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Compilazioni : Spiritismo reincarnazione fenomeni medianici

SPIRITISMO - REINCARNAZIONE - FENOMENI MEDIANICI

I - Spiritismo e fenomeni medianici

1. Che la verità sia spesso trasmessa attraverso i sogni nessuno che conosca bene la storia, soprattutto la storia religiosa, potrà dubitare. Ma nel contempo i sogni e le visioni sono sempre coloriti e più o meno influenzati dalla mente di chi sogna e dobbiamo guardarci dall'attribuire loro eccessiva importanza. Quanto più puri e liberi da pregiudizi e desideri sono il cuore e la mente, tanto più probabile è che i sogni trasmettano verità attendibili, ma se esistono forti pregiudizi, simpatie e antipatie personali, cattivi sentimenti o sinistri moventi, questi deformeranno e distorceranno ogni ispirante idea che possa presentarsi ... In molti casi i sogni sono stati lo strumento che ha portato un uomo alla verità o lo ha confermato nella Fede. Dobbiamo sforzarci di avere un cuore puro e di essere ‘liberi da tutto fuorché Dio’. Allora i sogni e i pensieri della veglia diverranno puri e veri. Dobbiamo saggiare le idee che ci vengono da sogni, visioni o ispirazioni, confrontandole con la Parola rivelata e guardando se sono in armonia con essa.

(16 maggio 1925)1

2. È sua opinione che sia del tutto inutile prestare molta attenzione a persone imbevute dalle idee dello spiritismo, perché ciò che esse hanno, ancorché racchiuda un seme di verità, contiene grandi frange di fantasia personale. Inoltre, quando dopo tanti sforzi diventano Bahá'í, esse sono riluttanti a cambiare completamente pagina nella loro vita e incominciano a concepire gli ideali Bahá'í in termini spiritici. Vi sono migliaia di altre anime pure che sono più pronte agli insegnamenti e che li accetterebbero senza riserve. Perciò faremmo meglio a concentrare su queste la nostra attenzione. La Causa ha sofferto dappertutto a causa di spiritisti con pretesi poteri medianici ed è ora di fare qualcosa a proposito.

(10 luglio 1928)

3. Il Custode ha letto con particolare interesse il racconto delle esperienze spirituali che ella ha recentemente avuto. Le apprezza e le valuta molto, ma è convinto che, essendo di carattere e natura personali, ella non debba divulgarle troppo, così che gli amici non abbiano l'impressione che ella desideri imporre loro opinioni e idee personali.

(7 aprile 1935)

4. In quanto ai fenomeni medianici menzionati nella sua lettera, molto spesso essi sono un indizio di profonda confusione psichica; è bene che gli amici facciano tutto il possibile per evitare di prestare indebita considerazione a simili cose.

(20 novembre 1937)

5. È spesso estremamente difficile, quasi impossibile, distinguere fra vera guida e fenomeni medianici. Eppure è possibile percepire direttamente la guida spirituale di Dio, mediante il potere della concentrazione, della preghiera e della meditazione e attraverso gli effetti da essi prodotti. La purezza del cuore è una condizione indispensabile.

(14 gennaio 1938)

6. A proposito dell'articolo pubblicato sull'edizione di ottobre dell'“ Herald of the South ”, e intitolato “ Above the Mists ” ['Sopra la Nebbia'], il Custode desidera che i credenti trascurino i temi come pratiche e fenomeni medianici, perché, oltre a non essere confermati dagli Scritti dei Fondatori della Fede, appartengono per lo più al regno delle congetture.

(30 Mirza 1938, all'Assemblea Spirituale Nazionale dell'Australia e Nuova Zelanda)

7. I1 Custode ha ricevuto la sua lettera del 6 giugno e ha letto con profondo interesse la storia della visione che ella ha recentemente avuto e che ha interpretato come un ordine di Bahá'u'lláh di andare a insegnare la Causa in Alaska.

La visione è certo significativa e indica la profondità della sua comprensione spirituale; tuttavia non costituisce, nell'opinione del Custode, per lei un obbligo di abbandonare suo marito e sua figlia per insegnare in Alaska o in Sud Dakota. Le condizioni del suo consorte, bisognoso com'è delle sue premurose e continue cure, le impongono invece un obbligo non meno vitale e ben più pressante e urgente del dovere di insegnare la Causa in nuovi Paesi.

(14 luglio 1938)

8. In quanto alla sua domanda sul valore dell'intuizione quale fonte di guida per l'individuo, non è saggio fidarsi ciecamente delle capacità intuitive; tuttavia grazie alla preghiera quotidiana e a un continuo impegno è possibile, anche se non sempre e non completamente, scoprire per intuizione la Volontà di Dio. Ma nessuno può mai essere assolutamente certo di aver riconosciuto la Volontà di Dio, avvalendosi del proprio intuito. Accade spesso che esso ci porti a travisare del tutto la verità diventando cosi fonte di errore piuttosto che di guida.

(29 ottobre 1938)

9. In primo luogo a proposito delle visioni: è difficilissimo distinguere fra le vere visioni che sono autentiche esperienze spirituali dell'anima e le fantasie che non hanno realtà nelle verità spirituali. È tuttavia possibile che vere visioni siano concesse a coloro che sono spiritualmente puri e recettivi e perciò esse non sono limitate ai Profeti.

