoranza, dell’ingiustizia, della crudeltà e del fanatismo attaccano continuamente la comunità bahá’í e producono una crisi. Ma ogni volta, secondo la volontà di Dio, le forze dell’oscurità sono sconfitte e il risultato è una vittoria. La Causa avanza fra crisi e vittorie e nessun potere della terra è in grado di arrestarne lo sviluppo.

Anche il breve ministero del Báb aveva seguito questo corso. Un normale osservatore avrebbe tuttavia potuto supporre che l’ultima crisi non sarebbe stata superata: il Báb era stato martirizzato. Migliaia dei Suoi seguaci erano stati uccisi in un massacro di indicibile crudeltà. I Suoi discepoli più eminenti erano stati martirizzati e l’Unico Che avrebbe potuto rinfocolare la speranza Si trovava in catene, nella più tenebrosa delle prigioni. La crisi era veramente profonda, ma la vittoria che seguì fu straordinariamente gloriosa.

Nel Síyáh-Chal Dio rivelò a Bahá’u’lláh il Suo grande Stadio. Avvolto nell’oscurità, respirando la più fetida aria, con i ceppi ai piedi e il collo gravato da una pesante catena, Bahá’u’lláh ricevette i primi palpiti della Rivelazione di Dio nella Sua anima. In quelle terribili circostanze Gli si rivelò il «Più Grande Spirito», ingiungendoGli di levarSi a proclamare la parola di Dio.

Talvolta, Egli sentiva come se qualcosa Gli scorresse sul petto dalla sommità del capo, come un torrente impetuoso che cade al suolo dalla cima di un alto monte. Vide la Damigella del Cielo sospesa davanti a Lui, che parlava al Suo essere interiore ed esteriore, chiamandoLo Benamato dei mondi, Bellezza di Dio e potenza della Sovranità di Dio. Ella Gli assicurò che sarebbe stato reso vittorioso mediante Se Stesso e la Sua Penna e con l’aiuto di coloro che Dio avrebbe fatto sorgere.

Così, dall’oscurità del Buco nero, sorse il Sole della Verità. La promessa del Báb si era adempiuta. La Rivelazione bahá’í era nata. Ma Bahá’u’lláh non informò nessuno di ciò che Gli era accaduto. Doveva aspettare l’ora stabilita, preordinata da Dio, per far conoscere la Sua Missione.

Esercizi:

1. Descrivete con parole vostre la gravità della crisi in cui la comunità Bábí si trovò quando Bahá’u’lláh fu imprigionato. ______________________

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2. Quale vittoria seguì? __________________________________________

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Sezione 14

L’umanità ha la fortuna di avere questo importante evento della storia religiosa registrato nelle Parole di Bahá’u’lláh. Ricordando come la prima volta in cui la Rivelazione divina colmò la Sua anima, Egli disse:

«Una notte, in sogno, s’udirono da ogni parte queste grandiose parole: “In verità Noi Ti daremo la vittoria con l’ausilio Tuo e della Tua penna. Non addolorarTi di ciò che T’è accaduto e non temere, perché sei salvo. Fra non molto Dio susciterà i tesori della terra: uomini che ti aiuteranno mediante Te stesso ed il Tuo Nome, col quale il Signore ha vivificato il cuore di coloro che lo hanno riconosciuto”».30

In un altro passo descrive gli effetti della Rivelazione di Dio sulla Sua persona.

«Durante i giorni in cui giacevo nella prigione di Teheran, sebbene il tormentoso peso delle catene, l’aria impregnata di fetore Mi permettessero ben poco riposo, pure nei rari momenti di assopimento sentivo come se qualcosa fluisse dal sommo del Mio capo sul Mio petto, proprio come un impetuoso torrente che si precipitasse sulla terra dall’alto di un eccelso monte. Ogni membro del Mio corpo era, in seguito a ciò, tutto un fuoco. In tali momenti la Mia lingua declamava cose che nessun uomo potrebbe sopportare di udire».31

In un altro passo ancora descrive l’apparizione della Damigella, che è il simbolo del Più Grande Spirito:

«Mentr’ero immerso nelle tribolazioni udii una mirabile, dolcissima voce che Mi chiamava sopra il Mio capo. Volgendo il viso, vidi una Damigella, incarnazione della rimembranza del nome del Mio Signore, sospesa nell’aria davanti a Me. Così giubilante era nell’anima che dal suo volto splendeva l’ornamento del beneplacito di Dio e le sue guance ardevano dello splendore del Misericordiosissimo. Essa levò fra terra e cielo un invito che ammutoliva il cuore e la mente degli uomini. Annunciò al mio essere interiore ed esteriore notizie che rallegrarono la Mia anima e le anime dei servi onorati di Dio. Additando il Mio capo, si rivolse a tutti coloro che sono in cielo e a tutti coloro che sono in terra dicendo: “In nome di Dio! Questo è il Prediletto dei mondi, eppure ancora non lo comprendete. Questa è la Beltà di Dio fra voi e il potere della Sua Sovranità in voi, se solo lo capiste. Questo è il Mistero di Dio e il Suo Tesoro, la Causa di Dio e la Sua gloria per tutti coloro che sono nei regni della Rivelazione e della creazione, se foste di coloro che intendono”»32

Esercizi:
1. Completate le seguenti frasi:

a. Bahá’u’lláh ci dice che una notte, in sogno, s’udirono da ogni parte queste grandiose parole: «In verità Noi Ti daremo _____________ _______________________________ con ________________ ______________________ e _____________________________ . Non addolorarTi di ciò che ________________________________ e non ______________________ , perché sei ________________ . Fra non molto Dio _________________ i ___________________ della _______________________ : _________________________ che ti aiuteranno mediante ______________________ ed _______________ , col quale il Signore ____________________ il cuore di coloro che lo hanno ____________________________ ».

2. Completate le seguenti frasi:

a. Durante i giorni in cui Bahá’u’lláh giaceva nella _______________ di Teheran, il _____________________ delle _________________ e ______________________ ___________________________ Gli permettevano ben poco ____________________________ .

b. Sebbene dormisse poco, pure nei rari ________________________ ______________________ sentiva come se __________________ ________________________ dal __________________________ _________________________ sul ________________________ .

c. In seguito a ciò, ogni membro del Suo corpo __________________

______________________________________ .

d. In tali momenti Bahá’u’lláh declamava cose che nessun uomo _____________________________________________________ .

3. Completate le seguenti frasi:

a. Bahá’u’lláh dice che mentre era immerso nelle tribolazioni, udì ________________________ __________________________ che chiamava al di sopra della Sua testa.

b. Volgendo il viso, Bahá’u’lláh vide una Damigella, _____________

___________________________________ sospesa davanti a Lui.

c. Dal volto della Damigella splendeva ________________________ del ____________________________________ e le sue guance ardevano dello ________________________________________ .

d. La Damigella annunciò al Suo _____________________________ ed _____________ notizie che rallegrarono la Sua _____________ e le anime dei ___________________________ di Dio.

e. Additando il capo di Bahá’u’lláh, essa si rivolse a tutti coloro che sono _______________ e a tutti coloro che sono _____________ , dicendo: «In nome di Dio! Questo è il ______________________ , eppure ancora non lo comprendete. Questa è la ________________ fra voi e il _______________________________________ in voi, se solo lo capiste. Questo è il _____________________________ e il Suo ________________ , la _____________________________ e la Sua ___________________________ per tutti coloro che sono nei regni della _________________ e della __________________ , se foste di coloro che intendono».

Sezione 15

Il concetto di crisi e vittoria è così importante che vale la pena soffermarsi a riflettere sul potere della Causa, capace di superare ogni ostacolo sul suo cammino. Per aiutarvi in questa riflessione vi suggeriamo di leggere le successive citazioni – una dagli Scritti di Bahá’u’lláh e una da una lettera scritta a nome di Shoghi Effendi – e di svolgere gli esercizi che seguono.

«Guarda come in questa Dispensazione gli insignificanti e gli stolti si siano vanamente immaginati di poter spegnere la Lampada che la Mano del potere divino aveva accesa o eclissare l’Astro dello splendore eterno, con tali mezzi quali il massacro, il saccheggio e l’esilio. Dimostrano di essere completamente ignari della verità che questa stessa avversità è l’olio che alimenta la fiamma di questa Lampada! Tale è il potere trasformatore di Dio. Egli cambia ciò che vuole; Egli invero ha potere su tutte le cose…».33

«Questa Causa, come ogni Causa Divina, non potrà affermarsi pienamente a meno che non incontri e non vinca valorosamente le forze dell’opposizione che l’aggrediscono. La storia della Fede ne è sufficiente prova. Agli eletti di Dio sono sempre toccate in sorte afflizioni e tribolazioni e così sarà in futuro. Ma le dovranno considerare una benedizione nascosta, perché per mezzo di esse la loro fede verrà risvegliata, purificata e rafforzata. Bahá’u’lláh paragona siffatte affliggenti tribolazioni all’olio che alimenta la lampada della Causa di Dio».34

Esercizi:

1. Consultatevi con uno dei credenti della vostra comunità che conosca bene la storia della Fede e chiedetegli di raccontarvi qualche episodio di crisi e vittoria che la Causa ha sperimentato negli ultimi decenni.

2. Consultatevi con un membro della comunità che ne conosca bene la storia e chiedetegli di raccontarvi quali opposizioni la Fede ha sperimentato nel vostro paese e quale risultato hanno avuto.

3. Come affrontate le calamità e le difficoltà che incontrate nella vita sapendo che la Fede avanza attraverso crisi e vittorie? Quando tentate di raggiungere le mete che vi siete proposti, rinunciate al primo segno di difficoltà? ____________________________________________________________

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Sezione 16

Mentre Bahá’u’lláh Si trovava in catene nel Síyáh-Chál, i Suoi nemici stavano cercando di ottenere dal re la Sua condanna a morte. Ma Bahá’u’lláh era amato da persone di alto e basso rango e non era facile mandarLo a morte. Occorreva una prova che Lo collegasse all’attentato alla vita del re. Ma più si cercava di trovare questa prova più diventava evidente che era del tutto innocente. Incapaci di dimostrarNe la colpevolezza, questi spietati nemici decisero di avvelenare il Suo cibo. Ma il veleno era così potente che Bahá’u’lláh ne avvertì immediatamente i primi effetti e smise di mangiare il cibo avvelenato che Gli avevano offerto. Alla fine le autorità non ebbero altra scelta che liberarLo dalla prigione, ma lo fecero solo a condizione che abbandonasse il paese e andasse in esilio.

Bahá’u’lláh era stato in prigione per quattro mesi. Ora era ammalato ed esausto. Le disumane condizioni della prigione, la catena di circa 50 chili attorno al collo e, infine, il veleno Lo avevano lasciato in uno stato di tale prostrazione che fu messo a letto e vigilato con cura. Gli anelli della catena Gli avevano prodotto profonde ferite sul collo. Col tempo quelle ferite guarirono, ma le cicatrici rimasero fino alla fine dei Suoi giorni. Come se non bastasse, la famiglia ebbe solo un mese per prepararsi ad affrontare un difficile viaggio. Bahá’u’lláh fu lasciato libero di scegliere il luogo dell’esilio. Scelse Baghdad, che allora era una città dell’Impero Ottomano e che oggi è la capitale dell’Iraq.

