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Varie : Insegnare nelle classi per bambini
Insegnare nelle classi
per bambini
Primo grado
Istituto Ruhi
Terzo libro
Insegnare nelle classi
per bambini
Primo grado
Istituto Ruhi
Libri della serie:
Primo libro: Riflessioni sulla vita dello spirito
«Comprendere gli Scritti bahá’í»
«La preghiera»
«La vita e la morte»
Secondo libro: Levarsi a servire
«La gioia dell’insegnamento»
«Temi di approfondimento»
«Introduzione ai principi bahá’í»

Terzo libro: Insegnare nelle classi per bambini, primo grado

«Principi di educazione bahá’í»
«Lezioni per classi per bambini, primo grado»
«Insegnare in una classe per bambini»
@ Copyright 2004

Titolo orginale: teaching Children’s Classes Grade 1

1a edizione italiana 2004
Indice
Ai collaboratori
Principi di educazione bahá’í
Lezioni per classi per bambini, primo grado
Insegnare in una classe per bambini
Ai collaboratori

Questo libro è composto da tre capitoli intesi ad aiutare chi desideri intraprendere l’assai meritevole servizio di insegnare in una classe regolare per l’educazione spirituale dei bambini. Si presume che chi si accosta a questo studio abbia già partecipato a corsi nei quali sia stato preso in esame almeno il Primo libro dell’Istituto Ruhi.

I bahá’í che hanno insegnato la Fede in aree ricettive non saranno sorpresi dalla grande importanza che l’Istituto Ruhi attribuisce alle classi per bambini. È ben noto che i nuovi credenti, specialmente nelle aree rurali e nelle periferie delle grandi città, vogliono che i loro bambini siano educati da insegnanti bahá’í. Sfortunatamente non ci sono mai stati abbastanza insegnanti per rispondere a questa comprensibilissima domanda e, per una ragione o per l’altra, molti bahá’í competenti che potrebbero insegnare ai bambini non hanno attribuito la dovuta importanza a questo atto di servizio da cui dipende il futuro delle nuove generazioni.

È importante ricordare che le classi bahá’í per bambini non assomigliano alle classi di indottrinamento comuni in molte altre religioni. Anche se i bambini sono educati ai principi, agli insegnamenti e alle credenze basilari della Fede, ci si occupa soprattutto di incoraggiarli a imparare a pensare, a riflettere e a mettere in pratica le leggi spirituali nella vita personale e sociale. Specialmente nei primi anni della fanciullezza, si dà molta importanza allo sviluppo delle qualità spirituali e di quelle credenze, abitudini e comportamenti che sono gli attributi essenziali di una persona spirituale.

Il desiderio di evitare indottrinamenti e catechesi non deve, tuttavia, far trascurare la formazione religiosa. Le dottrine che hanno trascurato l’educazione religiosa dei bambini, lasciandoli liberi di acquisire i propri modelli e le proprie credenze, presumibilmente per libera scelta, dall’interazione con la società, hanno dato un grande contributo all’attuale stato di disgregazione morale. Chi propone queste dottrine non sembra rendersi conto del fatto che gli interessi politici, economici e culturali presenti nelle società promuovono aggressivamente i propri modelli di pensiero e di comportamento. Ma anche se così non fosse, non c’è ragione di ritenere che una nuova generazione di bambini possa creare un mondo migliore senza un’educazione essenzialmente spirituale. Lasciata alle proprie inclinazioni senza la guida divina, l’umanità non ha mai prodotto altro che caos, ingiustizia e dolore.

Sebbene nel mondo bahá’í le dinamiche dell’educazione dei bambini cambino molto da comunità a comunità, tutti concordano sull’importanza dell’impresa. È evidente che la chiave del successo per qualsiasi piano ambizioso per l’educazione spirituale di un gran numero di bambini è la formazione degli insegnanti. Si spera che questo libro aiuti le istituzioni bahá’í e i loro rappresentanti, soprattutto gli istituti regionali e nazionali, nel loro sforzo di ottenere un cospicuo aumento del numero degli insegnanti ben preparati e disposti a dedicarsi alle classi per bambini.

La prima parte del capitolo, «Principi di educazione bahá’í», esamina alcuni concetti basilari. Oggi, non esiste nel mondo nessun sistema educativo che si possa legittimamente definire «bahá’í». Sarà possibile creare un sistema educativo bahá’í solo grazie agli sforzi di numerosi educatori che lavorino per lunghi periodi di tempo in situazioni e in culture differenti. È possibile, tuttavia, identificare già ora alcuni principi e concetti che dovrebbero influenzare gli sforzi intesi a sviluppare gli elementi dell’educazione bahá’í e questo capitolo ne esamina succintamente alcuni.

Uno dei concetti fondamentali che si discutono in questo capitolo è la nobiltà dell’uomo. È essenziale che i partecipanti al corso – i futuri insegnanti dei bambini – comprendano l’influenza che questo importantissimo principio avrà sul tipo di educazione che lui o lei offrirà. Anche se si limita soltanto ad accettare il concetto che ogni studente è «una miniera ricca di gemme di inestimabile valore», l’insegnante della prima classe per bambini si allontana di molto dalle attuali prassi educative. Ma non basta accettare questo concetto. Gli insegnanti bahá’í devono anche imparare a conoscere la natura delle qualità spirituali e sapere abbastanza dei talenti e delle capacità umane per essere in grado di scoprire queste gemme negli allievi e di aiutarli attivamente a raffinarle. Devono anche avere ben compreso l’importanza di aiutare i bambini ad acquisire abitudini e modelli di comportamento che siano in armonia con lo stile di vita bahá’í.

Nel complesso questo capitolo non è difficile e, come tutto il materiale dell’Istituto Ruhi, viene insegnato in corsi condotti da un facilitatore. Il corso può essere condotto meglio se si dividono i partecipanti in piccoli gruppi e se si permette che ogni gruppo vada avanti con il proprio passo e il proprio ritmo. È un punto cruciale, perché ogni tentativo di accelerare o rallentare il passo di un partecipante, obbligandolo o obbligandola ad andare avanti alla stessa velocità degli altri, può intralciarne il processo di apprendimento. Si noti a questo proposito che il ruolo del facilitatore è ugualmente importante tanto per chi impara rapidamente quanto per chi impara più lentamente. Il facilitatore deve discutere tutte le sezioni con ogni gruppo di studenti. I corsi dell’Isituto Ruhi non prevedono che i partecipanti studino da soli e che i facilitatori si limitino a controllare i loro risultati. Perché i partecipanti comprendano il materiale presentato nelle varie sezioni a tre livelli di comprensione – e cioè, il significato delle parole e delle frasi, l’applicazione dei concetti nella vita e nel lavoro e la loro implicazione in certe situazioni ad esse connesse – occorre anche che essi ne discutano con il facilitatore. Per una spiegazione più completa di questi tre livelli di comprensione e sei modi per aiutare i partecipanti a conseguirli, siete pregati di consultare l’introduzione del Primo libro intitolata «Ai collaboratori».

Il secondo capitolo, «Lezioni per classi per bambini, primo grado», è destinato alla formazione degli insegnanti per il primo grado delle classi bahá’í per bambini. A questo scopo, esso esamina alcuni metodi che possono aiutare gli insegnanti a condurre le classi con buoni risultati. Questo capitolo contiene anche quindici lezioni per classi per bambini. Ogni lezione è suddivisa in cinque parti: imparare a memoria preghiere e citazioni, canzoncine, storie, giochi e colori. Si suggerisce che queste quindici lezioni siano ripetute con i bambini due o tre volte l’anno per un totale di trenta – quarantacinque classi. Nell’aiutare i partecipanti al corso a capire i piani delle lezioni e i metodi per condurle, il facilitatore deve tenere a mente i seguenti punti:

* Ci vuole molta pratica per acquisire la capacità di tenere una semplice classe per bambini e le relative competenze. Ci si deve aspettare, quindi, che il corso sia lungo e talvolta difficile. Per fare lezione ai bambini occorre molto di più che leggere il materiale e comprenderne il contenuto. Il facilitatore deve lasciare ai futuri insegnanti moltissimo tempo per far pratica tenendo delle classi mentre frequentano il corso.

* In genere la maggior parte delle persone che insegnano ai bambini cercano di riprodurre la stessa esperienza di apprendimento che essi hanno avuto nel proprio stadio formativo. Questo capitolo offre suggerimenti dettagliati su come neutralizzare questa normale tendenza e il facilitatore e i partecipanti devono prestarvi grande attenzione.

* Si spera che le classi per bambini divengano uno strumento per sviluppare nei bambini atteggiamenti e qualità spirituali che li avvicinino a Dio. Nelle lezioni di primo grado, l’accento è posto sulle qualità spirituali e si presta poca attenzione alle conoscenze generali della Fede. Una volta formate le basi del carattere del bambino, ci sarà poi molto tempo, negli anni successivi, per impartirgli le necessarie conoscenze.

* Il metodo delle classi per bambini combina attività diverse, tutte concentrate sulla meta principale di stimolare lo sviluppo di atteggiamenti e qualità spirituali. Tutte queste attività ruotano attorno alla Parola creativa, la sola cosa che abbia il potere di suscitare nei bambini sentimenti spirituali e pertanto si dà molta importanza all’imparare a memoria la Parola creativa. Quando s’impara qualcosa a memoria, l’effetto è sempre maggiore se si comprende bene quello che s’impara. Perciò ogni lezione include materiale inteso ad aiutare i bambini a capire il significato delle citazioni, nonché attività che li aiutano ad approfondire questa comprensione. Sfortunatamente, per ora, le canzoncine, i giochi e le storie che rafforzano direttamente i concetti presentati nelle citazioni che si imparano a memoria non sono molti. Si spera che, in futuro, si creino e si raccolgano molte più attività di questo tipo, perché gli insegnanti le possano usare nelle classi per bambini.

* Le storie su ‘Abdu’l-Bahá presentate nelle lezioni sono importantissime, perché Egli è l’Esempio della vita bahá’í. Esse illustrano concretamente le qualità spirituali da esaminare ed è noto che le situazioni concrete aiutano, specialmente i bambini, a capire le spiegazioni astratte. Può darsi che per alcuni partecipanti sia difficile imparare a raccontare le storie in modo da renderle vive per i bambini. Con la pratica è possibile acquisire la capacità di ricordare bene i dettagli che rendono avvincente una storia.

* I piani delle lezioni incluse nel capitolo richiedono ben poco quanto a materiali e risorse esterne. Oltre alle conoscenze che l’insegnante acquisisce con la formazione offerta da questo corso, occorrono soltanto disegni e pastelli per colorare. I disegni da colorare possono essere semplicemente ricopiati dagli insegnanti, ricalcandoli dai fogli campione corrispondenti alle varie lezioni.

* Si raccomanda che i partecipanti incomincino a mettere in pratica le nuove competenze fin dall’inizio del corso. Questo permetterà loro di prepararsi al momento in cui avranno le proprie classi. La prima volta che affrontano una classe di, diciamo, venti bambini è possibile che i nuovi insegnanti si sentano nervosi. Perciò è consigliabile farli incominciare insieme con insegnanti di lunga esperienza o con un piccolo numero di bambini – quattro o cinque. È anche possibile tenere classi nelle quali, all’inizio, si insegnino solo citazioni, senza preoccuparsi di storie, canzoncine o altre attività. Appena l’insegnante prende fiducia, si potranno inserire nella classe altri bambini e introdurre altri elementi.

* Questo materiale è accompagnato da una musicassetta di canzoncine da usare durante la lezione. Gli insegnanti potrebbero servirsene non solo per prepararsi alla classe ma anche per aiutare i bambini a imparare le canzoncine.

Quando si sono valutati i risultati degli sforzi iniziali dell’Istituto Ruhi per quanto riguarda la formazione degli insegnanti, è risultato evidente che era necessario un corso sulla gestione delle classi per bambini, specialmente per coloro che avevano scelto l’educazione dei bambini come area speciale del loro servizio alla Causa. L’ultimo capitolo di questo libro, «Condurre una classe per bambini», è stato elaborato per rispondere a questa esigenza. Come negli altri corsi, i partecipanti devono studiare il capitolo in piccoli gruppi con una persona di maggior esperienza come il facilitatore. Ogni sezione deve essere letta ad alta voce una o due volte e poi i partecipanti devono consultarsi su ciò che hanno letto. Un importante obiettivo del capitolo è aiutare i partecipanti a conseguire una comprensione equilibrata di come ottenere una classe felice, piena di amore, ma anche molto disciplinata. Gli insegnanti bahá’í per bambini non devono imporre la disciplina ricorrendo alla paura e alle punizioni, ma devono sviluppare la capacità di inculcare in ogni bambino una disciplina spirituale che derivi dall’amore e dalla fiducia in Dio.

Principi di
educazione bahá’í
Scopo
Capire alcuni dei principi basilari
dell’educazione bahá’í dei bambini
Sezione 1

Lo scopo di questo corso è di aiutarvi a sviluppare le vostre capacità di insegnanti di classi bahá’í per bambini. Sono classi semplici nelle quali chiunque sia interessato può insegnare ogni settimana a piccoli gruppi di bambini di una comunità bahá’í. In queste classi i bambini imparano a memoria preghiere e citazioni dagli Scritti, ascoltano storie e semplici spiegazioni degli insegnamenti, cantano e giocano. Avrete senz’altro un grande desiderio di incominciare a lavorare come insegnanti nelle classi bahá’í per bambini e perciò dovrete studiare queste pagine con attenzione e meditare sul loro contenuto.

Studiando le seguenti citazioni di Bahá’u’lláh e ‘Abdu’l-Bahá incomincerete ad apprezzare il lavoro di insegnante nelle classi per bambini. Vi sarà utile imparare a memoria queste parole e tenerle sempre a mente quando insegnate.

«Benedetto il maestro che insegna ai bambini…».1

«Tra i massimi servigi che l’uomo può rendere a Dio Onnipotente c’è l’educazione e l’addestramento dei bambini…».2

«Secondo l’esplicito Testo Divino, insegnare ai bambini è indispensabile e obbligatorio. Ne consegue che i maestri sono servi del Signore Iddio, poiché si sono messi a svolgere questo compito, che equivale alla preghiera. Devi perciò ringraziare Iddio con ogni tuo respiro perché stai educando i tuoi figli spirituali».3

1. Rispondere alle seguenti domande:

a. Qual è uno dei massimi servizi che l’uomo può rendere a Dio Onnipotente? _____________________________________________

b. Che cosa dicono gli Scritti bahá’í dell’insegnamento ai bambini?

_____________________________________________________

_____________________________________________________

c. Quale azione equivale a mettersi a insegnare ai bambini?________

_____________________________________________________

2. Indicate se le seguenti affermazioni sono vere o false:

a. Nella Fede bahá’í, è obbligatorio insegnare
ai bambini. V ? F ?
b. Chi insegna ai bambini loda Dio. V F ?

c. I bahá’í non devono pensare a insegnare ai bambini,

perché la maggior parte dei bambini va a scuola. V ? F ?

d. Insegnando ai bambini, si allevano figli e
figlie spirituali. V ? F ?

e. Gli insegnanti sono servi del Signore Iddio. V ? F ?

Sezione 2

Studiando gli Scritti della Fede bahá’í troviamo consigli e insegnamenti che ci indicano come si impartisce una vera educazione. L’insegnamento ha a che fare con l’atteggiamento di amore e comprensione che gli insegnanti devono mostrare verso tutti gli allievi. I vostri allievi saranno molto speciali per voi. Non saranno semplicemente persone alle quali vi è chiesto di insegnare. Ognuno di loro è una creatura unica di Dio, dotata di talenti e capacità personali. Più avanti parleremo di alcuni di questi talenti, ma per ora la cosa più importante è capire che ognuno di loro ha la capacità di conoscere le Manifestazioni di Dio, di obbedire alle Loro leggi e di progredire spiritualmente. Nessun bambino è incorreggibile. Tutti possono essere buoni e tutti possono sviluppare qualità spirituali.

Dovete essere certi nel cuore che gli esseri umani sono stati creati nobili. Nelle vostre classi potrete aiutare gli allievi a dimostrare questa nobiltà.

1. Riportiamo di seguito alcune frasi cha abbiamo appena letto, lasciando qualche spazio bianco. Riempiteli con le parole adatte. Per esempio, se scriviamo «Nessun bambino è _________________ », dovrete scrivere la parola «incorreggibile».

L’atteggiamento di amore e ______________ che gli insegnanti devono mostrare verso tutti gli ________________ è molto importante. L’atteggiamento di __________ e comprensione che gli insegnanti mostrano verso gli allievi è molto _________________ . Ogni studente è una creatura di Dio dotata di ___________ e _________________ . Tuttavia, ________________ ha la capacità di conoscere le _________________ di Dio, di obbedire alle Loro ________ e di ___________ spiritualmente. Tutti hanno la capacità di _____________ le ______________ di Dio, di _____________ alle Loro leggi e di _______________spiritualmente. I vostri allievi saranno molto _______________ per voi. Non saranno semplicemente __________________ alle quali vi è chiesto di insegnare. L’atteggiamento di _________ e _____________che gli insegnanti mostrano verso gli __________ è molto importante. I vostri allievi saranno molto ______________ per voi. Ogni allievo è una ____________ unica di Dio, dotata di _____________ e _________________ . Tutti hanno la capacità di ____________ le Manifestazioni di Dio, di ___________ alle Loro leggi e di ___________ spiritualmente. Tutti i bambini possono essere ___________ e svilupparsi _______________ . Dovete essere ________ nel ____________ che gli esseri umani sono creati __________ . Nelle vostre classi potrete ___________ gli allievi a ____________ questa nobiltà.

2. Potete scrivere le due fasi che ritenete più importanti in questa sezione? Perché sono importanti? ________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

Sezione 3

Ora leggete attentamente le seguenti parole di Bahá’u’lláh e completate le seguenti frasi con le parole adatte.

«Considera l’uomo come una miniera ricca di gemme di inestimabile valore. Solo l’educazione può rivelarne i tesori e permettere all’umanità di goderne».4

Bahá’u’lláh ci insegna che l’uomo è come una ___________ ricca di gemme di inestimabile ___________ . L’uomo è come una miniera __________ di ____________ di ________________valore. Solo ______________________ può _______________ i tesori e permettere all’umanità __________________ .

Sezione 4

Ora imparate a memoria le parole di Bahá’u’lláh e pensate alle seguenti domande: Quali gemme possediamo? Possiamo pensare che le virtù latenti in noi, come l’amore, la gentilezza, la giustizia, la veridicità, la fidatezza, la costanza, l’integrità e la sincerità siano fra queste gemme? Che cosa pensate delle capacità della mente umana, del suo potere di scoprire il mondo della natura, di produrre magnifiche opere d’arte, di esprimere pensieri bellissimi e nobili? E che cosa accadrebbe senza l’educazione? Saremmo in grado di mostrare tutti questi tesori che Dio ci ha donato?

Consultatevi su queste idee con gli altri membri del vostro gruppo.

Sezione 5

Pensiamo a due tipi di insegnanti: quelli che credono nelle parole che avete appena imparato a memoria e quelli che non le capiscono. Il secondo tipo di insegnante crede che i suoi allievi non sappiano nulla e che per loro sia molto difficile imparare. Può arrivare fino ad accusarli di essere stupidi. È come se avesse un contenitore vuoto che, a poco a poco, spera di riempire di informazioni. Voi, invece, pensate che i vostri allievi posseggano alcune gemme nascoste che voi li aiuterete a scoprire. Ecco perché farete tutto il possibile per aiutarli a partecipare alla classe: converserete con loro, ascolterete le loro opinioni e farete in modo che gli insegnamenti di Bahá’u’lláh sviluppino in loro le capacità che Dio ha elargito loro.

Supponete che qualcuno metta davanti a voi trenta grandi contenitori e vi dica di riempirli di acqua, un cucchiaio alla volta. Vi piacerebbe farlo? Sareste felici se questo fosse il lavoro della vostra vita?

Ora supponete che vi sia data una miniera di gemme preziose e che ogni giorno voi dobbiate cercarvi e scoprirvi una nuova pietra preziosa nascosta nelle sue gallerie. Vi sembra più gradevole?

Vediamo quindi che, applicando le parole di Bahá’u’lláh al vostro lavoro, non solo aiuterete i bambini, ma renderete anche il vostro lavoro di insegnante molto più gradevole.

Sezione 6

Abbiamo detto che i bambini hanno molte capacità. Ora riflettiamo su questa importante parola: «capacità». Per prima cosa consideriamo alcuni oggetti fisici. Possiamo dire che una candela ha la capacità (o la potenzialità) di far luce. Ciò significa che la candela fa luce da sé o che voi dovete prima fare qualcosa perché essa faccia luce? Chiaramente, per far luce, la candela dev’essere accesa. Ma, anche quando non è accesa, essa ha la potenzialità di illuminare ciò che la circonda. Naturalmente altri oggetti non hanno questa capacità. Per esempio, una matita non fa luce, qualsiasi cosa noi le facciamo. Ma la matita ha un’altra capacità; possiamo usarla per scrivere. È possibile che una matita scriva se non la temperiamo? O dobbiamo temperarla per usare la sua capacità?

Consideriamo ora le capacità dei bambini. Alcune delle loro capacità sono gli speciali talenti che essi posseggono. Una persona può essere capace di correre molto bene, un’altra può avere una bella voce. Alcuni possono avere talenti artistici e altri possono dimostrare di essere bravi nelle scienze. Quali altri talenti possono avere i vostri studenti?

Voi insegnanti bahá’í dovete cercare di trovare in ciascuno dei vostri allievi i suoi talenti personali e aiutarlo a svilupparli. Dovrete sempre essere al corrente dei progressi di ciascuno dei vostri allievi, pensare a loro e cercare di scoprire le loro capacità. Con alcuni bambini questo compito sarà difficile, ma dovrete insistere. Ricordate che, fra tutti i talenti e le capacità, quelli che hanno a che fare con le qualità spirituali sono i più importanti.

1. Per ricordare meglio questi concetti, riempite gli spazi con le parole adatte.

Diciamo che una candela ha la capacità o la ______________ di far luce. La ____________ ha la ____________ o la potenzialità di far luce. La candela non _____ ______________ __________ se qualcuno ____ ____ ____________ , ma anche quando non è accesa ha la _____________ di illuminare. Altri oggetti, che non possono far luce, hanno altre ___________ . Ci sono altri oggetti che non possono far ______ ma hanno ________ capacità. Per esempio, una matita può essere usata per _______________ . Potete _____________ con una matita, ma la matita deve essere _______________ . Prima di essere ______________ la matita ha la _______________ di _________________ ma non ha ancora dimostrato la sua capacità.

2. La stessa cosa accade per le capacità dei bambini. I bambini devono essere educati a mostrare i tesori che posseggono. Continuate a riempire gli spazi e pensate ad alcune di queste capacità.

I bambini hanno diverse ______________ di fare _____________ cose. Per esempio, uno può essere capace di _________ molto bene, un altro può avere una bella ___________ , un altro può avere talenti artistici e un altro ancora dar segni di essere bravo nelle ___________ . Voi insegnanti bahá’í dovete __________ __ _________in ciascuno dei vostri __________ i loro talenti personali e aiutarli a ____________ . Dovrete cercare in __________ dei vostri allievi i loro talenti personali e aiutarli a __________________ . Dovrete sempre _________ ___ ________ dei ________________ di ciascuno dei vostri studenti, ______________ a loro e cercare di _______________ le loro __________________ . Dovrete sempre essere ________ ___ __________ ___ ________di ciascuno dei vostri _________ , pensare a loro e cercare di _______________le loro capacità. Con alcuni bambini non sarà facile, ma dovrete _____________________ .

Sezione 7

Essendo arrivati a capire che la nobiltà dell’uomo è un tema molto importante fra gli insegnamenti bahá’í, possiamo ora occuparci di alcuni degli obiettivi dell’educazione bahá’í.