(26 novembre 1939)

10. In quanto alla pretesa di ...di ricevere rivelazioni direttamente da Dio: le visioni e le comunicazioni che egli può ricevere non possono, dal punto di vista della Causa essere considerate alla stregua della rivelazione diretta e autorevole ricevuta da Dio dai Profeti e dai Messaggeri Divini. C'è una fondamentale differenza fra la Rivelazione Divina concessa da Dio ai Suoi Profeti e le esperienze e le visioni spirituali che gli uomini possono avere. Queste ultime non devono assolutamente essere interpretate come un'infallibile fonte di guida, neppure per chi ne sia oggetto.

Il Custode desidera che ella spieghi e chiarisca esaurientemente questo punto a ...affinché egli non si faccia illusioni sul vero atteggiamento Bahá'í su questo e simili temi.

(1 novembre 1940)

11. In quanto alla sua domanda sul desiderio di ...di avere informazioni sulla “scrittura automatica” e simili cose: gli insegnamenti non contengono alcun riferimento specifico a questa cosa in particolare, ma Shoghi Effendi è fermamente convinto che, alla luce di altre affermazioni sulla necessità di evitare ogni pratica spiritica e ogni esercizio di poteri medianici, anche i Bahá'í debbano evitarla e ignorarne i messaggi.

(24 giugno 1941)

12. In quanto alla sua domanda: in questo capitolo sulle 'Visioni e comunicazioni con gli esseri spirituali' nelle Lezioni di San Giovanni d'Acri, è evidente che il Maestro vuole spiegare che, in alcune rare circostanze, come quelle in cui si sono trovati i Profeti, è possibile comunicare con un'anima già trapassata nel mondo invisibile, ma che la maggior parte delle esperienze di questo tipo che spesso taluni pretendono di avere con anime trapassate non sono altro che il frutto della loro fantasia - per quanto reali esse possano sembrare loro.

Attualmente non c'è modo di sapere storicamente se l'esperienza che Saul ebbe di Samuele sia stata un autentico rapporto spirituale. Non si trattò tuttavia del frutto dell'immaginazione, perché la Bibbia lo afferma incontrovertibilmente.

Le vere esperienze mistiche fondate sulla realtà sono rarissime ed è facile capire quanto sia pericoloso cercare la verità brancolando nel buio della fantasia. Ecco perché, come ella fa notare, il Maestro ci mette in guardia contro tutte le pratiche medianiche.

Se dobbiamo avere una profonda esperienza spirituale possiamo essere certi che Iddio ce la concederà senza che noi dobbiamo andarla a cercare...

(25 ottobre 1942)

13. Le domande in merito alla guida individuale che ella pone nella sua lettera contengono, per così dire, due aspetti. È bene volgersi a Dio e implorarLo di aiutarci a risolvere i nostri problemi e di guidarci nelle nostre azioni, anche tutti i giorni, se ne sentiamo il desiderio. Ma non possiamo imporre ad altri ciò che riteniamo sia per noi una guida, tanto meno ad Assemblee o Comitati, poiché Bahá'u'lláh ha espressamente formulato la legge della consultazione e non ha mai indicato altro che possa sostituirla...

Altrettanto dicasi per i metodi di insegnamento: non esiste un particolare sistema che l'insegnante possa applicare. Ma ovviamente più si conoscono gli insegnamenti e la Causa, meglio si può presentare l'argomento. Se i credenti sentono che il pregare e l'affidarsi completamente a Dio riversano su di loro un torrente di ispirazione, devono essere lasciati liberi di seguire questo metodo, se esso produce risultati.

È impossibile definire o valutare la natura dell'ispirazione ricevuta attraverso la meditazione. Se è Suo volere, Dio può ispirare nella nostra mente cose di cui prima non avevamo idea.

Non possiamo distinguere chiaramente fra desideri personali e guida, ma se, quando abbiamo cercato una guida, la strada si apre, allora possiamo presupporre che Dio ci sta aiutando.

(25 gennaio 1943)

14. Il problema della guida è molto sottile. È impossibile avere la certezza che un impulso o un sogno siano una guida. Possiamo cercare la guida di Dio mediante una fervida preghiera e con il sincero desiderio di fare il Suo Volere. Possiamo, com'ella dice, emulare il Maestro e vivere sempre secondo gli insegnamenti, ma non possiamo avere la certezza che così facendo non commetteremo errori e saremo perfettamente guidati. Tutto questo ci aiuta a fare meno errori e a ricevere più direttamente la guida che Dio cerca di darci.

(17 ottobre 1944)

15. Non vi sono ambiguità nell'atteggiamento del Maestro nei confronti dei poteri medianici, Egli ha fermamente ammonito i credenti a non farne uso.

(9 agosto 1945, all'Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá'í delle Isole Britanniche)

16. Ciò che 'Abdu'l-Bahá ha sempre spiegato a tal proposito è che questi poteri medianici non devono essere usati in questo mondo e che, invece, è pericoloso coltivarli qui. Bisogna lasciarli silenti, inutilizzati, anche quando lo facciamo con la sincera convinzione di aiutare gli altri; non ne comprendiamo la natura e non c'è modo di avere la certezza di ciò che c'è di vero e di falso.

I fanciulli inclini ad essere medianici non devono essere per questo rimproverati con eccessiva durezza; ma non devono essere incoraggiati a sviluppare i loro poteri in questa direzione.