Il viaggio durò dal 12 gennaio 1853 all’8 aprile dello stesso anno. Era pieno inverno e Bahá’u’lláh e la Sua famiglia dovettero attraversare la parte occidentale dell’Iran, dove l’inverno è molto freddo. Le provviste per il viaggio non erano sufficienti e perciò dovettero accontentarsi di poco cibo. Ma quel piccolo gruppo di viaggiatori era sotto la protezione dell’Onnipotente Iddio e, con la Sua infallibile assistenza, arrivarono sani e salvi a Baghdad.

L’Iran si era privata della benedizione della presenza di Bahá’u’lláh e Lo aveva costretto a partire dalla Sua terra, per non ritornarvi mai più. L’Iraq sarebbe ora stato la dimora del più prezioso Essere del pianeta. Un eminente storico bahá’í così scrive dell’esilio di Bahá’u’lláh dall’Iran:

«Mentre Bahá’u’lláh Si avvicinava al confine, finiva un’epoca. Era il popolo dell’Iran consapevole della perdita che stava subendo? Profondamente ignoranti, immersi nel bigottismo, accecati dai pregiudizi, guidati da uomini egoisti, irretiti nella menzogna, non era da loro conoscere e vedere. E così il Redentore del mondo Se ne andò dalla loro terra. Colui Che un tempo era stato amato e rispettato da ricchi e poveri, da persone di alto e di basso rango, da principi e da contadini, era stato ora abbandonato da quelle stesse persone che aveva sempre colmato di misericordia, amore, giustizia e carità. L’Iran perse la presenza di Bahá’u’lláh, ma potrà mai il Suo spirito essere assente da questa o da ogni altra terra?»35

Esercizi:

1. Perché i nemici di Bahá’u’lláh non riuscirono a ottenere la Sua condanna a morte? ______________________________________________________

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2. I nemici di Bahá’u’lláh non riuscirono a collegarLo con l’attentato alla vita del re. Che cosa fecero quindi? ________________________________

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3. Per quanti mesi Bahá’u’lláh rimase nel Síyáh-Chál? __________________

4. A quale condizioni fu rilasciato? _________________________________

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5. Quale città scelse Bahá’u’lláh come luogo del Suo esilio? _____________

6. Baghdad era allora una città dell’ _______________________ ____________________ e oggi è la capitale dell’ ___________________ .

7. Bahá’u’lláh e la Sua famiglia si misero in viaggio per Baghdad il ____________ __________________ . Il viaggio finì circa tre mesi dopo, il ____________________________ .

8. Descrivete le condizioni del viaggio. ______________________________

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Sezione 17

La seguente preghiera rivelata da Bahá’u’lláh vi aiuterà a farvi una vaga idea delle sofferenze che Egli patì nel Síyáh-Chál e delle prove che affrontò nei mesi immediatamente successivi.

«Mio Dio, Mio Maestro, Mio Desìo!… Hai creato quest’atomo di polvere con il perfetto potere della Tua possanza e L’hai nutrito con le Tue mani che nessuno può incatenare… Gli hai destinato prove e tribolazioni che nessuna lingua può descrivere, nessuna delle Tue Tavole adeguatamente raccontare. La gola che abituasti al tocco della seta, hai alla fine stretta con robuste catene e il corpo che hai blandito con broccati e velluti, hai poi sottoposto all’abiezione di una segreta. Il Tuo decreto Mi ha incatenato con infiniti ceppi e Mi ha posto attorno al collo catene che nessuno può spezzare. Alcuni anni son trascorsi durante i quali le afflizioni Mi son piovute addosso come scrosci di misericordia… Quante le notti durante le quali il peso delle catene e dei ceppi non Mi ha concesso alcun riposo e quanti i giorni durante i quali pace e tranquillità Mi furono negate a causa di ciò con cui le mani e le lingue degli uomini Mi hanno affitto! Il pane e l’acqua che Tu, con la Tua misericordia che tutto pervade, hai elargito agli animali dei campi, li hanno per qualche tempo negati a questo servo e le cose che si rifiutarono di infliggere a coloro che si sono separati dalla Tua Causa, hanno permesso che fossero inflitte a Me, finché, alla fine, il Tuo decreto fu irrevocabilmente fissato e il Tuo comando ha intimato a questo servo di partire dalla Persia, accompagnato da uomini di tempra fragile e da bambini in tenera età, in questa stagione in cui il freddo è così intenso che non si può nemmeno parlare e il ghiaccio e la neve sono così abbondanti che è impossibile muoversi».36

Esercizi:

1. Vi farà piacere imparare questa preghiera. Ma anche se solo la leggerete più volte, vi si imprimeranno nella mente alcune affermazioni sulle sofferenze di Bahá’u’lláh. Nominatene alcune. __________________________

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Sezione 18

A Baghdad Bahá’u’lláh prese in affitto una casa nella parte vecchia della città. Nei mesi successivi al Suo arrivo, i Bábí affluirono a Baghdad sempre più numerosi. Sfortunatamente molti di loro si erano molto degradati, erano confusi e disorientati e alcuni compivano atti indegni di un seguace del Báb. Bahá’u’lláh riceveva tutti coloro che arrivavano con amore sconfinato e li aiutava a purificarsi il cuore e a ravvivare lo spirito. Sotto la Sua influenza, le sorti della comunità Bábí incominciarono a cambiare e rinacque la speranza. Ma purtroppo si stava presentando una nuova crisi. Questa volta la sua origine si trovava all’interno della comunità. La causa di quella sventura fu il fratellastro di Bahá’u’lláh, Mirza Ya?yá, il quale pretendeva di essere il successore del Báb.

In realtà il Báb non aveva ritenuto necessario nominare un successore, perché sapeva che il Promesso di tutte le età sarebbe presto apparso. Si era limitato a nominare, per consiglio di Bahá’u’lláh e di un altro discepolo, Mirza Ya?yá capo nominale. Questo avrebbe permesso a Bahá’u’lláh di promuovere la Causa in relativa sicurezza. Mirza Ya?yá aveva ricevuto da Bahá’u’lláh per tutta la vita molto amore e sostegno, ma nonostante questo era ambizioso e codardo. Il martirio del Báb lo aveva talmente sconvolto che aveva quasi perso la fede. Aveva girovagato per qualche tempo come derviscio nelle montagne del Mázindarán, comportandosi in modo così disonorevole da allontanare dalla Causa alcuni Bábí della regione. Travestendosi in vario modo, era infine arrivato a Baghdad, aveva ottenuto da Bahá’u’lláh una somma di denaro per avviare un’attività commerciale e viveva sotto un nuovo nome nei pressi della città.

L’amore e il rispetto che i seguaci del Báb sempre più mostravano verso Bahá’u’lláh e il Suo crescente prestigio tra i funzionari della città ebbero un tremendo effetto su Mirza Ya?yá. Lo fecero ingelosire e il fuoco della gelosia bruciò in lui con tale intensità da fargli perdere ogni ritegno. Alleato a un compare ancora più sfrontato di lui, Mirza Ya?yá pensò di spargere tra i Bábí i semi del dubbio sulle intenzioni di Bahá’u’lláh. Ancora una volta le nuvole del sospetto, della paura e delle vane fantasie calarono sulla comunità Bábí. Quel breve periodo di calma e di tranquillità era finito e, giorno dopo giorno, le sofferenze di Bahá’u’lláh crebbero.

La mattina del 10 aprile 1854, quando la famiglia di Bahá’u’lláh si svegliò scoprì che Se n’era andato. Aveva lasciato la città senza confidare a nessuno che cosa intendesse fare e dove Si sarebbe recato. Vedendo a che cosa miravano le azioni di Mirza Ya?yá, Bahá’u’lláh decise di ritirarSi nelle montagne del Kurdistán, a nord est di Baghdad. «Unico scopo del Nostro esilio», avrebbe scritto in seguito, «era quello di evitare di divenire ragione di discordia fra i fedeli, fonte di turbamento per i compagni, ragione d’oltraggio per una qualsiasi anima, o causa di sofferenza per un qualsiasi cuore».37

Bahá’u’lláh visse da solo, in comunicazione con Dio, in un luogo solitario, non molto lontano dalla città di Sulaymáníyyih. Si accontentava di poco cibo. A volte riceveva un po’ latte dai pastori dei dintorni e, occasionalmente, Si recava la città per procurarSi il minimo indispensabile per vivere. Ma anche in quei brevi contatti con la popolazione della regione, la Sua grandezza non poteva restare tenuta nascosta. Il Suo amore e la Sua saggezza attrassero gli abitanti di Sulaymáníyyih e la Sua fama incominciò a spargersi nei territori circostanti. La voce che un uomo di straordinaria saggezza ed eloquenza viveva nella regione del Kurdistán raggiunse anche Baghdad. La Sua famiglia, resasi conto che quel personaggio non poteva essere altri che Bahá’u’lláh, mandò un credente fidato perché Lo implorasse di ritornare. Bahá’u’lláh accettò la loro richiesta, ponendo fine ai due anni del Suo ritiro volontario.

Esercizi:

1. In quali condizioni erano i credenti che affluirono a Baghdad dopo l’arrivo di Bahá’u’lláh in quella città? ___________________________________

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2. Perché si trovavano in quelle condizioni? __________________________

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3. Che cosa successe alla comunità Bábí sotto l’influenza di Bahá’u’lláh? ___

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4. Il Báb aveva nominato un successore? Perché non l’aveva fatto? ________

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5. Chi aveva indicato il Báb come capo nominale? _____________________

6. Qual era il rapporto fra Mirza Ya?yá e Bahá’u’lláh? _________________

7. Descrivete il carattere di Mirza Ya?yá. ____________________________

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8. Che cosa fece Mirza Ya?yá dopo il martirio del Báb? ________________

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9. Qaule effetto ebbe su Mirza Ya?yá la crescente influenza di Bahá’u’lláh sulla comunità Bábí? ___________________________________________

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10. Che cosa fece Bahá’u’lláh quando vide a che cosa miravano le azioni di Mirza Ya?yá? ________________________________________________

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11. In quale regione si ritirò Bahá’u’lláh?

12. Bahá’u’lláh ci dice che lo scopo del Suo esilio era quello di evitare una ragione di _____________________________________________________ ed una sorgente di ____________________________________________ , una ragione __________________________________________________ o una causa _________________________________________________ .