Perché si insegna ai bambini? Quale risultato si vuole ottenere? Per incominciare a prendere in esame queste domande leggete e meditate le seguenti parole di ‘Abdu’l-Bahá:

«In quanto alla tua domanda sull’educazione dei bambini: è tuo dovere nutrirli al petto dell’amore di Dio e spingerli verso le cose dello spirito – in modo che si rivolgano a Dio; che le loro maniere si conformino alle regole della buona condotta e che il loro carattere non sia secondo a nessuno; che facciano proprie tutte le grazie e le lodevoli qualità umane; che acquisiscano una profonda conoscenza nei vari rami del sapere – così che fin dall’inizio della loro vita divengano esseri spirituali, abitanti del Regno, innamorati dei dolci effluvi della santità e ricevano un’educazione religiosa, spirituale e degna del Regno Celeste. Implorerò Iddio di concedere loro un buon risultato in questo».5

1. Completate le frasi con le parole prese dalla precedente citazione:

‘Abdu’l-Bahá dice che è nostro ____________ nutrire i bambini al petto dell’________ di Dio e ____________ verso le cose dello ____________ . L’insegnante deve _____________ i bambini verso le cose dello __________ in modo che si rivolgano a ______ . L’insegnante deve aiutare i bambini perché le loro maniere si conformino alle ____________ della buona __________ e facciano proprie tutte le __________ e le __________ qualità ________ . I bambini fin dall’________ della loro _________ devono diventare _________ spirituali, abitanti del _________ , innamorati dei dolci effluvi della __________ e ricevere un’educazione____________ , ______________ e ___________ del Regno __________ . I bambini, fin dall’ ___________ della loro vita, devono diventare esseri __________ , ____________ del _______________ , ______________ dei dolci _____________ della santità e ricevere un’educazione ___________ , _______________ e degna del Regno __________ . Ricordate che dobbiamo nutrire ____________ al ________ dell’_________ di Dio e spingerli verso le cose dello ________ , aiutarli perché le loro maniere ___ _______________ alle regole della buona _________ e facciano proprie tutte le ___________ e le _________ qualità umane. Devono acquisire una profonda __________ nei vari rami del __________ così che fin dall’___________ della loro _______ , divengano ____________ spirituali, abitanti del ___________ , innamorati dei dolci _____________ della ____________ e ricevano un’educazione ___________ , spirituale e degna del Regno __________ .

2. Dopo aver studiato queste parole di ‘Abdu’l-Bahá quali pensate siano gli obiettivi delle classi per bambini? Quali risultati volete ottenere dai bambini? Sapete già che il vostro scopo principale è quello di aiutarli a sviluppare le qualità spirituali di un vero bahá’í. Fin dall’infanzia devono essere educati spiritualmente ed essere attratti verso atti puri, retti e santi. Ora riempite le seguenti linee con frasi simili a quelle dell’esempio.

Esempi:
Devo aiutare i bambini a essere sinceri.
Devo aiutare i bambini a essere giusti.

Devo_______________________________________________________

Devo_______________________________________________________

Devo_______________________________________________________

Devo_______________________________________________________

Devo_______________________________________________________

Devo_______________________________________________________

Sezione 7

Ora pensate a un titolo per queste domande: è possibile aiutare i bambini ad acquisire qualità spirituali se non le si dimostrano costantemente? Leggete e imparate a memoria le seguenti parole di Bahá’u’lláh:

«Chiunque fra voi si levi a insegnare la Causa del suo Signore, prima di tutto istruisca se stesso, affinché le sue parole attraggano i cuori di coloro che l’ascoltano».6

Pensate che sia importante dimostrare queste qualità soltanto davanti ai bambini? Supponete che un insegnante dica una bugia quando non sono presenti gli allievi. Avrà effetto sulla classe? Le sue parole avranno lo stesso effetto più tardi, quando insegnerà la sincerità ai suoi allievi?

Sezione 9

Per riuscire a insegnare ai bambini le virtù celestiali, dovete spargere i semi dell’amore e del timore di Dio nel terreno puro dei loro cuori. Essi devono imparare che siamo stati creati per l’infinito amore che Dio ha verso le Sue creature e che siamo continuamente protetti e nutriti dal Suo amore. Potrete insegnare loro a diventare consapevoli di tutte le benedizioni di Dio: il dono di aver riconosciuto Bahá’u’lláh, la gioia di essere capaci di crescere grazie alle Sue parole e anche le piccole benedizioni della vita quotidiana. E dovrete insegnar loro che, poiché amano Bahá’u’lláh, devono obbedire alle Sue leggi. Ora leggete e meditate sulle seguenti parole di Bahá’u’lláh:

«La Lingua del Mio potere, dal cielo della Mia gloria onnipotente, ha rivolto queste parole alla Mia creazione: “Osserva i Mie comandamenti per amore della Mia Beltà”. Felice l'amante che ha aspirato la divina fragranza del suo Prediletto da queste parole impregnate dell’aroma di una grazia che nessuna lingua può descrivere».7

«Fate che la fiamma dell’amore di Dio arda luminosa nei vostri cuori raggianti. Nutritela con l’olio della guida divina e proteggetela entro il riparo della costanza. Custoditela sotto il globo della fiducia e del distacco da tutto fuorché Dio, cosicché i malvagi mormorii degli empi non ne spengano la luce».8

«O Figlio dell’Essere! Il Mio amore è la Mia fortezza; chi vi entra è salvo e sicuro, e chi se ne allontana andrà sperso e perirà».9

1. Completate le seguenti frasi con le parole delle precedenti citazioni:

Dobbiamo osservare i comandamenti di Dio per amore della Sua __________ . Dobbiamo _______________ i comandamenti di Dio per _________ della Sua Beltà. Dobbiamo ________________ i comandamenti di Dio per __________ della Sua ____________ . La fiamma dell’amore di Dio deve ardere ___________ nei nostri cuori __________ . La _______ dell’amore di Dio deve ardere _____________ nei nostri cuori _________ . La _________ dell’amore di Dio deve ardere ____________ nei nostri cuori _____________ . Dobbiamo osservare i _______________ di Dio per amore della Sua ________ . Dobbiamo nutrire la fiamma dell’__________ di Dio con _________ della _________ divina. Dobbiamo _________ la fiamma dell’_________ di Dio con l’olio della guida ________ . Dobbiamo ________ la fiamma dell’ _________ di Dio con l’olio della _________ divina. Dobbiamo proteggerla entro il __________ della nostra costanza. Dobbiamo proteggere la fiamma dell’amore di ______ entro il ___________ della nostra costanza. Dobbiamo ________________ entro il riparo della nostra _________ . Dobbiamo _________________ la fiamma dell’ ________ di Dio sotto il globo della _________ e del _____________ da tutto fuorché da Dio. Dobbiamo _____________ la fiamma dell’_________ di Dio sotto il globo della _____________ e del _______________ da tutto fuorché da Dio. Dobbiamo custodirla sotto il globo della ______________ e del ____________ da tutto fuorché Dio. Dobbiamo custodirla sotto il _______ della ___________ e del ____________ da tutto fuorché ___________ . La fiamma dell’ ________ di Dio deve ardere ________ nei nostri _______ raggianti. Dobbiamo nutrire questa fiamma con l’olio della guida ______________ . Dobbiamo proteggerla entro il riparo della nostra __________ . Dobbiamo custodirla sotto il globo della __________ e del ___________ da tutto fuorché Dio. Dobbiamo nutrire la fiamma dell’amore di Dio, proteggerla e custodirla in modo che i malvagi mormorii degli empi non ne spengano la ________ . Chiunque entri nella fortezza dell’ _______ di Dio è salvo e ___________ . Chiunque entri nella __________ dell’ _______ di Dio è ________ e _________ . Chiunque entri nella __________ dell’________ di Dio è _________ e __________ .

Sezione 10

Abbiamo detto che per riuscire a coltivare nei bambini le qualità spirituali dovete spargere nei loro cuori i semi dell’amore e del timor di Dio. Il concetto del timor di Dio è molto profondo e importante. Ne daremo solo qualche cenno. Quando amiamo molto qualcuno e ne desideriamo l’amore, il nostro cuore soffre molto se non riusciamo ad ottenerlo. Sappiamo che l’amore di Dio è la vera causa della nostra esistenza. Se per un solo istante non riceviamo le benedizioni di Dio cadiamo nel più profondo abbrutimento. Le trasgressioni e la disobbedienza alle leggi di Bahá’u’lláh sono come ostacoli che ci separano dal mondo spirituale e impediscono che le benedizioni di quel mondo arrivino fino a noi. È per questo che sentiamo il timor di Dio, il timore di non ricevere i Suoi favori a causa della nostra disobbedienza. Il timor di Dio è ciò che ci trattiene sulla retta via e ci protegge dall’ego, dai desideri corrotti e da azioni che dispiacciono a Dio. Così l’insegnante può ricordare di tanto in tanto che certe azioni non piacciono a Dio oppure, quando un bambino fa qualcosa di lodevole, può dirgli, per esempio, che questo rallegra il cuore di ‘Abdu’l-Bahá.

1. Completate le seguenti frasi con le parole del paragrafo precedente:

Per riuscire a coltivare le qualità spirituali dei bambini dovete spargere nei loro cuori i semi dell’ _________ e del ________di Dio. Per ___________ a coltivare le ______________ spirituali dei bambini dovete _________ nei loro cuori i semi dell’ ________ e del ___________ di Dio. Quando __________ molto qualcuno e ne desideriamo l’amore, il nostro cuore _________ molto, se non riusciamo ad avere il suo _________ . Quando _________ molto __________ e ne desideriamo l’amore, il nostro cuore _________ molto se non otteniamo __________________ . Quando ___________ molto qualcuno e desideriamo il suo ________ , il nostro cuore _________ molto se non riusciamo a ________________ . L’amore di _______ è la vera causa della nostra _____________ . Le nostre trasgressioni e la nostra ______________ alle leggi di Bahá’u’lláh sono come __________ che ci _________________ dal mondo __________e impediscono che le ______________ di quel mondo ci raggiungano. Le nostre _____________________ e la nostra ___________________ sono come ____________ che ci separano dalle _________________ e impediscono che le ________________ di quelle parole arrivino fino a noi. Quando ciò avviene, sentiamo __________ di Dio: il timore di non ricevere i Suoi favori a causa della nostra disobbedienza. Quando ciò accade ___________ il _________ di _______ , il timore che _____________________ Gli non riceveremo i Suoi ______________ . Questo timore di ______ è ciò che ci trattiene sulla retta _______ e ci _____________ dall’ _____ , dai _______________________ , e da ____________ che dispiacciono a Dio.

2. Imparate a memoria le seguenti parole di Bahá’u’lláh:

«Sia Dio il vostro timore, o genti, e siate di coloro che percorrono il sentiero della rettitudine».10

Sezione 11

In questo corso abbiamo imparato che, come dice ‘Abdu’l-Bahá, è nostro dovere di nutrire i bambini al petto dell’ _________ di Dio e spingerli verso le cose dello __________ . Dobbiamo aiutare i bambini in modo che le loro maniere si ____________________ alle regole della buona ____________ , che facciano proprie tutte le ___________ e le ____________ qualità umane. I bambini, fin dall’inizio della loro vita divengano __________ _______________ , abitatori del __________ , innamorati dei dolci effluvi della santità e ricevano un’educazione ______________ , _______________ e degna del __________________ ________________ . Per riuscire a insegnare ai bambini le virtù celesti, dobbiamo spargere nel puro suolo dei loro cuori i semi dell’ _________ di Dio e del ____________ di Dio. Impareranno allora che siamo stati creati grazie all’infinito amore che Dio ha verso le Sue creature e che obbediamo alle leggi di Bahá’u’lláh per l’amore che sentiamo verso di Lui. Dobbiamo osservare i comandamenti di Dio per amore della Sua __________ . La fiamma dell’ __________ di Dio deve ardere luminosa nei nostri _________ raggianti. Dobbiamo nutrire questa fiamma con l’olio della _______________ Divina e proteggerla entro il riparo della nostra _________________ . Dobbiamo custodirla sotto il ___________ della _________________ e del distacco, così che i malvagi _____________ degli empi non ne ____________ la luce.

Abbiamo anche imparato che, se vogliamo che i bambini acquisiscano qualità spirituali, anche noi dobbiamo mostrare nelle nostre azioni quotidiane che possediamo queste qualità. Dobbiamo obbedire all’insegnamento di Bahá’u’lláh:

«Chiunque fra voi si levi a insegnare la Causa del suo Signore, prima di tutto istruisca se stesso, affinché le sue parole attraggano i cuori di coloro che l’ascoltano».6

Sezione 12

Le abitudini che prendiamo nell’infanzia diventano parte delle nostre azioni quotidiane per tutta la vita. Dovete imparare a comprender quanto siano importanti non solo le qualità spirituali che aiutate i vostri allievi a sviluppare, ma anche le abitudini. Ciò che una persona fa quando si alza al mattino, se legge il giornale ogni giorno, che cosa mangia a colazione, dove va per divertirsi, se ama il contatto con la natura, se deve sempre ascoltare la radio e moltissime altre abitudini che normalmente acquisisce molto presto, buone o cattive, sono poi difficili da eliminare. Dovete cercare di influenzare i bambini ad acquisire abitudini che siano in armonia con lo stile di vita bahá’í. Tra queste abitudini ci sono la preghiera mattutina e quella serale, la partecipazione alla Festa del diciannovesimo giorno, la pulizia personale e molte altre. Nei prossimi mesi pensate alle vostre abitudini; esaminatele bene e decidete se dovete cambiarne qualcuna. Pensando alle vostre abitudini, fate un elenco delle abitudini spirituali che insegnerete ai vostri allievi.

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Sezione 13

Nella vostra classe si potrebbero facilmente presentare le seguenti situazioni. Potete applicare i principi che avete imparato per risolverle?

A. Giorgio è molto birichino. Infastidisce continuamente gli altri bambini e parla durante le lezioni. Quando lo interrogate, il più delle volte sa la risposta. Come agirete con lui?

1. Lo allontanate dalla classe perché disturba tutti e impedisce agli altri bambini di imparare.

2. Gli assegnate compiti più difficili, in modo che debba usare l’intelligenza, non si annoi e sia troppo impegnato per infastidire gli altri. Inoltre gli chiedete di aiutare gli altri bambini a fare i compiti.

3. Lo mettete in un angolo della classe, lontano dagli altri bambini, dove non possa infastidire nessuno; così potrete facilmente dimenticarvi di lui.

B. Gita non crea mai problemi. Viene in classe ed è sempre attenta, ma non risponde mai alle domande. Le insegnate qualcosa, ma un minuto dopo l’ha dimenticata. Che cosa si può fare con lei?

1. Allontanarla dalla classe perché sembra che non impari nulla.

2. Cercare pazientemente di trovare altri sistemi per incoraggiarla a rispondere.

3. Dirle, dopo che gli altri se ne sono andati a casa, che è stupida e che farebbe meglio a frequentare una classe speciale.

4. Altro: _________________________________________________

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C. Obuya è più giovane degli altri bambini. Non ride e non parla a meno che qualcuno non gli faccia una domanda. Si sforza molto, ma gli altri bambini lo deridono, perché non è capace di rispondere bene. Come agirete con Obuya?

1. Gli dite di andarsene perché è troppo giovane.

2. Insegnate ai bambini a non ridere quando risponde in modo scorretto, perché bisogna rispettare tutti, anche i bambini piccoli.

3. Chiamate i genitori e dite loro che devono aspettare che cresca un po’ prima di rimandarlo a scuola.

4. Altro: _________________________________________________

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D. Kumar è più grande degli altri, studia molto e capisce molto, ma partecipa raramente alle classi perché si sente troppo vecchio per il gruppo. Come si deve agire con Kumar?

1. Allontanarlo dalla classe perché è troppo grande.

2. Fare un programma speciale per lui. Per esempio, insegnargli a insegnare ai bambini più piccoli: fare in modo che aiuti qualche bambino ogni settimana e, se insegnate in un’altra classe nella stessa città, portarlo con voi perché faccia più esperienza.

3. Dirgli che è troppo vecchio per studiare e che, se vuole, gli insegnerete un mestiere, come il carpentiere o il muratore.

4. Altro: _________________________________________________

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E. Luis alza sempre la mano, anche se non ha mai la risposta giusta. È sempre critico verso i bambini che infastidiscono gli altri e parlano durante la lezione. Come agireste con Luis? __________________________________

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F. In certe classi alcuni bambini imparano prima degli altri e fanno domande molto più impegnative. Come pensate che l’insegnante possa agire con questi bambini?

1. Rimproverali perché sembra che cerchino di essere migliori degli altri e questo non è bello.

2. Sollecitare il resto della classe in modo che imparino più in fretta.

3. Rispondere alle loro domande in modo che tutti gli studenti possano capire, ma senza sottolineare la differenza, in modo che nessuno si senta inferiore o superiore agli altri.

4. Separare gli studenti che sono più avanti e dire che sono un esempio per gli altri.

G. Un insegnante manda un bambino a comprare le provviste per la classe. Il bambino ritorna solo con una parte del resto. Poco dopo l’insegnante vede che il bambino sta mangiando delle caramelle e pensa che abbia speso il resto per comprarle. Che cosa deve fare?

1. Rimproverare il bambino dicendogli che è un ladro e non avrebbe mai dovuto comprarsi le caramelle.

2. Dopo la lezione, andare nel negozio e chiedere quanto sono costate le provviste. Se il bambino non ha detto la verità, prenderlo da parte e ricordargli fermamente ma amorevolmente che gli insegnamenti di Bahá’u’lláh ci proibiscono di rubare e di mentire.

3. Andare subito a chiedere quanto sono costate le provviste e, se il bambino non ha detto la verità, andare in classe e dire. «È molto spiacevole che nella nostra classe ci sia un bambino di cui non ci si può fidare» e poi dire alla classe che cosa è successo.

4. Dire alla classe, «chi vuole andare nel negozio a vedere se è vero che le provviste sono costate tanto?»

5. Tacere e non fare niente.

H. Alcuni bambini giocano in classe invece di ascoltare l’insegnante, sebbene l’insegnante abbia chiesto specificamente di fare attenzione. Che cosa deve fare ora il maestro?

1. Analizzare perché si comportano male. Se è perché sono stanchi, cambiare attività. Forse è solo uno il bambino che sta causando problemi. In questo caso deve essere separato dagli altri.

2. Dire ai bambini che giocano che, essendosi comportati male così a lungo, li punirete.

3. Allontanarli dalla classe perché non li sopportate più.

4. Chiamare i genitori. Dir loro che si comportano male e rimproverarli perché hanno dei figli così fastidiosi.

I. I bambini hanno avuto un compito. Scoprite che alcuni lo hanno svolto molto bene e altri no. I bambini vogliono che voi correggiate il compito, ma voi non volete ferire i sentimenti di alcuni di loro. Qual’è la cosa migliore da fare?

1. Dire che certi compiti sono stati fatti male e devono essere rifatti meglio.

2. Prendere uno dei compiti migliori e mostrarlo ai bambini dicendo: «Il compito doveva essere fatto così, bene e in bella calligrafia».

3. Punire i bambini che non hanno fatto bene il compito e minacciare che, se il giorno dopo non porteranno un compito ben fatto, non saranno ammessi in classe.

4. Congratularsi privatamente con i bambini che hanno fatto bene il compito. Sempre privatamente, dire agli altri: «Il vostro compito è buono, ma sarebbe stato migliore se lo aveste svolto in modo più chiaro e più semplice. Sono sicuro che farete meglio il compito per domani».

L. Un insegnante porta in classe un poster e lo mostra ai bambini. Più tardi trova dei segni sul poster e due bambini si accusano reciprocamente di averlo scarabocchiato. Come fa l’insegnante a sapere chi è stato?

1. Dato che non lo sa, punisce entrambi i bambini.

2. Dato che non lo sa, non punisce nessuno.

3. Interroga ogni bambino singolarmente e quindi tutta la classe. In questo modo gli sarà più facile prendere la decisione più equa e sapere chi deve punire.

4. L’insegnante chiede al suo allievo preferito di scoprire che cosa è successo e di riferirglielo per poter punire il colpevole.

5. Altro: _________________________________________________

______________________________________________________

M. Una bambina non riesce a imparare in gruppo. Si apparta in un angolo, gioca e non segue la lezione. L’insegnante nota che la bambina non capisce diverse cose. Che cosa deve fare?

1. La reinserisce nel gruppo e le dice che se presta maggiore attenzione capirà meglio.

2. La punisce perché è stata cattiva.

3. La allontana dalla classe perché, con altri venti allievi che vogliono imparare, l’insegnante non ha tempo da perdere con una bambina che resta sempre indietro.

4. Poiché non disturba le lezioni, la lascia fare quel che vuole. Mentre gli altri lavorano sui loro progetti, dedica del tempo in modo particolare alla bambina.

N. Un bambino ha imparato a memoria un maggior numero di preghiere rispetto agli altri. Ogni volta che ne ha l’occasione le dice ad alta voce, con voce dolce e grande devozione. Dobbiamo dargli sempre il modo di dire le preghiere, dato che le recita meglio degli altri?

O. Nella vostra classe un bambino arriva sempre sporco e nessuno vuole sedersi accanto a lui. Naturalmente il bambino si sente triste e respinto. Che cosa potete fare? Mandarlo a casa per lavarsi? Parlargli da solo per capire la sua situazione familiare? Vive con i genitori? La madre si alza presto per andare a lavorare? Qualcuno a casa gli ha insegnato a tenersi pulito?

P. Andrei è un bambino incompreso. Quando i compagni di classe incominciano un lavoro, come dipingere, lui vuole giocare, quando gli altri giocano, lui vuole dipingere. In altre parole Andrei fa sempre le cose al momento sbagliato. Che cosa gli dite? È un’abitudine di Andrei o è il suo spirito di contraddizione?

Q. Sachiko è molto attenta e studiosa. A casa la incoraggiano a essere la prima in tutto e spesso le dicono che sa più degli altri bambini. È per questo che ogni volta che fate una domanda lei è la prima a rispondere, anche se non conosce la risposta giusta. Ogni volta che assegnate un compito alla classe, finisce per prima e chiede: «È migliore degli altri?» Che cosa farete per cambiare questa abitudine di Sachiko? Come potrete aiutarla a sentirsi amata e apprezzata? Quale qualità spirituale deve essere applicata in questa situazione?

Riferimenti

1. Bahá’u’lláh, Educazione Bahá’í. Compilazione della Casa Universale di Giustizia (Casa Editrice Bahá’í Roma, 1978), p. 18.

2. ‘Abdu’l-Bahá, Antologia (Casa Editrice Bahá’í Roma, 1987), n. 106, p. 130.

3. ‘Abdu’l-Bahá, Educazione Bahá’í, p. 46.

4. Bahá’u’lláh, Spigolature dagli Scritti, 3a ed. riv. (Casa Editrice Bahá’í Roma, 2003), CXXII, 1, p. 253.

5. ‘Abdu’l-Bahá, Antologia, n. 122, p. 138-9.
6. Bahá’u’lláh, Spigolature, CXXVIII, 6, p. 269.

7. Bahá’u’lláh, Il Kitáb-i-Aqdas. Il Libro Più Santo (Casa Editrice Bahá’í Roma, 1995), § 4, p. 22.

8. Bahá’u’lláh, Spigolature, CLIII, 5, p. 317.

9. Bahá’u’lláh, Le Parole Celate, 9a ed. (Casa Editrice Bahá’í Roma, 1999), n. 9 dall’arabo.

10. Bahá’u’lláh, Spigolature, CXXVIII, 2, p. 268.

Lezioni per
classi per bambini
Primo grado
Scopo
Imparare a insegnare in semplici
classi per bambini il seguente programma:
imparare a memoria preghiere e citazioni,

canzoncine, storie, giochi e colorazione di disegni.

Sezione 1

‘Abdu’l-Bahá ci dice che «…i benamati e le ancelle di Dio devono dedicarsi anima e corpo all’istruzione dei figli ed educarli nella scuola della virtù e della perfezione. Non devono essere negligenti in questo, non devono essere inefficienti».1

Un modo per assicurarsi che il desiderio di ‘Abdu’l-Bahá sia esaudito è di organizzare classi per bambini in tutte le comunità. Per farlo è indispensabile che le persone che si dedicano all’educazione dei bambini siano sempre più numerose. Quando una persona incomincia a insegnare, non è molto importante che abbia una buona preparazione teorica sull’educazione. È importante invece che sia animata da desiderio e dedizione. Insegnare è una scienza e un’arte che può essere appresa a poco a poco con lo studio e l’esperienza.

Domande:

1. Che cosa dice ‘Abdu’l-Bahá, nella citazione precedente, sull’educazione dei bambini? _________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

2. Come potete aiutare a eseguire le istruzioni di ‘Abdu’l-Bahá? __________

________________________________________________________________________________________________________________________

3. Quanto dovete sapere sull’educazione per incominciare una semplice classe per bambini? _______________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

4. Che cos’è più importante di quello che sapete sull’educazione? _________

________________________________________________________________________________________________________________________

5. Come pensate di poter imparare la scienza e l’arte dell’educazione? _____

________________________________________________________________________________________________________________________

Sezione 2

La prima serie di classi per bambini che condurrete prevederà solo poche attività. Prima di ogni classe dovrete ripassarle e prepararvi bene per la lezione. Una delle attività dovrà sempre essere l’apprendimento a memoria di citazioni dagli Scritti sacri o di parte di una preghiera. Dobbiamo pertanto riflettere sulla natura del processo della memorizzazione. Perché pensate che sia così importante imparare a memoria gli Scritti sacri?