(4 Mirza 1946)

17. In quanto alla sua domanda sui membri che sono ancora attaccati a pratiche medianiche; egli spera che in questo momento tutti coloro che sono diventati attivi nel nuovo centro da lei formato abbiano smesso di partecipare a sedute spiritiche e pratiche medianiche. Se non l'hanno fatto devono farlo.

(15 Mirza 1946)

18....è sua convinzione che i metodi da lei seguiti per ricevere messaggi scritti ispirati e il suo modo di accostarsi alla pittura siano realmente di tipo medianico e che ella debba rinunciarvi per il suo bene. Alcune delle Tavole di Bahá'u'lláh e 'Abdu'l-Bahá sono cosi mal tradotte che è quasi impossibile coglierne il vero significato e se ne può essere indotti a credere che mettendosi in uno stato praticamente medianico lo Spirito Santo ci guiderà. Ma questo non è il vero significato: i massimi scrittori e pittori del mondo non hanno subito l'influenza di forze medianiche ma ci hanno dato i loro capolavori grazie a capacità innate, all'esercizio e allo studio; questo è il modo normale in cui l'ispirazione ci raggiunge, attraverso i canali delle nostre capacità, e non con il controllo di poteri contro i quali il Maestro ci ha messo in guardia e che non comprendiamo e che - come ella ben sa - non sono né logici né attendibili.

(24 febbraio 1947)

19. Il Custode che ha assistito per venticinque anni i credenti a erigere l'ordine amministrativo della Fede, non ha sicuramente mai fatto nulla contro di esso. Egli non trasmette mai segretamente, o interiormente , a nessun credente in America le sue istruzioni sugli affari della Causa; il suo strumento a tale scopo è l'Assemblea Spirituale Nazionale. Egli, e 'Abdu'l-Bahá, hanno costantemente messo in guardia i credenti contro le pratiche medianiche, e chiunque pensi di essere guidato da lui sul piano interiore inganna se stesso e gli altri. Gli amici sono liberi di scrivergli - come ha fatto lei - ed egli risponde loro per iscritto, non medianicamente, ogni qual volta lo desideri. Egli la esorta a lavorare contro questi insidiosi errori e a incoraggiare gli amici ad assumere nei loro reciproci rapporti atteggiamenti costruttivi e amorevoli e a collaborare; altrimenti ritarderanno il progresso della Causa di Dio.

(5 maggio 1947)

20. Il Custode pensa che in linea generale, quando qualcuno afferma di ricevere messaggi o comunicazioni dal Maestro o da Bahá'u'lláh, eccetera, è meglio concludere che si tratta di un'esperienza medianica o di fantasia e non di un reale contatto con loro. Questi Santi Esseri hanno i Canali della Causa per guidarci, senza bisogno di uscirne e di inviarci rivelazioni personali.

(22 dicembre 1947)

21. Ben poco si conosce oggi della mente e del suo operare. Ma una cosa è certa: i Bahá'í possono ricevere - e in effetti ricevono - un grandissimo aiuto e protezione in questo mondo, tale da sorprendere spesso i loro medici.

In secondo luogo egli [il Custode] le consiglia di considerare la voce che ha sentito un fenomeno che potrebbe essere la sua mente subcosciente, o qualche influenza medianica, ma qualunque cosa fosse non deve lasciarsene turbare e tantomeno attribuirle eccessiva importanza. Nessuno di noi sa cosa ha in serbo il futuro o in quale misura stiamo guastandolo o creandolo; perciò dobbiamo quotidianamente fare del nostro meglio e lasciare che il futuro si foggi da se stesso. Sarebbe molto imprudente che ella permettesse che questa esperienza di una voce - la cui origine e il cui scopo ella non ha modo di conoscere - la influenzi o che ella tenesse conto delle sue osservazioni.

(9 aprile 1948)

22. È molto lieto di sapere che ella sta meglio e l'assicura che continuerà a pregare per lei.

Non tema che qualcuno possa influenzare la sua mente. Neppure quando vogliamo cogliere i pensieri di coloro che amiamo, riusciamo a farlo; tanto meno gli altri potranno penetrare nella nostra mente.

( 18 gennaio 1951 )

23. E non si lasci scoraggiare dal suo sogno del Maestro, perché non tutti i nostri sogni, nemmeno quando sogniamo Lui, hanno un significato.

(19 agosto 1951)

24....Il Custode le suggerisce di studiare con molta attenzione le parole di 'Abdu'l-Bahá sul tema delle visioni, sogni e simili, poiché Abdu’l-Bahá ha dato una spiegazione completa di questo delicato tema. Troverà brani in questo senso in 'Bahá’u’lláh e la Nuova Era' nelle 'Lezioni di San Giovanni d'Acri' e nei Libri di Tavole. Anche il Custode ha fatto alcuni commenti in merito.

In breve, è indubbio che talvolta alcuni individui hanno visioni che sono vere e hanno un significato. D'altra parte, le visioni vengono per grazia di Dio e non con l'esercizio di facoltà umane. Non è cosa che si debba cercare di sviluppare. Chiunque si sforzi di sviluppare facoltà onde poterne avere visioni, sogni e simili, in effetti indebolisce alcune delle proprie capacità spirituali e perciò in quelle circostanze sogni e visioni sono irreali e finiscono con il distruggere il carattere di costoro.

(6 maggio 1952)

25. Negli insegnamenti della nostra Fede non c'è nulla sulla Quarta Dimensione ed egli giudica che con tutto il lavoro pratico che i Bahá'í hanno da fare per il prossimo decennio ella debba sgomberare la mente da tutte queste astrusità, che non possono fare nulla di bene e che non la porterebbero a nulla.