13. Che cosa fece Bahá’u’lláh nel deserto del Kurdistán? _________________

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14. Per quanto tempo Bahá’u’lláh rimaese lontano da Baghdad? ___________

15. Quali furono le circostanze che Lo fecero ritornare?__________________

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Sezione 19

Ogni Manifestazione di Dio fa un Patto con i Suoi seguaci. Il Patto che il Báb aveva fatto con i Suoi seguaci era di cercare e accettare Colui Che Dio manifesterà e di vivere in obbedienza ai Suoi comandamenti. Anche se Bahá’u’lláh non aveva ancora detto a nessuno di essere il Promesso del Báb, la Sua grandezza stava diventando sempre più evidente, giorno dopo giorno, e alcuni avevano persino incominciato a riconoscere il Suo Rango. Mirza Ya?yá non era cieco alla maestà e alla gloria di Bahá’u’lláh. La sua gelosia e la sua ambizione si risvegliarono inducendolo a compiere atti di viltà che lo avrebbero, alla fine, portato a violare apertamente il Patto del Báb. Riferendosi alo scompiglio e alle tribolazioni che li attendevano, Bahá’u’lláh avvisò gli amici:

«I giorni delle prove sono ora giunti. Oceani di discordia e di tribolazione si sollevano e i Vessilli del dubbio sono intenti in tutti gli angoli a suscitare guai e a condurre gli uomini alla perdizione… Non lasciate che voci di soldati della negazione spargano dubbi fra voi, non permettete a voi stessi di divenire incuranti di Colui Che è la Verità, perché simili contese sono state suscitate in ogni Dispensazione. Ma Dio instaurerà la Sua Fede e manifesterà la Sua Luce, sebbene i fomentatori di discordia la aborriscano… Vegliate ogni giorno sulla Causa di Dio… Tutti sono prigionieri nel Suo pugno. Non v’è posto per alcuno ove fuggire. Non pensate che la Causa di Dio sia cosa da prendersi alla leggera, in cui ognuno possa soddisfare i propri capricci. In vari luoghi diverse anime hanno, attualmente, avanzato la medesima rivendicazione. S’avvicina il momento in cui… ciascuno di loro perirà e andrà perduto, anzi, diverrà un nulla, cosa dimenticata come polvere».38

Esercizi:

1. Che cosa significa la parola «scompiglio»? _________________________

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2. Completate le seguenti frasi:

a. Bahá’u’lláh disse agli amici di non permettere che la ___________ dei _____________________ spargano _____________________ .

b. Li ammonì di non permettere a loro stessi di divenire ______________________ di ____________________________ .

c. Rassicurò gli amici che Dio stabilirà ________________________ e manifesterà __________________________________ anche se i nemici della Causa la rifiutassero.

d. Gli amici non devono pensare che la Causa di Dio si _________________________________________ , in cui ognuno possa ____________________ i propri _____________________ .

e. Verrà il momento in cui tutti coloro che si sono allontanati dalla Fede ______________________ e andranno _________________ . Come la polvere, diverranno tutti cosa _______________________

3. Chi sono i «soldati della negazione»? _____________________________

4. Oggi, nel mondo, esistono «soldati della negazione»? ________________

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5. Che cosa dobbiamo fare se li incontriamo? _________________________

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Sezione 20

Durante l’assenza di Bahá’u’lláh le sorti della Fede avevano toccato il fondo. Come c’era da aspettarsi, Mirza Ya?yá si era dimostrato incapace di guidare anche solo la piccola comunità di Baghdad. In molte parti alcuni Bábí si impegnarono in attività che portarono vergogna alla preziosa Causa del Báb. Così, ancora una volta, Bahá’u’lláh Si assunse il compito di risvegliare la comunità. Il Suo arrivo nel Mirza del 1856 fu annunciato ai credenti e la Sua porta si aprì a tutti coloro che desideravano ardentemente la verità. La modesta abitazione in cui Egli viveva con la famiglia divenne il centro in cui si riunivano ricercatori, visitatori e pellegrini. Tutti coloro che giungevano alla Sua presenza erano trasformati dalla potenza delle Sue dolci e amorevoli parole. Coloro che ebbero il dono di vivere vicino a Lui si sentivano in paradiso. Divennero una nuova creazione, completamente distaccati dalle cose di questo mondo. Nabíl, il grande storico della prima era bahá’í, ha così descritto la condizione di quelle anime:

«Molte notti non meno di dieci persone vissero con non più di un centesimo di datteri. Nessuno sapeva realmente a chi appartenessero scarpe, mantelli, abiti ch’erano nelle loro case. Chiunque andasse al bazar poteva dire che le scarpe che aveva ai piedi erano sue e chi entrava da Bahá’u’lláh poteva affermare che il mantello e l’abito che in quel momento indossava gli appartenevano… Perfino il proprio nome avevano dimenticato, i loro cuori s’erano svuotati di tutto fuorché dell’adorazione del Benamato… Oh! la gioia di quei giorni, e la felicità e la meraviglia di quelle ore!».39

Dopo essere ritornato dal Sulaymáníyyih, Bahá’u’lláh rimase a Baghdad per sette anni. In quel tempo continuò a tenere nascosto il Suo rango di Manifestazione di Dio per questo Giorno. E tuttavia l’amore divino emanava da Lui in tale misura che i cuori recettivi non potevano non esserne toccati. La guida divina che Egli aveva mostrato conversando e scrivendo versi e tavole trasformò il carattere dei Bábí rimasti per molti anni senza guida. In quegli anni Egli rivelò il Libro della Certezza, nel quale spiegò la natura della Rivelazione di Dio in termini così chiari da distruggere le fondamenta degli antichi dogmi, concepiti dagli uomini. In quel periodo rivelò, immerso in meditazione, passeggiando sulle rive del fiume Tigri, anche le Parole Celate, tanto amate da ognuno di noi come una guida per la nostra crescita spirituale. La rapidità con cui i versi rivelati fluivano dalla Sua penna era straordinaria. È così che Lui Stesso descrive quel periodo di straordinaria potenza:

«…con l’aiuto di Dio e con la Sua divina Grazia e Misericordia, rivelammo come pioggia copiosa i Nostri versetti e li inviammo in varie parti del mondo. Con i Nostri saggi consigli e amorevoli ammonimenti esortammo tutti gli uomini, e in particolare queste genti, e proibimmo loro di suscitare sedizioni, dissensi, dispute e conflitti. Perciò, per grazia di Dio, ostinazione e follia si trasformarono in devozione e comprensione e le armi divennero strumenti di pace».40

I sette anni che Bahá’u’lláh trascorse a Baghdad furono un periodo di straordinarie vittorie. Ci si doveva aspettare, quindi, che presto o tardi si sarebbe presentata una crisi, che sarebbe stata seguita da una vittoria ancora più grande. Il crescente prestigio di Bahá’u’lláh non passò inosservato agli occhi dei nemici della Fede. Il più attivo tra loro era uno sceicco, che usò ogni mezzo a sua disposizione per convincere gli ufficiali del governo persiano e di quello ottomano e il clero ad andare contro di Lui. Ma per anni gli sforzi dello sceicco furono vanificati dalla saggezza di Bahá’u’lláh e dalla nobiltà delle Sue parole e delle Sue azioni.

Una volta, per esempio, lo sceicco riunì i più eminenti esponenti del clero della regione, ben deciso a ottenere da loro una condanna unanime nei confronti di Bahá’u’lláh. Erano tutti pronti a lanciare un attacco contro il piccolo gruppo di esuli a Baghdad, in modo di distruggere la Fede nel suo cuore. Ma con loro sorpresa, il più nobile tra loro, un uomo noto per la giustizia e la pietà, si rifiutò di pronunciare la necessaria condanna contro i Bábí. Disse al gruppo che, per quanto ne sapeva, la comunità Bábí non aveva fatto nulla che giustificasse una tale azione e abbandonò la riunione.

Dal momento che il loro piano originario era fallito, il gruppo decise di mandare da Bahá’u’lláh un dotto e di sottoporGli un certo numero di domande per verificare il Suo sapere. Quando Bahá’u’lláh ebbe risposto a tutte le domande, il messaggero riconobbe, a nome del gruppo di esponenti del clero, la vastità del Suo sapere. Però, disse, per soddisfare tutti coloro che erano interessati alla verità della Sua Missione, Egli avrebbe dovuto compiere un miracolo. «Sebbene non abbiate alcun diritto di chiedere questo», replicò Bahá’u’lláh, «poiché Dio dovrebbe mettere alla prova le creature e non le creature mettere alla prova Dio, tuttavia permetto e accolgo questa richiesta».41 Disse però, al messaggero, che i teologi avrebbero dovuto scegliere un miracolo e mettere per iscritto che, dopo la sua realizzazione, non avrebbero più avuto alcun dubbio su di Lui, Lo avrebbero riconosciuto e avrebbero accettato la verità della Sua Causa. Dovevano sigillare il documento e portarglieLo.

Questa risposta chiara e provocatoria colpì profondamente il messaggero. Si alzò immediatamente, baciò le ginocchia di Bahá’u’lláh e partì. Portò la risposta di Bahá’u’lláh al gruppo dei teologi, che ne discussero per tre giorni senza a una conclusione. Alla fine non ebbero altra scelta che lasciare cadere la questione.

Ma questi spietati nemici della Fede non smisero di tramare contro Bahá’u’lláh. Continuarono a far danno e a dare alle autorità un’idea sbagliata sulle Sue intenzioni, finche alla fine, nella primavera del 1863, i loro sforzi diedero i frutti e si scatenò la successiva crisi.

Esercizi:

1. In quali condizioni si trovava la comunità Bábí quando Bahá’u’lláh ritornò a Baghdad? __________________________________________________

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2. Mirza Ya?yá si era dimostrato capace di guidare la comunità? __________

3. Che effetto ebbe sui Bábí il ritorno di Bahá’u’lláh a Baghdad? _________

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4. Riassumete con le vostre parole la descrizione di Nabíl della condizione di coloro che vivevano vicino a Bahá’u’lláh. __________________________

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5. Per quanti anni Bahá’u’lláh rimase a Baghdad dopo essere ritornato da Sulaymáníyyih? ________________________________________________

6. Menzionate due Opere che Bahá’u’lláh rivelò nel corso di questi sette anni a Baghdad. __________________________________________________

7. Qual è l’argomento principale del Libro della Certezza? ______________

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8. Che cosa significa l’espressione «dogmi concepiti dagli uomini»? Potete citare uno o due esempi? _______________________________________

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9. Quali argomenti trattano le Parole Celate? _________________________

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10. Completate le seguenti frasi:

a. Bahá’u’lláh ci dice che con ________________ di Dio e con la Sua _____________ _________________ e _____________________ Egli rivelò come ______________ _________________________ i Suoi versetti.

b. Egli inviò questi versetti in _______________________________ .

c. In questi versetti, Egli _____________________________ tutti gli uomini con i Suoi ______________ ________________________ e _______________________________________ .

d. Egli proibisce loro di ___________________________________ , ______________________ , _____________________________ e ______________________________.

e. Come risultato di questo, per grazia di Dio. ___________________ e ____________________________________ si trasformarono in ____________________ e ________________________________ e le ______________________ divennero ___________________ di __________________________ .