La Parola di Dio rivelata dalle Sue Manifestazioni ha effetti di grande portata sul cuore dei bambini. Ricordate che, in senso mistico, l’universo è stato creato dalla parola «Sii» che Dio ha pronunciato. Immaginate, dunque, quali effetti si producono nella vita di un bambino quando le parole di Dio s’incidono nel suo cuore, con tutto il loro potere.

Per aiutare i bambini a imparare a memoria una preghiera o una citazione, prima dovrete spiegare che cosa significa. Quindi, una delle capacità che dovrete acquisire come insegnante è quella di spiegare con chiarezza il significato delle preghiere e delle citazioni. Per prima cosa, studiate attentamente il seguente metodo che un insegnante molto esperto ha usato per spiegare ai bambini il significato di questa preghiera:

«O Dio, guidami, proteggimi, accendi la lampada del mio cuore e fa’ di me una stella fulgente. Tu sei il Forte e il Potente».2

Guida:

1. Giovanni si è perso e non riesce a trovare la strada per ritornare a casa. Ma poi incontra un amico che gliela indica. L’amico guida Giovanni a casa.

2. Sunita è molto triste, perché non sa se deve studiare oppure cercarsi un lavoro. Chiede un parere ai genitori, che le danno un buon consiglio. I genitori guidano Sunita.

Dio è il nostro migliore amico. Ecco perché in questa preghiera diciamo: «O Dio, guidami». Verso che cosa ci guida Iddio?

Protezione:

1. Siamo all’aperto e incomincia a piovere, perciò corriamo a rifugiarci sotto una tettoia. La tettoia ci protegge.

2. Un cane feroce aggredisce Ming Ling, che corre da sua madre. La mamma la protegge dal cane.

3 I genitori ci proteggono dalle persone malintenzionate.

Dio è il nostro vero Protettore. Ecco perché preghiamo: «O Dio…..proteggimi».

Dove non c’è luce c’è buio. Dove c’è buio non si vede e ci si perde. Una lampada può far luce, ma qualcuno deve accenderla. Il cuore è come una lampada che può emettere una luce spirituale. Ecco perché preghiamo Dio: «…fa’ di me una lampada luminosa».

Bahá’u’lláh vuole che tutto il mondo sappia che i bahá’í sono nobili, cortesi e saggi e felici di aiutare gli altri. Bahá’u’lláh vuole che noi siamo stelle fulgenti che guidano l’umanità. Perciò chiediamo a Dio «…fa’ di me una stella fulgente».

Infine, facciamo testimonianza che Dio è il Forte e il Potente.

Sezione 3

Dopo aver spiegato ai bambini il significato di una citazione, il passo successivo è quello di aiutarli a impararla a memoria. Nella vostra vita avrete sicuramente imparato a memoria citazioni e poesie. Come si fa? Una volta capito il significato di una citazione, è molto semplice impararla a memoria. Si divide la citazione in parti e si incomincia a imparare a memoria la prima parte. Successivamente si impara la seconda e poi si ripetono le due parti assieme. Si continua così finché non si sarà imparata a memoria tutta la citazione. Per esempio, per imparare la preghiera nella Seconda sezione, incominciate con « O Dio, guidami…», chiedete ai bambini, ora individualmente, ora in gruppo, di ripetere quelle parole. Poi unite «O Dio, guidami» con «proteggimi…» ripetete le due frasi insieme, quindi aggiungete «…accendi la lampada del mio cuore…», e così via con ogni frase fino alla fine della preghiera. Quando tutti i bambini hanno ripetuto tutta la preghiera, si aiuta pazientemente ogni bambino a recitare la preghiera a memoria.

Indubbiamente, un insegnante bahá’í coscienzioso incomincerà il suo nuovo lavoro imparando lui stesso. Perciò, quando esaminate le quindici lezioni presentate in questo corso, dedicate un po’ di tempo allo studio del significato delle citazioni, pensando agli esempi proposti per spiegarne ai bambini il significato e imparando a memoria le citazioni.

Sezione 4

Un’altra attività che si può fare con i bambini è cantare canzoncine spirituali che riempiano i loro cuori di felicità. ‘Abdu’l-Bahá dice:

«L’arte della musica è divina ed efficace. È il cibo dell’anima e dello spirito. Lo spirito dell’uomo è innalzato dal potere e dal fascino della musica. Essa ha un influsso e un effetto meravigliosi sul cuore dei bimbi, perché i loro cuori sono puri e le melodie hanno una grande influenza su di loro. I talenti nascosti di cui i cuori di questi bimbi sono dotati si esprimeranno tramite la musica».3

Questa citazione dagli Scritti di ‘Abdu’l-Bahá indica l’importanza che la musica può avere nella vostra vita. Possiamo immaginare quindi quanto sia bello per i bambini imparare a cantare quando sono molto giovani.

Generalmente, ai bambini piace cantare e insegnare canzoncine è una delle cose più facili da fare in una classe bahá’í. Anche in questo caso la chiave del successo è la pratica. Dovete cantare le canzoncine con qualcuno che le conosce, facendo attenzione soprattutto al ritmo e alla melodia. Se le ascoltate su un nastro registrato, le imparerete più rapidamente. Dovrete cantare e ricantare le canzoncine con i bambini, finché non le abbiano imparate bene. Per imparare a memoria le parole delle canzoncine si seguirà lo stesso metodo adottato per le citazioni, solo che questa volta si ripeteranno le parole assieme alla melodia.

Perché possiate imparare a guidare bene i bambini in questa attività, vi suggeriamo di imparare le canzoncine delle quindici lezioni del corso o dal facilitatore o ascoltando un nastro.

Sezione 5

Un’altra importantissima attività che si può svolgere nelle classi per bambini è raccontare delle storie. Quale importanza possono avere le storie nell’educazione dei bambini? Molte storie e molti racconti illustrano principi e qualità spirituali e ci dicono come metterli in pratica. Altri mostrano chiaramente i vantaggi delle buone azioni e le conseguenze dei cattivi comportamenti. I bambini possono trarre grandi benefici dalle idee contenute nelle storie e fare, nel mondo dell’immaginazione, esperienze che saranno preziose nella formazione del carattere e della personalità.

Sappiamo che Bahá’u’lláh ha nominato Suo figlio ‘Abdu’l-Bahá esempio perfetto degli insegnamenti bahá’í. Le storie della Sua vita ci aiutano a capire come applicare gli insegnamenti bahá’í alla nostra vita. I bambini possono imparare molte storie su ‘Abdu’l-Bahá e in questo modo potranno tenere sempre a mente il Suo esempio.

Domande:

1. Perché le storie sono importanti nell’educazione dei bambini? __________

________________________________________________________________________________________________________________________

2. Chi è ‘Abdu’l-Bahá? __________________________________________

____________________________________________________________

3. Perché è importante imparare le storie della vita di ‘Abdu’l-Bahá? ______

____________________________________________________________

Sezione 6

Raccontare è un’arte. Per imparare a farlo bene, se ne devono imparare bene i principi basilari e poi si devono dedicare molte ore a far pratica. Prima di tutto, per raccontare bene una storia bisogna conoscerla bene. In questa sezione studieremo nei dettagli una storia sulla fanciullezza di ‘Abdu’l-Bahá per vedere come deve fare un insegnante a raccontarla ai bambini.

Un giorno Bahá’u’lláh mandò ‘Abdu’l-Bahá a ispezionare il lavoro dei pastori che si prendevano cura delle Sue pecore. A quel tempo ‘Abdu’l-Bahá era piccolo e le persecuzioni contro Bahá’u’lláh e la Sua famiglia non erano ancora incominciate. Bahá’u’lláh possedeva molte terre sulle montagne e aveva grandi greggi. Finita l’ispezione, ‘Abdu’l-Bahá stava per ripartire quando l’uomo che L’aveva accompagnato disse: «Tuo padre lascia sempre un regalo per ogni pastore». ‘Abdu’l-Bahá tacque per un po’, perché non aveva nulla da regalare. Ma l’uomo continuava a dire che i pastori si aspettavano qualcosa. Allora ‘Abdu’l-Bahá ebbe un’idea che Lo fece molto felice! Avrebbe regalato ai pastori le pecore di cui si prendevano cura! Quando seppe del generoso pensiero di ‘Abdu’l-Bahá verso i pastori, Bahá’u’lláh ne fu molto compiaciuto. Osservò scherzosamente che sarebbe stato meglio tenere d’occhio ‘Abdu’l-Bahá, perché un giorno avrebbe fatto dono di Se stesso. E questo è esattamente ciò che ‘Abdu’l-Bahá fece per tutta la vita. Dette all’umanità, tutto quello che aveva, in ogni istante della Sua vita, per unirci e donarci la vera felicità.

La prima cosa da esaminare in una storia è il tema principale. In questo caso possiamo dire che il tema principale della storia è la generosità di ‘Abdu’l-Bahá. Poi dobbiamo identificare le parti della storia direttamente correlate al tema principale. Quali sono queste parti? L’idea di ‘Abdu’l-Bahá di regalare le pecore ai pastori e il compiacimento mostrato da Bahá’u’lláh quando seppe della Sua generosità. Perciò, quando raccontate la storia ai bambini, è molto importante che queste parti risultino ben chiare. Che cosa accadrebbe se dimenticaste di raccontare la seconda parte o se non metteste abbastanza calore nella voce quando direte: «Avrebbe regalato ai pastori le pecore di cui si prendevano cura»? Per dimostrare chiaramente questo punto, leggete la storia ad alta voce e fate attenzione a come dite le due parti della storia che sono collegate al tema principale. Ripetete l’esercizio con gli altri partecipanti della classe.

Ora, anche se abbiamo identificato le parti essenziali della storia, non possiamo dimenticare tutto il resto. Dobbiamo raccontarla in modo che i bambini ne siano entusiasti, interessati e imparino il messaggio principale. Che razza di storia sarebbe, se diceste semplicemente che ‘Abdu’l-Bahá, quando era bambino, regalò un intero gregge ai pastori che lavoravano per Suo padre e che Bahá’u’llàh vide in questo gesto la grande generosità del Figlio? In una storia ci sono sempre alcuni dettagli che le danno più sentimento e la rendono più interessante.

Quali sono questi elementi nella nostra storia?

? Quando ciò avvenne, ‘Abdu’l-Bahá era ancora un bambino.

? Quando ‘Abdu’l-Bahá finì l’ispezione, l’uomo che Lo accompagnava Gli disse che Bahá’u’lláh lasciava sempre un regalo per i pastori.

? ‘Abdu’l-Bahá tacque per un po’, perché non aveva nulla da regalare.

? Infine gli venne questa idea e ne fu molto felice.

Ora che avete capito questi punti, raccontate la storia a un gruppo di compagni di classe. Per prepararvi bene come insegnanti di classi per bambini, sarebbe bene che dedicaste alcune ore a studiare e imparare le storie delle quindici lezioni del corso. Ricordate che, prima di raccontare una storia, dovrete rispondere a tre domande principali: 1) Qual è il tema principale della storia? 2) Quali sono le parti direttamente correlate al tema? 3) Quali sono i dettagli importanti che rendono la storia più interessante?

Sezione 7

Dopo che avrete imparato bene le storie, è importante che vi facciate una vostra tecnica di racconto. Dovrete raccontare le storie molte volte, ascoltare la vostra voce e osservare i vostri gesti. Per questo motivo dovrete ricordare che la ragione per cui si racconta una storia è insegnare ai bambini qualcosa di importante e che pertanto non state recitando una commedia. Perciò dovrete raccontare la storia con gioia e con sentimento, ma i vostri sentimenti dovranno essere sinceri. Sappiate che i bambini scoprono facilmente l’insincerità.

Mentre raccontate la vostra storia, dovrete sentire un grande amore per i bambini e creare una speciale atmosfera di unità tra voi e loro. Ma l’atmosfera deve anche essere ricca di aspettativa e di «drammaticità». Il tono e il volume della vostra voce devono cambiare a seconda dello sviluppo della storia e i vostri gesti, pur semplici, devono corrispondere alle sue varie parti. I bambini non saranno interessanti da una storia raccontata in modo monotono da una persona immobile come una statua. Dovete far pratica per imparate a comunicare emozioni come gioia, tristezza, rabbia, paura e coraggio cambiando il tono della voce e facendo dei gesti.

Dovete anche pensare al ritmo e all’andatura della storia. Se parlerete troppo lentamente, i bambini si annoieranno e se parlerete troppo velocemente non riusciranno a seguirvi.

Insomma, c’è tutta una serie di fattori che influiscono sull’arte del racconto. Per perfezionare questa arte avrete bisogno, soprattutto, di pratica. Quindi dedicate del tempo a raccontare le storie che avete già analizzato con i compagni di classe. Pensate ai vari fattori, come la voce, i gesti, le emozioni. Descrivete anche altri fattori che fanno parte dell’arte del racconto.

Sezione 8

Qualcuno ha detto che il gioco è il lavoro dei bambini. Infatti i giochi li aiutano a imparare e a mettere in pratica molte capacità e molti concetti. Per esempio, nel gioco i bambini imparano a collaborare, a fare attenzione, a obbedire alle regole, a coordinare i movimenti. Perciò l’insegnante può usare i giochi come una lavagna o un libro di lettura. Pertanto il gioco è un altro degli elementi delle nostre classi per bambini piccoli. La maggior parte dei giochi che sono stati scelti per queste classi sono giochi di collaborazione.

La cooperazione e la collaborazione sono elementi fondamentali per ottenere l’unità della famiglia e della comunità. Spesso ci lamentiamo che nella comunità non c’è collaborazione. La ragione potrebbe essere semplice. Forse nessuno ha mai insegnato a quelle persone come si collabora.

Per arrivare alla collaborazione vi occorre, per prima cosa, uno scopo comune. Tutte le persone coinvolte devono tendere allo stesso scopo, per esempio creare una scuola. Ma avere uno scopo comune non è una garanzia di successo. Se si vuole raggiungere lo scopo, è essenziale che ciascuno dia personalmente appoggio al progetto.

Inoltre, ogni persona deve capire che il suo appoggio è essenziale per conseguire lo scopo. La parola «essenziale» significa che quell’appoggio è necessario e non semplicemente importante. Perciò l’appoggio di ogni persona non è solo importante, è anche necessario, perché se ciascuno non porta il proprio contributo talvolta è impossibile conseguire lo scopo.

Nella collaborazione c’è un terzo elemento che merita prendere in considerazione. Non basta che tutti i partecipanti abbiano lo stesso scopo e che tutti collaborino. Il nostro contributo personale e quello degli altri devono essere coordinati. Per esempio, due persone collaborano per costruire un recinto. Entrambi vogliono costruire un recinto ed entrambi vogliono collaborare. Ma uno viene il sabato e l’altro la domenica. Non conseguono lo scopo perché, per mettere il filo spinato, devono essere presenti contemporaneamente.

Qualche volta è difficile capire perché il coordinamento è importante per poter collaborare. Vi è certamente capitato di entrare a far parte di un gruppo, per collaborare a un progetto, ma poi non tutti si sono fatti vedere. Il risultato è che coloro che si sono fatti vedere si sono scoraggiati e hanno abbandonato il progetto senza completarlo o non hanno nemmeno incominciato. O forse alcuni sono venuti in un certo orario e altri sono arrivati tre ore dopo. Quelli che sono arrivati prima si sono stancati di aspettare e se ne sono andati oppure si sono scoraggiati e lo spirito di gruppo è calato di molto.

I giochi di collaborazione aiutano i bambini a imparare gli atteggiamenti necessari per la collaborazione:

1. L’obiettivo del gioco fornisce uno scopo comune.

2. Per conseguire lo scopo, i bambini imparano a collaborare e a coordinare gli sforzi.

Non si impara tutto questo la prima volta che si gioca. È necessario giocare ripetutamente finché i bambini non incominciano a scoprire come devono agire per collaborare.

Domande:

1. Che cosa pensate dei giochi di collaborazione? ________________

______________________________________________________

2. Che differenza c’è fra i giochi più comuni e quelli di collaborazione?

______________________________________________________

3. Che cosa pensate della competizione?________________________ ______________________________________________________

4. Quale effetto vi piacerebbe che i giochi avessero sui bambini? ____

______________________________________________________

Sezione 9

Per insegnare bene i giochi ai bambini è naturale che dobbiate sapere giocare. Ciò significa che dovete giocare ed esercitarvi. Perciò sarebbe molto utile che voi e alcuni amici vi esercitaste in tutti i giochi presentati nelle quindici lezioni del corso.

Sezione 10

Per insegnare un gioco ai bambini si devono fare molto bene tre cose:

1. Spiegare chiaramente lo scopo del gioco.

2. Assicurarsi che tutti i bambini abbiano capito come si gioca.

3. Assicurarsi che alla fine del gioco tutti i bambini abbiano la sensazione di essere riusciti.

Il modo in cui l’insegnante spiega lo scopo del gioco influenza molto l’entusiasmo dei bambini. Per interessare i bambini a un gioco, l’insegnante deve comunicare felicità e un sentimento di sfida. Per entusiasmare i bambini occorre non solo motivarli, ma anche saper dare le giuste spiegazioni. Per esempio, nel gioco «Aiuta l’ammalato» della quinta lezione, i bambini intrecciano le mani per formare una sedia sulla quale trasportare l’«ammalato» al «Pronto Soccorso». Senza un’opportuna introduzione, i bambini potrebbero pensare che sia più divertente lasciar cadere il compagno che prendersi cura di lui. L’insegnante può evitarlo dicendo: «Bene bambini, oggi giochiamo a “Aiuta l’ammalato”. Questo gioco è molto divertente, perché dobbiamo collaborare tutti per portare un ammalato al Pronto Soccorso. Se lo facciamo cadere, l’ammalato si farà male e saremo tutti molto dispiaciuti. Se arriveremo al Pronto Soccorso senza problemi, saremo tutti felici e contenti perché lo avremo aiutato».

Esercizi:

1. Citate due cose che l’insegnante deve fare bene quando presenta un gioco.

a)__________________________________________________________

b)__________________________________________________________

2. Esercitatevi presentando tre giochi ai vostri compagni di classe.

3. Perché è necessario motivare i bambini e spiegare lo scopo del gioco, anche se lo conoscono bene? ______________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________

Sezione 11

Quando i bambini hanno capito lo scopo del gioco e sono motivati, è importante spiegare chiaramente come si gioca. In genere è necessario giocare per un po’ di tempo con loro. Per esempio nel gioco del «Ponte», presentato nella quarta lezione, potrete guidare gentilmente i bambini ai posti di partenza e aiutarli passo passo nel gioco. Talvolta potreste incominciare con i bambini più piccoli e poi invitare anche gli altri. Invece di metterli sul «ponte»tutti in una volta, li potreste mettere due per volta. Dopo diverse dimostrazioni, potreste aumentare il numero di bambini sul «ponte», fino a farli partecipare tutti. Quando spiegate come si gioca, è essenziale che facciate vedere come si fa e che lo facciate con loro.

Sezione 12

Durante il gioco è importante che i bambini abbiano una sensazione di successo. Il ruolo dell’insegnante a questo riguardo è molto importante. Li incoraggia mentre giocano, li applaude quando fanno bene e si mostra felice delle loro capacità.

Quando un bambino sente di riuscire, cresce psicologicamente. Incomincia ad acquistare fiducia nelle proprie capacità, sviluppa il coraggio di provare cose nuove e difficili e acquisisce il sentimento del cameratismo. Il suo desiderio di obbedire alle regole del gioco si rafforza. Questa obbedienza può essere incanalata verso i genitori e le leggi di Dio. La sensazione di successo rafforza in lui anche il desiderio di fare le cose, usando le proprie capacità al massimo.

Per la consultazione:

1. Come contribuisce l’insegnante a creare nei bambini una sensazione di successo?

2. Quali azioni del maestro contribuiscono a creare nei bambini una sensazione di fallimento?

3. I bambini devono giocare in modo perfetto per sentirsi vittoriosi?

4. Quali espressioni può usare l’insegnante per contribuire a creare nei bambini una sensazione di successo?

Sezione 13

L’ultima attività della vostra classe è colorare disegni. In realtà, questa sarà una delle attività preferite dai bambini e perciò vorranno sempre farla. Forse ciò che attrae la loro attenzione è l’opportunità di saggiare le proprie capacità artistiche e di sviluppare i propri concetti di bellezza. Lo sviluppo artistico è molto importante nell’educazione dei bambini. Nelle classi più avanzate dovrete svolgere attività più complesse per sviluppare l’espressione artistica. Per ora è sufficiente lasciare che i bambini colorino liberamente i diversi disegni.

Per ogni classe potrete scegliere uno dei disegni riportati in questo libro e farne una copia per ogni bambino. Talvolta i bambini porteranno i pastelli da casa, altre volte una o più famiglie potrannno offrire un piccolo contributo per comprare qualche scatola di pastelli per tutta la classe. In questo caso la vostra Assemblea Spirituale Locale potrebbe assistervi nel chiedere aiuto alle famiglie.

Come esercizio, prima di svolgere questa attività con i bambini, decidete se le seguenti frasi sono vere o false:

1. È importante che i bambini imparino a usare i colori

assieme. V ? F ?
2. Non importa se, all’inizio, i bambini colorano

fuori dalle righe, purché cerchino di colorare bene. V ? F ?

3. Quando un bambino non è capace di colorare bene

dobbiamo portargli via i disegni e darli a un altro. V ? F ?

4. Mentre i bambini colorano, l’insegnante può
star seduto e riposare. V ? F ?
5. Mentre i bambini colorano, l’insegnante

cammina tra loro aiutandoli e incoraggiandoli. V ? F ?

6. Mentre colorano, i bambini devono stare zitti. V ? F ?

7. Prima di distribuire i disegni, l’insegnante

deve dire qualcosa sul significato del disegno. V ? F ?

8. Sarebbe interessante che l’insegnante pensasse

a una storia immaginaria correlata con il disegno,

utile per insegnare ai bambini qualcosa
di importante. V ? F ?
Quindici lezioni per bambini
Lezione 1

Per attrarre le benedizioni divine e creare un’atmosfera spirituale, incominciate la lezione con una preghiera. La preghiera suggerita per questa lezione è la seguente:

«O Dio! Educa questi piccini. Questi piccini sono piante del Tuo frutteto, fiori del Tuo prato, rose del Tuo giardino. Fa’ cader su loro la Tua pioggia; fa’ che il Sole della Realtà splenda su di essi col Tuo amore. Fa’ che la Tua brezza li ristori, sì che possano addestrarsi, crescere, svilupparsi e manifestarsi in perfetta bellezza. Tu sei il Donatore, Tu sei il Compassionevole».4

Dopo la preghiera potrete chiedere ai bambini se qualcuno di loro sa una preghiera a memoria. Quindi potrete insegnare loro la seguente preghiera nel modo che abbiamo spiegato nella seconda e nella terza sezione.

«O Dio, guidami, proteggimi, fa di me una lampada luminosa e una stella fulgente. Tu sei il Forte e il Potente».2

Ci si aspetta che i bambini imparino almeno una parte della preghiera in questa lezione. Fatto questo, potrete proseguire con la seconda attività insegnando una canzoncina:

Tutti fiori dello stesso giardino
Un fiordaliso bianco in groppa a una formica,
Un esile minuscolo non ti scordar di me,
Un tulipano giallo ed una margherita
Si misero a cantare all’unisono così:
Noi siamo tutti fiori dello stesso giardino,
Viviamo in armonia dalla sera al mattino.
Ma gli uomini no, ma gli uomini no,
In piazza, al parlamento, oppure sopra il comò,
Noi siamo tutti frutti della stessa terra.
Da essa ci nutriamo e la facciamo più bella.
Ma gli uomini si
Si nutron come noi, però la fanno morir.
Un bimbo eschimese, un bimbo australiano,
Un piccolo cinese ed uno italiano,
Uniti sotto un albero, facendo girotondo,
Si misero a cantare all’unisono così:
Ritornello

L’attività successiva è imparare a memoria una citazione dagli Scritti sacri bahá’í. Potrete spiegare la citazione ai bambini nel seguente modo:

Il principale scopo della Fede bahá’í è l’unità del genere umano. Noi bahá’í cerchiamo di vivere nell’unità e di considerare tutti fratelli o sorelle. È particolarmente importante che lo facciamo nella comunità in cui viviamo. I bahá’í evitano discussioni e liti. Se sorge una divergenza, la risolviamo con amicizia e con amore. Per imparare a vivere nell’unità impariamo a memoria la seguente citazione di Bahá’u’lláh:

«Tanto potente è la luce dell’unità, da illuminare il mondo intero».5

I bambini imparano la citazione più facilmente se la capiscono bene. Li aiuterete incoraggiandoli a parlare del significato della citazione. Ecco alcune frasi per aiutarli a comprendere alcune parole che potrebbero essere nuove per loro:

Potente:

1. Kumar ha letto una poesia così dolce da farlo piangere. La poesia era molto potente.

2. I raggi del sole riscaldano la terra e danno vita a tutti gli esseri. I raggi del sole sono potenti.

Illuminare:

1. La stanza era buia finché non abbiamo acceso la luce. La luce ha illuminato la stanza.

2. Stamattina il sole è sorto e fa risplendere la sua luce sulla terra e sul mare. Il sole illumina la terra e il mare.

Dopo che i bambini avranno imparato a memoria la citazione e riflettuto sull’importanza dell’unità, racconterete una storia in cui ‘Abdu’l-Bahá Si occupa dell’unità. Come si è detto nella quinta, nella sesta e nella settima sezione, aiuterete i bambini a capire la storia se metterete in evidenza alcuni punti importanti, come il tema centrale, le parti della storia che ad esso si riferiscono e la conclusione. Vi suggeriamo di ripassare mentalmente le seguenti domande prima di raccontare la storia: Qual è il tema centrale della storia? Quali parti della storia si riferiscono direttamente a questo tema? Quali sono i dettagli importanti che rendono interessante la storia?