(19 luglio 1953)

26. In quanto alla domanda sullo Spiritismo il Custode giudica che non sia il momento di pronunciare dichiarazioni speciali in merito. Gli insegnanti viaggianti e l'Istituzione nazionale devono fare di tutto per svezzare gli amici da queste pratiche, ma senza farne per ora un problema. Vi sono cose ben più importanti sulle quali gli amici devono concentrare la loro attenzione e cioè la formazione di nuove Assemblee e gruppi.

(29 giugno 1956, all'Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá'í del Sud America)

27. Contro tutto ciò che rientra nell'ambito delle pratiche medianiche 'Abdu'l-Bahá ci ha messi in guardia; ma in quanto alle forme di autosuggestione o di ipnotismo usate dalla scienza medica e da medici qualificati siamo liberi di avvalercene se crediamo che il medico che se ne serve è qualificato e non abuserà dei suoi diritti.

(15 febbraio 1957)
II - Reincarnazione

28. L'idea Bahá'í di 'reincarnazione' è fondamentalmente diversa dal concetto indù. I Bahá'í credono nel ritorno degli attributi e delle qualità ma sostengono che l'essenza della realtà delle cose non possa ritornare. Ogni cosa mantiene la propria individualità, ma alcune delle qualità possono essere trasmesse. La dottrina della metempsicosi sostenuta dagli Indù è erronea.

(27 Mirza 1938)

29. Ora, ella chiede se l'uomo può ricordare esperienze precedenti al presente stato della sua evoluzione in questo mondo: è sicuramente impossibile avere tali ricordi e le esperienze che l'uomo può ricordare sono solo quelle che ha avuto nello stadio post-embrionale o terreno della sua esistenza.

(30 giugno 1938)

30. L'evoluzione nella vita dell'individuo ha inizio con la formazione dell'embrione umano e attraversa vari stadi e prosegue in altre forme anche dopo la morte. Lo spirito umano ha capacità di sviluppo infinito.

L'identità dell'uomo, ossia la sua individualità, non va mai perduta. La sua realtà in quanto persona rimane intatta durante tutti i vari stadi del suo sviluppo. Prima di venire in questo mondo egli non preesiste in nessuna forma.

Il termine 'eletti' a p. 190 delle Spigolature significa prescelti o favoriti .

Il passo a p. 173 delle Spigolature sull'evoluzione dell'anima dopo la morte dimostra chiaramente che l'anima dopo la sua separazione dal corpo mantiene l'individualità e la consapevolezza in relazione alle altre anime e agli esseri umani di questo mondo.

La parola 'perirebbe' a p. 209 delle Spigolature non significa che l'anima umana cesserà di esistere, ma che sarà privata di ogni capacità e comprensione spirituale.

A p. 201 il passo 'Nessuno potrà ottenere vita eterna...' non deve essere preso alla lettera: per 'vita eterna' s'intende la felicità spirituale, la comunione con lo Spirito Divino.

(26 novembre 1939)

31. Non possiamo prendere troppo alla lettera l'insegnamento secondo il quale un credente che rimanga incrollabile fino alla fine della sua vita sarà lo strumento del risveglio spirituale di tutti i suoi antenati, soprattutto perché è riferito, e non si trova in forma autentica Ma possiamo essere certi che il credente sincero e fedele può intercedere per i suoi avi e assisterli nel loro sviluppo meglio di quanto potrebbe se non fosse spiritualmente illuminato.

(12 dicembre 1942)

32. Nessuna Rivelazione inviata da Dio ha mai insegnato la reincarnazione; si tratta di un concetto elaborato dall'uomo. L'anima dell'uomo viene all'esistenza al concepimento; non crediamo che vada in altri pianeti.

(1 aprile 1946)

33. In quanto alla sua domanda sul passo delle Sette Valli dove si accenna alla preesistenza. Ciò non presuppone che l'anima individuale preesista al concepimento. Il termine non è stato tradotto bene e il significato è che l'anima dell'uomo è la depositaria degli antichi, divini misteri di Dio.

(5 gennaio 1948)

34. Ella menziona le categoriche affermazioni di Rudolph Steiner nel suo libro a proposito di certe cose iniziate con Cristo, il quale sarebbe la reincarnazione di Zoroastro.

Noi, come Bahá'í, non ci lasciamo influenzare dalle categoriche affermazioni degli studiosi. Noi crediamo che ciò che è stato rivelato da Bahá'u'lláh e scritto da 'Abdu'l-Bahá proviene da Dio ed è ispirato da Dio; che Bahá'u'lláh è una Manifestazione e ha accesso a un sapere negato ai comuni mortali.

Perciò egli [il Custode] non vede perché ella debba essere turbata nello spirito, leggendo questi moderni trattati filosofici.

Ogni uomo ha il diritto di avere le proprie opinioni. Se non le espone con convinzione, manca al suo dovere di spiegarle con sincerità e vivacità; ma il fatto di credere fermamente in una cosa non implica assolutamente che la cosa creduta sia la verità. Fra la verità che ci viene da Dio attraverso i Suoi Profeti, e i barlumi di verità, spesso male intesi e male interpretati, che ci vengono dai filosofi e dai pensatori, c'è un'immensa differenza. Non dobbiamo mai confondere le due cose.