11. Come il crescente prestigio di Bahá’u’lláh influenzò i nemici delle Fede? _

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12. Che cose significa l’espressione «condanna unanime»? ______________

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13. Raccontate con vostre parole la storia del gruppo dei teologi e del messaggero da loro inviato a Baghdad da Bahá’u’lláh. ______________________

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14. Perché il gruppo decise di non insistere nella richiesta che Bahá’u’lláh facesse un miracolo? ____________________________________________

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Sezione 21

Nel corso dei vostri studi sulla Fede, leggerete il Libro della Certezza e rifletterete sul significato profondo dei suoi numerosi argomenti. Conoscete già bene, naturalmente, le Parole Celate. Questo libro sarà un vostro compagno fisso, per tutta la vita, e la guida divina che vi è contenuta influenzerà molto il vostro sviluppo spirituale. A questo punto, mentre riflettete sul periodo che Bahá’u’lláh trascorse a Baghdad, periodo durante il quale questi due importanti Libri furono rivelati, vi potrebbe far piacere imparare a memoria i brani di apertura di entrambi. Il Libro della Certezza incomincia così:

«Nessuno raggiungerà le rive dell’oceano della vera comprensione tranne colui che si allontanerà da tutto ciò che è in cielo e in terra. O popoli del mondo, purificate le vostre anime, affinché possiate raggiungere lo stadio che Dio vi ha destinato ed entrare così nel tabernacolo innalzato nel firmamento del Bayán, secondo le dispensazioni della Provvidenza».42

Nel brano di apertura delle Parole Celate leggiamo:

«Questo è quel che è disceso dal regno della Gloria, proferito dalla lingua della forza e del potere e rivelato ai Profeti dell’antichità. Noi ne abbiamo presa l’intima essenza e l’abbiamo adornata con la veste della brevità quale pegno di favore ai giusti, acciocché essi possano rimanere fedeli al Patto di Dio, adempiendo nella vita la Sua consegna e ottenendo nel Regno dello Spirito la gemma della virtù divina».43

Sezione 22

Verso la fine della Sua permanenza a Baghdad, Bahá’u’lláh incominciò a ad accennare occasionalmente alle prove e alle difficoltà che li attendevano. Un sogno che, una volta, raccontò agli amici, fu, per loro, causa di grande angoscia: «Vidi», scrisse in una Tavola, «i Profeti e i Messaggeri riunirsi e sedersi attorno a Me. Gemevano, piangevano e si lamentavano a gran voce. Stupito ne chiesi loro la ragione, al che lamenti e pianti aumentarono ancora, e mi dissero: “Piangiamo per Te, sommo Mistero, Tabernacolo d’immortalità!” E piansero di un tal pianto che piansi anch’Io con loro. Allora l’alto Consesso si rivolse a Me dicendo: “…Fra breve vedrai con i Tuoi occhi ciò che nessun Profeta ha mai veduto… sii paziente, sii paziente”… Continuarono a parlarMi per tutta la notte fino all’avvicinarsi dell’alba».44

All’inizio della primavera del 1863, Egli rivelò la Tavola del Santo Marinaio, nella quale predisse, in linguaggio mistico, gli eventi futuri e parlò di tradimento e separazione. Questa Tavola fu letta agli amici riuniti in Sua presenza, il 26 Mirza. Oceani di dolore si agitarono nei loro cuori quando intuirono che Bahá’u’lláh stava per lasciarli. Quello stesso giorno un messo consegnò a Bahá’u’lláh una comunicazione in cui si richiedeva un colloquio tra Lui e il Governatore di Baghdad. L’indomani fu presentata a Bahá’u’lláh una lettera del primo ministro dell’Impero ottomano al governatore, formulata in modo cortese, che invitava Bahá’u’lláh a recarsi nella capitale dell’Impero ottomano, Costantinopoli. Lo avrebbe accompagnato una scorta a cavallo per proteggerLo. Bahá’u’lláh accettò subito l’invito, ma Si rifiutò di prendere i soldi che il governo Gli offriva per il viaggio. Il rappresentante del governo, però, insistette perché lo accettasse, dicendo che le autorità si sarebbero offese se non l’avesse fatto. Alla fine prese la generosa somma e la distribuì immediatamente ai poveri della città.

La notizia dell’esilio di Bahá’u’lláh da Baghdad scosse profondamente la comunità Bábí. Gli amici erano sopraffatti dalla tristezza e, all’inizio, nessuno più riuscì a mangiare o a dormire. Ma a poco a poco la bontà e lla tenerezza delle parole di Bahá’u’lláh li calmarono e accettarono che molti di loro sarebbero stati privati del dono di accompagnarLo nella prossima tappa del Suo esilio. In segno del Suo amore Egli scrisse di Suo pugno una Tavola per ognuno degli amici che vivevano nella città – uomini, donne e bambini.

Nelle vicinanze di Baghdad c’era un bellissimo giardino pieno di rose, che erano il fiore preferito da Bahá’u’lláh. La mattina del 22 aprile 1863, Egli lasciò la città ed entrò nel giardino. I credenti e, in verità, una folla di persone di Baghdad furono colti dall’angoscia. La comunità Bábí, ora completamente rinvigorita grazie all’amorevole attenzione di Bahá’u’lláh, era già entrata in un’altra crisi. Quale sarebbe stato il futuro di questa giovane Fede, la cui sola Speranza era stata esiliata in un luogo così distante dalla maggioranza dei suoi aderenti? La risposta a quei Bábí disperati riuniti per dirGli addio fu magnifica. Bahá’u’lláh lacerò i veli che nascondevano agli occhi degli uomini il Suo vero Rango e dichiarò apertamente di essere il Promesso di tutte le età.

Bahá’u’lláh rimase nel giardino, oggi noto come giardino di Ri?ván, per dodici giorni, prima di partire per Costantinopoli. I Suoi nemici avevano sperato di assestare un colpo fatale alla Sua Causa, separandoLo dalla maggior parte dei credenti. E invece Iddio trasformò questo commiato in un’occasione di immensa gioia. La dichiarazione della Sua Missione infuse nuova vita nelle anime dei Suoi compagni. Questo era il Giorno dei Giorni, per cui il Báb li aveva preparati. Bahá’u’lláh disse che in quel giorno «tutte le cose create furono immerse nel mare della purificazione».45

Purtroppo si conoscono pochi dettagli sulle conversazioni che Bahá’u’lláh tenne con il flusso dei visitatori che ricevette nel Giardino di Ri?ván. Le seguenti parole dello storico Nabíl ci danno solo una vaga idea della gloria di quei giorni:

«Ogni giorno prima dell’alba, i giardinieri coglievano le rose sui bordi dei quattro viali del giardino e le ammucchiavano in terra al centro della Sua tenda benedetta. Il mucchio era talmente alto che i compagni quando si riunivano per bere il tè del mattino in Sua presenza non riuscivano a vedersi l’un l’altro. Bahá’u’lláh consegnava di Sua mano tutte quelle rose a coloro che ogni mattina congedava dalla Sua presenza perché le portassero a Suo nome agli amici persiani e arabi della città». «Una notte», prosegue, «la nona notte di luna crescente, ebbi la ventura di essere fra coloro che vegliavano presso la Sua tenda benedetta. Era quasi mezzanotte quando Lo vidi uscire dalla tenda, passare vicino ai luoghi dove alcuni compagni dormivano e incominciare a passeggiare su e giù per i viali del giardino contornati di fiori e rischiarati dalla luna. Il canto degli usignoli era dappertutto così alto che soltanto chi Gli era vicino poteva udire distintamente la Sua voce. Continuò a camminare finché, fermatoSi in mezzo a un viale, osservò: “Guarda gli usignoli. Tanto grande è il loro amore per le rose che, insonni dall’imbrunire all’alba, gorgheggiano le loro melodie e conversano con passione ardente con l’oggetto della loro adorazione. Come possono dunque coloro che si proclamano infiammati dalla bellezza di rosa del Benamato scegliere di dormire?”. Per tre notti successive vegliai e mi aggirai attorno alla Sua tenda benedetta. Ogni qual volta passavo accanto al letto ove giaceva Lo trovavo sveglio e ogni giorno Lo vedevo incessantemente impegnato, mattina e sera, a conversare con la fiumana di visitatori che continuavano ad affluire da Baghdad. Nemmeno una volta scoprii, nelle parole che diceva, traccia di dissimulazione».46

Oggi i bahá’í del mondo celebrano i dodici giorni dal 21 aprile al 2 maggio come la festa di Ridvan, la più santa e la più significativa fra tutte le festività bahá’í.

Esercizi:

1. Raccontate con parole vostre il sogno che Bahá’u’lláh fece verso la fine del Suo soggiorno a Baghdad. ___________________________________

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2. Qual era il significato del sogno? _________________________________

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3. Quando Bahá’u’lláh rivelò la Tavola del Santo Marinaio? _____________

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4. Che cosa predisse la Tavola del Santo Marinaio? ____________________

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5. Che cosa portò il messo del governo a Bahá’u’lláh nel giorno in cui la Tavola fu letta agli amici? ________________________________________

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6. Che cosa fu presentato a Bahá’u’lláh il giorno seguente? ______________

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7. Dove il governo aveva deciso di mandare Bahá’u’lláh? _______________

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8. Perché il governo aveva deciso di mandarLo lontano da Baghdad? ______

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9. Che cosa fece Bahá’u’lláh della somma che il governo Gli aveva offerto per il viaggio? ________________________________________________

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10. Come reagirono gli amici alla notizia della prossima partenza di Bahá’u’lláh?

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11. Che cosa fece Bahá’u’lláh in segno d’amore verso gli amici? __________

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12. Con quale nome è oggi conosciuto il giardino in cui Bahá’u’lláh dichiarò la Sua missione? ______________________________________________

13. Quanti giorni rimase in quel giardino? _____________________________

14. Riferendosi a quei giorni gloriosi che Bahá’u’lláh trascorse nel giardino del Ri?ván, Nabíl ci dice:

a. Ogni giorno, prima dell’alba, i giardinieri ____________________ _________________________________________________________________________ e le _______________________________ ___________________________________ .

b. Così grande era il cumulo che quando i Suoi compagni ____________________________ _________________________ in Sua presenza, essi non potevano _________________________ ___________________________ .

c. Tutte queste rose Bahá’u’lla, di Sua propria mano, affidava a coloro che Egli congedava dalla Sua presenza ogni mattina, per essere portate, a Suo nome _____________________________________ _________________________________________ .

d. Una notte accadde a Nabíl di essere uno di coloro che ______________________________________________________

__________________________ .

e. All’avvicinarsi della mezzanotte Nabíl vide Bahá’u’lláh uscire __________________________ , passare vicino ______________ ________________________________________ , e incominciare ______________________________________________________

_______________________ .

f. Così alto era ___________________________________________ che solo coloro che erano vicini a Bahá’u’lláh, potevano _________________________________________ .

g. Bahá’u’lláh continuò a passeggiare finché, ___________________ osservò: «Considera questi ___________________________ . Così grande è il loro ______________ per queste __________________ che, ____________________________ dall’__________________ all’____________________ , essi ________________________ le loro _________________________ e _______________________ con _______________________ con ________________________ della loro __________________________ . Come possono, allora, coloro che _________________ di essere ____________________ dalla _____________________ del _______________________ , scegliere di _____________________ ?

h. Per tre notti successive Nabíl ______________________________

_____________________________________________________ .

i. Ogni volta che Nabíl passava presso il letto sul quale Bahá’u’lláh giaceva Lo trovava ____________________ , ed ogni giorno, da mane a sera, Lo vedeva ___________________________________ _______________________________________________________________________ .

l. Non una sola volta Nabíl poté scoprire nelle parole che Bahá’u’lláh diceva ________________________________________________

_________________________________________________ .

15. Che cosa avevano tentato di ottenere i nemici della Fede separando Bahá’u’lláh dalla maggior parte dei credenti e che cosa Dio desiderava invece? _______________________________________________________

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16. Quale festa celebriamo oggi come anniversario della dichiarazione di Bahá’u’lláh? ________________________________________________

17. Quanto dura la festa del Ri?ván e in che data viene celebrata? __________

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18. Ora che avete finito di studiare l’esilio di Bahá’u’lláh dall’Iran all’Iraq, preparate ed esponete un breve discorso su questo periodo della Sua vita.