Ai tempi di Bahá’u’lláh e di ‘Abdu’l-Bahá, molti abitanti di ‘Akká erano stati ingannati sui bahá’í e quindi pensavano che fosse giusto essergli ostili. Ma ‘Abdu’l-Bahá, con la Sua saggezza e il Suo amore, trasformò molti cuori. Fu gentile con le persone di tutte le religioni e le aiutò a essere unite.

Ad ‘Akká c’era un mercante cristiano che, come i suoi concittadini, non aveva rispetto per i bahá’í. Un giorno, il mercante vide fuori dalle porte della città un cammello carico di carbone che apparteneva ai bahá’í. Fermò il cammelliere e disse: «Questo carbone è migliore del mio» e se lo prese senza pagare un soldo.

Quando ‘Abdu’l-Bahá venne a sapere di questo episodio andò nel negozio del mercante e gli chiese di restituire il carbone. Il mercante non Gli prestò alcuna attenzione, ma ‘Abdu’l-Bahá Si sedette e aspettò. Alla fine, dopo tre ore, il mercante Gli chiese freddamente «Sei uno dei prigionieri? Che cosa avete fatto per meritare la prigione?» ‘Abdu’l-Bahá rispose che il Suo crimine era lo stesso per cui Cristo era stato perseguitato. Il mercante fu sorpreso. «Che cosa ne sai di Cristo?», chiese. Allora ‘Abdu’l-Bahá gli parlò con calma e gentilezza di Cristo e dei Suoi insegnamenti. Mentre ‘Abdu’l-Bahá parlava, il cuore del mercante incominciò a sciogliersi e il suo orgoglio e la sua arroganza svanirono. Alla fine disse ad ‘Abdu’l-Bahá che sfortunatamente il carbone era finito, ma era disposto a pagarlo. Allora ‘Abdu’l-Bahá Si alzò e Se ne andò. Anche il mercante si alzò, Lo accompagnò sulla strada, trattandoLo con grande rispetto e onore.

La successiva attività della classe è il gioco dei «Giganti».

Due bambini stanno in piedi e si legano la gamba sinistra dell’uno con la destra dell’altro. Poi camminano da un punto a un altro disegnati sul pavimento.

Variazioni:

a. Tre, quattro o più bambini si legano l’uno all’altro e tentano di camminare insieme.

b. Si possono mettere sul percorso ostacoli, come rami o pietre, facendo attenzione a non creare pericoli.

c. Invece di camminare i bambini saltano come rane, camminano come granchi, eccetera.

Alla fine della giornata ogni bambino riceverà il disegno 1 da colorare.

Lezione 2

Oggi suggeriamo di incominciare la lezione con la seguente preghiera:

«O Dio! Alleva questo pargoletto al seno del Tuo amore e allattalo al petto della Tua Provvidenza. Coltiva questa tenera pianta nel roseto del Tuo amore e aiutala a crescere con le piogge della Tua generosità. Fanne un figlio del Regno e guidalo al Tuo Celeste Reame. Tu sei potente e benigno. Tu sei l’Elargitore, il Generoso, il Signore di insorpassata munificenza».6

Dopo la preghiera potrete chiedere ai bambini di dirne una che conoscono. Poi li aiuterete a ripassare quella che hanno incominciato a imparare a memoria nella prima lezione.

L’attività che segue consiste di due canzoncine, quella che avete incominciato nella prima lezione e una nuova:

AMARE
Amare, amare,
ama tuo fratello,
l’amore, l’amore ci porta all’unità.
Dio amò creare e perciò ci creò
per amare, amar Lui,
e l’umanità,
il trucco è questo qua.

Dopo le canzoncine, i bambini potranno imparare a memoria una citazione di Bahá’u’lláh. Potrete spiegarla come segue:

Il nostro cuore è come uno specchio. Dobbiamo tenerlo sempre pulito. Odio, invidia e pensieri negativi sono come la sporcizia che impedisce allo specchio di risplendere. Quando il nostro cuore è puro, riflette la luce di Dio e noi facciamo felici gli altri. Per aiutare a mantenere il cuore puro, impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’lláh:

«O Figlio dello Spirito! Il Mio primo consiglio è questo: Abbi un cuore puro, gentile e radioso…».7

Consiglio

1. Un giorno Gerard e Mary stavano colorando un disegno. Gerard aveva bisogno della matita gialla, ma Mary non voleva dargliela. L’insegnante disse a Mary di dargliela. L’insegnante diede a Mary un consiglio saggio.

2. Patricia deve decidere se spendere i suoi soldi in dolci o in un libro di racconti. I genitori le consigliano di comprare il libro di racconti. I genitori hanno dato a Patricia un consiglio saggio.

Avere

1. A Tinaye piace leggere prima di andare a dormire. Ha un libretto di preghiere da leggere. Tinaye possiede un libretto di preghiere.

2. C’è stata un’inondazione e molti hanno perso le loro proprietà, ma tutti li hanno aiutati e ben presto hanno avuto le cose di cui avevano bisogno.

Cuore puro

1. Cathy si è arrabbiata e ha gridato con Susan. Susan è rimasta male, ma l’ha subito perdonata. Susan ha un cuore puro.

2. A Jorge piace offrire biscotti a tutti i bambini, anche a Gustavo, che gli tira sassi. Jorge ha un cuore puro.

Cuore gentile

1. Quando una persona bisognosa le chiede aiuto, Ming Ling se ne prende cura. Ming Ling ha un cuore gentile.

2. Il signor Robertson è molto vecchio. Jimmy lo aiuta a portare al mercato la frutta che ha raccolto. Jimmy ha un cuore gentile.

Cuore radioso

1. Quando sono triste, mia madre mi consola e mi fa felice. Mia madre ha un cuore radioso.

2. Obuya è ammalato e deve stare sempre a letto. Dice molte preghiere, ma non è triste e continua a mostrarsi felice. Obuya ha un cuore radioso.

Quando i bambini avranno imparato la citazione, potrete raccontare una storia. Come sempre, se ricorderete le singole parti della storia e la racconterete con gioia e sincerità, i bambini la capiranno meglio.

‘Abdu’l-Bahá sapeva sempre che cosa c’era nel cuore delle persone e amava moltissimo coloro che hanno un cuore puro e radioso. Un giorno una signora ebbe il grande onore di essere Sua ospite a cena. Mentre ascoltava le Sue parole di saggezza, la signora guardò il bicchiere d’acqua che aveva davanti e pensò: «Come sarebbe bello se ‘Abdu’l-Bahá prendesse il mio cuore, lo svuotasse da tutti i desideri mondani e lo riempisse poi di amore divino e di saggezza, come potrebbe fare con questo bicchier d’acqua».

Mentre il pensiero le passava rapidamente per la mente, la signora non disse nulla. Ma avvenne qualcosa che le fece capire che ‘Abdu’l-Bahá conosceva i suoi pensieri. InterrompendoSi nel bel mezzo del discorso, ‘Abdu’l-Bahá chiamò un servitore e gli disse qualche parola in persiano. Il servitore si avvicinò silenziosamente alla signora, prese il suo bicchiere, lo vuotò e glielo rimise davanti.

Poco dopo, ‘Abdu’l-Bahá, continuando a parlare, prese una brocca d’acqua dal tavolo e riempì lentamente il bicchiere vuoto della signora con molta naturalezza. Nessuno notò l’accaduto, ma la signora seppe che ‘Abdu’l-Bahá aveva risposto al desiderio del suo cuore. Era piena di gioia. Ora sapeva che i cuori e le menti erano come libri aperti per ‘Abdu’l-Bahá, Che li leggeva con grande amore e gentilezza.

L’attività che segue il racconto è un gioco intitolato «La grande sete».

Si lega alle braccia dei bambini un bastone in modo che non possano piegare i gomiti. I bambini devono immaginare di camminare in un deserto e di avere molta, molta sete. Trovano delle coppe piene d’acqua e devono trovare il modo di berla. Scopriranno che potranno farlo solo aiutandosi l’un l’altro e facendo attenzione di non bagnarsi a vicenda.

Alla fine della lezione ogni bambino riceverà il disegno 2 da colorare.

Lezione 3

Ormai sapete quanto sia importante incominciare le lezioni leggendo una preghiera e chiedendo ai bambini di recitare quelle che conoscono a memoria, in modo che a poco a poco imparino a incominciare qualsiasi attività invocando l’assistenza di Dio. La preghiera che vi suggeriamo per la lezione di oggi è la seguente:

«O mio Signore! Fa’ che la Tua bellezza sia il mio cibo e la Tua presenza il mio nèttare, e il Tuo compiacimento la mia speranza, e la lode di Te il mio agire, e il ricordo di Te il mio compagno, e la potenza della Tua sovranità il mio soccorso, e la Tua dimora la mia casa, e la mia dimora il seggio che Tu hai purificato dalle limitazioni imposte a coloro che sono separati da Te come da un velo. Tu sei, in verità, il Possente, il Gloriosissimo, l’Onnipotente».8

Dopo questa preghiera e le preghiere recitate da alcuni degli allievi, potrete dedicarvi ad aiutare i bambini a imparare a memoria la preghiera sulla quale hanno lavorato nelle ultime due lezioni. Questa volta farete in modo che la imparino tutti.

L’attività successiva avrà inizio facendo cantare ai bambini le due canzoncine che hanno imparato nelle lezioni precedenti. Quando sentirete che le hanno imparate bene, presenterete la canzoncina di oggi:

La giustizia è il modo
Coro:
La giustizia è il modo
Di rendere un giorno più splendente,
Quando le persone hanno bisogno.
La giustizia è la luce,
Una luce che brilla splendente,
Illuminando attraverso le buone azioni.
Quante volte abbiamo sentito che ‘Abdu’l-Bahá
Divideva ogni Suo avere,

Si accontentava di poco e conduceva una vita semplice

Così che gli altri fossero felici.
Coro:
Giustizia è solo un po’ più che essere retti.
Per essere giusti, dobbiamo dare,

Dividere ciò che abbiamo, dividere ciò che amiamo,

Dividere la gioia di vivere

Per presentare la nuova citazione da imparare a memoria, chiederete a un bambino di recitare le due citazioni che già conoscono e poi spiegherete ciò che segue:

Dio ama la giustizia. È contento di noi quando vede che trattiamo gli altri con equità e giustizia. Dobbiamo rispettare i diritti di tutti gli esseri umani e fare in modo di non portar via a nessuno ciò che gli spetta. Per imparare a essere giusti, impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’lláh:

«Seguite la via della giustizia, perché in verità essa è la retta via».9

Seguire

1. Gli alberi del bosco hanno perduto molte foglie, che hanno ricoperto il sentiero. Fumiko cammina nel bosco. Segue il sentiero coperto di foglie.

2. A Pedro piace aiutare gli amici a giocare insieme felici. Pedro e i suoi amici sono molto uniti. Pedro segue la via dell’unità.

Via

1. Luis ha un asino. Lo porta a pascolare in un prato e lo lascia solo. L’asino trova la via di casa da solo.

2. Ci sono due strade per andare a scuola. A Mille piace sempre prendere la via che passa dalla casa della nonna.

Giustizia

1. Carlos ha avuto i pastelli da distribuire durante la lezione. C’erano dieci pastelli e cinque bambini. Carlos ha dato due pastelli a ogni bambino. Carlos ha distribuito i pastelli con giustizia.

2. Anna ha molta acqua nel pozzo, ma talvolta il pozzo dei suoi vicini è secco. Anna non permette mai che essi soffrano e fa sempre in modo che si sentano autorizzati a prendere la sua acqua. Anna ama la giustizia.

Quando i bambini avranno imparato la citazione e avrete parlato con loro del suo significato, racconterete la seguente storia di ‘Abdu’l-Bahá che aiuta a spiegare che cos’è la giustizia. Raccontandola potrete sottolineare l’azione di ‘Abdu’l-Bahá che dimostra la Sua giustizia e aiutare i bambini a capire come si può seguire il Suo esempio.

Un giorno ‘Abdu’l-Bahá voleva andare da ‘Akká ad Haifa. Si procurò un posto a sedere poco costoso su una corriera di linea. L’autista ne fu sorpreso e si chiese perché mai ‘Abdu’l-Bahá fosse così parsimonioso da viaggiare in quella modesta corriera. «Vostra Eccellenza preferirebbe sicuramente viaggiare su una carrozza privata», esclamò. «No», rispose il Maestro e viaggiò fino ad Haifa nella corriera gremita di gente. Quando ne discese ad Haifa, una pescatrice angustiata Gli si avvicinò e Gli chiese aiuto. Per tutto il giorno non aveva pescato nulla e ora doveva ritornare dalla famiglia affamata. ‘Abdu’l-Bahá le diede una discreta somma di denaro. Poi Si girò verso l’autista e gli disse: «Perché dovrei viaggiare nel lusso, quando ci sono tante persone che hanno fame?»

Letta la storia, la successiva attività sarà il gioco del «Dividendo»:

Si mette in terra il pneumatico di un’automobile (o un altro oggetto). Poi i bambini cercano di vedere quanti di loro possono starci dentro tutti insieme.

Alla fine della lezione bambini riceveranno il disegno 3 da colorare.

Lezione 4

Oggi potrete incominciare la lezione con la seguente preghiera:

«O Dio! Corrobora e allieta il mio spirito. Purifica il mio cuore. Illumina le mie facoltà. Rimetto ogni cosa che mi riguardi nelle Tue mani. Tu sei la mia Guida e il mio Rifugio. Non sarò più mesto e addolorato; sarò un essere felice e pieno di gioia. O Dio! Non voglio essere pieno di ansietà, né mi lascerò tormentare da affanni. Non mi soffermerò sulle cose spiacevoli della vita. O Dio! Tu mi sei più amico di quanto io non sia a me stesso. A Te mi consacro, o Signore».10

Quando anche alcuni bambini avranno recitato una preghiera, potrete ripassare con loro quelle che hanno imparato a memoria nelle tre lezioni precedenti. Prima che incomincino a imparare una nuova preghiera nella lezione di oggi, dovrete assicurarvi che abbiano imparato bene la prima.

Quando incomincerete a insegnare una nuova preghiera, ricordatevi di spiegarla parola per parola. Quando le parole sono difficili, dovrete fare qualche esempio pratico per illustrare il loro significato. I bambini potrebbero impiegare sette lezioni per imparare questa preghiera, perciò potrete dividerla in cinque parti tenendo le ultime due lezioni per ripassarla tutta.

«O Tu Signore gentile! Sono un piccolo bimbo, innalzami accogliendomi nel regno. Sono terreno, rendimi celeste; sono del basso mondo, fa’ ch’io appartenga al superno Reame; sono cupo, permetti ch’io divenga radioso; materiale, rendimi spirituale e concedi ch’io manifesti le Tue infinite grazie. Tu sei il Potente, l’Amorevole».11

L’attività successiva è imparare a cantare la seguente canzoncina e ripassare quelle imparate nelle lezioni precedenti.

Fiori di un giardino
Siamo i fiori di un giardino,
Chiari come l’alba,
Freschi come l’aurora,
Belli e differenti,
Vari nella beltà,
Noi siamo fiori dell’umanità.

Ora potrete spiegare una nuova citazione, che i bambini dovranno imparare a memoria, nel seguente modo:

L’amore di Dio risplende sull’umanità come i raggi del sole. I raggi del sole cadono tanto sui deserti quanto sui giardini. Il nostro amore deve essere come i raggi del sole: dobbiamo amare tutti, anche coloro che ci maltrattano. Per imparare ad amare tutta l’umanità, impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’lláh:

«O Amico! Nel giardino del tuo cuore non piantare altro che la rosa dell’amore…».12

In questa citazione la sola parola per la quale può essere necessaria una spiegazione è «altro che», che in questo caso significa «nient’altro».

1. Agot ama cantare canzoni che parlano del sole e dei fiori e non canta canzoni che parlino d’altro. Agot non canta nient’altro che lo splendore del sole e dei fiori.

2. Ta Jen voleva andare al fiume, ma non aveva fatto i compiti a casa. Suo padre gli disse che non poteva uscire finché non avesse finito il compito e, sfortunatamente, Ta Jen ci rimase molto male. La nonna gli disse: «Caro, tutti i tuoi piani finiranno in niente se non obbedisci a tuo padre».

L’attività successiva è raccontare una storia. Ricordate che se volete che la vostra storia piaccia ai bambini, dovrete prima leggerla con attenzione, pensando al tema principale e ai dettagli che possono attrarre la loro attenzione.

Mentre ‘Abdu’l-Bahá viveva prigioniero in ‘Akká, in città c’era un uomo che si comportava molto male con di Lui. Era ignorante e così facendo credeva di seguire gli insegnamenti di Mu?ammad. Pensava che ‘Abdu’l-Bahá non fosse buono e che a Dio non importasse nulla che i bahá’í fossero maltrattati. Odiava ‘Abdu’l-Bahá. L’odio crebbe e si inasprì dentro di lui e talvolta ne traboccava come l’acqua che esce da una brocca rotta.

Nella moschea, quando la gente veniva a pregare, costui inveiva contro ‘Abdu’l-Bahá dicendo di Lui cose terribili. Quando ‘Abdu’l-Bahá passava per la strada, si copriva la faccia col vestito per non vederLo. Quell’uomo era molto povero e non aveva né cibo da mangiare né abiti caldi da indossare. Come pensate che ‘Abdu’l-Bahá Si comportasse con lui? Era gentile, gli mandava cibo e indumenti e faceva in modo che avesse il necessario. Per esempio, una volta quell’uomo si ammalò gravemente e ‘Abdu’l-Bahá gli mandò un medico, pagò le medicine e il cibo e gli diede anche un po’ soldi. Egli accettò i regali, ma non Lo ringraziò. Anzi, porse la mano al dottore perché gli prendesse il polso, ma con l’altra si coprì il viso per non essere costretto a vedere in faccia ‘Abdu’l-Bahá. E andò avanti così per molti anni. Poi, un giorno, il suo cuore cambiò. Andò da ‘Abdu’l-Bahá, si buttò ai Suoi piedi e, con il cuore pesante e le lacrime che gli scendevano sul viso come due ruscelli, disse: «Perdonami, Signore! Per ventiquattro anni sono stato un demonio con Te. Tu invece mi hai mostrato sempre e solo bontà. Adesso so che mi sbagliavo. Per favore, perdonami!» Così il grande amore di ‘Abdu’l-Bahá trionfò sull’odio di quell’uomo salvandolo dalla sua ignoranza.

L’attività che segue la storia potrà essere il gioco del «Ponte»:

Si traccia una linea sul pavimento usando panche (o assi o tegole). Quella linea è «il ponte». Due gruppi di bambini devono attraversare il ponte contemporaneamente, andando in direzioni opposte e facendo in modo che nessuno cada dal ponte. I bambini devono aiutarsi tra loro a cambiare di posto, scambiandosi il posto uno per volta.

Per finire la lezione potrete dare a ogni bambino il disegno 4 da colorare.

Lezione 5

Finora avete imparato a memoria quattro preghiere, potrete usarne una all’inizio di ogni lezione. Anche i bambini sapranno almeno una preghiera a memoria e alcuni di loro potrebbero recitarla dopo la preghiera iniziale. Ogni bambino dovrà avere l’opportunità di recitare una preghiera almeno una volta ogni tre o quattro lezioni. Inoltre, in ogni lezione, continuerete a far imparare a memoria la preghiera che avete incominciato nella quarta lezione. Questa attività proseguirà fino alla nona lezione, quando si prevede che tutti i bambini abbiano imparato a memoria la seconda preghiera.

Le altre attività della lezione di oggi saranno le seguenti:

A. Canzoncine (incluse alcune delle canzoncine imparate nelle lezioni precedenti)

Guarda me
Guarda me,
Segui me,
Sii come me,
‘Abdu’l-Bahá, ‘Abdu’l-Bahá.
Insegna, insegna, insegna,
Segui me,
Sii come me,
‘Abdu’l-Bahá, ‘Abdul’-Bahá.
Servi Dio,
Segui me,
Sii come me,
‘Abdu’l-Bahá, ‘Abdul’-Bahá.
Ama l’umanità,
Segui me,
Sii come me.
‘Abdu’l-Bahá, ‘Abdu’l-Bahá.
B. Imparare a memoria una citazione:

Dio ci ama e vuole che Gli stiamo sempre vicini. Il miglior modo per riuscire a star vicini a Dio è di diventare Suoi servitori. Siamo servitori di Dio quando serviamo l’umanità. Ci sono molti modi di servire, per esempio facendo visita agli ammalati, aiutando i bisognosi e insegnando agli altri ciò che si sa. Dobbiamo servire tutti senza preoccuparci che siano ricchi o poveri, amici o estranei. Per aiutarci a diventare servitori di Dio, impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’lláh:

«È un vero uomo colui che si dedica oggi a servire l’intera razza umana».13

Dedicarsi

1. Dervi sta sempre molto attenta durante le lezioni di arte e passa molte ore a prepararsi per le lezioni. Dervi si dedica all’arte.

2. Il padre di Hung Wei ha un orto. Tutti i giorni Hung Wei aiuta il padre a sarchiare e innaffiare l’orto. Hung Wei si dedica ad aiutare suo padre.

Servizio

1. Mumbi, Apiyo e Tocho hanno pulito la casa dei nonni. Erano felici di aver fatto questo servizio.

2. Sachiko percorre quattro chilometri a piedi per tenere una classe per bambini. Cammina tanto tutte le settimane perché le piace servire la comunità.

Razza umana

1. A scuola abbiamo visto fotografie di persone di diversi paesi con la pelle bianca, bruna, gialla, nera e rossa. Tutte queste persone appartengono alla razza umana.

2. La signora chiese a Kenji se gli piacciono le persone degli altri posti quanto gli piacciono quelle del suo villaggio. Kenji ha risposto che ama tutti, perché tutti fanno parte della stessa razza umana.

C. Storia:

Lua Getsinger, una delle prime bahá’í americane, racconta un’esperienza che ha avuto ad ‘Akká. Era andata in pellegrinaggio nella città prigione per vedere ‘Abdu’l-Bahá. Un giorno Egli le disse che aveva troppo da fare per occuparSi di un amico, molto povero e molto ammalato. Voleva che Lua andasse da lui al Suo posto. Le disse di portargli del cibo e di prendersi cura del Suo amico come avrebbe fatto Lui.

Lua si fece dare l’indirizzo e andò subito a fare quello che ‘Abdu’l-Bahá le aveva chiesto. Era orgogliosa che ‘Abdu’l-Bahá Si fosse fidato di lei affidandole una parte del Suo lavoro. Ma tornò immediatamente da ‘Abdu’l-Bahá tutta agitata. «Maestro», esclamò, «Mi avete mandato in un posto orribile! Quasi svenivo per il tremendo odore, le camere sporche, le condizioni di degrado di quell’uomo e della sua casa. Sono corsa via prima di prendermi qualche terribile malattia».

‘Abdu’l-Bahá la guardò a lungo con tristezza e severità. Se voleva servire Dio, le disse, doveva servire il prossimo, perché in ogni persona avrebbe dovuto vedere l’immagine e la somiglianza di Dio. Quindi le disse di ritornare da quell’uomo. Se la casa era sporca, avrebbe dovuto pulirla. Se l’uomo era sudicio, avrebbe dovuto fargli il bagno. Se era affamato, avrebbe dovuto nutrirlo. Le disse di non ritornare, finché non avesse fatto quello che Lui le aveva detto. ‘Abdu’l-Bahá le disse anche che Lui aveva fatto molte volte tutte quelle cose per quell’uomo e che lei avrebbe potuto farle almeno una volta. Ecco come ‘Abdu’l-Bahá insegnò a Lua Getsinger come si serve il prossimo.

D. Gioco: «Assisti gli ammalati».

Un bambino finge di essere ammalato. Due bambini si prendono le mani (la destra con la destra e la sinistra con la sinistra) in modo da formare una sedia. Gli altri aiutano il bambino ammalato a sedersi sulla sedia e i due lo portano al Centro sanitario. L’insegnante sceglie un albero o un altro posto che possa essere il Centro sanitario.