Bahá'u'lláh ha detto che il sapere può essere un velo tra l'anima e la verità eterna, in altre parole, tra l'uomo e la conoscenza di Dio. Abbiamo visto che molte persone che progrediscono molto nello studio delle scienze fisiche moderne sono portati a negare Dio e i Suoi Profeti. Ciò non significa che Dio e i Profeti non siano esistiti e non esistano; significa solo che il sapere è diventato un velo fra i cuori di costoro e la luce di Dio.

Ella chiede perché la Manifestazione di Dio per oggi, cioè Bahá'u'lláh, non ha risposto dettagliatamente a tutte le teorie proposte da occultisti, spiritisti e altri numerosi astrusi filosofi moderni.

Sarebbe assolutamente impossibile per chiunque rispondere a tutte le domande che potrebbero essere poste da curiosi, dotti o gente comune, su tutti i temi. Se i Profeti di Dio venissero in questo mondo solo per rispondere alle domande degli uomini e spiegare tutte le banalità che per lo più gli uomini hanno accumulato e trasformato in culti e filosofie, non avrebbero il tempo per insegnare all'uomo un nuovo modo di vita con il loro esempio e i loro insegnamenti.

Dobbiamo allontanarci da queste vane fantasie e supposizioni e filosofismi del mondo e fissare lo sguardo sul limpido fiume degli insegnamenti di Bahá'u'lláh. Da questi insegnamenti, e dalla società che essi creeranno su questo pianeta, nascerà una soluzione per tutti i problemi umani. A poco a poco, più grandi studiosi, pensatori spirituali più profondi, saranno in grado di rispondere da un punto di vista Bahá'í a molte di queste domande. Non è necessario che si trovino nel testo divino; possono essere studiate e apprese in futuro; ma ancora non abbiamo avuto il tempo di formare studiosi Bahá'í che possano trattare questi temi nei dettagli e prendersi l'impegno di dare una risposta alle astrusità e alle molte infondate dottrine proposte dai filosofi moderni.

Il Custode la esorta a distogliere la mente da tali astrusità e a dedicarsi non solo allo studio dei libri della nostra Fede disponibili in lingua francese, ma anche all'insegnamento della Fede.

È del tutto improbabile che ella riesca a ottenere qualcosa discutendo con persone che si dedicano allo studio dei temi da lei menzionati nella sua lettera o tantomeno a convertirle. Esse sono più interessate delle cose mistiche e del mistero in se stesso che di questo mondo nel quale viviamo e del modo di risolverne i problemi. Amano le astrazioni e le complicazioni. Menti siffatte non possono essere capaci di accettare la Rivelazione di Bahá'u'lláh che è per qui e per ora, e che implica la purificazione della mente e l'applicazione dei Suoi insegnamenti alla vita quotidiana.

La esorta dunque a eliminare dalla mente tutti questi pensieri e a rivolgersi verso Bahá'u'lláh con cuore amorevole e devoto e a chiedere a Lui di guidarla quotidianamente verso anime ricettive al Suo messaggio e pronte a riceverlo e a non tormentarsi più con queste futili domande che in primo luogo non hanno risposta e in secondo luogo per lo più non richiedono risposta, per il semplice fatto che non sono abbastanza importanti.

Ciò che Bahá'u'lláh intende per facoltà della visione e dell'udito è la facoltà fisica, non un'astrazione spirituale. Egli intende dire che Dio Onnipotente ci ha dato occhi e orecchie per capire ciò che avviene in questo mondo; in altre parole, possiamo leggere gli Insegnamenti e ascoltare il Messaggio del Profeta. Ciò va preso alla lettera.

Sappiamo dai Suoi Insegnamenti che la Reincarnazioni non esiste. Veniamo su questo pianeta una volta soltanto. La nostra vita qui è come il feto nel grembo della madre, che in quello stadio sviluppa ciò che è necessario per l'intera vita successiva alla nascita. La stessa cosa accade a noi. Noi dobbiamo sviluppare qui spiritualmente ciò che ci servirà per la vita dopo la morte. In quella vita futura, Dio, mediante la Sua misericordia, potrà aiutarci a sviluppare qualità da noi trascurate mentre ci trovavamo sul piano terreno. Non è necessario ritornare qui e rinascere in un altro corpo per progredire spiritualmente e avvicinarsi ulteriormente a Dio.

Questo è l'insegnamento Bahá'í ed è quanto i seguaci di Bahá'u'lláh devono accettare, incuranti delle esperienze che altri reputano di avere. Ella sicuramente sa che la psicologia moderna ha insegnato che la mente ha una capacità quasi infinita di credere in quello che s'immagina. Gli uomini pensano di avere un certo tipo di esperienza, di ricordare cose di una vita precedente, ma ciò non significa che essi abbiano realmente avuto quelle esperienze o che siano esistiti in precedenza. La forza della loro mente basta già a convincerli fermamente che tale cosa sia realmente accaduta.

Noi dobbiamo prendere a misura gli Scritti dei Profeti. Se Bahá'u'lláh avesse attribuito la minima importanza alle esperienze occulte, alla visione di aure, al sentire mistiche voci, se avesse creduto che la reincarnazione fosse un fatto reale, ne avrebbe fatto menzione nei Suoi Insegnamenti. Che Egli ne abbia taciuto, dimostra che per Lui esse non avevano né importanza né realtà e perciò non meritavano che Egli, Divino Educatore della razza umana, vi dedicasse il Suo tempo.