Sezione 23

Riportiamo alcuni brani di una Tavola rivelata da Bahá’u’lláh. Leggeteli ad alta voce con passione. Mentre lo fate ricordate la dichiarazione di Bahá’u’lláh nel Giardino del Ri?ván e lasciatevi riempire il cuore di gioia dalle Sue parole.

«La Primavera divina è giunta, o Eccelsa Penna, poiché la Festività del Misericordiosissimo s’avvi-cina rapidamente. Sorgi e magnifica il nome di Dio al cospetto dell’intera creazione e celebra la Sua lode, in tal guisa che tutte le cose create ne siano rigenerate e rinnovate. Parlane senza posa. L’astro della beatitudine brilla sull’orizzonte del Nostro nome, il Beato, poiché il regno del nome di Dio è stato abbellito dell’ornamento del nome del tuo Signore, il Creatore dei cieli. Sorgi innanzi alle nazioni della terra, àrmati del potere di questo Nome Massimo e non essere di coloro che indugiano…

«Potresti scoprire altri che Me, o Penna, in questo Giorno? Cos’è avvenuto della creazione e delle sue manifestazioni? Cosa dei nomi e del loro regno? Dove sono andate tutte le cose create visibili e invisibili? Cos’è avvenuto dei segreti celati dell’universo e delle sue rivelazioni? Ecco: l’intera creazione è scomparsa! Null’altro rimane se non il Mio Volto, l’Eterno, il Risplendente, il Gloriosissimo.

«Questo è il Giorno in cui null’altro si vede fuor che gli splendori della Luce che risplende dal volto del Tuo Signore, il Benigno, il Generosissimo. In verità, abbiamo fatto spirare ogni anima in virtù della Nostra irresistibile sovranità che tutto soggioga e poi, in segno di grazia verso gli uomini, abbiamo chiamato all’esistenza una nuova creazione. Io sono, invero, il Generosissimo, l’Antico dei Giorni…

« Dì: Questo è il Paradiso sul cui fogliame il nèttare della Parola ha impresso la testimonianza: “Colui Che era celato agli occhi degli uomini Si è rivelato, cinto di sovranità e potenza!”. Questo è il Paradiso, il fruscio delle cui foglie proclama: “O abitatori dei cieli e della terra! È apparso ciò che non era mai apparso prima. Colui Che dall’eternità aveva nascosto il Volto alla vista della creazione è ora venuto”. Dalla sussurrante brezza che spira fra i suoi rami si leva il grido: “Colui Che è il Signore sovrano di tutto Si è manifestato: il Regno è di Dio!”, mentre dalle sue acque scorrenti si ode il mormorio: “Tutti gli occhi si rallegrano, poiché Colui Che nessuno aveva veduto, il Cui segreto nessuno aveva penetrato, ha sollevato il velo della gloria e scoperto il volto della Bellezza”…

«In questo Paradiso e dall’alto delle sue più eccelse stanze, le Ancelle del Cielo hanno gridato esclamando: “Esultate, o abitatori dei regni superni, poiché nel cuore dei cieli le dita di Colui Che è l’Antico dei Giorni suonano la Più Grande Campana in nome del Gloriosissimo. Le mani della munificenza hanno offerto la coppa della vita eterna. Avvicinatevi e bevete a sazietà. Bevete con pura delizia, voi che siete incarnazioni della brama, voi che siete personificazioni del desiderio veemente!”».47

Sezione 24

Bahá’u’lláh, la Sua famiglia e il piccolo gruppo di credenti che li accompagnavano rimasero a Costantinopoli solo quattro mesi. Il governo persiano continuò, da lontano, a perseguitare Colui Che chiaramente considerava il capo del movimento Bábí. Il suo ambasciatore alla corte del sultano, il sovrano dell’Impero ottomano, organizzò una campagna sistematica contro Bahá’u’lláh. L’ambiente in cui vivevano il sultano, i suoi ministri e i loro compagni, era un ambiente di slealtà, intrighi e ipocrisia. Bahá’u’lláh Si rifiutò di trattare queste indegne persone. La Sua indifferenza assecondò l’ambasciatore persiano nel suo intento di riempire le menti delle autorità con accuse e bugie. I suoi continui sforzi ebbero effetto e, alla fine, fu emesso l’ordine di esiliare Bahá’u’lláh nella città di Adrianopoli, ancora più distante dai confini della Persia.

Bahá’u’lláh rispose a quest’ordine con un atto di straordinario coraggio. Rivelò immediatamente una lunga Tavola, indirizzata al sultano, rimproverando lui e i suoi ministri ed esponendo la loro immaturità e la loro incompetenza. La Tavola fu consegnata al primo ministro in una busta sigillata. Si dice che quando egli aprì la lettera e incominciò a leggerla impallidì e osservò: «È come se il Re dei re trasmettesse i suoi ordini al più umile vassallo, regolandone la condotta».48

Il viaggio di dodici giorni da Costantinopoli ad Adrianopoli fu particolarmente difficile per Bahá’u’lláh e la Sua famiglia, che ormai affrontavano il terzo esilio. Era il mese di dicembre e faceva molto freddo. La maggior parte degli esuli non aveva vestiti adatti per difendersi da un freddo così intenso. Per attingere acqua dalle sorgenti, lungo il percorso, si doveva accendere un fuoco per sciogliere il ghiaccio.

Bahá’u’lláh arrivò ad Adrianopoli il 12 dicembre 1863 e rimase nella città in tutto quattro anni e mezzo. Anche questo periodo fu caratterizzato da dolorose crisi e splendide vittorie. Crescendo la fama di Bahá’u’lláh, il fuoco della gelosia bruciò sempre più vivo nel cuore di Mirza Ya?yá. Costui divenne sempre più sfrontato nella sua opposizione e fece tutto quello che poteva per impedire ai Bábí di accettare la Manifestazione di Dio per questo Giorno. Le agitazioni che causò non influenzarono solo la comunità, ma diedero ai nemici esterni un’occasione da sfruttare per sferrare ulteriori attacchi contro Bahá’u’lláh e i Suoi seguaci. La slealtà di Mirza Ya?yá sembrava non avesse limiti. Decise persino di avvelenare Bahá’u’lláh e tramò e brigò finché non raggiunse lo scopo. L’effetto del veleno su Bahá’u’lláh fu grave e, anche se Si riprese, Gli rimase un tremore alle mani fino alla fine della Sua vita.

Adrianopoli non sarà certamente ricordata per le vergognose azioni di Mirza Yayha, ma per le grandi vittorie conseguite da Bahá’u’lláh in quella città. Fu da lì che Bahá’u’lláh inviò molte delle Sue Tavole indirizzate ai re e ai governanti del mondo e proclamò apertamente la Sua Fede.

Questa proclamazione pubblica fu il terzo stadio di un processo graduale tramite cui la Missione di Bahá’u’lláh fu fatta conoscere all’umanità. Il primo stadio ebbe inizio nella prigione del Síyáh-Chál a Teheran quando lo Spirito divino si rivelò a Bahá’u’lláh e Gli annunciò che era Lui il Latore del Messaggio di Dio per oggi. Anche se la nascita della Sua Rivelazione rimase nascosta per un decennio, essa scosse come l’alba le anime dormienti e svegliò a poco a poco quelle ricettive, preparandole a riconoscere Bahá’u’lláh. Il secondo stadio incominciò nel Giardino di Ridvan, dove Egli dichiarò la Sua Missione ad alcuni credenti, riuniti per dirGli addio. Ora un piccolo gruppo di anime favorite era consapevole del Suo Rango. Il terzo stadio fu la proclamazione universale della Sua Missione. Incominciò a Costantinopoli, ebbe un notevole impulso ad Adrianopoli e raggiunse il culmine ad ‘Akká, il successivo, e definitivo, luogo del Suo esilio.

Esercizi:

1. Quanto rimase Bahá’u’lláh a Costantinopoli? _______________________

2. Perché la Sua permanenza fu così breve? __________________________

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3. Che cosa significa il termine «indifferenza»? _______________________

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4. Perché Bahá’u’lláh non ebbe rapporti con la corte del Sultano? _________

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5. Dove fu poi esiliato? __________________________________________

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6. Perché il governo persiano voleva allontanarLo sempre più dai suoi confini?

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7. Che cosa fece Bahá’u’lláh quando ricevette la notizia del Suo esilio? ____

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8. Cosa disse il primo ministro quando lesse la lettera di Bahá’u’lláh? _____

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9. Quando Bahá’u’lláh arrivò ad Adrianopoli? ________________________

10. Quanto tempo rimase in quella città? ______________________________

11. Quale fu lo sviluppo più significativo che ebbe luogo ad Adrianopoli?

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12. Attraverso quanti stadi passò la Dichiarazione della Missione di Bahá’u’lláh all’umanità? _________________________________________

13. Quale fu il primo stadio? _______________________________________

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14. Quale fu il secondo stadio? _____________________________________

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15. Quale fu il terzo stadio? ________________________________________

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Sezione 25

L’aperta opposizione di Mirza Ya?yá a Bahá’u’lláh in Adrianopoli suscitò un grande scompiglio tra i credenti, molti dei quali si erano appena fatti una vaga idea del Rango di Bahá’u’lláh. Questo fornì ai nemici della Causa, che avevano alle spalle il potere di due governi, quello persiano e quello ottomano, l’opportunità di cui avevano bisogno per infliggere un nuovo colpo alla neonata Fede di Dio. Una mattina, improvvisamente, la casa di Bahá’u’lláh fu circondata dai soldati e fu detto a tutti di prepararsi a partire immediatamente. Per qualche tempo nessuno seppe quale sarebbe stato il loro destino. Il loro più grande timore era di essere separati dal loro Amato, dato che correva voce che Bahá’u’lláh e la Sua famiglia sarebbero stati esiliati in un luogo e gli altri sarebbero stati costretti a separarsi. Alla fine fu chiaro che Bahá’u’lláh sarebbe stato esiliato nella città prigione di ‘Akká e Mirza Ya?yá nell’isola di Cipro. La maggior parte degli esuli, circa settanta, furono mandati ad ‘Akká, anche due dei più pericolosi seguaci di Mirza Ya?yá. Quattro compagni di Bahá’u’lláh, invece, furono esiliati a Cipro con il gruppo di Mirza Yayha.