Variante:

L’ammalato è sdraiato su una barella formata da alcuni bambini che si tengono per le braccia. I bambini si dispongono su due file gli uni davanti agli altri. Tendono avanti le braccia piegate all’altezza dei gomiti e ciascuno afferra quelle del bambino che gli sta di fronte.

E. Colorazione: disegno 5.
Lezione 6

Come nelle lezioni precedenti si suggerisce di incominciare con una delle preghiere che conoscete a memoria e poi di chiedere ai bambini di recitare una preghiera. Dopo le preghiere, i bambini continueranno a imparare a memoria la preghiera che hanno incominciato a imparare nella quarta lezione. Le altre attività di oggi saranno le seguenti:

A. Canzoncine (comprese alcune di quelle che avete imparato nelle lezioni precedenti):

Dire la verità
Coro:
Quando dici la verità
Conquisti la fiducia delle persone.
Dì sempre la verità,
Devi, devi.
Quando dici la verità, non senti mai vergogna,
Dio è compiaciuto di te.
Se dici una bugia, sicuramente sarai incolpato
E potresti perdere uno o due amici.
Coro
B. Imparare a memoria una citazione:

La sincerità è una delle qualità spirituali più importanti. I bahá’í non devono mai dire nemmeno una piccola bugia. Perché le persone mentono? Qualche volta lo fanno perché hanno paura di dire la verità. Ma tutti sanno che Dio conosce tutte le nostre azioni e che non possiamo nasconderGli niente. Se non siamo sinceri, ci sarà molto difficile acquisire le altre virtù e non otterremo la vicinanza a Dio. Impariamo a memoria la seguente citazione di Bahá’u’lláh:

«La sincerità è il fondamento [la base*] di tutte le virtù umane».14

Sincerità.

1. Sanjay ha fatto cadere un bicchiere che si è rotto. Quando la mamma gli ha chiesto che cosa fosse successo, invece di dire una bugia le ha detto la verità. Sanjay ha mostrato la virtù delle sincerità.

2. Un amico voleva giocare con Gita ed è andato a cercarla a casa. Gita doveva fare i compiti e non poteva uscire a giocare. Il fratello ha detto a Gita che avrebbe detto al suo amico che non era in casa, ma Gita non ha voluto che il fratello dicesse una bugia. Gita è uscita e ha detto all’amico che non poteva uscire a giocare. Gita ha mostrato la virtù della sincerità.

Fondamento

1. Il padre di Alok sta costruendo una casa. Prima di erigere i muri, scava un fosso nel posto dove poi costruirà i muri e ci mette pietre e cemento. Le pietre e il cemento formano le fondamenta della casa.

2. Prima di imparare a leggere e scrivere dovete conoscere i suoni delle lettere. Imparare i suoni delle lettere è un fondamento per imparare a leggere e scrivere.

Virtù

1. Aurora è amichevole, gentile e gioiosa. Aurora ha molte virtù.

2. La signora Patel insegna ai bambini la giustizia, la generosità, l’umiltà e l’onestà. Insegna loro molte virtù umane.

A. Storia:

In un paese lontano, viveva tanto tempo fa’ un pastorello che, mentre il padre lavorava nei campi e la madre era a casa, aveva il compito di accudire le pecore della sua famiglia. Un giorno il ragazzo era molto annoiato e decise di fare uno scherzo ai vicini. All’improvviso incominciò a gridare: «Al lupo! Al lupo! Il lupo sta mangiando le mie pecore!» Tutti i suoi amici corsero ad aiutarlo a scacciare il lupo, ma quando arrivarono videro il pastorello che rideva di loro perché si erano spaventati tanto, mentre non c’era nessun lupo da scacciare. Gli amici ritornarono al lavoro dicendo che il ragazzo si era comportato male.

Il giorno dopo il ragazzo ripeté la burla. «Al lupo! Al lupo! Aiutatemi! Aiutatemi!» Alcuni dei vicini accorsero di nuovo ad aiutarlo. Ma trovarono il pastore che rideva di loro, perché anche questa volta era una bugia che ci fosse il lupo. Il terzo giorno, quando sentirono il ragazzo gridare: «Al lupo! Al lupo! Il lupo sta mangiando le mie pecore! Per favore venite ad aiutarmi!», nessuno gli diede retta, perché pensavano che fosse un’altra bugia. Ma quel giorno il lupo venne davvero e si mangiò le pecore! Il pastorello ci rimase molto male, ma aveva imparato la lezione. Se diciamo le bugie, verrà il giorno in cui né i genitori, né i fratelli, né le sorelle, né gli amici crederanno a ciò che diciamo, anche se è la verità!

B. Il gioco del «Telefono senza fili».

I bambini si mettono in fila rivolti tutti verso la stessa direzione, l’ultimo guarda la lavagna. Se è necessario, si può organizzare più di una fila. L’insegnante disegna con un dito un oggetto sulla schiena del primo bambino. Lui, a sua volta lo disegna sulla schiena del secondo bambino. Il secondo bambino lo disegna sulla schiena del terzo e così via fino ad arrivare all’ultimo che disegna l’oggetto sulla lavagna con il gesso. Quindi l’insegnante va alla lavagna e disegna l’oggetto che aveva disegnato sulla schiena del primo bambino. I disegni devono essere semplici, perché i bambini possano riprodurli.

C. Colorare: disegno 6.
Lezione 7

Dopo che voi e i bambini avrete recitato le preghiere e che i bambini avranno imparato un’altra parte della preghiera che stanno studiando, continuerete con le altre attività della lezione di oggi.

A. Canzoncine (comprese quelle delle lezioni precedenti)

Siamo la gente di Bahá
Siamo la gente di Bahá,
Siamo la gente di Bahá,
Siamo la gente di…
Siamo la gente di…
Siamo la gente di Bahá!
Yà Bahá’u’l-Abha!
Yà Bahá’u’l-Abha!
Siamo la gente di…
Siamo la gente di…
Siamo la gente di Bahá!
Percorriamo il sentiero di Dio,
Percorriamo il sentiero di Dio,
Fino alla fine
Saremo saldi.
Percorriamo il sentiero di Dio.
B. Imparare a memoria una citazione:

Una delle qualità più importanti di chi ama veramente Dio è la saldezza, o fermezza. Noi bahái abbiamo accettato Bahá’u’lláh e siamo certi che Egli sia la Manifestazione di Dio per questi giorni. Perciò niente di ciò che gli altri dicono o fanno può modificare la nostra fede in Lui. Dobbiamo sempre amarLo e obbedire alle Sue leggi e ai Suoi insegnamenti. Per ricordarcene, impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’lláh:

«Sommamente elevato sarà il tuo stadio se resterai saldo nella Causa del tuo Signore».15

Sommamente

1. I giardini che circondano il tempio di Bahá’u’lláh sono sommamente belli, più belli che nei sogni più meravigliosi.

2. La mamma di Maria ha fatto una torta speciale per la famiglia. Tutti l’hanno mangiata con grande piacere e hanno detto che era sommamente deliziosa.

Elevato

1. Ogni notte, prima di addormentarsi, Marta prega e si sente vicina a Dio. Quando va a dormire il suo spirito è elevato.

2. Al convegno Kumar parla della pace mondiale e della bontà dell’umanità. Kumar parla di cose elevate.

Restare saldi

1. Qualcuno ha detto a Rosemary che le stelle sono puntini bianchi dipinti nel cielo, ma Rosemary ha imparato che ogni stella è, in realtà, un sole molto lontano. Rosemary non cambia opinione. Rimane salda in ciò che sa.

2. Qualcuno ha detto a Mona che non è importante pregare tutti i giorni, ma Mona continua a pregare perché sa che pregare è una legge di Dio. Mona rimane salda nel seguire la legge delle preghiera.

C. Storia:

Tutti hanno sentito parlare dei primi eroi della Fede bahá’í che, ai tempi del Báb e di Bahá’u’lláh, offrirono la vita sulla via di Dio. Questa è la storia di un eroe molto speciale che visse ai tempi di ‘Abdu’l-Bahá. Il suo nome era Rú?u’lláh Varqá. Quando sacrificò la vita sulla via del suo Amato Bahá’u’lláh, aveva solo tredici anni.

Quando aveva dodici anni, Rú?u’lláh si recò con il padre ad ‘Akká per essere ammesso alla presenza di ‘Abdu’l-Bahá. Aveva tanto sentito parlare del grande amore e della gentilezza di ‘Abdu’l-Bahá che durante il viaggio non riusciva a dormire per l’ansia di arrivare ad ‘Akká. Alla fine, quando giunse alla presenza di ‘Abdu’l-Bahá, il suo cuore si riempì di gioia e di felicità.

‘Abdu’l-Bahá amava molto Rú?u’lláh, gli piaceva specialmente ascoltarlo cantare con la sua bella voce le preghiere che sapeva a memoria. Rú?u’lláh visse per qualche tempo nel paradiso della presenza di ‘Abdu’l-Bahá e il suo amore per la Fede diventava sempre più grande. Infine i giorni della vicinanza finirono e Rú?u’lláh e suo padre lasciarono ‘Akká per ritornare in Persia, dove si dedicarono all’insegnamento della Fede alle anime sincere e alla diffusione del Messaggio di Bahá’u’lláh in molti luoghi. Le parole di Rú?u’lláh avevano un grande effetto su tutti coloro che lo ascoltavano. Il padre l’amava molto e tutti ne apprezzavano i modi e la spiritualità. Era molto sincero, onesto, cortese e gentile con tutti. Recitava bellissime preghiere e ne conosceva molte a memoria. Ogni mattina si alzava all’alba per pregare.

Un giorno i nemici della Fede catturarono Rú?u’lláh e suo padre e li portarono in una prigione di Teheran. Era una prigione terribile e le sue catene erano così pesanti che era quasi impossibile dormire. Eppure Rú?u’lláh era ugualmente felice. Pregava, cantava e componeva bellissime poesie che esprimevano il suo amore per Bahá’u’lláh.

La vita in prigione diventò ogni giorno più dura per questi due eroi, finché avvenne finalmente ciò che speravano. Alle prime ore di un mattino arrivò alla prigione un alto funzionario del governo. Era ubriaco e rabbioso. Accusò falsamente Rú?u’lláh e suo padre di cose terribili, ma essi risposero serenamente di essere innocenti e di non aver fatto niente di male. L’ufficiale diventò ancor più furioso. Urlò al padre di Rú?u’lláh chiedendogli: «Chi devo uccidere per primo, te o tuo figlio?» «Per me è indifferente», rispose con calma Varqá. Sentendo queste parole, l’ufficiale gli si avvicinò e lo uccise con efferata crudeltà. «Padre! Padre! Portami con te!», gridò ripetutamente Rú?u’lláh. Il suo cuore desiderava ardentemente seguire l’esempio del padre e sacrificare la vita anche lui.

L’ufficiale cercò di parlare a Rú?u’lláh con dolcezza e gli disse: «Caro figliolo, sei ancora un bambino e io ti voglio molto bene. Posso aiutarti a occupare posizioni elevate e importanti. Ti posso dare ricchezze e qualunque altra cosa tu desideri. Basta che tu dica che non sei bahá’í». «Non voglio una posizione elevata o denaro», rispose Rú?u’lláh. «Voglio soltanto andare con mio padre».

Quando l’ufficiale capì che Rú?u’lláh era incrollabile e che era impossibile distoglierlo dalla sua Fede, diede ordine che fosse impiccato. I due corpi furono gettati in un pozzo in una piazza vicina, che oggi è conosciuta come Varqáíyyih.

Fu così che, sebbene fosse un bambino, Rú?u’lláh divenne uno degli eroi della Fede bahá’í, secondo il desiderio del suo cuore che, come diceva la sua poesia, non era altro che offrire la vita sulla via di Bahá’u’lláh.

D. Gioco: «Lupi e caprette»

C’era una volta una mandria di caprette che dovevano attraversare un vecchio ponte per andare in un pascolo dove cresceva l’erba buona. Sotto il ponte viveva una famiglia di lupi ai quali piaceva mangiare le caprette. Ma i lupi erano molto pigri e dormivano sempre. Si svegliavano solo quando sentivano una capretta passare sul ponte. Le caprette, che erano molto intelligenti, impararono a camminare sul ponte piano piano senza far rumore perché, naturalmente, non volevano svegliare i lupi. Ascoltavano i lupi con grande attenzione e, se smettevano di russare, si fermavano finché essi non si riaddormentavano.

L’insegnante costruisce un ponte di bastoni e di panche, in certi punti alto, in altri basso. I bambini devono attraversare il ponte passando sotto le parti alte e sopra quelle basse. L’insegnante fa la parte dei lupi, battendo le mani quando i lupi sono svegli o percuotendo un panno quando russano. Ogni tanto i lupi si svegliano. Allora i bambini devono rimanere assolutamente fermi, anche se hanno un piede alzato, finché i lupi non si riaddormentano. Se un bambino fa cadere un bastone o fa rumore, i lupi si svegliano e mangiano una capretta.

E. Colorare: Disegno 7.
Lezione 8

Dopo che voi e alcuni allievi avrete detto alcune preghiere, potrete ripassare con gli allievi la preghiera che stanno imparando a memoria. Le altre attività del giorno saranno le seguenti:

A. Canzoncine (comprese alcune delle canzoncine precedenti)

Siate come la terra
Guarda la terra.
È così umile,
Ha tutte le ricchezze di Dio da dare,
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere.
La calpestiamo ogni giorno,
Ma l’hai mai sentita dire:
Sono più ricca, più grande di te?
Guarda l’albero.
È così umile.
Più frutti ha.
Più s’incurva verso terra.
E così offre i suoi frutti.
Ma l’hai mai sentito dire:
Sono più ricco, più grande di te?
Sii come la terra,
Sii come l’albero.
Innalzati al paradiso della gloria
Sulle ali dell’umiltà.
B. Imparare a memoria una citazione:

Una virtù molto importante è l’umiltà. Una persona umile davanti a Dio comprende la grandezza di Dio e la propria piccolezza. Si abbandona completamente alla Volontà di Dio. Quando abbandoniamo a Lui la nostra volontà, Dio ci riempie il cuore di gioia. Per imparare a essere umili davanti a Dio, impariamo a memoria la seguente citazione:

«O Figlio dell’Uomo! Umiliati al Mio cospetto acciocché io possa benignamente visitarti».16

Umile

1. Quando Zinab prega Dio, spesso china la testa e pensa alla grandezza di Dio. Zinab è umile davanti a Dio.

2. Prima di partire per un viaggio di insegnamento Yong Fu pensa alla grandezza di Dio e chiede il Suo aiuto. Yong Fu è umile davanti a Dio.

C. Storia:

L’umiltà era una della qualità più notevoli di ‘Abdu’l-Bahá. Gli amici volevano darGli grandi titoli, ma Lui voleva che Lo chiamassero soltanto «‘Abdu’l-Bahá», che significa «Servo della Gloria». Egli amava anche la semplicità. Una volta, alcuni ricchi amici occidentali predisposero un elaborato piano per farGli lavare le mani prima del pasto. Presero un ragazzo, lo vestirono in modo speciale e gli dettero una coppa cesellata piena di «acqua cristallina» e un tovagliolo profumato. Quando il Maestro vide il gruppo di amici che Gli si avvicinavano sul tappeto erboso, con il ragazzo, la coppa e il tovagliolo, capì che cosa intendevano fare. Si affrettò a trovare dell’acqua lì vicino, Si lavò le mani e Se le asciugò con uno strofinaccio del giardiniere. Poi Si girò, raggiante, verso gli ospiti e invitò loro a lavarsi le mani con l’acqua e ad asciugarsele con il tovagliolo che avevano predisposto per Lui.

D. Gioco: «Certe volte sono alto»

Si benda un bambino e gli altri gli formano un cerchio attorno. Tutti insieme dicono:

«Sono molto alto» (stanno sulle punte dei piedi e si allungano il più possibile).

«Sono molto basso» (si accucciano e diventano più bassi possibile).

«Certe volte sono alto» (si allungano di nuovo).
«Certe volte sono basso» (si accucciano).

L’insegnante dice quando devono essere bassi e quando devono essere alti e poi i bambini dicono tutti insieme:

«Indovina come siamo adesso?»

Il bambino bendato cerca di indovinare dalla provenienza delle voci se gli altri sono bassi o alti. A turno si benda ogni bambino.

E. Colorare: Disegno 8.
Lezione 9

Incomincerete la lezione recitando una preghiera a memoria, poi chiederete a qualcuno di recitare una preghiera. In questa lezione i bambini dovranno finire di imparare a memoria la preghiera che hanno incominciato a imparare a memoria nella quarta lezione, perciò potranno dedicare la prossima lezione a ripassarla. Le altre attività della lezione saranno le

A. Canzoncine (comprese alcune delle canzoncine precedenti)

Preferisci tuo fratello
Coro:
È una benedizione preferire il fratello.
È un modo per dimostrare che t’importa di lui.
È una benedizione preferire la sorella.
Più condividi, più sei ricco.
Ho sete, ho sete,
Ma mio fratello viene prima.
Perciò gli do acqua
Per placare la sete.
Coro:
Ho fame, ho fame,
Ma anche mia sorella ha fame.
Perciò le do una parte del mio cibo.
È meglio far così.
B Imparare a memoria una citazione:

Dio vuole che viviamo tutti felici. Vuole che troviamo sempre il modo per servire gli altri e farli felici. Per vivere così, non dobbiamo solo desiderare per gli altri le cose buone che desideriamo per noi, dobbiamo volere per loro cose anche migliori. Impariamo a memoria la seguente citazione di Bahá’u’lláh:

«Benedetto è chi a sé preferisce il fratello».17
Benedetto

1. C’è un pozzo e c’è un secchio, ma non c’è modo di usare il secchio per attingere l’acqua. Amelia, usando l’intelligenza, trova una fune per legare il secchio, calarlo nel pozzo e attingere l’acqua. L’intelligenza di Amelia è un dono di Dio. Dio ha benedetto Amelia con l’intelligenza.

2. La famiglia di Victor prega ogni mattina nel soggiorno della casa. La casa della famiglia di Victor è benedetta.

Preferire

1. A John piace mangiare il gelato sia al cioccolato sia alla vaniglia. Ma quando deve scegliere, sceglie la vaniglia. John preferisce la vaniglia.

2. Annido può andare a giocare o andare ad aiutare il padre in giardino. Annido decide di aiutare il padre in giardino. Annido preferisce aiutare il padre.

B. Storia

‘Abdu’l-Bahá preferiva vestire modestamente. Quando aveva qualche vestito in più lo dava via. Un giorno ‘Abdu’l-Bahá stava aspettando che Gli facesse visita il Governatore di ‘Akká. Sua moglie aveva pensato che il vestito che indossava non fosse adatto all’occasione. Era pertanto andata dal sarto e Gli aveva ordinato un bel vestito nuovo. Pensava che ‘Abdu’l-Bahá non Si sarebbe accorto della sostituzione. Dopo tutto, voleva solo essere scrupolosamente pulito. Quando arrivò il giorno della visita del Governatore, il vestito nuovo era pronto, ma ‘Abdu’l-Bahá andò a cercare quello vecchio. Chiese dove fosse finito il Suo vestito vecchio, dicendo che quello pronto non era il Suo. Sua moglie tentò di spiegarGli che Gli aveva comprato un vestito nuovo per l’occasione, ma ‘Abdu’l-Bahá non ne volle sapere. Le disse che per il prezzo di quell’abito ne poteva comprare cinque semplici come quelli che indossava abitualmente. Le disse che non c’era ragione di spendere tanti soldi per un vestito per Lui. Se aveva bisogno di un vestito nuovo, potevano restituire al sarto quello tanto costoso e, con la stessa spesa, ordinarne cinque normali. «Perciò, vedi, posso avere un vestito nuovo, e in più altri quattro da dare a qualcun altro».

C. Il gioco della «chiocciola»

Tutti i bambini si allineano tenendosi per la mano. I bambini a un’estremità della fila stanno fermi, mentre gli altri incominciano a camminare in tondo. A poco a poco si avvolgono su se stessi in una spirale fino a formare una chiocciola.

Variazioni:

a. I bambini a un’estremità incominciano a girare in cerchio, avvolgendo gli altri (fate attenzione a non schiacciarvi i piedi).

b. Quando si è formata la chiocciola, i bambini che si trovano nel centro si accucciano e passano sotto le gambe degli altri, sempre tenendosi per mano.

D. Colorare: Disegno 9.
Lezione 10

Dopo aver incominciato la lezione con le preghiere, ripasserete con i bambini le due preghiere che hanno imparato nelle lezioni precedenti. Quindi proseguirete con le altre attività.

A. Canzoncine (comprese alcune delle canzoncine precedenti):

Sincerità
La sincerità brilla più della luce del sole.
La sincerità brilla più della luce del sole.

Con la sincerità, O gente, abbellite la vostra lingua.

Con la sincerità, O gente, abbellite la vostra lingua.

L’onestà è un ornamento dell’anima.
L’onestà è un ornamento dell’anima.
L’onestà brilla più della luce del sole.
L’onestà brilla più della luce del sole.
B. Imparare a memoria una citazione:

Sappiamo tutti che Dio ha creato molte belle cose per adornare la nostra vita e rallegrare il nostro cuore. Ma le qualità spirituali abbelliscono l’essere umano molto più di quelle materiali. Una delle più belle qualità che possono adornare la nostra vita è l’onestà. Quando abbiamo la bellezza dell’onestà, non prendiamo le cose che appartengono agli altri e non imbrogliamo nessuno. Per imparare a ricordare queste qualità, la sincerità e l’onestà, impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’lláh:

«Abbellite le vostre lingue con la sincerità, o uomini, e adornate le vostre anime con la gemma dell’onestà».18

Abbellire

1. Malit ha piantato in giardino delle bellissime rose. Le rose hanno abbellito il giardino.

2. Sunil aveva l’abitudine di dire bugie, ma ora dice la verità. Sunil ha abbellito la sua lingua con la sincerità.

Adornare

1. Sul muro c’è un bel quadro che rappresenta delle barche. Il quadro adorna il muro.

2. In primavera gli alberi si adornano con bellissimi fiori.

3. Prima di andare alla Festa la madre di Cindy si adorna con uno speciale paio di orecchini.

4. Quand’era piccolo, Akbar decise di adornare il suo carattere con virtù spirituali. Egli ha acquisito un carattere molto bello.

C. Storia:

Mullá Bahram era uno dei grandi bahá’í iraniani. Un giorno ricevette una lettera che lo rattristò molto. Il figlio minore di suo cugino era morto. Poiché il bambino era bahá’í, gli avevano fatto un funerale bahá’í. Questo aveva irritato i preti musulmani, che si erano lamentati con la polizia. Il padre del bambino era stato messo in prigione.

Dopo aver letto la lettera, Mullá Bahram pensò molto al problema e decise di andare a trovare un alto ufficiale del governo per chiedergli aiuto. Quando Mullá Bahram arrivò a casa dell’ufficiale trovò che stava dando festa per molti ospiti. Uno di questi, vedendo un uomo vestito poveramente entrare dalla porta, voleva cacciarlo via. Ma il padrone di casa, vedendo Mullá Bahram, lo invitò a entrare con grande amore e affetto. Tutti gli ospiti rimasero sorpresi dalla cortesia e dalla cordialità con cui l’ufficiale trattò Mullá Bahram, un povero e umile uomo. L’ospite spiegò: «Mullá Bahram è un uomo retto e onesto anche nei momenti difficili e perciò merita il rispetto che gli mostro». Mullá Bahram gli espose il suo problema e l’ufficiale fu ben felice di ordinare l’immediata scarcerazione del cugino di Mullá Bahram. Gli ospiti ne furono sorpresi e chiesero all’ufficiale come sapeva che Mullá Bahram era così onesto da meritare un tale rispetto da parte di un alto ufficiale del governo. L’ufficiale rispose:

«Qualche tempo fa avevo un debito che dovevo pagare subito, ma non avevo abbastanza liquidi e perciò mi sono accordato con il creditore di cedergli un pezzo di proprietà in cambio del debito. Tuttavia non riuscivamo a trovare un accordo sul valore della proprietà. Non potevamo accettare il giudizio di un suo o di un mio amico, perché ciascuno di noi avrebbe potuto pagare l’amico per modificare il valore della proprietà a proprio vantaggio. Perciò chiedemmo a un mercante di far valutare la proprietà da un suo impiegato. Egli mandò Mullá Bahram. Per assicurarmi che la proprietà avesse un valore sufficiente a coprire l’intero debito, il giorno in cui doveva fare la stima della proprietà andai da lui e gli offrii un’ingente somma di denaro perché si pronunciasse a mio favore. Egli non aveva guadagnato tanto denaro in sei anni di duro lavoro, ma non accettò. Disse che preferiva aspettare di vedere la proprietà. Andò a finire che Mullá Bahram stimò la proprietà molto più di quanto io pensassi che valesse. Perciò andai da lui e gli offrii una somma di denaro ancora più alta, così sarebbe stato contento. Ma Mullá Bahram non la prese nemmeno questa volta. Disse che la sola ragione per cui aveva attribuito tanto valore alla proprietà era che quello era il suo vero valore. La stima delle proprietà faceva parte del lavoro per cui riceveva un salario e non sarebbe stato giusto accettare altri compensi per questo». «Ora», disse l’ufficiale ai suoi ospiti, «potete capire perché dico che Mullá Bahram ha un’onestà e un’integrità molto rare di questi tempi. Magari fossero tutti onesti come lui».