Dobbiamo distogliere la mente da siffatte cose e concentrarci sulla pratica dei Suoi Insegnamenti nella nostra vita quotidiana attraverso la nostra Amministrazione Bahá'í e nei nostri contatti con gli altri e nell'esempio che diamo.

(22 aprile 1954)
III - Guarigione spirituale

35. Com'ella sa Bahá'u'lláh ha ordinato che in caso di malattia siano sempre consultati i medici più competenti. E questo è esattamente quanto il Custode le consiglia vivamente di fare, perché la preghiera da sola non basta. Per renderla più efficace dobbiamo ricorrere a tutti i vantaggi fisici e materiali che Dio ci ha concesso. Curare solamente per mezzo di forze spirituali è indubbiamente altrettanto inadeguato quanto ciò che i medici e i pensatori materialisti cercano vanamente di ottenere ricorrendo unicamente a mezzi e metodi meccanici. Il migliore risultato può ottenersi combinando i due procedimenti: spirituale e materiale.

(12 Mirza 1934)

36. In quanto alla sua domanda sulla guarigione spirituale. Questo tipo di cura costituisce, in effetti, uno dei metodi più efficaci per liberare una persona da dolori e sofferenze mentali o fisici. Nei Suoi discorsi della ‘Saggezza’ 'Abdu'l-Bahá ne sottolinea l'importanza affermando che essa deve essere usata quale strumento essenziale per ottenere una completa guarigione materiale. Ma la cura spirituale non è né può essere un sostituto della cura materiale, di cui è peraltro un valido complemento. Entrambe sono in verità essenziali e complementari.

(16 febbraio 1935)

37. In quanto alla sua domanda sulla guarigione spirituale. Come certamente sa, 'Abdu'l-Bahá ne ha messo molto in evidenza l'importanza e la considerava, in effetti, una parte essenziale del processo materiale della guarigione. La guarigione materiale non può essere completa e durevole se non è rafforzata da una guarigione spirituale. E quest'ultima può essere ottenuta meglio mediante l'obbedienza alle leggi e ai comandamenti di Dio rivelati tramite le Sue Manifestazioni. Anche i credenti però possono essere d'aiuto guarendo gli altri. Ma il successo dei loro sforzi dipende interamente dalla loro scrupolosa fedeltà agli Insegnamenti nonché dal modo in cui li trasmettono agli altri. Secondo Bahá'u'lláh l'uomo non può essere guidato solamente e direttamente da Dio; deve invece cercare la guida tramite i Suoi Profeti. Purché tale principio sia chiaramente compreso e spiegato, il Custode non vede perché gli amici non debbano cercare di guarire gli altri con mezzi spirituali. Ma tale cura deve essere fatta in nome di Bahá'u'lláh e in conformità con i Suoi insegnamenti, perché Dio e Dio solo è il Supremo e Onnipotente Medico e tutti gli altri sono solo strumenti nelle Sue mani.

(23 maggio 1935)

38. I1 Custode non sa nulla del suo metodo di cura e non gli interessa di scendere nei dettagli, perché non ha tempo per questi problemi. Ma per guidarla può esporre alcuni principi generali: non esistono guaritori Bahá'í o metodi di cura bahá'í. Nel Suo Libro Santissimo (l'Aqdas) Bahá'u'lláh dice di consultare i migliori medici, in altre parole medici che abbiano studiato un sistema medico scientifico; non ci ha mai fatto credere che ci guarirà per mezzo di 'guaritori', bensì mediante la preghiera e l'assistenza della medicina e di terapie approvate.

Ora, se il suo metodo di cura non è in contrasto con tali principi, e finché ella non cercherà di sostituire un medico regolare nel tentativo di curare gli altri, ma si limiterà ad aiutarli mediante suggerimenti costruttivi - o qualunque altra cosa - e non assocerà questo aiuto al fatto di essere un diretto canale della grazia di Bahá'u'lláh, il Custode non vede perché ella non debba continuare ad assistere gli altri. Ma deve decidere in coscienza se, alla luce di quanto è stato detto, è realmente giustificato a proseguire. Pregherà che ella trovi guida e felicità ...

Posso aggiungere che egli non crede che esistano fluidi psichici o curativi, di qualunque gruppo di persone, che possano portare la pace. Indubbiamente la preghiera aiuterà il mondo, ma quel che occorre è che il sistema di Bahá'u'lláh sia accettato, cosi che si possa costruire l'Ordine Mondiale su nuove fondamenta, fondamenta divine!

(8 giugno 1948)

39. Giudica che l'atteggiamento che ella e l'Assemblea di Caracas avete assunto di fronte alle notevoli capacità curative di ... sia giusto. Associare direttamente alla Causa tali cose finirebbe con il nuocere alla sua reputazione e con il presentarla sotto una luce sbagliata, perché i poteri di ... - per i quali è certamente difficile trovare una spiegazione logica - non sono comuni fra i Bahá'í, ma solo un fenomeno visibile (raramente) fra individui di ambiente religioso.

In quanto al dire che essi siano una diretta ispirazione di Bahá'u'lláh, non possiamo certamente farlo. Possiamo solo essere grati che ... abbia realmente potuto aiutare persone che ne avevano estremo bisogno. Essendo ella una devota Bahá'í, non c'è ragione che non debba essere conosciuta come tale; ma certamente ciò non dev'essere in alcun modo connesso ai suoi poteri di guaritrice.