Bahá’u’lláh e la Sua famiglia lasciarono Adrianopoli il 12 agosto 1868 e, dopo un difficile viaggio, via mare e via terra, arrivarono ad ‘Akká il 31agosto. Gli abitanti di ‘Akká erano abituati all’arrivo di prigionieri, perché la città era stata adibita dagli ottomani a luogo di esilio per criminali e agitatori politici. Questa volta era stato detto che i nuovi arrivati erano nemici dello stato, di Dio e della religione. Il sultano aveva ordinato di metterli in carcere duro e lui e i suoi ministri avevano espresso la speranza che le difficili condizioni di ‘Akká li sterminassero. L’ordine del sultano era stato letto pubblicamente nella moschea e tutti compresero che quei persiani erano stati condannati al carcere a vita e che era severamente proibita associarsi con loro.

Dopo essere sbarcati ad ‘Akká gli esuli furono condotti nella caserma, una sezione della quale sarebbe stata la loro prigione. La prima notte furono lasciati senza mangiare e senza bere e, in seguito, ricevettero ogni giorno tre pezzi di pane di bassa qualità ciascuno. Ben presto tutti, tranne due, si ammalarono e, poco dopo, tre di loro morirono. Le guardie si rifiutarono di seppellire le salme senza il pagamento delle spese necessarie. Un tappetino per le preghiere usato da Bahá’u’lláh fu venduto e il ricavato fu consegnato alle guardie. Si venne poi a sapere che non avevano mantenuto la parola e che avevano seppellito i morti senza lavarli, senza avvolgerli in un sudario e senza bara. Eppure avevano avuto il doppio della somma necessaria per il funerale!

Anche se le condizioni dell’imprigionamento migliorarono gradualmente, il primo anno trascorso ad ‘Akká fu un periodo di gravi sofferenze per Bahá’u’lláh. Quella che aveva sopportato nel Síyáh-Chál Gli era stato inflitto solamente da nemici esterni alla Fede. Il tumulto di Adrianopoli aveva origini interne. Ma le crisi di quei primi anni ad ‘Akká erano il risultato dell’attività di nemici della Fede, sia interni, sia esterni. Egli Stesso ha accennato a quel periodo con le seguenti parole:

«Sappi che giunti in questo Luogo, decidemmo di chiamarlo “la Più Grande Prigione”. Benché in precedenza sottoposto in altra terra (Teheran) a catene e ceppi, pure Ci rifiutammo di chiamarla con questo nome. Dì: meditate su ciò, voi dotati di comprensione!”»49

Malgrado l’ordine del Sultano, che nessuno si associasse con Bahá’u’lláh e la Sua famiglia, alcuni credenti affrontarono il lungo viaggio dalla Persia ad ‘Akká, spesso a piedi, nella speranza di essere ammessi alla Sua presenza. Quando arrivavano, queste anime devote, non potendo avvicinarLo, si fermavano a una certa distanza, guardando la Sua prigione, felici di vedere, anche solo di sfuggita, la Sua figura attraverso le sbarre della finestra. Un saluto dalla Sua benedetta Mano era una ricompensa sufficiente a ripagare mesi di viaggio e molti di loro sarebbero così ritornati a casa, grati della benedizione che avevano ricevuto.

L’evento più tragico di questo periodo fu la morte improvvisa di Mirza Mihdi, figlio di Bahá’u’lláh, conosciuto come il Ramo Più Puro. Una sera, mentre camminava sul tetto della caserma assorto nella preghiera e nella meditazione, cadde da un lucernario su una cassa di legno sul pavimento sottostante. Si ruppe le costole e, sebbene fosse chiamato un dottore, non ci fu nulla da fare. Morì in ventidue ore. Prima che morisse, Bahá’u’lláh gli chiese che cosa desiderasse: «Desidero che la gente di Bahá possa giungere alla Tua presenza». «E così sarà», disse Bahá’u’lláh. «Dio esaudirà il tuo desiderio».50

Sebbene Bahá’u’lláh abbia sofferto molto nella Più Grande Prigione, dobbiamo ricordare che il Suo esilio ad ‘Akká fu il compimento di tutte le antiche profezie. Ad ‘Akká il Sole della Verità avrebbe brillato per ventiquattro anni in pieno splendore. In questo periodo, mentre visitava il monte Carmelo, nella vicina Haifa, Bahá’u’lláh avrebbe indicato ad ‘Abdu’l-Bahá il luogo in cui sarebbe stato più tardi costruito il Mausoleo del Báb. I Suoi stessi resti furono sepolti nelle vicinanze di ‘Akká, che sarebbe divenuto il Luogo Più Santo della terra e la Qiblih della gente di Bahá. Vicino al Santo Mausoleo del Báb si sarebbe insediata la Casa Universale di Giustizia. Le città gemelle di ‘Akká ed Haifa sarebbero divenute il centro mondiale amministrativo e spirituale della Fede Bahá’í. Egli aveva già alluso al Suo esilio ad ‘Akká in una Tavola, dicendo: «Al Nostro arrivo fummo salutati da vessilli di luce, sui quali la Voce dello Spirito si levò dicendo: “Ben presto tutto ciò che dimora sulla terra sarà arruolato sotto questi vessilli”».51

Esercizi:

1. Come usarono i nemici della Fede a proprio vantaggio i problemi creati da Mirza Ya?yá? ________________________________________________

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2. Dove fu poi esiliato Bahá’u’lláh? ________________________________

3. Dove fu mandato Mirza Ya?yá? _________________________________

4. Quante persone accompagnarono Bahá’u’lláh ad ‘Akká? ______________

5. Perché pensi che alcuni seguaci di Bahá’u’lláh furono mandati a Cipro con Mirza Ya?yá e due sostenitori di Ya?yá furono mandati ad ‘Akká?

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6. Quando partì Bahá’u’lláh da Adrianopoli? _________________________

7. Quando arrivò ad ‘Akká? _______________________________________

8. Quali ordini aveva dato il sultano per la prigionia di Bahá’u’lláh e dei credenti che Lo accompagnavano? __________________________________

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9. Come venne a conoscenza di questo ordine la popolazione di ‘Akká? ____

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10. Dove furono condotti Bahá’u’lláh e i Suoi compagni al loro arrivo ad ‘Akká?

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11. Descrivete con le vostre parole le condizioni di quei primi giorni di prigionia.

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12. Con quale nome Bahá’u’lláh definì ‘Akká? _________________________

13. Quale fu l’evento più tragico che accadde nei primi anni ad ‘Akká? _____

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14. Descrivete con parole vostre le circostanze della morte del Ramo Più Puro.

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15. Quanti anni Bahá’u’lláh rimase tra ‘Akká e le vicinanze? _____________

16. Che cosa significa la parola «qiblih»? _____________________________

17. Qual’è la qiblih della gente di Bahá e dove si trova? __________________

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18. Che cosa indicò Bahá’u’lláh ad ‘Abu’l-Bahá mentre visitavano il Monte Carmelo ad Haifa? ____________________________________________

19. Dove si trova la sede della Casa Universale di Giustizia? ______________

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20. Dove si trova il centro mondiale spirituale e amministrativo delle Fede Bahá’í? _______________________________________________________

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21. In quali condizioni i primi pellegrini compivano il viaggio verso ‘Akká? _

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22. Sapete che cosa fanno oggi i pellegrini quando visitano Haifa e ‘Akká? Potrebbe farvi piacere chiedere a uno degli amici nella vostra comunità, che è stato in Terra Santa in pellegrinaggio, di raccontare le sue esperienze.

Sezione 26

Ad ‘Akká, Bahá’u’lláh continuò la Sua proclamazione universale. Riportiamo ora alcuni brani che da Adrianopli e ‘Akká Egli indirizzò ai re e ai governanti del mondo:

All’imperatore dei francesi, Napoleone III:

«O Re di Parigi! Dì ai sacerdoti che smettano di suonare le campane. Nel nome di Dio, l’Unico Vero! La Più Potente Campana è apparsa nella forma di Colui Che è il Più Grande Nome…».52

A Nicola Alessandro II, lo zar di Russia:

«Sorgi fra gli uomini nel nome di questa Causa soggiogatrice e invita le nazioni a Dio, il Possente, il Grande».53

Alla regina Vittoria d’Inghilterra:

«Metti da parte il tuo desiderio e rivolgi il cuore verso il tuo Signore, l’Antico dei Giorni. Facciamo menzione di te per amore di Dio e desideriamo che il tuo nome sia esaltato per aver tu ricordato Dio, il Creatore della terra e del cielo».54

A Guglielmo I, re di Prussia:

«Fa’ attenzione che l’orgoglio non t’impedisca di riconoscere l’Alba della Rivelazione Divina, che i desideri terreni non ti separino, come con un velo, dal Signore del Trono in alto e della terra quaggiù».55

A Francesco Giuseppe, imperatore dell’Austria:

«Apri gli occhi, sì che Tu possa contemplare questa gloriosa Visione, e riconoscere Colui Che invochi giorno e notte, e mirare la Luce che risplende su questo Orizzonte luminoso».56

Ad ‘Abdu’l-Aziz, sultano dell’Impero ottomano:

«Non trascurare il timor di Dio e sii di coloro che agiscono con rettitudine. Circondati di ministri da cui si aspiri fragranza di fede e di giustizia, consultali e scegli ciò che ti sembra meglio e sii di coloro che si comportano con generosità».57

A Ná?iri’d-Dín, lo scià di Persia:

«Preghiamo che, per la Sua munificenza – glorificato sia – Egli liberi, per mezzo di questa prigionia, il collo degli uomini da catene e ceppi e li faccia volgere con volto sincero verso il Suo Volto, Che è il Possente, il Munifico. Egli è pronto a rispondere a chiunque Lo invochi ed è vicino a coloro che sono in comunione con Lui».58

Ai governanti americani e ai presidenti delle loro repubbliche:

«Con le mani della giustizia ricongiungete gli sbandati e schiacciate l’oppressore prosperante con la verga dei comandamenti del vostro Signore, l’Ordinatore, il Saggio».59

Al papa Pio IX:

«II Verbo che il Figlio celò è ora manifesto. È stato inviato in forma di tempio umano in questo giorno. Benedetto sia il Signore Che è il Padre! In verità, Egli è venuto alle nazioni nella Sua massima maestà».60

All’intero corpo dei monaci della Chiesa cristiana:

«O accolta di monaci! Non vi segregate nei chiostri e nelle chiese. Uscitene col Mio permesso ed occupatevi di ciò che sarà di profitto a voi e agli altri».61

Sezione 27

Quattro mesi dopo l’improvvisa morte del Ramo Più Puro Bahá’u’lláh e i Suoi compagni furono trasferiti dalla caserma, per lasciare il posto alle truppe dell’esercito. Lui e la Sua famiglia furono alloggiati, per brevi periodi, in diverse case e, alla fine, trasferiti nella casa oggi conosciuta come Casa di ‘Abbúd. Restarono sotto sorveglianza, circondati da una popolazione che, influenzata dagli ordini del sultano, era ostile e maldisposta.