D. Gioco: «Quadrato, cerchio, triangolo»

L’insegnante nomina una serie di forme (per esempio: cerchio, quadrato, triangolo) e chiede a un bambino di ripetere la serie. Poi chiede al bambino di disegnarla. Ad ogni bambino si danno diverse opportunità, usando ogni volta serie differenti. Se il bambino non è in grado di ricordare una serie di tre forme, si può usare una serie di due. Se la serie di tre forme è troppo facile, si può usarne una di quattro.

Variazioni:

a. Invece di dare la serie verbalmente, preparate alcune schede sulle quali avrete disegnato le serie. Mostratene una a ciascun bambino e, dopo avergliela mostrata, fategli ripetere la serie, prima a voce e poi disegnandola su un foglio.

b. Si può fare il gioco con una serie di azioni. Per esempio: saltare, girare, toccarsi le dita dei piedi, toccarsi il naso, applaudire, fare un passo avanti.

E. Colorare: Disegno 10.
Lezione 11

Incominciando da questa lezione e proseguendo nelle prossime quattro lezioni, i bambini impareranno a memoria una nuova preghiera. Quindi, dopo aver incominciato la lezione con preghiere, spiegherete loro il significato delle parole e delle frasi della seguente preghiera e li aiuterete a impararne a memoria le prime due frasi.

«O mio Signore! O mio Signore! Sono un bambino in tenera età. Nutriscimi al seno della Tua misericordia, addestrami al petto del Tuo amore, educami alla scuola della Tua guida e sviluppami all’ombra della Tua munificenza. Traimi dalle tenebre, fa’ di me una luce splendente; liberami dall’infelicità, fa’ di me un fiore del roseto; concedimi di divenire un servo della Tua soglia e accordami la disposizione e la natura dei giusti; fa’ di me una fonte di grazia pel genere umano e corona il mio capo col diadema della vita eterna. In verità Tu sei il Possente, il Forte, Colui Che Vede e Ode».19

Le altre attività di questa lezione saranno le seguenti:

A. Canzoncina (compreso il ripasso di alcune canzoncine già imparate):

Fonte di generosità
Sii una fonte,
Sii una sorgente,
Sii una cosa sempre fluente.
È vero che se lo fai
La felicità verrà da te.
Cerca nel tuo cuore ogni giorno
Se c’è qualcosa che puoi dare.
La felicità dev’essere la tua mèta,
Dai il cuore
E dai l’anima.
È vero che se lo fai
Dio sarà sempre con te.
B. Imparare a memoria una citazione:

Dio è molto generoso con la Sua creazione. Ha cura di tutti noi. Dà a tutti il cibo quotidiano. Ci ha fatto molti doni, come l’udito, la vista e l’intelligenza. Come Egli è generoso con noi, così Dio vuole che noi siamo generosi gli uni con gli altri. Dobbiamo dare quello che abbiamo a chi ha bisogno del nostro aiuto. Per ricordare di essere generosi impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’lláh:

«Il donare e l’essere generosi sono attributi Miei; beato colui che s’adorna delle Mie virtù».20

Generoso

1. Ram e Rajish hanno risparmiato un po’ di soldi. Hanno deciso di comprare dei libri per i fratelli e le sorelle più giovani. Ram e Rajish sono generosi.

2. La signora Murphy ha passato tutta la mattina a cuocere torte. Prima di portarle in città per venderle, ha dato due grosse torte ai vicini. La signora Murphy è generosa

Attributo

1. Joel ha portato alla maestra una bellissima rosa. La bellezza è un attributo della rosa.

2. La pietra è molto dura. La durezza è un attributo delle pietre.

3. «Uno dei tuoi attributi è che vuoi lavorare sodo», disse l’insegnante a Charlene.

Adornare

1. Stasera è la Festa del diciannovesimo giorno. I bambini hanno raccolto fiori da mettere nella sala della riunione. I bambini hanno adornato la sala delle riunioni con i fiori.

2. Ta Jen ha un bel sorriso. Un sorriso adorna quasi sempre il suo viso.

C. Storia:

Un giorno Bahá’u’lláh mandò ‘Abdu’l-Bahá a ispezionare il lavoro dei pastori che si prendevano cura delle Sue pecore. A quel tempo ‘Abdu’l-Bahá era piccolo e le persecuzioni contro Bahá’u’lláh e la Sua famiglia non erano ancora incominciate. Bahá’u’lláh possedeva molte terre sulle montagne e aveva grandi greggi. Finita l’ispezione, ‘Abdu’l-Bahá stava per ripartire quando l’uomo che L’aveva accompagnato disse: «Tuo padre lascia sempre un regalo per ogni pastore». ‘Abdu’l-Bahá tacque per un po’, perché non aveva nulla da regalare. Ma l’uomo continuava a dire che i pastori si aspettavano qualcosa. Allora ‘Abdu’l-Bahá ebbe un’idea che Lo fece molto felice! Avrebbe regalato ai pastori le pecore di cui si prendevano cura! Quando seppe del generoso pensiero di ‘Abdu’l-Bahá verso i pastori, Bahá’u’lláh ne fu molto compiaciuto. Osservò scherzosamente che sarebbe stato meglio tenere d’occhio ‘Abdu’l-Bahá, perché un giorno avrebbe fatto dono di Se stesso. E questo è esattamente ciò che ‘Abdu’l-Bahá fece per tutta la vita. Dette all’umanità, tutto quello che aveva, in ogni istante della Sua vita, per unirci e donarci la vera felicità.

D. Il gioco dei «Gemelli»

Due, tre o quattro bambini stanno accucciati schiena contro schiena. Poi si agganciano per i gomiti e cercano di alzarsi in piedi.

E. Colorare: Disegno 11.
Lezione 12

Anche questa lezione avrà inizio con le preghiere e procederà continuando a imparare a memoria la preghiera che avete incominciato nella lezione precedente. Le altre attività della lezione saranno:

A. Canzoncine (comprese alcune canzoncine precedenti):

Creature di Dio
Le creature di questo grande mondo,
Camminino o nuotino o volino,
Sono parte della creazione di Dio
Come te, come me.
Coro:
Ecco perché le trattiamo gentilmente.
Quando lo fai, ricorda che
Prenderti cura della creazione di Dio
Ti porta delle benedizioni.
Il cane della casa di fronte
È un amico fedele, un amico.
Ringraziamo anche la mucca da latte
E le api nel vento.
Coro:
L’asino porta il carico,
Il gattino ci fa le fusa in grembo, in grembo,
E l’uccello canta dolcemente
Mentre schiacciamo un pisolino.
Coro
B. Imparare a memoria una citazione:

Dio vuole che i bahá’í lavorino per il bene dell’umanità. Egli vuole che tutto ciò che ora divide la gente scompaia, in modo che tutti vivano insieme come una sola famiglia. Per fare in modo che ciò avvenga, dobbiamo liberarci il cuore dai cattivi sentimenti verso gli altri. Dobbiamo frequentare persone di ogni religione, razza, nazionalità e classe in spirito di gentilezza e di amore. Per ricordarcene, impariamo a memoria questa citazione di Bahá’u’llah:

«Beato colui che si unisce a tutti gli uomini in ispirito di massima gentilezza e di profondo amore».21

Unirsi

1. I passeri e i batticoda sono due tipi di uccelli che vivono nei prati. Li vediamo spesso assieme. Questi due tipi di uccelli sono uniti.

2. Alla Festa del diciannovesimo giorno persone di razze diverse sono così unite tra loro che puoi dire che si amano.

C. Storia:

?akím Áqá Ján, un medico ebreo, inseguiva Mu?ammad-Báqir che, con una lampada in mano, correva a casa per le anguste strade di Hamadán. La moglie aveva le convulsioni e stava per morire. Poche ore prima ?akím Áqá Ján l’aveva visitata e le aveva dato qualche pillola per abbassare la febbre, ma le sue condizioni erano peggiorate. Quando ritornò dalla donna, il medico impallidì rendendosi conto di aver commesso un grave errore. Invece che pillole di chinino le aveva dato pillole di stricnina, che è un potente veleno. La donna stava malissimo e c’erano molte probabilità che morisse a causa dell’errore del dottore. Ricordando i maltrattamenti che gli ebrei subivano sempre da parte dei musulmani della città, ?akím Áqá Ján temette che, se la donna fosse morta, lui e tutta la sua famiglia e gli altri ebrei della città sarebbero stati uccisi. Questi pensieri lo fecero tremare tanto che quasi non sentì che Mu?ammad-Báqir gli stava chiedendo perché mai fosse così sconvolto. Il dottore decise di confessare la verità e di spiegare l’errore che aveva commesso. Con sua grande sorpresa Mu?ammad-Báqir rispose: «Tutti possono sbagliare. Non lo avete fatto apposta. Anche se mia moglie muore, nessuno vi incolperà».

Il dottore non credeva alle proprie orecchie. Gli sembrava impossibile che un musulmano potesse parlare così a un ebreo. Ma dovendo agire in fretta, corse alla farmacia più vicina e comprò le medicine con cui sperava di salvare la vita della donna. Passò tutta la notte accanto a lei facendo tutto il possibile per salvarla. Mu?ammad-Báqir lo aiutò come poté e mostrò la massima cortesia, amicizia e gentilezza. Alla fine, quando giunse il mattino, la donna diede segni di miglioramento, il pericolo era passato e sarebbe guarita.

?akím Áqá Ján era molto perplesso per la cortesia e la gentilezza che Mu?ammad-Báqir aveva mostrato verso di lui. Non poteva nascondere la sua sorpresa e alla fine chiese a Mu?ammad-Báqir come mai lo avesse trattato con tale gentilezza. «La ragione», spiegò Mu?ammad-Báqir «è che mia moglie e io siamo bahá’í e amiamo le persone di tutte le religioni». Ecco come ?akím Áqá Ján fu attratto verso la Fede bahá’í. In seguito divenne un credente.

D. Il gioco delle «Qualità nascoste»

I bambini formano un cerchio con le mani protese in avanti. L’insegnante tiene in mano una moneta o una pietra. La moneta rappresenta una qualità, per esempio «la gentilezza». Poi, camminando, l’insegnante passa le mani su quelle di ciascun bambino e dice: «John è gentile, Martha è gentile, Dervi è gentile», eccetera. Ogni bambino chiude le mani facendo come se l’insegnante gli avesse dato la moneta. L’insegnante effettivamente lascia la moneta nelle mani di uno dei bambini. Quando ha passato tutto il cerchio, un bambino cerca di indovinare chi ha la moneta dicendo, per esempio: «Kenji è molto gentile». Allora Kenji apre le mani e mostra se ha la moneta oppure no. Il bambino ha tre possibilità per indovinare chi ha la moneta, dopo di che il gioco incomincia di nuovo con un’altra qualità.

E. Colorare: Disegno 12.
Lezione 13

La lezione avrà inizio con la recitazione delle preghiere da parte vostra e di alcuni bambini. Quindi i bambini continueranno a imparare a memoria la preghiera che hanno incominciato nell’undicesima lezione. Le altre attività della classe saranno le seguenti:

A. Canzoncine (comprese alcune canzoncine precedenti):

Voglio essere felice
C’è una cosa che devi sapere.
In questa Fede dobbiamo dimostrare
Che siamo uomini di azione, non di parole.

Tutta la nostra vita deve dimostrare la nostra Fede

ad amici e nemici.
Coro:
Voglio essere felice,
Voglio essere forte,
Per essere Suo servo
Per tutta la vita.
Perciò devo obbedire alle leggi di Dio.
Sì, devo obbedire alle leggi di Dio.
C’è una cosa che devi sapere.
In questo mondo di fasto e esibizione,
La gente è stanca di parole vuote.
Vogliono vederti fare quello che dici.
Coro
B. Imparare a memoria una citazione:

Dio è Onnipotente. Egli ha creato l’uomo per il Suo infinito amore. Perciò dobbiamo amarLo e obbedire ai Suoi comandamenti. Dobbiamo obbedire ai comandamenti di Dio non solo quando è facile farlo, ma anche quando ci si presentano prove e difficoltà. Dobbiamo obbedire a Dio ed essere pazienti nei periodi di tribolazione. Per ricordarcene, impariamo a memoria le seguenti parole di Bahá’u’lláh:

«Il simbolo dell’amore è la saldezza nell’ottemperare al Mio decreto e la pazienza nel sottostare alle Mie prove».22

Simbolo

1. La notte scorsa Niko, il fratellino di Nancy, stava molto male e tutti erano preoccupati. Oggi Niko è felice e gli brillano gli occhi. Questo è il simbolo (segno) che sta guarendo.

2. Koli ha regalato alla sorella un mazzo di fiori. Koli ama molto sua sorella. Il mazzo di fiori è un simbolo del suo amore.

Saldezza

1. Nonostante la bambina avesse continuato a piangere tutto il giorno, Carol continuò a cullarla e ad accudirla teneramente. Carol non diminuì le sue continue cure per la bambina. Carol mostrò saldezza.

2. I ragazzi cercavano sempre di convincere Ashok a battersi, ma Ashok sapeva che era sbagliato, perciò non lo faceva. Ashok dimostrò saldezza.

Decreto

1. Jerry dice le preghiere tutti i giorni la mattina e la sera. La preghiera giornaliera è un comandamento di Dio. Pregando Jerry segue un decreto di Dio.

2. Teresa non dice mai bugie. Teresa obbedisce al comandamento di Dio di essere sinceri. Teresa obbedisce al decreto di Dio.

C: Storia

C’era una volta un uomo che si chiamava ?ájí Mu?ammad ed era un ottimo cacciatore. Le sue pallottole centravano sempre il bersaglio. Riusciva sempre a colpire un uccellino in volo anche mentre cavalcava. Un giorno, col fucile sulle spalle, s’ imbatté in un gruppo di bahá’í che stavano passeggiando con Bahá’u’lláh e decise di unirsi a loro.

Quando Bahá’u’lláh vide che ?ájí Mu?ammad stava per usare il fucile gli disse di non uccidere uccelli innocenti. ?ájí Mu?ammad, tutto preso dalla caccia che amava moltissimo, non si curò di ciò che Bahá’u’lláh aveva detto. Perciò continuò a sparare a tutti gli uccelli che vedeva. Ma fu assai sorpreso nello scoprire che le sue pallottole non colpivano più il bersaglio. Sparò una volta, sparò due volte, sparò molte volte – ma non uccise nessun uccello. Sparò ad uccelli grandi e piccoli, senza successo.

Il gruppo stava ritornando dalla passeggiata quando un grande, magnifico uccello bianco attirò l’attenzione di ?ájí Mu?ammad. Era così grande che non poteva volare velocemente e ?ájí Mu?ammad pensò che gli sarebbe stato facile ucciderlo. Al primo colpo mancò il bersaglio. Quindi sparò altre quattro volte, ma ogni volta sbagliò. In preda al terrore, il grande uccello volò verso di loro. ?ájí Mu?ammad pensò che ora non avrebbe potuto mancarlo. Sparò ancora due colpi, ma l’uccello scappò.

?ájí Mu?ammad era sbalordito e incominciò a ripensare all’intero incidente. All’improvviso capì una cosa veramente importante. Capì che Bahá’u’lláh gli aveva dato un ordine preciso, ma lui, preoccupato solo del proprio desiderio, l’aveva ignorato. Quel giorno ?ájí Mu?ammad prese la ferma decisione di obbedire sempre ai comandamenti di Dio.

D. Il gioco del «Cieco»

Si benda un bambino. Un altro bambino gli fa da guida e lo porta in giro facendo attenzione che non gli accada nulla di male.

Variazioni:

a. Diverse file di bambini bendati formano un treno con qualcuno che li guida.

b. Si guida una persona bendata attorno a qualche ostacolo (tronchi d’albero, pietre, fossi, pneumatici, eccetera).

c. Per aumentare nei bambini la capacità di dare e ricevere istruzioni, il bambino bendato può essere guidato solo da una voce. La guida (e magari anche l’insegnante) lo seguono da vicino per poterlo toccare in caso di pericolo.

E. Colorazione: Disegno 13.
Lezione 14

Dopo le preghiere i bambini continueranno a imparare a memoria la preghiera presentata nell’undicesima lezione. Durante questa lezione i bambini finiranno di imparare la preghiera per poterla ripassare durante la prossima lezione. Le altre attività della lezione saranno le seguenti:

A. Canzoncine (comprese alcune canzoncine delle lezioni precedenti):

Il Mio amore è la Mia fortezza
O Figlio dell’Essere,
Il Mio amore è la Mia fortezza.
Chi vi entra
È salvo e sicuro
E chi se ne allontana
andrà perso e perirà.
O Figlio dell’Essere,
Il Mio amore è la Mia fortezza.
O Figlio dell’Essere,
Il Mio amore è la Mia fortezza.
B. Imparare a memoria una citazione:

L’amore di Dio è come una fortezza. Una fortezza è una robusta costruzione con muri forti e spessi e porte e finestre che nessuno può abbattere. Se qualcuno vuole farci del male ed entriamo in una fortezza, siamo salvi. Amare Dio è come trovarsi in una fortezza, una roccaforte nella quale nessuno ci può fare del male, nella quale siamo completamente protetti. Impariamo a memoria la seguente citazione di Bahá’u’lláh:

«O Figlio dell’Essere. Il Mio amore è la Mia fortezza; chi vi entra è salvo e sicuro e chi se ne allontana andrà perso e perirà».23

Fortezza

1. Per proteggersi dai nemici, le persone costruiscono grandi mura attorno alla città. La città è trasformata in una fortezza.

2. Un ragazzo del vicinato prendeva sempre Danny a sassate. All’inizio Danny si spaventava e si arrabbiava, ma sapeva che era sbagliato rispondere nello stesso modo. Imparò a ricordare l’amore di Dio e ad aver fiducia nella Sua protezione. L’amore di Dio divenne un fortezza per Danny. Dopo un po’ di tempo il ragazzo divenne amico di Danny.

Salvo e sicuro

1. La pecora si era persa nel sottobosco e Bahiyyih doveva trovarla, perché i cani randagi non la prendessero. Ora la pecora era nuovamente nel recinto, salva e sicura.

2. Gli amici di Mark lo criticavano. All’inizio Mark ci rimase male, ma poi rivolse il cuore verso Dio e sentì il Suo amore. Rivolgendo il cuore verso Dio, Mark fu salvo e sicuro

Perire

1. Quando brucia nel fuoco, il legno scompare completamente e non esiste più come prima. Esso perisce.

2. Quando sono cadute dall’albero, le foglie a poco a poco si sbriciolano e scompaiono nella terra. Esse periscono.

C. Storia:

C’erano una volta tre pesciolini. Vivevano in un grande lago ed erano molto felici, giocavano e nuotavano nell’acqua tutto il giorno. Nel lago non c’erano pericoli. Non c’erano grandi pesci né coccodrilli affamati. L’acqua era molto calma e non c’erano forti correnti che avrebbero potuto trascinarli lontano dalla madre. Nel lago vivevano altri pesci e i tre pesciolini avevano molti amici con cui giocare. Correvano, nuotavano l’uno davanti all’altro. Saltavano in aria e si tuffavano in fondo al lago. Giocavano anche a «nascondino». Si nascondevano dietro le rocce e le piante e quando la madre o il padre o i nonni gli passavano davanti sbucavano fuori all’improvviso, gridando per spaventarli. Gli adulti fingevano di aver paura, ma sapevano che nel lago non c’era nulla che potesse danneggiarli.

Un giorno i tre pesciolini andarono in una parte del lago dove non erano mai stati. Incominciarono a giocare, nuotando velocemente e saltando in aria. Mentre saltava uno dei pesciolini vide un muro molto largo. Non aveva mai visto una cosa del genere. Rientrò rapidamente in acqua e raccontò ai due fratelli quello che aveva appena visto. I fratelli non gli credettero. Gli chiesero: «Che cosa ci dovrebbe fare un muro qui nel nostro lago?» «Non lo so», rispose il pesciolino. «Ma se non mi credete, saltate in aria e lo vedrete».

I due fratelli, deridendolo, presero la rincorsa per spiccare un gran salto. Inaspettatamente sbatterono contro il muro. «Ahi», gridarono. Con il naso dolorante, misero la testa fuori dall’acqua per vedere. C’era veramente un muro. Ed era grande. Nuotarono lungo il muro fino alla fine del lago e videro che il muro continuava fino alla spiaggia. Nuotarono nella direzione opposta e videro che il muro andava da una riva all’altra. Si tuffarono in profondità e videro che il muro arrivava fino al fondo del lago. I tre pesciolini non sapevano spiegarsi perché mai ci fosse quel muro. Decisero di chiederlo al nonno. Quando lo trovarono, il nonno stava dormendo ma essi erano così ansiosi di sapere del muro che lo svegliarono.

«Nonno», gridarono tutti insieme.
«C’è un muro», disse il primo pesce.
«Va da una riva all’altra», disse il secondo.
«Arriva fino in fondo al lago», disse il terzo.
«Che cosa?», disse il nonno. «Un muro?»
«Si!», gridarono tutti e tre insieme.
«Un muro?», ripeté il nonno, tirandosi i baffi.

«Che cosa ci fa’ quel muro, nonno?», chiesero i tre pesciolini.

«È una diga! Ci protegge», disse il nonno. «Tiene lontani i coccodrilli, il grande pesce affamato e gli altri animali che ci divorerebbero. Tiene anche lontane le forti correnti che battono contro le rocce. La diga trattiene l’acqua nel lago. È grazie alla diga che non dobbiamo preoccuparci di nulla. La diga ci protegge. È la nostra fortezza».

«Che cosa c’è dall’altra parte della diga, nonno?», gli chiesero.

«Ci sono molti pericoli», disse il nonno. «Se uscite, potreste non ritornare più indietro».

Per un po’ i tre pesciolini si accontentarono della spiegazione, anche se avrebbero voluto sapere, ogni giorno sempre di più, che cosa c’era dall’altra parte della diga. Alla fine un giorno decisero di andare a vedere. Andarono molto lontano dalla diga, presero la rincorsa e saltarono più in alto che poterono per scavalcarla.

La prima cosa che videro dall’altra parte fu che il livello dell’acqua era più basso che nel lago, perciò caddero. Erano molto impauriti e volevano ritornare immediatamente nel lago, ma non sapevano come fare! Continuarono a cadere finché non raggiunsero l’acqua, colpendola così duramente che sentirono male in tutto il corpo. L’acqua scorreva molto veloce e li trascinò lontano dalla diga, li scagliò contro le rocce e gli scorticò il naso nella sabbia. Alla fine arrivarono in un posto dove l’acqua non scorreva così veloce. Si aggrapparono ad alcune pietre lisce per riposare.

«Mi fa male tutto il corpo», disse il primo pesciolino.

«Dal naso alla coda», disse il secondo.

«Non avremmo mai dovuto lasciare il lago», disse il terzo.

Improvvisamente un coccodrillo nuotò verso di loro. Non avevano mai visto prima un coccodrillo e quando videro la sua bocca con tutti quei denti immediatamente gridarono: «Nascondiamoci!». Fortunatamente per loro passava di lì un altro pesce che non aveva visto il coccodrillo. Il coccodrillo si girò per dargli la caccia e lo ingoiò in un boccone! Quando guardò di nuovo verso di loro, i tre pesciolini erano ben nascosti tra le rocce. Il coccodrillo nuotò via in cerca di altro cibo.

«Avete visto come lo ha ingoiato?», domandò il primo pesciolino ai fratelli.

«Sì», disse il secondo.
«Presto mangerà anche noi», disse il terzo.

Ebbero un tuffo al cuore e si sentirono tremare la coda.

«Andiamo via di qua», dissero.

Incominciarono a nuotare verso l’alto combattendo contro la corrente. La pancia contro la sabbia, lottando di roccia in roccia e nuotando con tutte le loro forze, si diressero verso la diga. Lottarono e lottarono. Quando alla fine giunsero ai piedi della diga misero la testa fuori dall’acqua e, aggrappandosi alle rocce per non essere nuovamente trascinati via dalla corrente, gettarono uno sguardo verso l’alto. La diga era così alta che persero ogni speranza di poterla mai saltare. «Non ritorneremo mai nella nostra fortezza, nella nostra roccaforte», dissero piangendo.