(30 settembre 1949)

40. Il Custode ha già sentito parlare dei notevoli poteri di guarigione di ...e ha scritto agli amici che si sono messi in contatto con lui che egli pensa che ella sia naturalmente libera di usare questi poteri, finora per noi incomprensibili, ma non unici nella storia, per il bene degli altri, ma che è meglio non associare questo fenomeno direttamente con la Fede.

In altre parole questa cara anima è Bahá'í e siamo tutti orgogliosi che lo sia. Ma ella non deve dare l'impressione di essere una guaritrice bahá’í perché nella Fede non esistono cose del genere; deve dire invece di essere una credente Bahá'í che pare Dio abbia voluto benedire con questo prezioso dono personale di essere spesso capace di guarire gli altri.

(26 ottobre 1949)

41. Egli giudica che ella non debba fare nulla di speciale per il potere che si sente di aiutare gli ammalati. Ciò non significa che non debba servirsene quando se ne presenti l'occasione, come è accaduto di recente. Ma vuol dire che non deve diventare un 'guaritore' come quelli dello Scientismo Cristiano, perché noi Bahá'í non abbiamo guaritori.

(25 dicembre 1949)

42. Non abbiamo motivo di credere che la guarigione dello Spirito Santo non possa essere attratta da comuni mortali. Ma è una cosa rara, un mistero, un dono di Dio.

(26 Mirza 1950)

43. Il Custode non vede perché ella non debba continuare ad aiutare gli ammalati. Come ha già scritto ad alcuni credenti a questo proposito, finché ella non dice di guarire come Bahá'í o perché è Bahá'í (e infatti non abbiamo 'guaritori' nella Causa), certamente non vi sono obiezioni a quello che fa. Al contrario essere capaci di aiutare un'anima sofferente è un grande dono di Dio.

(5 ottobre 1950)

44. Egli pensa che la decisione della sua Assemblea sulla dimostrazione di una guarigione spirituale durante una riunione Bahá'í sia stata giusta. Dobbiamo fare in modo che la gente non sia ufficialmente portata a identificare la Fede con queste cose. Quello che i credenti fanno in privato, che non contravvenga agli Insegnamenti, è affare loro.

(25 giugno 1953, all'Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá'í delle Isole Britanniche; Unfolding Destiny, p. 309)

IV - Miscellanea

45. Il Maestro ha detto che nella numerologia, fisiognomica e simili c'è una parte di verità, ma è abbondantemente esagerata dai loro avvocati.

(27 ottobre 1926)

46. Giudico che dobbiamo ricordare agli amici con gentilezza ma con fermezza che è assolutamente essenziale non confondere gli insegnamenti con le oscure idee della numerologia, dell'astrologia e simili. Chi se ne interessa è libero di prestare fede e dar credito a tali idee, e di trarne tutte quelle conclusioni e deduzioni che desidera, ma è tenuto a non identificarle con i principi e gli insegnamenti della Causa. In questa fase dobbiamo preservare la purezza e la santità degli insegnamenti bahá'í. Pregherò che ella riceva guida nei suoi sforzi e riesca a preservare e promuovere gli interessi della nostra amata Fede.

(Shoghi Effendi, 26 dicembre 1928)

47. In quanto alla sua domanda sull'influenza delle stelle e dei pianeti sulla vita dei credenti: tali idee devono essere interamente dissociate dagli Insegnamenti. Il passo a pp. 147-148 delle Spigolature non ha nulla a che vedere con queste cose.

In quanto alla malattia e alla povertà, tali calamità possono essere irrevocabili oppure, e cosi spesso accade, possono essere evitate. Negli Insegnamenti non si fa cenno all'influenza che le stelle avrebbero sulla guarigione di queste malattie. Queste idee astrologiche sono per lo più pura superstizione.

(17 luglio 1937)

48. Negli insegnamenti non si fa cenno alla telepatia. È una questione che riguarda la psicologia.

(28 febbraio 1938)

49. Sì, il Custode ritiene che la 'astrologia', che è una pseudoscienza, sia perlopiù 'assurda', perché in genere si tratta di credenze e pratiche superstiziose.

(10 luglio 1939)

50. Negli Insegnamenti Bahá'í non si trova altresì cenno alla piramide di Cheope e al fatto che essa debba considerarsi un monumento di profezia.

(10 luglio 1939)

51....egli desidera che ella ignori la dichiarazione sulla Grande Piramide, che pare taluni considerino una profezia in pietra.

(7 ottobre 1939)

52. L'astronomia è una scienza, l'astrologia non rientra nella medesima categoria, ma dobbiamo essere pazienti con coloro che vi credono e svezzarli per gradi dalla fiducia in queste cose.

(24 dicembre 1941)

55. In quanto a ...egli le consiglia di fare tutto il possibile per evitare un'aperta frattura con lui, ma nello stesso tempo di cercare di dissociare la Causa dalle sue idee sulle piramidi, sulla numerologia e simili. Spesso con taluni occorrono molto tatto e pazienza, finché non siano profondamente radicati nella Fede ed egli merita di essere trattato con cura, amore e considerazione allo scopo di permettergli di maturare come credente.

(30 dicembre 1946)

54. Nei nostri Scritti non c'è nulla sulle così dette Profezie delle Piramidi; perciò egli pensa che ella non debba attribuire loro la minima importanza.