Ma con il passare del tempo la popolazione di ‘Akká arrivò a riconoscere l’innocenza del piccolo gruppo di esuli dalla Persia e le condizioni della prigionia migliorarono. Molti cambiamenti avvennero grazie ad ‘Abdu’l-Bahá, Che aveva molti contatti con gli abitanti della città e riuscì a dimostrare loro le vere motivazioni dei bahá’í e lo spirito degli Insegnamenti di Suo Padre. Col tempo, Bahá’u’lláh poté uscire dalla città e visitare i suoi dintorni. Dopo essere stato confinato così a lungo tra le mura di una città desolata, Bahá’u’lláh poté ora trascorrere un po’ di tempo in campagna e godere della bellezza e dell’amenità della natura che tanto amava.

Bahá’u’lláh trascorse gli ultimi anni della Sua vita nella Magione di Bahjí, appena fuori ‘Akká. Costruita mentre era imprigionato tra le mura della città, la Magione ere stata abbandonata dai proprietari quando, nella zona, era scoppiata un’epidemia. ‘Abdu’l-Bahá la poté prendere per il Suo amato Padre, prima affittandola e poi acquistandola definitivamente.

Ormai l’atteggiamento verso Bahá’u’lláh e i Suoi seguaci, non solo della popolazione di ‘Akká, ma anche delle vicine regioni della Siria e del Libano, era completamente cambiato. Sebbene gli ordini del sultano non fossero stati revocati ed Egli fosse, formalmente, un prigioniero sottoposto a stretta sorveglianza, in realtà era riverito e rispettato come un re. Persino gli ufficiali della regione venivano a chiedere la Sua opinione e i Suoi consigli. Tale era il potere della Rivelazione di Bahá’u’lláh da trasformare i cuori degli uomini.

Negli anni che trascorse ad ‘Akká e Bahjí, Bahá’u’lláh rivelò volumi su volumi di consigli che avrebbero permesso all’umanità di costruire una gloriosa civiltà mondiale. Il più imponente dei Lavori fluiti dalla Sua penna fu il Kitáb-i-Aqdas, il Libro Più Santo della Sua Dispensazione, rivelato nella casa di ‘Abbúd intorno al 1873. Shoghi Effendi, riferendosi agli Scritti di Bahá’u’lláh in Terra Santa, ha scritto:

«Gli scritti di Bahá’u’lláh di questo periodo, se esaminiamo il vasto campo che essi abbracciano, sembrano rientrare in tre categorie distinte. La prima comprende quelli che costituiscono il seguito della proclamazione della Sua Missione ad Adrianopoli. La seconda include le leggi e le ordinanze della Sua Dispensazione, che, per la maggior parte, sono state registrate nel Kitáb-i-Aqdas, il Suo Libro Più Santo. Alla terza vanno ascritte quelle Tavole che in parte enunciano e in parte riaffermano le principali dottrine e i principi fondamentali di quella Dispensazione».62

La grande espansione della Fede di Bahá’u’lláh nel mondo occidentale non avvenne durante la Sua vita, ma avrebbe dovuto attendere il periodo del Ministero di ‘Abdu’l-Bahá. I Suoi Insegnamenti, tuttavia, erano stati presentati nei paesi occidentali e alcuni sapevano del Prigioniero di ‘Akká, Che esercitava una grande influenza su coloro con cui entrava in contatto. Nella primavera del 1890, verso la fine della vita di Bahá’u’lláh, Edward Granville Browne, un noto studioso di Cambridge in Inghilterra, venne a visitarLo. Il seguente brano è tratto dai ricordi di quello storico incontro:

«… la mia guida ristette per un istante, mentre io mi toglievo le scarpe. Indi, con un rapido movimento della mano, tirò la cortina, che rimise a posto dopo il mio passaggio. Mi trovai in un’ampia stanza, in fondo alla quale era situato un basso divano, mentre al lato opposto alla porta v’erano due o tre sedie. Sebbene sospettassi vagamente dove mi recassi e chi avrei visto (non me ne era stata data, infatti, alcuna idea precisa) trascorsero un paio di secondi prima che, con un palpito di meraviglia e rapimento, mi rendessi definitivamente conto che nella stanza v’era qualcuno. Nell’angolo dove il divano incontrava il muro, sedeva una figura meravigliosa e venerabile, coronata da un copricapo di feltro chiamato dai dervisci taj (ma di altezza e foggia non comuni) avvolto, alla base, da un piccolo turbante bianco. Mai potrò dimenticare il viso di Colui che stavo guardando con intensità, sebbene ora io sia incapace di descriverlo. Quegli occhi penetranti sembravano leggere nell’anima; la fronte, assai spaziosa, denotava possanza e autorità, mentre le profonde rughe del viso e della fronte dimostravano un’età che il nero corvino dei capelli e della magnifica barba fluente fin quasi alla cintola, pareva contraddire. Non v’era certo bisogno di chiedere alla presenza di chi mi trovassi, mentre m’inchinavo dinnanzi a Colui che è oggetto di devozione e di amore tali che i re possono invidiare e gli imperatori sospirare invano!

«Una voce dignitosa e gentile m’invitò a sedere e indi proseguì: “Sia lodato Dio che tu giungesti!… Sei venuto a vedere un prigioniero e un esule… Noi desideriamo soltanto il bene del mondo e la felicità delle nazioni; eppure ci considerano come un fomentatore di discordie e sedizioni, punibile con la cattività e l’esilio… Tutte le nazioni abbraccino la medesima fede e tutti gli uomini divengano fratelli; i legami d’affetto e d’unione fra la progenie umana si rafforzino; le diversità di religione cessino e l’antagonismo di razza svanísca: che male v’è in ciò?… Eppure tutto ciò avverrà; le lotte infruttuose, le guerre rovinose svaniranno e si avrà l’avvento della ‘Più Grande Pace’… Non avete bisogno di ciò anche voi in Europa? Non è questo ciò che Cristo predisse? Eppure vediamo i vostri re e governanti sperperare i loro tesori più prodigamente nei mezzi di distruzione della razza umana che in ciò che potrebbe apportare felicità all’umanità stessa. Queste lotte, questo spargimento di sangue e le discordie devono cessare e tutti gli uomini vivere come consanguinei in una sola famiglia… Che nessuno si glori di amare il proprio paese; si glori piuttosto d’amare il genere umano…”».63

Esercizi:

1. In quale occasione Bahá’u’lláh e i Suoi compagni furono allontanati dalla caserma? ____________________________________________________

2. Come si chiama la casa di ‘Akká in cui Bahá’u’lláh e la Sua famiglia vennero alla fine alloggiati? ________________________________________

3. Come cambiarono le loro condizioni di vita ad ‘Akká? ________________

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4. Quale fu la causa di questo cambiamento? _________________________

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5. Come si chiama la casa in cui Bahá’u’lláh trascorse gli ultimi anni della Sua vita? ____________________________________________________

6. In quale occasione ‘Abdu’l-Bahá acquistò la casa di Bahji? ____________

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7. Qual è l’opera più importante rivelata da Bahá’u’lláh negli anni di ‘Akká?

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8. Dove e quando fu rivelata? ______________________________________

9. Quali sono le tre categorie in cui, secondo gli scritti di Shoghi Effendi, si possono classificare gli scritti di questo periodo?

a.__________________________________________________________

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b. __________________________________________________________

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c. __________________________________________________________

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10. Indicate qualche legge della Dispensazione di Bahá’u’lláh. ____________

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11. Indicate qualche dottrine e qualche principio della Sua Dispensazione. ___

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12. Chi era Edward Granville Browne? _______________________________

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13. Immaginate di essere Edward Granville Brown e di essere ad una riunione in Inghilterra. Racconta la storia del tuo incontro con Bahá’u’lláh con il giusto entusiasmo.

Sezione 28

Il Kitáb-i-Aqdas non è un libro voluminoso, è costituito solamente da 190 paragrafi. Nonostante questo vi sono contenute tutte le leggi e le ordinanze alla base della futura civiltà mondiale. Shoghi Effendi lo ha definito Libro Madre della Dispensazione di Bahá’u’lláh e Carta di questo Nuovo Ordine Mondiale. Studierete alcuni brani del Kitáb-i-Aqdas ripetutamente nel corso della vostra vita, sforzandovi di allineare i vostri pensieri e le vostre azioni ai comandamenti di Dio. Per ora vi suggeriamo di imparare a memoria i cinque paragrafi di apertura:

«Il primo dovere prescritto da Dio ai Suoi servi è il riconoscimento di Colui Che è l’Alba della Sua Rivelazione e la Fonte delle Sue Leggi, che rappresenta la divinità tanto nel Regno della Sua Causa quanto nel mondo della creazione. Chiunque adempie questo dovere raggiunge ogni bene e chiunque né è privo è perduto, anche se abbia compiuto degne azioni. È dovere di ognuno che giunga a questo stadio sublime, a questa vetta di gloria trascendente di osservare ogni comandamento di Colui Che è il Desìo del mondo. Questi doveri gemelli sono inseparabili; l’uno non è accetto senza l’altro. Così è stato decretato da Colui Che è la Sorgente dell’ispirazione divina.

«Coloro che Dio ha dotato di percezione riconosceranno facilmente che i precetti decretati da Dio costituiscono i mezzi più elevati per il mantenimento dell’ordine nel mondo e per la sicurezza dei popoli. Chi se ne allontana sarà annoverato fra gli abbietti e gli stolti. In verità vi abbiamo comandato di respingere gli impulsi delle azioni malvagie e dei desideri corrotti e di non oltrepassare i limiti fissati dalla Penna dell’Altissimo, poiché essi sono l’alito della vita per tutte le cose create. I mari della saggezza divina e dei detti di Dio si sono gonfiati al soffio della brezza del Misericordiosissimo. Affrettatevi a berne appieno, o uomini di comprensione! Coloro che hanno violato il Patto di Dio trasgredendo i Suoi comandamenti e ritornando sui propri passi hanno errato deplorevolmente agli occhi di Dio, Colui Che tutto possiede, l’Altissimo.

«O popoli del mondo! Sappiate per certo che i Miei comandamenti sono le lampade della Mia amorevole provvidenza fra i Miei servi e le chiavi della Mia misericordia per le Mie creature. Questo è stato inviato dal cielo della Volontà del Vostro Signore, il Signore della Rivelazione. Se un uomo potesse gustare la dolcezza delle parole che le labbra del Misericordiosissimo hanno voluto pronunciare, egli, pur possedendo i tesori della terra, rinunzierebbe a tutto per rivendicare la verità di uno solo dei Suoi comandamenti che alti risplendono sull’Alba della Sua munifica sollecitudine e della Sua amorosa premura.