Proprio in quel momento un grande pesce affamato gli si avvicinò. Quando i pesciolini lo videro quasi gli schizzarono gli occhi fuori dalle orbite per lo spavento! Si avvicinava sempre più con la grande bocca spalancata. Non avevano il tempo di correre a nascondersi. Senza smettere di pensare saltarono più in alto possibile, tutti e tre insieme! La paura diede loro tanta forza che saltarono tanto in alto da superare la diga, ricadendo nel lago dall’altra parte.

«Non lasceremo più la nostra fortezza!», dissero piangendo e nuotarono verso la madre.

D. Gioco: «Chi bussa alla mia porta?»

Un bambino bendato sta seduto su una panca con le spalle rivolte verso gli altri. L’insegnante indica un altro bambino che va dal bambino seduto e bussa sulla panca. Il bambino seduto dice: «Chi bussa alla mia porta?» L’altro, cercando di contraffare la voce, dice: «Sono io!» Il bambino seduto cerca di indovinare chi sta bussando. Il bambino bendato gioca tre volte poi tocca a un altro bambino.

E. Colorazione: Disegno 14.
Lezione 15

Questa è l’ultima lezione del corso. Come sapete, durante l’anno ripeterete ogni lezione almeno tre volte, quindi i bambini ne impareranno molto bene il contenuto. Ricordate che in questa lezione, dopo le preghiere, i bambini dovranno ripassare la preghiera che hanno imparato nelle ultime quattro lezioni. Le altre attività della lezione saranno le seguenti:

A. Canzoncine (comprese alcune canzoncine precedenti):

I bahá’í devono essere così
Amo il Maestro,
Il Maestro mi ama.
Mi dimostra come devono essere i bahá’í.
Fedelmente fiduciosi in Dio,
Così devono essere i bahá’í.
Amo il Maestro.
Il Maestro mi ama.
Mi dimostra come devono essere i bahá’í.
Devono pregare costantemente di essere guidati,
Così devono essere i bahá’í.
Amo il Maestro,
Il Maestro mi ama.
Mi dimostra come devono essere i bahá’í.

La volontà di Dio, non la mia, sarà la mia preghiera.

Così devono essere i bahá’í.
B. Imparare a memoria una citazione:

Qualche volta le situazioni della vita diventano difficili e non sappiamo che cosa fare. Dio, il nostro Creatore, sa tutto. Sa quando siamo tristi o preoccupati. Ci ama e vigila su di noi in ogni momento della vita. Dobbiamo riporre tutta la fiducia in Dio e, quando abbiamo bisogno di aiuto, dobbiamo chiederGli di assisterci. Per imparare a ricordare di rivolgerci a Dio in ogni momento, impariamo a memoria la seguente citazione:

«Riponete la vostra fiducia in Dio e affidate i vostri affari alle Sue cure».24

Fiducia

1. Edward aveva un problema e chiese aiuto a Hung Wei. Edward sapeva che Hung Wei avrebbe fatto tutto ciò che poteva per aiutarlo. Edward ha avuto fiducia in Hung Wei.

2. Atieno vuole riparare il tetto di casa ma non riesce a farlo da sola. I suoi amici le dicono che la aiuteranno. Avendo fiducia nei suoi amici, Atieno compra il materiale.

Affari

3. Stamattina il signor Paulson è andato dal giudice, poi al mercato e più tardi a trovare suo cugino. Aveva molte cose da fare. Doveva occuparsi di molti affari.

2. Rose ha cura dei fratelli e delle sorelle minori, fa i compiti che le hanno assegnato a scuola e fa visita a un vicino ammalato. Rose è molto impegnata a occuparsi dei suoi affari.

C. Storia

Síná era già molto vecchio. Aveva viaggiato dappertutto per molti anni per insegnare la Fede bahá’í. Quel giorno stava per incominciare un nuovo viaggio di insegnamento. Era la prima volta che lo avrebbe accompagnato suo figlio ?abíb. Nevicava e faceva molto freddo, ma Síná era impaziente di partire, perciò prepararono i muli e si misero in viaggio. Il primo giorno viaggiarono fin dopo il crepuscolo finché non trovarono una città dove riposare e mangiare un boccone. Sebbene non fosse una città pericolosa, gli abitanti non erano molto amichevoli, perciò Síná e ?abíb dovettero dormire in una stalla. La stalla era molto vecchia e sembrava che piovesse più dentro che fuori. Trascorsero la notte aspettando l’alba per rimettersi in viaggio.

Alla fine sorse il sole e si rimisero a cavallo dei muli. Viaggiarono tutto il giorno senza riposarsi e, la sera, il solo posto che riuscirono trovare per dormire fu un vecchio albergo. I letti erano pieni di cimici, perciò non riuscirono a dormire per tutta la notte. Viaggiarono così per molti giorni.

Un giorno ?abíb disse al padre: «Adesso so perché mio fratello maggiore non vuole mai venire in questi viaggi». Síná rise e disse: «Sì, qualche volta è un po’ scomodo viaggiare da queste parti». Malgrado le scomodità, quando arrivavano in una città dove c’erano bahá’í erano molto felici. I bahá’í li accoglievano sempre con gioia e Síná li incoraggiava e li aiutava a comprendere meglio gli insegnamenti di Bahá’u’lláh.

Un giorno Síná disse ad ?abíb: «Siamo molto vicini alla città dove abita un mio amico bahá’í. Per arrivarci dobbiamo solo attraversare un villaggio. Non conosco nessuno in quel villaggio e se lo attraversiamo senza fermarci, potremo essere a casa del mio amico al tramonto».

Così si incamminarono. Incominciò a piovere. Quando attraversarono il villaggio, erano inzuppati, ma proseguirono senza fermarsi. La pioggia fece straripare il fiume e allagò la foresta. Era difficile trovare la strada e quando calò la notte si persero. A peggiorare le cose, Síná si sentì male. Presto rimase paralizzato e non riusciva nemmeno a parlare. ?abíb decise di riportare il padre al villaggio che avevano attraversato. Forse avrebbero trovato almeno una stalla nella quale dormire.

Finalmente, mezzi morti di freddo e tutti coperti di fango, entrarono nel villaggio. La gente li accolse con cordialità e amicizia. Li portarono immediatamente in una casa nella quale il loro ospite accese il fuoco, mise Síná a letto, lo coprì con una coperta e fece tutto il possibile per aiutarlo. Una donna anziana vegliò al suo capezzale tutta la notte senza smettere di piangere. Alle prime ore del mattino le sue condizioni migliorarono e Síná poté nuovamente parlare.

Síná incominciò a parlare con l’anziana donna la quale gli spiegò di aver sognato Síná e suo figlio tre notti prima. Nel sogno lo aveva visto steso incosciente, proprio come lo aveva visto quella notte. Perciò sapeva che la sua visita doveva avere un significato speciale.

L’anziana donna chiese a Síná: «Dove stavate andando?». Síná rispose: «Andavamo a trovare un amico nella città vicina». Parlando con la donna, Síná scoprì che il suo amico era il nipote della donna e che anche lei era bahá’í. Veramente, con loro sorpresa, tutti gli abitanti del villaggio erano bahá’í.

Il potere della guida di Dio è grande. Ha fatto piovere, ha allagato la foresta. Li ha fatti perdere e ha fatto ammalare Síná per portarli in quel villaggio ad approfondire i loro fratelli e le loro sorelle. Non si deve mai dubitare del potere e della guida di Dio.

D. Il gioco del «Ritmo»

Tutti i bambini siedono in cerchio. Eseguono molto lentamente questa sequenza:

1. Si danno uno schiaffo sulla gamba.
2. Battono una volta le mani.
3. Schioccano le dita.
4. Ripetono più volte la sequenza.

Quando tutti hanno imparato a tenere il ritmo, ogni bambino dice a turno il proprio nome, pronunziando il nome nel momento in cui fa schioccare le dita.

Dopo, ogni bambino dice ad alta voce il nome di tutti gli altri mentre il ritmo continua.

Variazione:

Invece dei nomi ogni persona può nominare una forma, un colore o una qualità; oppure si può contare.

E. Colorare: Disegno 15.
Quindici disegni da colorare
Riferimenti

1. ‘Abdu’l-Bahá, Tablets of `Abdu'l-Bahá Abbas (Bahá'í Publishing Society, Chicago, 1919), vol. 3, p. 579.

2. Preghiere Bahá’í. Selezione di preghiere rivelate da Bahá’u’lláh, il Báb e ‘Abdu’l-Bahá. ed. riv. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1998), p. 41.

3. ‘Abdu’l-Bahá, Musica. Compilazione della Casa Universale di Giustizia. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1973) p. 6.

4. ‘Abdu’l-Bahá, Preghiere Bahá’í, p. 42.

5. Bahá’u’lláh, Spigolature dagli Scritti di Bahá’u’lláh. 3 a ed. riv. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 2003), CXXXII, 3, p. 280.

6. ‘Abdu’l-Bahá, Preghiere Bahá’í, p. 43.

7. Bahá’u’lláh, Le Parole Celate, 9a ed. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1999), n. 1 dall’arabo, p. 9.

8. Bahá’u’llah, Preghiere Bahá’í, p. 153.
9. Bahá’u’llah, Spigolature, CXVIII, 1, p. 243.
10. ‘Abdu’l-Bahá, Preghiere Bahá’í, p. 160.
11. ‘Abdu’l-Bahá, Preghiere Bahá’í, p. 37-8.

12. Bahá’u’llah, Parole Celate, n. 3 dal persiano, p. 34.

13. Bahá’u’llah, Spigolature, CXVII, 1, p. 243.

14. Bahá’u’lláh, citato in Shoghi Effendi, L’Avvento della Giustizia Divina (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1986), p. 20.

15. Bahá’u’llah, Spigolature, CXV, 13, p.239.

16. Bahá’u’llah, Parole Celate, n. 42 dall’arabo, p. 21.

17. Tavole di Bahá’u’lláh rivelate dopo il Kitáb-i-Aqdas. (Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1981), p. 66.

18. Bahá’u’llah, Spigolature, CXXXVI, 6, p. 289.
19. ‘Abdu’l-Bahá, Preghiere Bahá’í, p. 42.

20. Bahá’u’llah, Parole Celate, n. 49 dal persiano, p. 53.

21. Bahá’u’llah, Spigolature, CLVI, 1, p. 325.

22. Bahá’u’llah, Parole Celate, n. 48 dall’arabo, p. 22.

23. Bahá’u’llah, Parole Celate, n. 9 dall’arabo, p. 12.

24. Bahá’u’llah, citato in Shoghi Effendi, Avvento, p. 63.

Condurre
classi per bambini
Scopo

Sviluppare le capacità e le competenze necessarie per condurre una classe

per bambini, guidare la classe con amore e comprensione

e, contemporaneamente, con la disciplina necessaria

per creare un ambiente adatto all’apprendimento.
Sezione 1– Come condurre le classi per bambini

Lo scopo di questo corso è quello di apprendere alcuni metodi e di comprendere alcune idee fondamentali sul modo di condurre le classi bahá’í per bambini. Nel capitolo precedente avete studiato il contenuto di una semplice classe che prevedeva l’apprendimento a memoria di citazioni e preghiere, brevi storie, giochi, canzoncine e attività di disegno. La conoscenza del contenuto delle lezioni e l’entusiasmo con cui vi preparate sono fattori importanti per il successo dei vostri sforzi. Ma la conoscenza e l’entusiasmo non bastano a garantire un buon risultato. Il successo dipende anche dal modo in cui guidate la classe e dalla qualità del vostro rapporto con i bambini e con i genitori. Sapete già che questi rapporti devono basarsi su un amore incondizionato e su un profondo rispetto. Tuttavia è opportuno pensare ad alcuni metodi che vi aiutino a essere più efficienti in questo meritevole servizio.

Sezione 2 – Come organizzare una classe

Come già sapete, i bambini non vengono in classe per stare fermi e buoni. Né deve essere vostra intenzione tenerli così. Dovete cercare di approfittare delle loro giovani energie per incanalarle verso l’apprendimento. Per farlo è necessario prevedere momenti di tranquillità e periodi di attività e spontaneità. L’organizzazione è un elemento basilare per tutte le classi. Quando una classe è ben organizzata è più facile che i bambini si concentrino e imparino. Per incominciare a pensare all’organizzazione della vostra classe è opportuno considerare tre punti:

1. Ogni classe deve incominciare in modo chiaro e coerente e finire in modo altrettanto metodico.

2. Si deve stabilire un ritmo giornaliero. Così, a poco a poco, i bambini imparano come si susseguono le attività e che cosa devono aspettarsi dal maestro.

3. Il tempo dedicato a ogni attività deve essere flessibile e dipendere dall’entusiasmo e dalle energie dei bambini. Le cinque attività che eseguite con i bambini sono:

a. Imparare a memoria preghiere e citazioni dagli Scritti bahá’í

b. Cantare
c. Raccontare storie
d. Giocare

e. Colorare disegni correlati ai concetti spirituali

Il tempo dedicato a queste attività tenderà naturalmente a differire per intensità e grado di movimento. Alcune comporteranno momenti molto attivi e altre momenti tranquilli.

1. Quali di queste cinque attività implicano maggiore movimento? ________

____________________________________________________________

2. Quali sono le attività più tranquille? ______________________________

____________________________________________________________

Il grado di intensità delle attività vi aiuterà a organizzare le lezioni con un certo ordine. Leggete la seguente descrizione di una classe e decidete qual’è la logica della sequenza delle attività.

I bambini si mettono in fila fuori della classe e poi entrano ordinatamente in classe. Approfittate dell’atmosfera tranquilla per dare inizio alla lezione con una preghiera, per ripassare le citazioni che i bambini hanno imparato a memoria e per insegnargliene di nuove. L’attività successiva è cantare qualche canzoncina, poi, dopo aver creato un’atmosfera di attesa, raccontate ai bambini una storia. Dopo i bambini escono a giocare. Quando ritornano, distribuite i fogli da colorare e lasciate un po’ di tempo perché li possano colorare. Per finire, tutti i bambini stanno seduti in silenzio a riflettere su quello che hanno imparato e infine dicono una preghiera di chiusura.

Ora fate un elenco delle attività nell’ordine che vi piacerebbe seguire in una classe. Quanto tempo pensate sia necessario per ogni attività?

Attività Tempo

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____________________________________________________________

____________________________________________________________

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Sezione 3 – Incominciare

Se le circostanze lo permettono, l’insegnante dovrebbe far mettere i bambini in fila prima che entrino nell’aula. L’insegnante può fare l’appello in quel momento. Quando sentono chiamare il proprio nome i bambini dicono «buon giorno» e prendono il posto nella fila. L’opportunità di occupare il primo posto nella fila sarà data ogni volta a un bambino diverso. Questo può essere un premio per il buon comportamento o per l’impegno dimostrato nella lezione precedente. Quando tutti i bambini sono in fila, l’insegnante può parlare loro di alcuni aspetti del buon comportamento. Per esempio può dire: «Ora, bambini, entreremo e ci siederemo in silenzio per dire qualche preghiera. Oggi ci sforzeremo in modo particolare di essere cortesi».

Entrati nell’aula, i bambini possono mettere via le loro cose e sedersi per le preghiere. Se i bambini imparano fin dalla prima volta che si devono comportare in questo modo, sarà poi facile incominciare la lezione e mantenere la disciplina e l’ordine.

Consultatevi in gruppo sulle seguenti questioni.

1. Che cosa fareste se i bambini incominciassero a spingersi, a far chiasso e creare disordine nella fila?

a. __________________________________________________________

b. __________________________________________________________

c. __________________________________________________________

2. Che cosa fareste se un bambino non volesse stare vicino a un altro nella fila?

a. __________________________________________________________

b. __________________________________________________________

c. __________________________________________________________

3. Che cosa fareste se, in classe, i bambini incominciassero a fare la lotta su un banco?

a. __________________________________________________________

b. __________________________________________________________

c. __________________________________________________________

4. Che cosa fareste se i bambini entrassero in classe in fila o in buon ordine e si sedessero in silenzio per pregare?

a. __________________________________________________________

b. __________________________________________________________

c. __________________________________________________________

5. Che cosa farebbero i bambini se, dopo essersi seduti e preparati a incominciare, l’insegnante non fosse ancora pronto e stesse cercando il materiale per la prima attività?

a. __________________________________________________________

b. __________________________________________________________

c. __________________________________________________________

Sezione 4 – Il momento delle preghiere

Il momento dedicato alle preghiere, all’inizio di ogni lezione, è molto importante. Per prima cosa le preghiere fanno scendere sui bambini le benedizioni e l’assistenza di Dio. La loro intelligenza ne è risvegliata e le loro capacità di comprensione aumentano. Le preghiere aiutano anche a creare un’atmosfera di devozione verso Dio che favorisce il processo dell’apprendimento.

‘Abdu’l-Bahá dice:

«Ogni giorno, di buon mattino, riunite i bambini bahá’í e insegnate loro le orazioni e le preghiere. Quest’azione è molto encomiabile e rallegra il cuore dei bambini: ogni mattina, si rivolgano al Regno e facciano menzione del Signore e lodino il Suo Nome e cantino e recitino, con dolcissime voci».1

Mentre i bambini pregano dovreste cercare di mantenere nella classe un’atmosfera spirituale. Questo implica che tutti i bambini stiano seduti in rispettoso silenzio mentre uno di loro dice la preghiera.

Quando finisce la prima preghiera, i bambini devono restare tutti in silenzio per qualche momento prima che abbia inizio la preghiera successiva. Per i bambini piccoli è spesso difficile stare tranquillamente seduti per lunghi periodi di tempo. È meglio che solo tre o quattro bambini dicano una preghiera in un’atmosfera spirituale piuttosto che far pregare tutti i bambini nel rumore e nel movimento. È consigliabile scegliere anticipatamente i tre o quattro bambini che diranno le preghiere e che il maestro dica una preghiera per primo.

Consultatevi in gruppo sulle seguenti questioni:

1. Perché è necessario incominciare le lezioni con qualche preghiera?

2. Quali benedizioni ricevono i bambini tramite la preghiera?

3. Come devono dire le preghiere i bambini?

4. Che cosa significa stare rispettosamente seduti?

5. Come potete premiare i bambini che si comportano bene durante le preghiere?

6. Durante la preghiera un bambino incomincia a distrarsi e a parlare con il compagno. Quale sarebbe il risultato delle seguenti azioni che voi potreste compiere?

a. Interrompere le preghiere e ricordare ai bambini che devono stare zitti.

b. Chiedere al bambino di lasciare la classe.
c. Ignorare il bambino.
d. Rimproverare duramente il bambino.

7. Alcuni bambini incominciano a rimproverare i compagni perché hanno fatto rumore durante le preghiere. Quali sono i vantaggi delle seguenti azioni che potreste fare?

a. Ricordare loro che è compito dell’insegnante correggere i bambini.

b. Lasciare che i bambini si correggano fra loro.

c. Fermare la preghiera e chiedere ai bambini di far silenzio.

d. Ricordare fin dall’inizio della lezione come si devono comportare.

e. Chiedere al bambino che ha parlato per primo di uscire dalla classe.

Sezione 5 – Disciplina
‘Abdu’l-Bahá dice:

«…le scuole dei bambini devono essere un luogo di massima disciplina e ordine, l’istruzione deve essere accurata e si devono prendere provvedimenti per la correzione e l’affinamento del carattere; così che si possano gettare le fondamenta divine ed erigere la struttura della santità entro l’essenza stessa del bambino».2

In tutte le varie attività della classe c’è un fattore molto importante che ne influenza il successo: il comportamento dei bambini. Gran parte dell’arte dell’insegnamento consiste nel sapere guidare ogni bambino così che il suo comportamento contribuisca a una atmosfera gioiosa e disciplinata. Molti dettagli sul modo per favorire questo tipo di comportamento li imparerete con l’esperienza. Tuttavia le seguenti idee fondamentali vi aiuteranno a organizzarvi all’inizio.

I bambini hanno un interesse naturale per l’apprendimento. In genere essi lavorano bene, senza comportamenti disdicevoli, se hanno qualcosa di interessante da fare, che non sia troppo difficile né troppo facile.

Come può un insegnante evitare, per esempio, che sorgano difficoltà nelle seguenti situazioni?

1. Un bambino o un gruppo di bambini hanno finito un’attività e non hanno niente da fare.

2. Un bambino o un gruppo di bambini non capiscono che cosa devono fare oppure il lavoro è troppo difficile per loro.

3. L’attività è troppo facile per uno o più bambini.

4. L’insegnante lascia che i bambini aspettino per troppo tempo prima di incominciare un’attività.

Considerate le situazioni sopra elencate e scrivete qualche idea per evitarle.

1. ____________________________________________________________

2. ____________________________________________________________

3. ____________________________________________________________

4. ____________________________________________________________

Dopo aver scritto le vostre idee, consultatevi in gruppo sulle soluzioni proposte.

Può esserci disordine anche nei momenti di transizione tra un’attività e l’altra. Alcuni insegnanti esperti suggeriscono, in queste situazioni, di usare le canzoncine. Facendo cantare i bambini si impedisce che essi parlino e si distraggano. Cantare è anche un buon metodo per far svolgere attività alle quali i bambini non sono eccessivamente interessati. Per esempio, nel momento di sistemare e di pulire l’aula, i bambini possono cantare: «Adesso è ora di pulire l’aula, pulire l’aula, pulire l’aula!»

Sezione 6 – Regole
‘Abdu’l-Bahá dice:

«La prima causa del male è l’ignoranza e dobbiamo pertanto tenerci saldamente agli strumenti della percezione e del sapere. Si deve insegnare il buon carattere. Si deve irradiare luce, così che, nelle scuole dell’umanità, tutti possano acquisire le celesti qualità dello spirito e vedere da soli al di là d’ogni dubbio che non c’è inferno peggiore, né abisso più profondo del possedere un carattere malvagio e malsano; e che non c’è voragine più tetra ne tormento più atroce del mostrare qualità che meritino d’esser condannate».3

L’educazione spirituale elimina la necessità di una drastica disciplina con costanti rimproveri e sgradevoli punizioni. L’insegnante deve infondere nei bambini l’amore di Dio fin dal primissimo giorno, un amore che instilla il buon comportamento in ogni fervente seguace di Bahá’u’lláh. Il desiderio dei bambini di vivere secondo le leggi spirituali crescerà così di giorno in giorno. Le storie di ‘Abdu’l-Bahá, il Perfetto Esempio di vita bahá’í, possono servire da guida.

Tuttavia, qualche volta l’insegnante scopre che, malgrado le moltissime amorevoli attenzioni, un bambino non si comporta come si deve. Le seguenti idee possono aiutare l’insegnante a mantenere la disciplina e l’ordine nella classe.

1. I primi giorni sono i giorni più importanti di tutto l’anno. Se in questi giorni si stabilisce un’atmosfera di disciplina e di rispetto, questa atmosfera continuerà per tutto l’anno. L’insegnante può ottenerla se spiega chiaramente le regole più importanti del comportamento. Dipende soprattutto da come l’insegnante spiega e applica quelle regole. L’insegnante deve essere fermo e coerente, ma allo stesso tempo amichevole e pieno di tenerezza.

2. All’inizio l’insegnante può scegliere alcune importanti regole di comportamento (non più di tre o quattro per volta). Deve poi spiegarle ai bambini con parole semplici. Le regole troppo generali, come «i bambini devono sapersi comportare», non sono molto utili, ma altre regole, come «i bambini non devono fare la lotta», oppure «i bambini devono parlare a turno», sono facili da capire. Consultatevi in gruppo e aggiungete quattro regole al seguente elenco:

I bambini:
a. Non devono fare la lotta.
b. Devono ascoltare con attenzione.

c. Devono aspettare cortesemente il proprio turno.

d. Devono finire il compito.

e. ______________________________________________________

f. ______________________________________________________

g. ______________________________________________________

h. ______________________________________________________

3. Quando i bambini hanno assimilato queste regole, l’insegnante può introdurne altre, ricordando di non darne troppe in una sola volta. Quando un bambino si comporta male ripetutamente, l’insegnante deve trovare il modo di correggerlo. Normalmente quando un insegnante perde la pazienza, ciò accade perché non ha in mente una soluzione realizzabile. Ricordiamo le seguenti parole di ‘Abdu’l-Bahá:

«Quando una madre vede che suo figlio ha agito bene, lo lodi e lo applaudisca e rallegri il suo cuore; e se dovesse manifestarsi la più piccola qualità indesiderabile, ammonisca il bimbo e lo punisca e si serva di mezzi basati sulla ragione, anche un lieve castigo verbale se fosse necessario. Ma non è permesso percuotere un bambino, o offenderlo, perché se il bambino verrà sottoposto a percosse o insulti, il suo carattere sarà completamente rovinato».4

Sezione 7 – Cordialità

Le parole che l’insegnante usa per parlare ai bambini riflettono i suoi sentimenti. Considerate, per esempio, queste due frasi:

Elena! Sta’ seduta e ripeti con gli altri!
Elena, cara, ora ripeti con gli altri.