(21 novembre 1949)

55. Non dobbiamo attribuire alcuna importanza all'astrologia o agli oroscopi; non si tratta di una scienza esatta, ancorché talvolta sembri esservi qualcosa di vero, ma la misura è minima.

(15 gennaio 1951)

56. In quanto alla domanda che lei pone nella sua lettera circa un gruppo di maestri nascosti sull'Himalaya o altrove, negli Scritti Bahá'í non se ne trova cenno. Noi come Bahá'í non dobbiamo credere nell'origine divina di cose che non siano state menzionate nei nostri Sacri Scritti dal Báb, Bahá'u'lláh o dal Maestro.

Non c'è nulla che ci lasci credere che queste storie mistiche di esseri per così dire 'dietro le quinte' siano fondate o vere. Dobbiamo evitare tali pensieri e insegnamenti e cercare di svezzarne gli altri quando diamo loro il Messaggio.

(11 maggio 1954)

57. Le scienze inutili sono quelle cui Bahá'u'lláh fa riferimento, come i cavilli metafisici e altre astrazioni portate agli estremi.

Gli amici devono essere incoraggiati a non perdere tempo in cose come l'astrologia e simili che lei menziona. Non è possibile proibirlo: l'esercizio del libero arbitrio nella scelta di fare ciò che è giusto è cosa molto più importante.

(30 luglio 1956)

58. Non c'è nulla negli Insegnamenti che ci lasci credere che i credenti abbiano bisogno della guida della numerologia o dell'astrologia.

(25 giugno 1950)
V - Il male e gli spiriti maligni
a. da 'Abdu'l-Bahá

59. In quanto alla domanda sugli spiriti maligni, demoni e mostri, tutti i cenni che ne fanno le Sacre Scritture hanno un significato simbolico. Ciò che la gente comunemente sa è solo superstizione.

(da una Tavola di 'Abdu'l-Bahá)

60. Mi hai chiesto sull'influenza degli spiriti maligni. Gli spiriti maligni sono privi della vita eterna. Come possono dunque avere una qualsiasi influenza? Ma poiché la vita eterna è disposta per gli spiriti santi, perciò la loro influenza esiste in tutti i mondi divini.

(da una Tavola di 'Abdu'l-Bahá alla signora Ella Goodall Cooper; in Daily Lessons Received at Acca - January 1908, p. 86)

61. La verità sottintesa nel tema è che i termini spirito maligno, satana o qualunque altra cosa intesa come male, alludono alla natura inferiore dell'uomo. Questa natura inferiore è simboleggiata in molti modi. Nell'uomo vi sono due espressioni, una è l'espressione della natura, l'altra l'espressione del regno spirituale. Il mondo della natura è imperfetto. Esaminate il problema chiaramente, scartando ogni superstizione e fantasia ...Dio non ha mai creato uno spirito maligno; tutte queste idee e questi nomi sono simboli per esprimere la natura dell'uomo puramente umana o terrena. È una condizione essenziale della terra che ne possano crescere spine, erbacce e alberi sterili. Relativamente parlando ciò è male; si tratta semplicemente della condizione inferiore e del prodotto peggiore della natura.

(Promulgation of Universal Peace, p. 259)
b. da lettere scritte a nome di Shoghi Effendi

62. In quanto alla sua domanda sul significato di Jin o Geni cui si fa cenno nel Corano, non sono esseri o creature realmente viventi, ma espressioni simboliche per indicare l'umana capacità di fare il male e possono essere paragonati agli spiriti maligni. Ma è bene ricordare che questi esseri non esistono assolutamente.

(26 giugno 1936; bahá’í News, n. 105, febbraio 1937, pp. 1-2)

63. In quanto alla sua domanda sulla condizione di quelle persone che il Vangelo dice essere possedute dal demonio: è cosa da interpretare in senso figurato; il diavolo o satana è un simbolo delle forze malefiche e oscure che cedono alla tentazione.

(2 novembre 1938)

64. Le parole di 'Abdu'l-Bahá nelle Lezioni di San Giovanni d'Acri sul problema del male sono assolutamente autentiche e perciò vincolanti per tutti i credenti.2

(30 novembre 1939)

65. Non dobbiamo mai prendere una frase degli Insegnamenti e isolarla da tutto il resto: ciò non significa che non dobbiamo amare, ma che dobbiamo assurgere a un piano spirituale dove Dio viene per Primo e le grandi passioni umane non hanno il potere di distoglierci da Lui. Vediamo continuamente persone che o per la forza dell'odio o per l'appassionato attaccamento che hanno verso un'altra persona, sacrificano un principio o si precludono la Via di Dio.

Sappiamo che l'assenza della luce è la tenebra, ma nessuno può affermare che la tenebra non è vera. Essa esiste quantunque si tratti soltanto dell'assenza di qualcos’altro. Perciò anche il male esiste e non possiamo chiudere gli occhi davanti ad esso, ancorché si tratti di una esistenza negativa. Dobbiamo cercare di sostituirlo con il bene e se vediamo che non riusciamo a influenzare una persona malvagia, allora dobbiamo schivarne la compagnia, perché è malsana.

(4 ottobre 1950)

1 Le citazioni , quando non sia altrimenti specificato, sono tratte da lettere scritte per conto del Custode.

2 Si tratta di una risposta a questa domanda: “Nelle Lezioni di San Giovanni d’Acri ‘Abdu’l-Bahá afferma che il male non esiste, è semplicemente un’assenza di bene. È vero?”

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