«Dì: dalle Mie leggi si aspira il profumo soave della Mia veste e col loro aiuto gli stendardi della Vittoria saranno issati sulle vette piè elevate. La lingua del Mio potere, dal cielo della Mia gloria onnipotente, ha rivolto queste parole alla Mia creazione: “Osserva i Miei comandamenti per amore della Mia Beltà”. Felice l’amante che ha aspirato la divina fragranza del suo Prediletto da queste parole impregnate dell’aroma di una grazia che nessuna lingua può descrivere. Per la Mia vita! Colui che ha bevuto il prelibato vino dell’equità dalle mani del Mio munifico favore graviterà attorno ai Miei comandamenti che alti risplendono sull’alba della Mia creazione.

«Non crediate che vi abbiamo rivelato un semplice codice di leggi. Anzi, con le dita della forza e del potere vi abbiamo dissuggellato il Vino prelibato. Ne fa testimonianza ciò che la Penna della Rivelazione ha rivelato. Meditate, o uomini d’intuizione!».64

Sezione 29

Gli esili di Bahá’u’lláh, pur apparentemente intrapresi per ordine delle forze del mondo, furono diretti dalla Mano dell’Onnipotente Iddio. Le forze spirituali sprigionate quando la Manifestazione di Dio si mosse da un luogo all’altro, giungendo infine in Terra Santa, dove si sarebbe insediato il centro amministrativo e spirituale della Sua Fede, sono incalcolabili. Riportiamo una cartina che mostra il percorso dei Suoi esili. Dovreste impararne a memoria i dettagli e incidere chiaramente nella mente l’immagine della via che Lo condusse dall’Iran alla Terra Santa.

Sezione 30

Negli anni in cui una Manifestazione di Dio si trova tra gli uomini, la Sua straordinaria potenza pervade tutto il mondo, producendo un profondo cambiamento nella realtà di tutte le cose create. In questo glorioso Giorno Bahá’u’lláh ha rivelato all’umanità la parola di Dio per quasi quarant’anni, conferendo al mondo dell’essere potenzialità illimitate che sviluppandosi faranno sorgere una civiltà di inimmaginabile bellezza. Questi quarant’anni di Rivelazione continua si conclusero il 29 maggio 1892.

Nove mesi prima della Sua ascensione, Bahá’u’lláh aveva espresso il desiderio di lasciare questo mondo. Da quel momento in poi divenne sempre più chiaro dal tono delle Sue affermazioni, che la fine della Sua vita su questa terra era imminente. La notte dell’8 maggio 1892 Gli venne una leggera febbre. La temperatura si alzò il giorno successivo, ma poi sembrò passare. Bahá’u’lláh continuò a permettere che alcuni amici e pellegrini Lo incontrassero, ma ben presto fu evidente che non stava bene. La febbre ritornò più forte di prima e le Sue condizioni peggiorarono lentamente. All’alba del 29 maggio 1892, a 75 anni di età, il Suo spirito lasciò questo mondo.

Sei giorni prima di morire, aveva chiamato alla Sua presenza tutti i credenti riuniti nella Magione di Bahjí, per quello che doveva essere il loro ultimo incontro con Lui. Sdraiato sul letto, sostenuto da uno dei Suoi figli, disse loro. «Sono molto soddisfatto di tutti voi», disse. «Avete reso numerosi servigi e siete stati molto solleciti nei vostri lavori. Siete venuti qui ogni mattina e ogni sera. Possa Dio assistervi a rimanere uniti. Possa aiutarvi a esaltare la Causa del Signore dell’essere».65 A coloro che si erano riuniti attorno a Lui vennero le lacrime agli occhi.

La notizia del Suo trapasso fu immediatamente comunicata al sultano, con un telegramma. Il messaggio incominciava con queste parole: «Il Sole di Bahá è tramontato» e proseguiva informando il sultano dei progetti per seppellire le sacre spoglie mortali vicino alla Magione. Fu scelta una piccola stanza in una casa situata a ovest della Magione e, subito dopo il tramonto, nello stesso giorno della Sua ascensione, il Suo Corpo fu sepolto. La qiblih della gente di Bahá era ora fissata in quel sacro Luogo. Nabíl descrive con queste parole l’agonia di quei giorni: «Pareva che il turbamento spirituale suscitato nel mondo della polvere avesse fatto tremare tutti i mondi di Dio… La mia lingua interiore ed esteriore non è in grado di descrivere la condizione in cui eravamo… Nella confusione generale si vide una moltitudine di abitanti di ‘Akká e dei villaggi vicini, che gremiva i campi attorno alla Magione, piangere, battersi il capo e gridare a gran voce il proprio cordoglio».66

Per un’intera settimana un gran numero di persone in lutto, ricchi e poveri, vennero a esternare il loro dolore alla famiglia di Bahá’u’lláh. Persone importanti, provenienti da tutti i settori della società, compresi musulmani, cristiani, ebrei, poeti, esponenti del clero e funzionari del governo, si unirono al cordoglio per la Sua morte e alle lodi delle Sue virtù e della Sua grandezza. Molti Gli resero anche tributi scritti. Analoghi tributi giunsero da città di tutta la regione e furono tutti presentati ad ‘Abdu’l-Bahá, Che ora rappresentava la Causa di Bahá’u’lláh. Ma queste espressioni di cordoglio non furono, nelle parole del Custode, «che una goccia in confronto all’oceano di dolore e agli innumerevoli segni d’illimitata devozione che, nell’ora del tramonto del Sole della Verità, sgorgarono dai cuori delle migliaia di persone che avevano abbracciato la Sua Causa, decise a tenere alto il suo vessillo in Persia, India, Russia, Iraq, Turchia, Palestina, Egitto e Siria».67

Esercizi:

1. Presentate al gruppo un resoconto, con parole vostre, dell’ascensione di Bahá’u’lláh.

Sezione 31

Dopo l’ascensione di Bahá’u’lláh, ‘Abdu’l-Bahá incaricò Nabíl di scegliere alcuni passi che costituiscono il testo della Tavola della Visitazione. Questa Tavola è recitata alle Tombe del Báb e di Bahá’u’lláh. È inoltre usata spesso nelle commemorazioni dei Loro anniversari. L’Ascensione di Bahá’u’lláh è commemorata nelle prime ore del 29 maggio. Diverrete certamente attivi sostenitori di questi incontri nelle vostre comunità e, quindi, imparerete bene il testo di questa bellissima Tavola.

«La lode sorta dal Tuo augustissimo Essere e la gloria che irradiò dalla Tua fulgente Beltà si posino su Te, o Tu Che sei la Manifestazione della Magnificenza, il Re dell’Eternità e il Signore di tutti coloro che sono in cielo ed in terra! Attesto che per Te la sovranità di Dio e il Suo dominio, la maestà di Dio e la Sua magnificenza sono state rivelate, che le Stelle Mattutine dell’antico splendore hanno diffuso la loro radiosità nel cielo del Tuo decreto irrevocabile e la Beltà dell’Invisibile ha brillato all’orizzonte della creazione. Attesto, inoltre, che con un sol tratto della Tua Penna è stata sancita la Tua ingiunzione “Sii Tu” e il segreto celato di Dio è stato palesato, e tutte le cose create sono state chiamate all’esistenza, e tutte le Rivelazioni sono state inviate.

«Attesto, altresì, che, per la Tua beltà, la beltà dell’Adorato è stata svelata, che, per mezzo del Tuo volto, il volto del Desiato ha brillato e che, con una sola parola, Tu decidesti tra tutte le cose create concedendo a coloro che Ti sono devoti di ascendere all’apice della gloria e facendo cadere gli infedeli nel più infimo abisso.

«Attesto che colui che ha conosciuto Te ha conosciuto Iddio, e colui che è giunto alla Tua presenza è giunto alla presenza di Dio. Immensa è perciò la benedizione di chi ha creduto in Te e nei Tuoi segni, si è umiliato innanzi alla Tua sovranità ed è stato onorato dall’incontrarTi, ha raggiunto il bene del Tuo volere, si è volto intorno a Te ed è restato innanzi al Tuo trono. Male incolga a Colui che ha peccato contro di Te, che Ti ha rinnegato e ha ripudiato i Tuoi segni, si è ribellato alla Tua sovranità e si è sollevato contro di Te, s’è enfiato d’orgoglio al Tuo cospetto e si è opposto alle Tue testimonianze, si è sottratto alla Tua sovranità e al Tuo dominio ed è stato annoverato fra gli infedeli i cui nomi sono stai vergati dalle dita del Tuo comando sulle Tue sante Tavole.

«Alita su me, adunque, o mio Dio e Beneamato, dalla mano destra della Tua misericordia e della Tua amorosa benevolenza, i santi respiri dei Tuoi favori, affinché possano distaccarmi da me stesso e dal mondo e condurmi alle corti della Tua vicinanza e della Tua presenza. Tu hai il potere di fare ciò che Ti aggrada. Tu sei stato, in verità, supremo su tutte le cose.

«Il ricordo di Dio e la Sua lode, la gloria di Dio e il Suo splendore riposino su Te, o Tu Che sei la Sua Beltà! Attesto che l’occhio della creazione non si è mai posato su uno più vilipeso di Te. Tutti i giorni della Tua vita fosti immerso in un Oceano di tribolazioni. Una volta fosti in ceppi ed in catene, un’altra ti minacciò la spada dei Tuoi nemici. Eppure, nonostante tutto ciò, ingiungesti a tutti gli uomini d’osservare ciò che Ti era stato prescritto da Colui Che è l’Onnisciente, il Saggio.

«Possa il mio spirito essere sacrificato per le ingiustizie che hai sofferto e l’anima mia riscattare le avversità che hai sopportato. Imploro Dio, per Te e per coloro i cui volti sono stati illuminati dagli splendori della luce del Tuo sembiante e che per amor Tuo hanno osservato tutto ciò che era stato loro comandato, di rimuovere i veli che si sono frapposti fra Te e le Tue creature e di concedermi il bene di questo mondo e di quello avvenire. Tu sei, in verità, l’Onnipotente, l’Eccelso, il Gloriosissimo, Colui Che Sempre Perdona, il Compassionevole.

«Benedici, o Signore mio Dio, il Divino Albero di Loto e le sue foglie e i suoi virgulti, i suoi rami, i suoi fusti e i suoi germogli fin quando dureranno i Tuoi più eccellenti titoli e i Tuoi più augusti attributi. Proteggilo, adunque, dalle insidie dell’aggressore e dalle schiere della tirannide. Tu sei, in verità, il Possente, l’Onnipotente. Benedici anche, o Signore mio Dio, i Tuoi servi e le Tue ancelle che sono venuti a Te. Tu, in verità, sei il Munifico, la Cui misericordia è infinita. Non v’è altro Dio che Te, Colui Che Sempre Perdona, il Generosissimo».68

Sezione 32

Dalla vostra esperienza sapete che, negli anni, avrete numerose opportunità di raccontare la storia della vita di Bahá’u’lláh. Il resoconto della Sua vita che avete studiato qui è più dettagliato di quello presentato nel secondo libro. Avrete modo di utilizzare le vostre nuove conoscenze, in vario grado, viva via che parteciperete alle attività d’insegnamento. In molte occasioni occorrerà una presentazione semplice, specialmente per l’approfondimento dei nuovi dichiarati. Le pagine seguenti vi aiuteranno in questo compito.


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