La seconda frase usa, chiaramente, parole più dolci. Ma è anche possibile dire «mia cara» in modo insincero, senza un vero sentimento d’amore. L’amichevolezza dipende prima dalla sincerità dell’insegnante; poi può essere espressa anche a parole, dal tono della voce o dai gesti. Le parole che usiamo per parlare con i bambini indicano il nostro atteggiamento nei loro confronti. Per esempio, che cosa sentite verso un bambino che chiamate spesso stupido o maleducato? Lo amate? Gli volete bene? Sentite tenerezza? Quali sentimenti si risvegliano nel vostro cuore quando pensate a un bambino che è attento e collabora?

Ora leggete le seguenti parole e indicate quali sono le parole adatte che un insegnante bahá’í deve usare quando si rivolge a un bambino. Quali di queste parole sentite più spesso?

stupido collaborante troppo
cattivo egoista attento
nobile immeritevole felice
taciturno prezioso simpatico
obbediente maleducato sgradevole
intelligente signorile gentiluomo
fastidioso

Nel mondo d’oggi ci sono due opinioni opposte che ogni insegnante bahá’í deve evitare. In molti luoghi si applicano ancora le idee tradizionali di sottoporre i bambini a sgradevoli punizioni e a una rigida disciplina. Per reazione a questo rigida posizione, c’è un crescente numero di persone che permettono ai bambini di comportarsi come vogliono, lasciando loro un’assoluta libertà. Il compito dell’insegnante bahá’í è di seguire una strada più moderata, facilitando la formazione del carattere spirituale dei bambini, con l’amore, la pazienza e la saggezza.

Oltre a imparare qualcosa dalle lezioni, gli studenti possono giovarsi anche di alcune pratiche che gli insegnanti possono adottare per migliorare il loro comportamento.

1. Un elemento importante è il consiglio. L’insegnane deve trovare il tempo per parlare ai bambini che hanno bisogno di aiuto e dar loro qualche consiglio. Naturalmente in quei momenti l’insegnante deve essere molto amorevole ma, nello stesso tempo, fermo. Non deve mostrare collera o impazienza. Consultatevi in gruppo sulle parole che si possono usare per consigliare un bambino o un gruppo di bambini.

2. Se l’insegnante segue il consiglio di ‘Abdu’l-Bahá e loda spesso le azioni positive dei bambini, questi capiranno che la mancanza di elogi in certi momenti indica che l’insegnante non approva alcuni comportamenti. Questo metodo di punizione è sottile, ma efficace.

3. Se il bambino si comporta ancora male dopo essere stato consigliato diversamente, l’insegnante può esprimere apertamente la propria disapprovazione. Questo va fatto con un tono di voce fermo e rispettoso. Per un bambino abituato a ricevere dall’insegnante amorevoli attenzioni, questo fatto costituisce una grave punizione.

Sezione 8 – Premio

Per seguire i consigli di ‘Abdu’l-Bahá, dobbiamo pensare a come premiare, alimentare e rallegrare il cuore dei bambini.

1. Non ci si può aspettare che i bambini si comportino sempre bene. Quando lo fanno, gli insegnanti devono applaudirli e lodarli e dar loro un premio.

2. Qualche volta i premi possono essere materiali, come un frutto. Ma principalmente devono consistere nel concedere al bambino di dedicare più tempo a fare ciò che gli piace di più.

Come rispondereste alle seguenti domande?

1. Che cosa osserviamo in una classe in cui l’insegnante non dice nulla quando i bambini si comportano male?

2. Che cosa osserviamo in una classe in cui l’insegnante dice con una certa regolarità che è felice quando i bambini si comportano bene?

3. Che effetto avrebbe se un insegnante dicesse ai bambini che alla fine si sono comportati bene, anche se pensava che non ne fossero capaci?

Ora pensate ad alcune attività che piacciono ai bambini e che possono essere usate come premio. Se si spiega la ragione per cui si dà un premio, il premio ha un effetto maggiore: per esempio, dire «Oggi Jenny distribuirà i fogli perché è stata molto gentile con i suoi compagni» è più efficace che farle semplicemente distribuire i fogli senza spiegare il perché.

1. Sedersi accanto all’insegnante.
2. Scegliere il gioco.

3. ____________________________________________________________

4. ____________________________________________________________

5. ____________________________________________________________

Sezione 9 – Punizioni

Talvolta può essere necessario che l’insegnante adotti un atteggiamento sempre più fermo e applichi una punizione esplicita. Esempi di punizioni sono: non dare il permesso di colorare il disegno o di partecipare al gioco per qualche minuto. Ci sono tre idee essenziali su questo tipo di punizione. La prima è che il bambino deve sapere esattamente perché è punito. L’insegnante deve spiegare chiaramente il perché, dicendo per esempio «Poiché hai fatto questo e questo, devi aspettare cinque minuti prima di incominciare a giocare». La seconda idea è che le punizioni devono essere applicate subito dopo il comportamento imputato, perché i bambini dimenticano rapidamente quello che hanno fatto. La terza idea è che la punizione dev’essere piccola e ragionevole. Per esempio, non ha senso privare un bambino del gioco per un’intera settimana.

Ora consultatevi in gruppo su quest’ultimo punto. Fate un elenco delle punizioni adatte e un altro elenco di punizioni che non sarebbero adatte a una classe bahá’í.

Punizioni adatte:

1. ___________________________________________________________

2. ___________________________________________________________

3. ___________________________________________________________

4. ___________________________________________________________

5. ___________________________________________________________

Punizioni inadatte:

1. ___________________________________________________________

2. ___________________________________________________________

3. ___________________________________________________________

Sezione 10 – Collaborazione

Il tempo dedicato alla colorazione offre ai bambini anche l’opportunità di apprendere il tipo di comportamento dignitoso che deve distinguere i bahá’í. Questo tempo può essere usato specialmente per sviluppare la pazienza, l’ordine, la disciplina, la collaborazione e il desiderio di condividere con gli altri. I bambini mostrano sempre un grande desiderio di colorare, ma se l’insegnante non sa gestire la classe, questa può diventare molto disordinata.

In genere durante la prima lezione l’insegnante aiuta ogni bambino a trovare un buon posto per svolgere questa attività. Incomincia trovando il posto ai bambini che mostrano qualità di pazienza, collaborazione e cortesia. Il bambino che spinge, che chiede attenzione e grida deve aspettare il proprio turno. Ma se questo stesso bambino, il giorno dopo, mostra pazienza, l’insegnante può cogliere l’occasione per premiarlo per il suo nuovo comportamento.

Questo principio può essere seguito anche nel distribuire le matite. All’inizio i bambini possono scegliere le matite da una scatola che l’insegnante tiene in mano. Quando vogliono cambiare colore, devono consegnare la matita e scambiarla con un’altra. Così i bambini prendono l’abitudine di tenere solo la matita che stanno usando. Dopo qualche lezione, quando i bambini sono più disciplinati, le matite possono essere lasciate in un punto centrale. Se i bambini continuano a usare una matita alla volta, ciò significa che hanno acquisito una maggiore disciplina e un miglior senso di collaborazione. Se incominciano a prendere le matite e a tenersele, l’insegnante deve ritornare a distribuirle personalmente.

Domande:

1. Nominate quattro qualità che i bambini possono acquisire quando colorano._________________________________________________________

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2. Durante le prime lezioni, chi deve incaricarsi di distribuire le matite? Perché?________________________________________________________

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3. Come fa l’insegnante a sapere quando i bambini hanno fatto progressi nella disciplina e nella collaborazione? _______________________________

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Sezione 11 – Esercizi

Questa sezione presenta una serie di domande e di esercizi sul tema della disciplina e del comportamento. Dovete riflettere molto su questi esercizi e consultarvi su ciascuno di essi con i facilitatori e in gruppo.

1. Kumar e Sanjay imparano sempre molto rapidamente e quindi incominciano a giocare assieme facendo molto rumore. Questo può significare che:

a. Questi bambini sono molto cattivi.
b. Sono stanchi.
c. Le lezioni sono troppo difficili.

d. Si annoiano perché le lezioni sono troppo facili e brevi per loro.

e. L’insegnante è stanco.

2. Gita non risponde mai alle domande e sembra assente. Questo può significare che:

a. È una bravissima bambina.
b. Potrebbe essere stanca.
c. Le lezioni sono molto difficili per lei.
d. Le lezioni sono troppo facili.
e. Non le piace imparare a memoria.
f. Potrebbe essere ammalata.

3. Dopo cinque minuti di lezione tutti i bambini diventano irrequieti e non prestano attenzione all’insegnante. Questo può indicare che:

a. I bambini sono maleducati.
b. Sono stanchi.
c. Non gli piace imparare a memoria.
d. La lezione è troppo facile.

e. L’insegnante non mostra interesse per quello che sta insegnando.

4. Hung Wei lavora per un quarto d’ora, ma poi incomincia a disturbare Ming Ling. Questo può indicare che:

a. Hung Wei disturba sempre gli altri bambini.
b. È molto irrequieto.
c. È stanco.
d. Non gli piace l’insegnante.
e. Non ha interesse per la lezione.

f. Hung Wei ha bisogno di allungare il tempo in cui si concentra sul suo compito.

5. Che cosa fareste per rimediare a ciascuna delle quattro situazioni descritte negli esempi?

Primo caso: ________________________________________________________

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Secondo caso: ______________________________________________________

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Terzo caso: ________________________________________________________

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Quarto caso: _______________________________________________________

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6. Come fate a sapere se la ragione per cui un bambino disturba un altro è che è cattivo o che è stanco?

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7. Come potete dire se un bambino è stanco oppure il lavoro è troppo difficile per lui?

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8. Se l’insegnante perde la pazienza e si arrabbia con i bambini, questo indica che:

a. I bambini sono insopportabili.
b. L’insegnante è insopportabile.
c. L’insegnante non capisce i bambini.
d. L’insegnante è stanco.
e. L’insegnante non si prepara per la classe.
f. I bambini sono maleducati.
g. L’insegnante non deve più insegnare.

h. L’insegnante deve parlare con i genitori perché educhino i figli.

9. Che cosa deve fare un insegnante per non arrabbiarsi con i bambini?

a. Non insegnare più.
b. Accettare solo bambini buoni.
c. Pregare prima di ogni classe.

d. Cercare di capire il comportamento dei bambini.

10. All’inizio dei giochi Sachiko incomincia a urlare e a spingere e vuole essere la prima. Questo indica una tendenza a:

a. Pazienza.
c. Predominio.
d. Egoismo.
e. Collaborazione.

Spiegate la vostra risposta. ______________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

____________________________________________________________

11. Nel caso di Sachiko, l’insegnante dovrebbe:

a. Lasciare che sia la prima, così sta tranquilla.

b. Non permetterle di partecipare al gioco e dirle che, se vuole partecipare al prossimo gioco, non deve urlare e spingere così.

c. Scegliere un bambino paziente e dire: «Tocho giocherà per primo perché è più paziente». Poi, se Sachiko si calma ed è paziente, farla partecipare al terzo o al quarto posto.

d. Lasciarla giocare per prima, ma dirle che non deve urlare così.

Spiegate la vostra risposta. ______________________________________

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12. Quale delle seguenti azioni vi sembra migliore?

a. L’insegnante sta seduta in un posto e i bambini vanno da lei per mostrarle i fogli colorati o scambiare le matite.

b. L’insegnante cammina tra i bambini distribuendo le matite e aiutandoli.

c. L’insegnante lascia da soli i bambini mentre colorano ed esce a parlare con gli amici.

13. Che cosa deve fare un’insegnante se, quando mette le matite sul tavolo, alcuni bambini collaborano e le usano assieme agli altri, mentre altri vogliono prendere più di una matita?

a. Scegliere uno dei bambini che usa le matite assieme agli altri, dargli le matite e fargliele distribuire.

b. Raccogliere tutte le matite in più, poi dare una matita a ogni bambino e togliere i fogli da colorare ai bambini egoisti in modo che per qualche minuto non possano colorare.

c. Raccogliere le matite e i fogli e non permettere più a nessuno di colorare.

d. Portare più matite ai bambini che non ne hanno perché gli altri ne hanno prese troppe.

e. Chiedere a tutti i bambini di mettere al centro del tavolo le matite che non stanno usando.

Spiegate la vostra risposta. ________________________________

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Sezione 12 – Il Registro

Il successo delle classi dipende in gran parte dalle qualità dell’insegnante e dal modo in cui svolge le diverse attività. Ma l’insegnante deve anche avere alcuni strumenti che lo aiutino a organizzare la classe e a seguire il progresso degli studenti. Questo strumento è il registro dei progressi, che esamineremo in questa sezione.

Angela, una bahá’í della comunità di High Pastures, desidera insegnare ai bambini. Vuole che i bambini incomincino a sviluppare qualità spirituali perché la comunità si trasformi in un paradiso di amore e di armonia. È convinta che i bambini possano imparare tutte le lezioni che ha preparato, ma sa che alcuni imparano più rapidamente di altri. Perciò ha deciso di tenere un registro per seguire il progresso di ogni bambino. Ecco che cosa ha osservato dopo qualche mese.

Per incominciare, Angela ha fatto sapere a tutta la comunità che vuole tenere una classe per bambini ogni domenica pomeriggio. All’inizio di settembre i seguenti allievi si erano iscritti alla sua classe:

Judy, 5 anni Ines, 5 anni Marcela, 6 anni
Franklin, 5 anni Michael, 5 anni Elaine, 5 anni
Maurice, 6 anni Arlene, 5 anni Paula, 6 anni

Martha, 6 anni Alexander, 6 anni Andrea, 6 anni

Lucy, 6 anni Joey, 5 anni

Per iscriverli, Angela ha annotato i vari nomi e le relative età su un modulo come si vede alla fine di questa lezione.

Angela ha incominciato la prima lezione il 6 settembre ed è stata molto felice quando Judy, Franklin, Martha, Lucy, Marcela, Michael, Arlene, Elaine e Andrea hanno imparato la prima citazione. Angela ha scritto la data nella prima colonna, affianco al nome di ogni bambino che sapeva ripetere la citazione senza aiuto. Riuscite a trovare le date nel modulo del registro?

La seconda lezione, il 13 settembre, è stata più difficile. Soltanto Franklin, Marcela, Elaine e Andrea hanno imparato la seconda citazione e Maurice, Paula e Alexander hanno finito di imparare a memoria la prima.

Per la terza lezione, il 20 settembre, Angela ha deciso di ripassare la prima e la seconda citazione invece di insegnarne una nuova. Joey ha imparato la prima citazione e Judy, Maurice, Lucy, Martha, Paula, Michael e Alexander hanno imparato bene la seconda.

Nella quarta lezione, il 27 settembre, Angela ha incominciato a insegnare la terza citazione. Alla fine della lezione l’avevano imparata Franklin, Maurice, Lucy, Marcela, Paula ed Elaine. Nel frattempo anche Ines aveva imparato la prima citazione. Angela era molto felice di vedere che Ines aveva imparato la prima citazione con l’aiuto della madre ed è stata molto soddisfatta di annotare la data sul registro.

Angela è stata entusiasta di vedere i quadratini del registro dei progressi riempirsi. Un giorno alcuni vicini le hanno detto di aver notato un cambiamento nei bambini. Erano molto contenti della classe. Le loro parole hanno ulteriormente accresciuto l’entusiasmo di Angela, che ha continuato la sua classe con grande amore e dedizione, ottenendo i seguenti risultati:

Risultati del 4 ottobre:

Judy, Martha, Arlene, Alexander e Joey hanno imparato la terza citazione.

Franklin, Lucy, Paula, Andrea, Eleine, Marcela, Maurice e Michael hanno imparato la quarta citazione.

Risultati del 18 ottobre:

Judy, Martha, Lucy e Alexander hanno imparato la quinta citazione.

Nota: La maggior parte dei ragazzi era assente perché aveva il raffreddore.

Risultati del 24 ottobre:

Franklin, Andrea, Ines e Arlene hanno imparato la quinta citazione.

Nota: Molti bambini sono ancora ammalati
Risultati del 1° novembre:

Angela ha dedicato la giornata ad aiutare i bambini che erano rimasti indietro, ottenendo i seguenti risultati: Ines ha imparato la terza citazione, Alexander ha imparato la quarta citazione e Andrea ha imparato la terza.

Risultati dell’8 novembre:

Maurice, Lucy, Andrea, Ines, Michael, Arlene e Joey hanno imparato la sesta citazione.

Ora guardate il registro e rispondete alle seguenti domande:

1. Quanti bambini sanno ora sei citazioni? ____________________________

2. Quanti bambini non sanno ancora la quarta citazione? ________________

3. Quante citazioni sa Joey? _______________________________________

4. Con quali bambini deve lavorare Angela domenica prossima per aiutarli a progredire un po’ di più? _______________________________________

5. Quali citazioni deve ancora imparare Martha? _______________________

6. Quali citazioni deve ancora imparare Andrea? ______________________

7. Scrivete tre idee su come potete aiutare Joey:

a. __________________________________________________________

b. __________________________________________________________

c. __________________________________________________________

8. Che cosa deve insegnare Angela nella prossima lezione? _____________

____________________________________________________________

9. Esaminando il registro, pensate che Angela avrebbe dovuto fare diversamente dopo aver visto i risultati della lezione del 4 ottobre?____________

____________________________________________________________

Quando incomincerete la vostra classe per bambini, per seguire le citazioni che i vostri studenti hanno imparato, vorrete servirvi del registro che si trova a p. 91.

Il registro dei progressi compilato da Angela
Nome Età
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Judy 5
5 sett.
20 sett.
4 ott.
18 ott.
Franklin 5
6 sett.
13 sett.
27 sett.
4 ott.
24 ott.
Maurice 6
13 sett.
20 sett.
27 sett.
4 ott.
8 nov.
Martha 6
6 sett.
20 sett.
4 ott.
18 ott.
Lucy 6
6 sett.
20 sett.
27 sett.
4 0tt.
18 ott.
8 nov.
Marcela 6
6 sett.
13 sett.
27 sett.
4 ott.
Paula 6
13 sett.
20 sett.
27 sett.
4 ott.
Ines 5
27 sett.
1° nov.
24 ott.
8 nov.
Michael 5
6 sett.
20 sett.
4 ott.
8 nov.
Arlene 5
6 sett.
4 ott.
24 ott.
8 nov.
Alexander 5
13 sett.
20 sett.
4 ott.
1° nov.
18 ott.
Joey 5
20 sett.
4 ott.
8 nov.
Elaine 5
6 sett.
13 sett.
27 sett.
4 ott.
Andrea 6
6 sett.
13 sett.
1° nov.
4 ott.
24 ott.
8 nov.
Registro dei progressi
Nome Età
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Sezione 13 – Le famiglie dei bambini

Oltre a saper condurre bene una classe per bambini, dovete stabilire rapporti molto amichevoli con la famiglia di ciascun bambino. Sappiamo tutti che i bambini imparano in ogni momento della loro vita. Anche prima di andare a scuola i bambini hanno già imparato moltissime cose. Hanno imparato a parlare e a camminare, sono in grado di trovare la casa, il negozio e le abitazioni degli amici e dei parenti. Conoscono molti animali e molte piante e sanno che ci sono cose che si possono comprare. Questi sono esempi della grande quantità di conoscenze che i bambini hanno accumulato prima di incominciare la scuola. Dove hanno imparato tutte queste cose? Naturalmente le hanno imparate nelle attività giornaliere con le famiglie e i vicini. Hanno imparato molte cose dai genitori, dai fratelli e dalle sorelle, imitando quello che essi dicono e fanno. Ma l’educazione che i bambini ricevono dalla famiglia non è molto profonda. Il padre dedica molto tempo al lavoro e ha poche ore a disposizione per stare con la famiglia. La madre ha sempre molto da fare e non ha molto tempo per insegnare direttamente ai bambini. I bambini osservano i genitori, li imitano e imparano dal loro esempio. Questo è il modo principale in cui i bambini imparano. Neppure i membri delle altre famiglie hanno abbastanza tempo e perciò non possono organizzare classi specifiche per i bambini. Pertanto, quando una persona decide di dedicare una parte del suo tempo a insegnare ai bambini, svolge un servizio molto importante per la comunità. Ogni qual volta si organizza una classe per bambini, si approfitta degli anni caratteristici durante i quali i bambini imparano con facilità e rapidità. Il rapporto tra le famiglie e le classi è quindi molto speciale. Le famiglie hanno fiducia nel fatto che l’insegnante impartisca ai bambini insegnamenti corretti e l’insegnante confida che la famiglia provveda al sostegno morale e materiale. Nella classe si insegna ai bambini secondo i desideri e le aspirazioni spirituali dei genitori. I genitori sostengono il programma educativo con l’esempio e stimolando i figli a partecipare. Perciò è molto importante che tra le famiglie e l’insegnante si coltivi e si mantenga un rapporto stretto e amorevole.

1. Scrivete qualche esempio di ciò che un bambino impara a casa. _________

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2. Come imparano i bambini in famiglia? ____________________________

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3. Qual è il metodo principale usato dalle famiglie per insegnare ai bambini?

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4. Perché si deve coltivare un rapporto molto stretto tra le famiglie e l’insegnante bahá’í delle classi per i bambini? ______________________

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Sezione 13 – Il rapporto con le famiglie

Sfortunatamente molto spesso il rapporto tra l’insegnante e le famiglie dei bambini segue il modello delle scuole regolari all’esterno della Fede. Nell’atmosfera di ostilità in cui la maggior parte dei sistemi educativi opera, questo rapporto è di diffidenza e di reciproca accusa. Gli insegnanti incolpano i genitori per il cattivo comportamento dei bambini e i genitori lamentano che gli insegnanti non sanno insegnare. È chiaro che gli insegnanti delle classi bahá’í devono fare tutto il possibile per superare queste diffusissime situazioni. Il compito di un bahá’í è sempre quello di aiutare gli altri, cercando di sorvolare sugli errori invece di ingrandirli. L’insegnante, quindi, deve sforzarsi di avvicinarsi ai genitori dei bambini e di consultarsi costantemente con loro sul comportamento dei loro figli nella classe e a casa. Deve prendere l’abitudine di avere frequenti colloqui amichevoli, durante i quali discuta delle qualità fondamentali e delle conquiste più importanti dei bambini. In seguito, in consultazione con i genitori, potrà decidere come usare queste conquiste per motivare sempre più i bambini a sviluppare le qualità che già possiedono.

Solo a queste condizioni e con moltissima discrezione, è possibile accennare a qualche difetto dei bambini. Lo scopo deve essere quello di trovare un modo positivo di collaborare con la famiglia per aiutare i bambini a correggere le loro mancanze.

L’argomento del rapporto formale tra l’insegnante e le famiglie è molto ampio ed è impossibile esaurirlo in questo corso. A poco a poco imparerete a usare la classe per aiutare il progresso della comunità, per portare l’educazione a tutti e per contribuire alla collaborazione e alla solidarietà tra le famiglie. Poiché siete appena all’inizio, non vi si possono affidare troppi compiti. Il primo e il più importante dei vostri compiti è quello di formare una classe talmente esemplare che tutti nella comunità ammirino la qualità del vostro insegnamento e il progresso dei bambini che la frequentano. Tuttavia, non potrete riuscirci da soli e, come si è detto prima, dovrete sfruttare le numerose opportunità consultandovi con i membri della famiglia di ciascun bambino.

Per incominciare questo colloquio vi consigliamo di compilare un elenco delle qualità spirituali che vorreste che i bambini acquisissero trovando, per ogni qualità, una citazione dagli Scritti. Molte di queste citazioni si trovano nel materiale che usate per insegnare ai bambini. Potrete trovarne altre in altri corsi che state frequentando, per esempio quello sulla lettura delle sacre Scritture. Nei vostri colloqui con le famiglie dei bambini dovrete menzionare queste qualità e commentarle, spiegare le corrispondenti citazioni e consultarvi sul modo in cui ciascuno può aiutare i bambini della comunità ad acquisirle. Ancora una volta, ricordate che i vostri commenti devono essere positivi e che nei colloqui non si deve insinuare nemmeno la minima traccia di critica, né nelle vostre parole né nel tono della vostra voce.

Riferimenti

1. ‘Abdu’l-Bahá, Antologia (Casa Editrice Bahá’í Roma, 1987), n. 115, p. 135-6.

2. ‘Abdu’l-Bahá, Antologia, n. 111, p. 133.
3. ‘Abdu’l-Bahá, Antologia, n. 111, p. 133.
4. ‘Abdu’l-Bahá, Antologia, n. 95, p. 123.
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